Investire in BTP: Guida Completa ai Buoni Del Tesoro Pluriennali. Conviene comprarli oggi?

I BTP sono il titolo più conosciuto dagli investitori italiani, ed ecco perché molto spesso mi arrivano domande sulla loro natura o sull’eventuale convenienza di comprarli. In questa guida voglio darti tutte le indicazioni sui Buoni del Tesoro Pluriennali, le obbligazioni a lungo termine con cedola che finanziano le spese dello Stato italiano. Ma ha senso investire in BTP?

Non intendo soltanto spiegarti di che cosa si tratta; vorrei anche darti un parere qualificato nel caso in cui tu stessi valutando la possibilità di investire in questi titoli.

Cosa sono i BTP

Ogni nazione ha delle spese: dipendenti pubblici, infrastrutture, assistenza sociale e così via. Queste spese vengono in parte finanziate con il gettito fiscale, ovvero con le tasse pagate dai contribuenti; la restante parte viene invece finanziata con delle obbligazioni, i Titoli di Stato, che possono essere acquistate dai risparmiatori come forma di investimento.

In Italia ci sono tre tipi di obbligazioni governative:

  • I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), che titoli zero-coupon bond a breve termine. Significa che non “staccano” alcuna cedola, ed il guadagno per l’investitore è dato soltanto dal fatto che alla scadenza il Tesoro rimborserà al titolare dell’obbligazione una somma maggiore di quella a cui l’investitore aveva comprato il titolo. Qui ti spiego se conviene investire in BOT;
  • I CTZ (Certificati del Tesoro Zero-coupon). che funzionano esattamente come i BOT ma hanno una durata fissa di due anni. Anche in questo caso, ho dedicato una guida a questi strumenti;
  • I BTP, che staccano una cedola semestrale il cui valore si conosce già al momento della sottoscrizione; nonostante la cedola, comunque, l’investitore viene ricompensato spesso anche dal fatto che il valore di rimborso è superiore a quello di emissione. Questi hanno una scadenza variabile tra i 3 ed i 30 anni.

La rendita: qual è il rendimento netto BTP?

Continuiamo a mettere le cose in modo semplice: ci sono tre modalità con cui un BTP può rendere al suo proprietario.

Non sempre sussistono tutte e tre, ed è possibile che si finisca anche per perdere denaro. L’importante è conoscere tutte e tre le strade e valutarle con attenzione prima di fare l’investimento.


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Tasso cedolare

In primo luogo esiste un tasso cedolare, ovvero un tasso di interesse semestrale che determina l’importo delle tue cedole.

Supponiamo che tu abbia comprato un BTP a 100 euro e che questo abbia un tasso cedolare dell’1,20%: questo significa che ogni sei mesi riceverai 1,20€ sotto forma di cedola, a cui dovrai poi sottrarre la tassazione del 12,50%.

Scarto di emissione

Un BTP viene sottoscritto, ovvero comprato, ad una certa cifra detta valore di emissione; nel momento in cui scade, però, non è detto che venga rimborsata la stessa cifra a chi lo ha comprato.

Per questo esiste un valore di rimborso che può essere inferiore, uguale o superiore a quello di emissione. Distinguiamo i tre casi:

  • Emissione sopra la pari: si dice quando il valore di rimborso è inferiore a quello di emissione, dunque le cedole rappresentano un guadagno ma il rimborso rappresenta una perdita;
  • Emissione alla pari: si dice quando il valore di rimborso è uguale al valore di emissione;
  • Emissione sotto la pari: si dice quando il BTP viene collocato sul mercato ad un prezzo inferiore a quello di rimborso, dunque sia questo aspetto che le cedole rappresentano un fattore di guadagno.

Il valore di emissione dipende dall’asta dei BTP, un evento molto complesso a cui partecipano gli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, ecc.).

Vendita prima della scadenza

Se hai acquistato dei BTP ma non intendi mantenerli fino alla loro naturale scadenza, puoi sempre scegliere di rivenderli sul mercato. In ogni momento, senza vincoli di tempo o penali di qualsiasi genere, puoi prendere questa decisione.

Dal momento in cui il mercato dei titoli di Stato è molto dinamico, normalmente trovare un acquirente è un’operazione facile e poco costosa che può essere mediata dalla tua banca.

