ETF settore dei Media, ecco i migliori su Borsa Italiana: Investi nei Media

Quali sono i migliori ETF sul settore dei media? Parliamo di settore dei media riferendoci all’attività svolta da imprese private o pubbliche che danno valore attraverso l’informazione e/o la comunicazione.

La comunicazione e l’informazione viene veicolata e arriva a noi attraverso dei supporti, che possono essere libri, giornali, radio, CD, oppure la televisione, il cinema ed internet.

Proprio il fatto di avere diversi supporti a disposizione per fruire dei contenuti, e a volte anche dello stesso contenuto, ha creato diverse strategie e ha reso quello dei media un settore diverso da tutti gli altri. Il settore è infatti molto variegato, e per ogni modalità di fruizione occorre pensare che dietro vi è un modo di comunicare e di ‘vendere’ il contenuto diverso.

Investire nel settore dei media potrebbe rappresentare un modo per inserire in portafoglio un settore in costante crescita e con possibilità di innovazione.

Settore dei media: di cosa parliamo?

Come dicevamo prima ogni mezzo di comunicazione utilizzato per far arrivare ai consumatori (in questo caso meglio utilizzare la parola fruitori o utenti) l’informazione o il contenuto è differente, e questo si riflette inevitabilmente nelle differenze del prodotto in sé e delle strategie di comunicazione e di promozione che vi sono dietro.

Ad esempio lo stesso prodotto (un film) viene prodotto per il cinema, e successivamente esce anche in DVD: quindi lo stesso contenuto è distribuito con diversi mezzi di comunicazione.

Pensiamo alla Disney che realizzando film di animazione in origine in VHS è passata poi alla distribuzione degli stessi film in DVD, per passare al rifacimento di alcuni grandi classici Disney quali Il Re Leone o Aladdin che sono stati poi distribuiti al cinema con dei remake shot-for-shot, fino ad arrivare all’applicazione lanciata a marzo 2020 Disney Plus, dove con il pagamento mensile di un abbonamento abbiamo a disposizione un enorme catalogo di film e cartoni animati targati Disney.

Questo è un chiaro esempio di come uno stesso contenuto (il cartone animato originale) possa essere ripreso e ridistribuito in moltissimi modi, allungando in questo modo il ciclo di vita del prodotto e intercettando i nuovi gusti dei consumatori e le nuove tendenze del mercato.

I costi della progettazione e della realizzazione di un contenuto sono irrecuperabili ed è soggetto all’incertezza del mercato poiché non si può sapere in anticipo se un contenuto simile potrà piacere oppure no agli utenti, però il vantaggio è che questi contenuti possono essere riprodotti con costi marginali quasi nulli.

I contenuti offerti dalle aziende che operano in questo settore sono riconosciuti come experience good, ovvero beni esperienziali, di cui si conosce la qualità soltanto dopo il consumo. Questo fa in modo che le aziende in questione debbano adoperarsi e spendere molte risorse per il marketing promozionale.

I contenuti prodotti dai media li possiamo inserire nella categoria dei beni pubblici, ovvero se io guardo un film o leggo un libro, questo non impedisce ad una persona di guardare lo stesso film e leggere lo stesso libro. I beni pubblici infatti si differenziano da quelli privati, che invece vengono esauriti una volta consumati. I beni del settore media sono inoltre intesi come un arricchimento per le persone e la società, quindi annoverati nel segmento cultura.

Anche il settore media e intrattenimento ha subito, come tutti i settori economici, la trasformazione digitale; alcuni comparti hanno reagito positivamente, mentre altri invece ne hanno risentito. Parliamo ad esempio dei quotidiani: molte persone con l’avvento di internet e la possibilità di informarsi tramite web acquistano meno spesso quotidiani cartacei.

Se ci concentriamo invece sul settore film e televisione, la rivoluzione digitale ha aggiunto nuovi competitor che hanno saputo entrare a gamba tesa in questa nicchia di mercato e hanno ottenuto immediatamente consensi e approvazione. Parliamo naturalmente di colossi quali Netflix, Disney Plus e Amazon Prime Video che hanno letteralmente rivoluzionato il modo di concepire il prodotto televisivo, virando sull’on demand e rendendola ormai quasi la principale modalità di fruizione di contenuti quali film e serie televisive, e basando la loro offerta su un ampio catalogo, sulla possibilità di poter vedere i contenuti quando vuoi e soprattutto rendendoli disponibili su diverse piattaforme (pc, tablet, tv e smartphone).

