Intermediari Finanziari: Di Cosa si Occupano?

Proseguendo nelle guide che appartengono al percorso sul giocare in Borsa, arrivato con questa guida alla sua terza risorsa specifica, è tempo di esaminare meglio il ruolo degli intermediari finanziari. Si tratta di quelle istituzioni e quei professionisti che comprano e vendono titoli per ordine dei loro clienti, tendenzialmente in cambio di una commissione sul valore della transazione che viene loro richiesta.

Il concetto di intermediazione finanziaria (o intermediazione mobiliare) è fondamentale per comprendere le dinamiche con cui funzionano i mercati finanziari e in che modo anche tu puoi avere accesso ai listini di Borsa.

Ne esistono varie tipologie ed all’interno di questa guida le prenderemo tutte quante in considerazione.

A cosa servono gli intermediari finanziari

Nelle guide precedenti abbiamo spiegato che i mercati finanziari esistono perché ci sono due tipi di soggetti economici: quelli in surplus (che hanno una liquidità maggiore di quella che serve loro per affrontare spese e investimenti) e quelli in deficit che invece devono finanziarsi tramite terzi per poter portare avanti ed espandere la loro attività. Abbiamo anche detto che i tipici soggetti in surplus sono le famiglie e che i tipici soggetti in deficit sono le aziende e le pubbliche amministrazioni.

Gli intermediari finanziari servono semplicemente per mettere in contatto soggetti in surplus e soggetti in deficit: la banca, ad esempio, raccoglie i risparmi dei privati e li presta ad altri privati o aziende in cambio di un interesse sul prestito erogato. Nel campo delle Borse valori, le società di intermediazione mobiliare raccolgono ordini da parte dei loro clienti e comprano i titoli che questi richiedono.

Ci sono delle forme in espansione di mercati finanziari che non necessitano di intermediari. D’altronde l’intermediazione ha un costo, quindi se si può è meglio evitarla.

Dall’altra parte, però, i mercati finanziari sono tutt’altro che semplici e questo rende necessario il ruolo di un ente che certifichi aspetti come la solvibilità di un debitore o la validità di un certo fondo: la consulenza, l’attività di certificazione, l’aggregazione del risparmio collettivo e altri tipi di operazioni (come la sottoscrizione di corporate bonds) sono tutte attività molto importanti per le quali si rende necessario avere un intermediario.

Un ecosistema finanziario senza intermediari, almeno per il momento, è impensabile.

Chi sono gli intermediari finanziari

Oltre ad esistere, la categoria degli intermediari mobiliari si articola in diverse forme. Onde evitare che il collasso di una sola azienda possa provocare danni eccessivi all’economia reale di un territorio, è soprattutto la legge a disporre che vi siano vari tipi di intermediario con specifiche competenze.

Banche

La prima categoria, che liquideremo abbastanza in fretta in quanto non ha realmente a che fare con il giocare in Borsa, è quella degli intermediari creditizi. Tutti sappiamo che esistono le banche, anche se bisogna necessariamente operare una distinzione:

  • Le banche commerciali sono quelle che si occupano di raccogliere il risparmio privato collettivo, prestando denaro sotto forma di mutui, prestiti, fidi per cassa e altro ancora;
  • Le banche d’investimento sono quelle che si occupano di sottoscrivere emissioni obbligazionarie, di fare investimenti in strumenti finanziari quotati e tutta questa categoria di mansioni.

Le banche commerciali sono intermediari creditizi, mentre le banche d’investimento no. Le banche d’investimento sono intermediari mobiliari e investitori in prima persona, anche se con dei limiti. Inoltre, le banche d’investimento permettono ai loro clienti di comprare e vendere strumenti finanziari facendo da intermediari tra i risparmiatori e i sistemi di scambio.

Il motivo per cui la legge della maggior parte dei Paesi industrializzati prevede che una banca possa occuparsi soltanto dell’una o dell’altra cosa è presto detto. Immagina una banca che presta soldi ad un’azienda, ed allo stesso tempo ne compra le quote o le azioni diventandone proprietaria.

Si creerebbe un palese conflitto d’interessi perché, se l’azienda fallisse, anche la banca inizierebbe a soffrire gravemente per la svalutazione della sua partecipazione e per l’inesigibilità dei crediti nei confronti dell’impresa fallita.

Inoltre, avrebbe interesse a tagliare le linee di credito ad eventuali concorrenti dell’azienda di cui detiene le quote, compromettendo l’ecosistema concorrenziale di un territorio.