Ovviamente in questo caso il valore di vendita sostituisce quello di rimborso, dal momento in cui non aspetterai la scadenza e dunque non avrai modo di ricevere quel rimborso. Come prima, però, può darsi che questa operazione rappresenti una perdita, un guadagno, oppure nessuno dei due.

C’è una regola generale che può aiutarti a comprendere meglio questo aspetto:

  • Se il tuo BTP aveva un tasso di interesse maggiore di quello attuale, molte persone vorranno acquistarlo e di conseguenza saranno disposte a pagare una cifra più alta di quella a cui vengono negoziati i titoli delle nuove emissioni;
  • Se il tuo BTP aveva un tasso di interesse minore di quello attuale, poche persone vorranno acquistarlo e dunque dovrai venderlo ad una cifra più bassa. In questo modo lo scarto tra il valore di acquisto e quello di rimborso pagherà all’acquirente quella minore cifra che incasserebbe con le cedole delle nuove emissioni.

Come investire in BTP: dove si acquistano?

In questa parte dell’articolo vedremo l’aspetto pratico.

Per comprare BTP puoi procedere direttamente dal tuo home banking oppure puoi recarti presso la tua banca. Oggi le transazioni online sono in crescita ma ancora molti risparmiatori preferiscono recarsi in banca.

Il primo requisito, in entrambi i casi, è avere un dossier titoli, cioè una piattaforma che ci permette di operare sui mercati finanziari e di detenere gli strumenti che acquistiamo.

Il dossier titoli può essere abbinato al nostro conto corrente oppure può essere una piattaforma abilitata su cui depositiamo i soldi. Per approfondire, qui trovi i migliori dossier titoli.

Chiarito l’aspetto preliminare, i BTP si comprano sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni) che è il segmento di Borsa Italiana su cui è possibile comprare e vendere le obbligazioni (e quindi anche i BTP che sono obbligazioni statali).

Ogni BTP ha un codice ISIN, cioè un codice alfanumerico che lo identifica.

Nello specifico, puoi acquistare BTP in due casi:

  • In sede di emissione: quando vedi annunci in tv e sui media che parlano di collocamento, vuol dire che siamo nella fase iniziale in cui il BTP viene per la prima volta venduto direttamente ai risparmiatori;
  • Sul mercato secondario: una volta terminata la fase di collocamento, i BTP vengono comprati e venduti come tutti gli altri strumenti finanziari. In questo casi, acquisti il BTP emesso magari anche diversi anni prima da altri privati che decidono di metterlo in vendita sul MOT.

Il BTP resta sul mercato fino alla scadenza quando il possessore ha diritto alla restituzione del capitale. Chi lo possiede, intanto, riceve le cedole periodiche.

Quando investire in Titoli di Stato?

Ti starai chiedendo, a questo punto, quando sia più conveniente agire: in sede di emissione o successivamente?

Dipende, non c’è una risposta esatta. Pur essendo il BTP uno strumento con relativamente poca volatilità, possono crearsi delle condizioni per cui può essere conveniente acquistare sul mercato secondario.

Se, per esempio, succedono eventi che spaventano alcuni risparmiatori e fanno aumentare le vendite, il prezzo dei btp può diminuire e può aprirsi una finestra interessante per entrare.

Ovviamente bisogna avere esperienza e conoscenza dei mercati finanziari altrimenti il rischio di perdere soldi è alto non perché è rischioso lo strumento ma perché siamo noi a non sapere fino in fondo cosa stiamo facendo.

In altri caso può essere conveniente acquistare in sede di sottoscrizione se le condizioni proposte dovessero essere interessanti rispetto a quello che è il mercato in quella fase.

In questa sede devi capire che non c’è una risposta secca: il BTP che magari stai valutando va confrontato con il mercato obbligazionario in generale e con quello che quel mercato offre nella fase in cui ci stai pensando.

Spread alto: conviene comprare BTP?

Quando lo spread è alto significa che il differenziale tra i BTP a 10 anni ed i bund tedeschi a 10 anni è in crescita: questo vuol dire che il mercato crede meno nell’Italia e, di conseguenza, chiede rendimenti maggiori per i BTP.

In questi casi può succedere che qualcuno decida di vendere per paura o che nuove emissioni previste dal Ministero debbano “accontentare” i mercati con interessi più vantaggiosi.