Questi colossi hanno dato vita anche a nuovi fenomeni sociali quali il binge watching (ovvero l’abitudine di guardare contenuti per periodi di tempo ininterrotti), la serialità come punto centrale dell’offerta (le serie tv sono diventate un fenomeno di massa e sono in grado di raccogliere consensi e fan, basti pensare al fenomeno della serie spagnola La Casa di Carta), la suspense che si crea nell’attesa della nuova stagione della nostra serie tv preferita, e infine hanno saputo creare un rapporto attivo con gli utenti.

Per quanto riguarda la televisione invece, in occasione dei grandi eventi (ad esempio la notte degli Oscar o l’italianissimo Festival di Sanremo), la rivoluzione digitale ha fatto in modo di creare una sorta di complementarietà. Il programma non è più visto in modo passivo, ma in tempo reale sui social network (principalmente Twitter e recentemente anche Instagram) si forma una sorta di ‘aggregazione’, e le persone si scambiano opinioni, commenti, pareri e sempre più spesso meme divertenti sull’evento che stanno seguendo attraverso la televisione. Questo crea un nuovo modo di guardare la televisione che avvicina anche i più giovani, attraverso nuove forme di socialità e la possibilità di intervenire e commentare con altre persone gli eventi.

Ma ora vediamo quali sono i migliori ETF del settore!

L’ ETF presente su Borsa Italiana

Vediamo quale strumento troviamo su Borsa Italiana.

Lyxor STOXX Europe 600 Media UCITS ETF 

Questo ETF investe nelle più grandi società nel settore dei Mezzi di Comunicazione in Europa. Replica l’indice STOXX® Europe 600 Media.

È un fondo di dimensione piccola pari a 6 milioni di euro ed è stato lanciato nell’agosto 2006.

La replica è sintetica, il fondo non ha copertura valutaria e i dividendi vengono reinvestiti nel fondo con una politica di accumulazione.

Il costo di gestione annuo ammonta allo 0,30%, e il fondo è domiciliato in Lussemburgo. Il profilo di rischio del fondo è pari a 6.

L’allocazione geografica del settore vede le aziende del Regno Unito più rappresentato con il 55,69%, seguite dalla Francia con il 23,44% e dai Paesi Bassi con il 14,27%.

L’allocazione settoriale invece vede il 55,27% nei servizi di comunicazione e il 44,73% nell’industria.

Alcune delle società nelle prime 10 posizioni sono Relx, Vivendi, Informa e Pearson.

Conviene investire in ETF nel settore dei media?

Abbiamo quindi visto l’ETF settoriale presente su Borsa Italiana e abbiamo inquadrato il settore percorrendo la sua espansione e le trasformazioni che ha subito principalmente per la rivoluzione digitale.

Innegabilmente il settore ha delle potenzialità di crescita, vediamo qualche numero: in Italia ad esempio il settore media e intrattenimento è cresciuto a ritmi costanti dal 2014 fino al 2020, e questo fa quindi pensare che la crescita possa continuare a tassi costanti ancora per qualche anno. Fa ben sperare il fatto che i settori siano cresciuti nonostante i cambiamenti che hanno subito, e questo vuol dire che sono stati in grado di adattarsi bene.

Se veniamo nello specifico del fondo analizzato vediamo che presenta un profilo di rischio di 6, quindi medio-alto. Per questo motivo occorre comunque sempre essere prudenti.

Il settore è in crescita e come abbiamo visto è stato anche in grado di adattarsi alla rivoluzione digitale e di ‘trasformarsi’. Questa è una cosa che fa ben sperare gli investitori. I numeri predittivi sono a favore del settore.

Quindi in conclusione, se decidessi di investire in un settore come quello dei media sappi che puoi farlo, basta che tieni presente il concetto di diversificare il tuo portafoglio e di non puntare naturalmente tutto il tuo investimento su un unico settore.

Altre Risorse

Non sai come diversificare? Ecco qualche guida da leggere:

Spero che continuerai a seguirmi!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: ETF

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