Fondi d’investimento

Li abbiamo già incontrati parlando di strumenti quotati in Borsa, in quanto i fondi aperti (quelli in cui chiunque può investire) vendono e ricomprano le loro quote secondo un sistema di negoziazione regolato dai listini. In ogni caso, in questa guida ci concentriamo maggiormente sul loro ruolo da intermediari.

I fondi, sia a gestione attiva che passiva, operano come intermediari finanziari dal momento in cui permettono ai risparmiatori di fare due cose:

  • Diversificare l’investimento comprando un solo asset. Quando compri quote di un fondo, stai implicitamente investendo su tutti quei titoli che il fondo ha in portafoglio e che per comprare singolarmente necessiterebbero di somme decisamente più grandi di quella pagata per una quota;
  • Intermediare i tagli. Questa è una tipica espressione finanziaria che si rifa al modo in cui i fondi comprano in un’unica soluzione enormi quantità di titoli, facendo così calare drasticamente le commissioni di negoziazione su una singola azione o obbligazione. Le quote vengono poi scambiate con commissioni basse, in quanto sono strumenti di fatto meno complicati e più rivolti al pubblico. Questo significa che grazie all’intermediazione di un fondo, si risparmia complessivamente in commissioni.

Il ruolo delle SGR

Per quanto sia più intuitivo far risalire l’intermediazione direttamente ai fondi, dobbiamo necessariamente nominare le SGR (Società di Gestione del Risparmio).

La legge prevede che soltanto questo tipo di società possa costituire fondi a gestione attiva e promuoverne l’investimento nei confronti del pubblico. Inoltre sono tra le poche istituzioni finanziarie ad avere a che fare con i derivati in leva -un po’come avviene con il trading online- perché possono creare fondi speculativi (hedge fund) in cui è presente anche questo tipo di strumento.

Non è fondamentale il ruolo della SGR all’interno dell’universo finanziario del risparmiatore privato, che sostanzialmente si avvicina ai mercati per investire il proprio denaro giocando in Borsa.

Tuttavia, sii cosciente del fatto che quando fai trading online, per la maggior parte, operi su un mercato di strumenti derivati che esiste ed è fondamentalmente sostenuto dai fondi speculativi creati e gestiti dalle SGR.

SIM

L’acronimo SIM sta proprio per Società d’Intermediazione Mobiliare e sono un tipo di impresa previsto e regolamentato in modo molto preciso dalla legge. Le disposizioni specifiche si trovano nel Testo Unico in materia Finanziaria e alle SIM è riservato un albo specifico presso la Consob. In ogni caso, le SIM fanno poche specifiche cose, ma molto importanti:

  • Raccolgono ordini dai loro clienti e comprano/vendono quello che viene loro chiesto;
  • Sottoscrivono emissioni obbligazionarie, ma possono farlo anche senza garanzia (ovvero nel caso in cui non riuscissero a vendere tutti i titoli sul mercato, non acquisteranno loro stesse l’invenduto);
  • Investono per conto proprio in strumenti finanziari di qualsiasi genere;
  • Gestiscono portafogli azionari per conto dei loro clienti, anche se per accedere a questo tipo di gestione privata sono necessari dei capitali solitamente superiori ai 5 milioni di euro.

Molti si confondono e pensano che andando in banca dove hanno il loro conto corrente e chiedendo di investire su un certo strumento, sarà la banca stessa ad occuparsi dell’intermediazione. Questo è severamente proibito ad una banca commerciale, che deve invece passare a sua volta attraverso una SIM o una SGR affinché ciò avvenga.

Promotori finanziari

Anche in questo caso è d’obbligo una piccola digressione perché la facciata delle SIM e delle banche d’investimento è spesso rappresentata dai promotori finanziari. Questi non investono il denaro per conto dei clienti, o almeno non è quello che avviene normalmente.

Il loro ruolo è fondamentalmente quello di trovare dei risparmiatori interessati da investire nei prodotti finanziari della SIM o banca d’investimento per cui lavorano. Normalmente la loro autonomia è molto limitata, perché le aziende pongono paletti piuttosto stretti da rispettare e loro si limitano al ruolo di “rivenditori” di queste soluzioni.

Da una parte è vero che sono liberi professionisti con partita IVA, ma dall’altra i loro contratti sono tutt’altro che liberi.