Potrebbe essere conveniente comprare se le condizioni sono effettivamente vantaggiose rispetto alla “concorrenza” delle altre obbligazioni statali e rispetto alla nostra strategia di investimento.

Conviene comprare titoli di stato italiani?

Vero: dopo anni di congelamento dei tassi BTP, oggi sono tornati a salire. Di anno in anno scrivo una guida sulla convenienza dell’investimento in BTP, ma il mio pensiero generale rimane sempre lo stesso.

Prima di investire in BTP bisogna fare molte considerazioni, soprattutto sulle prospettive economiche e finanziarie che abbiamo per il futuro. Personalmente non faccio investimenti di lungo termine con questi titoli, quantomeno non se presi singolarmente; in passato ho valutato l’ipotesi di fare degli investimenti speculativi in alcune precise condizioni di mercato, ma è tutt’altra cosa.

Prima di investire dovresti chiederti:

  1. Se sia davvero il caso di investire sui mercati finanziari. Come ho spiegato in diversi contesti, molte volte si pensa agli investimenti finanziari troppo presto. Può darsi che tu possa ottenere molto di più, a livello economico, investendo sulla tua formazione lavorativa, sulla tua attività, liberandoti da debiti che hai già contratto o altro ancora. I mercati sono una prerogativa di chi ha già escluso la convenienza di usare i soldi da investire per qualsiasi altra cosa;
  2. Quale sia l’orizzonte del tuo investimento. I BTP a lunga durata rendono di più, essendo anche più rischiosi per natura; i BTP a 3 e 5 anni rendono invece davvero poco, spesso non arrivando nemmeno a bilanciare l’inflazione. Con i BTP a lungo termine ti esponi anche di più alla possibilità di voler vendere i titoli prima della scadenza, cosa che costituisce un ulteriore rischio (ricordi quella storia dei rendimenti che influenzano il valore di vendita?);
  3. Quali altri prodotti potresti comprare. In particolar modo, dovresti chiederti se a parità di rischio ci sia la possibilità di ottenere rendimenti maggiori, oppure se a parità di rendimento ci sia la possibilità di ridurre il rischio;
  4. Quante buone norme della finanza personale stai ignorando. Per farti un esempio:
    • Comprando soltanto BTP non stai differenziando il tuo investimento, dunque stai rischiando decisamente di più rispetto a chi acquista le quote di un fondo obbligazionario;
    • Comprando tutti i Titoli in un solo momento stai ignorando l’eventualità che di lì a poco i rendimenti possano migliorare. Eventualmente, nel caso non migliorassero, potresti comunque puntare su altri titoli;
    • Nel momento in cui decidi di valutare i BTP prima di ogni altro strumento finanziario stai ragionando per conoscenza di cose che ti sono vicine, esattamente come se fossi un tedesco che valuta in primis i Bund tedeschi. Quando ragioni da investitore lo devi fare senza alcuna bandiera, perché spesso il patriottismo gioca brutti scherzi.

In generale, i BTP sono un investimento dal rischio non così basso, che rende comunque piuttosto poco. Ecco perché preferisco valutare altre strade, che in definitiva sono quelle su cui sto investendo i miei risparmi con successo da anni.


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Rischio BTP oggi

Normalmente le obbligazioni emesse dai governi sono le più sicure in assoluto. Tra queste, in ogni caso, si fa differenza tra quelle emesse dalle nazioni che hanno più probabilità di onorare il loro debito e quelle che ne hanno meno.

Giusto per fare un esempio, la Germania è la nazione europea con i conti pubblici più sani e solidi: i loro titoli di Stato sono dunque una garanzia, ed il loro rendimento è molto basso.

L’Italia non versa nelle stesse rosee condizioni della Germania, per cui i nostri BTP sono considerati abbastanza rischiosi. Esistono varie scale utilizzate dalle agenzie di rating, ed in media il nostro Paese si trova piuttosto vicino alla zona junk. I titoli junk, che in inglese significa “spazzatura”, sono quelli che rendono di più in assoluto perché hanno un rischio molto alto di non essere pagati.

Attenzione comunque agli allarmismi inutili: l’Italia rimane un Paese solido, con un tessuto economico vivo e fatto di molte imprese con prodotti d’eccellenza. Le nostre piccole e medie aziende vendono molto sul mercato estero, la povertà è meno diffusa che in molte altre nazioni europee ed i cittadini italiani hanno molti risparmi sui conti in banca. Questo rende virtualmente impossibile un default, quantomeno nel breve periodo.

Se preferisci un video, qui ho parlato a lungo dei rischi sui BTP.

CACs: cosa sono?

Forse hai sentito parlare di CACs, acronimo di clausole di azione collettive. Quali obbligazioni potrebbero essere coinvolte dai CACs? Cosa implicherebbe l’uso di tali clausole per i possessori di un’obbligazione statale?

Tali clausole riguardano la possibilità estrema in cui lo Stato che ha emesso un’obbligazione possa chiedere agli obbligazionisti di accettare il taglio del valore nominale del bond, la riduzione delle cedole o l’allungamento delle scadenze.

Stando alle CACs, è anche possibile un cambio di denominazione a livello di valuta di denominazione, senza contare che gli obbligazionisti potrebbero dover accettare le modifiche delle condizioni degli obblighi in capo all’emittente del bond governativo.

Insomma, con queste clausole il BTP potrebbe subire delle modifiche su qualunque aspetto centrale e, quindi, l’investitore potrebbe trovarsi nella posizione di partecipare a un’operazione di ristrutturazione del debito del Paese, ovvero  un’operazione parecchio rischiosa.

Tali clausole sono state introdotte gradualmente a partire dal 2013: a partire dal 2022 in poi sono inserite in tutti i BTP con durata superiore ai 12 mesi. Questo vuol dire che non riguardano  le scadenze brevi, come i BOT.

Dunque, chi possiede BTP può trovarsi a dover accettare un taglio del valore nominale, che andrebbe a determinare  un rimborso ad un valore inferiore al 100 predefinito. Inoltre, bisogna preventivare la possibilità che vengano anche limate le cedole, così come la scadenza di un BTP o di un altro titolo di stato europeo sia posticipata.

Come funzionano?

L’applicazione deve essere approvata con una duplice votazione, che coinvolge l’assemblea degli obbligazionisti possessori dei titoli e  l’assemblea composta dai titoli che sono interessati dalla ristrutturazione del debito. Alcune delle nuove clausole, tuttavia, comportano un’unica votazione da parte degli obbligazionisti possessori dei titoli oggetto della ristrutturazione.

Come si traduce ciò? Lo Stato potrebbe imporre ai possessori delle obbligazioni governative di partecipare al salvataggio dello Stato stesso, ovvero un’operazione particolarmente rischiosa, con conseguenze notevoli sia per i piccoli risparmiatori che per le banche eventualmente coinvolte.

Si tratta però di un’opzione presa in considerazione in seguito alle difficoltà della Grecia.

CACs: quante possibilità?

In realtà si tratta di un’eventualità assai remota, ma che dobbiamo comunque tenere a mente quando investiamo in BTP: ricorda che anche i BTP Italia ed i BTP Futura emessi in questi ultimi anni sono soggetti a queste clausole.

Come si calcola il rendimento di un BTP

Il rendimento di un BTP è il rendimento totale che un investitore otterrebbe dal possesso di tale titolo, ed è determinato da diversi fattori. In primo luogo, il rendimento dipende dal tasso di interesse nominale del BTP, che è il tasso di interesse che il governo italiano promette di pagare agli investitori. Questo tasso di interesse è stabilito al momento dell’asta in cui vengono emessi i BTP e rimane fisso per tutta la durata del titolo.

Tuttavia, il rendimento effettivo di un BTP può variare in base al prezzo al quale viene acquistato o venduto sul mercato secondario. Se il prezzo di mercato è superiore al valore nominale del BTP, il rendimento sarà inferiore al tasso di interesse nominale, e viceversa. Questo perché il rendimento di un BTP è calcolato in base al rapporto tra il flusso di cassa futuro (cioè i pagamenti degli interessi e il rimborso del capitale alla scadenza) e il prezzo attuale del titolo sul mercato.

Per calcolare il rendimento di un BTP, è necessario tenere conto anche del periodo residuo fino alla scadenza del titolo. Più lungo è il periodo residuo, maggiore è l’incertezza riguardo ai tassi di interesse futuri e quindi maggiore è il rischio di fluttuazione del prezzo di mercato del BTP.