SICAV

Le Sicav sono un altro tipo di intermediario molto normato dalla legge italiana. L’acronimo sta per Società di Investimento a Capitale Variabile e sono necessariamente costituite come società per azioni. Il meccanismo di funzionamento di queste realtà è molto simile a quello dei fondi a gestione attiva.

Anche in questo caso, abbiamo un’azienda che si occupa di raccogliere il risparmio privato e costituire un patrimonio equivalente in strumenti finanziari -solitamente obbligazioni e azioni-.

Anziché vendere sul mercato delle quote del patrimonio che hanno acquistato con i risparmi dei clienti, vendono le azioni della società. Il patrimonio di asset comprati con il risparmio raccolto, dunque, rappresenta l’attivo dell’azienda; dall’altra parte, il passivo è rappresentato dal capitale sociale.

I risparmiatori, essendo azionisti della Sicav, sono a tutti gli effetti comproprietari della società e questo comporta alcune differenze rispetto al possesso delle quote di un fondo. La differenza principale consiste nel fatto che le quote di un fondo sono soggette all’obbligo di riacquisto da parte del fondo stesso: nel caso volessi liquidare il tuo investimento, il fondo dovrà riacquistare tutte le quote che possiedi al loro valore corrente.

Nel caso di una Sicav, invece, l’azienda non ha l’obbligo di riacquistare le proprie azioni e di conseguenza dovrai rivenderle sul mercato.

Broker online

I broker per il trading online sono un particolare tipo di intermediario finanziario che ha a che fare quasi esclusivamente con la negoziazione di strumenti derivati in leva, gli stessi che abbiamo incontrato quando stavamo parlando di SGR.

In un’altra guida ti spiego meglio di che cosa si tratti, mentre in questo momento ci interessa di più capire quale tipo di intermediazione queste società possano svolgere per permetterti l’accesso ai mercati finanziari.

Il mondo del trading online è pieno di insidie, quindi tieni a mente che questo discorso si applica ai servizi seri.

Io, al momento, consiglio di usare eToro perché lo trovo un servizio valido e affidabile. Fondamentalmente, i broker ti consentono di accedere al mercato dei CFD (Contratti per differenza) e in alcuni casi persino a quello degli asset veri e propri (ad esempio eToro ti permette di comprare e vendere azioni senza passare dai CFD).

Con questo sistema puoi investire da casa sui titoli che ritieni migliori e persino investire su fondi o copiare le mosse di altri speculatori. Tieni a mente, però, che si tratta di investimenti molto rischiosi perché prevedono quasi sempre l’uso di livelli molto alti di leva finanziaria che espongono il tuo capitale ad oscillazioni elevate.

I broker online sono lo strumento più adatto per l’effettivo “gioco in Borsa”, che nell’immaginario collettivo è un’espressione utilizzata soprattutto per indicare la speculazione di breve termine piuttosto che l’investimento di lungo periodo.

Come scegliere l’intermediario migliore per te

Se sei arrivato fin qui ma non hai idea di quale sia l’intermediario che ti può essere maggiormente utile per perseguire i tuoi obiettivi, sappi innanzi tutto che non esiste una scelta “migliore”. Tutto dipende da quanto vuoi investire, quale orizzonte temporale prevedi per il tuo investimento e quali asset vuoi inserire nel tuo portafoglio.

Il mio consiglio è quasi sempre quello di evitare le SICAV e i fondi d’investimento a gestione attiva delle SGR, e più in generale di evitare il risparmio gestito.

Al trading online dedico una parte piccola del mio capitale, con cui faccio operazioni di breve termine (rischiose, ma potenzialmente molto proficue) e la maggior parte del mio denaro è investita in strumenti finanziari che ho ordinato io stesso di comprare e che sono custoditi dal portafoglio titoli della mia banca.

Ulteriori risorse utili

Riporto, al termine di questa guida, l’elenco ordinato delle risorse da consultare per completare il percorso completo per imparare a giocare in borsa:

  1. Giocare in Borsa: Comincia da Qui
  2. Cos’è la Borsa Valori
  3. Intermediari Finanziari: Chi Sono e di Cosa Si occupano
  4. Cassettista o Speculatore? Tutte le Differenze
  5. Cosa Si Compra e Cosa si Vende in Borsa: Guida agli Strumenti Finanziari
  6. Le Leggi Fondamentali di Borsa: Tutto Quello che Devi Sapere prima di investire

Ti saluto, infine, consigliandoti alcune guide essenziali legate al mondo della Borsa e del Trading Online:

Buon proseguimento qui su Affari Miei!

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Borsa

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