Se volessimo mettere il tutto in una formula potremmo dire che il rendimento effettivo di un BTP è pari a:

R=2C+[(P-

dove:

  • R= rendimento effettivo
  • C= importo cedola semestrale
  • P= importo rimborsato al netto delle imposte
  • n= anni che mancano alla scadenza

Qual è il miglior BTP da comprare oggi?

Il mio parere generale su questa tipologia di investimento l’hai capito e, tra poco, ti mostrerò anche le alternative.

Se proprio vuoi comprare BTP nonostante le mie perplessità, ti consiglio di leggere questa guida in cui provo a dare qualche consiglio per l’acquisto.

Qui trovi i consigli per disinvestire quando i BTp sono in perdita… se conviene.

Le migliori alternative ai BTP

In questa parte della guida voglio parlarti di altre strade da percorrere rispetto ai Buoni del Tesoro Pluriennali, facendoti anche delle anticipazioni di ciò che spiego in maniera approfondita nel video report gratuito dedicato ai BTP che ti invito a scaricare.

Nello specifico voglio farti presente una serie di aspetti connessi alla rendita di questi strumenti ed al loro rischio, paragonandoli ad altri che ti offrono prospettive migliori.

ETF obbligazionari governativi

Questa è la soluzione che preferisco per investire in titoli di Stato. Sono una parte minore dei miei fondi, quella che destino ad investimenti né rischiosi né molto sicuri. Gli ETF obbligazionari governativi sono dei fondi che comprano obbligazioni di varie nazioni, costruendo così un patrimonio che viene diviso in singole quote. Le quote vengono poi vendute sui mercati regolamentati e tutti gli investitori interessati possono acquistarne.

A differenza dei fondi a gestione attiva, gli ETF non cercano di avere un rendimento migliore del loro benchmark. Il benchmark, se ti sfuggisse, è il termine di paragone diretto di un qualsiasi fondo; quelli a gestione attiva tentano di fare meglio del loro benchmark, ma nella maggior parte dei casi non ci riescono. Gli ETF alla lunga sono più sicuri e soprattutto meno costosi, ed è per questo che li preferisco.

Acquistando le quote di un ETF obbligazionario governativo acquisterai implicitamente una piccola parte di tutte le obbligazioni possedute dal fondo.

Ci sono fondi che investono in obbligazioni più sicure, come quelle tedesche e americane, altri che investono in obbligazioni di Paesi emergenti, ed infine altri che fanno un mix bilanciato di queste cose.

Personalmente ti consiglio di valutare molto attentamente questo tipo di soluzione, in quanto ti permette di diminuire il rischio (diversificando l’investimento) o di mantenerlo puntando a rendimenti più alti.

Gli effetti della diversificazione sono sempre migliori di quelli dell’investimento su un singolo strumento, ed è per questo che i risparmiatori privati dovrebbero vederli come prima soluzione ai loro problemi di investimento.

Per approfondire, leggi la guida agli ETF obbligazionari.

ETF bilanciati

La soluzione di prima possiamo vederla come un modo per diminuire il rischio a parità di rendimenti.

Tuttavia dovresti anche considerare la soluzione complementare, ovvero quella di puntare su dei fondi a gestione passiva che includano una componente azionaria (anche piccola) per aumentare il rendimento.

L’effetto della diversificazione andrà comunque a bilanciare il rischio di avere delle azioni in portafoglio, che comunque non saranno mai sicure quanto i titoli di Stato italiani, ma potresti puntare a rendimenti molto più interessanti.

Sinceramente trovo che soprattutto chi investe in un’ottica di lungo termine, dunque avendo tutta la possibilità di veder scorrere i cicli economici, in Italia sia troppo spaventato dai titoli azionari.

Una paura che non trova comunque riscontro nelle serie storiche, dal momento che al netto di recessioni e periodi di crescita il mercato delle azioni è comunque cresciuto, globalmente, su archi di tempo abbastanza lunghi. Che tu voglia considerare gli ultimi quaranta, trenta, venti o dieci anni è sempre così, dunque non vedo il motivo di demonizzare questi strumenti.

Qui puoi approfondire.

Fondi obbligazionari a gestione attiva

Sinceramente trovo che i fondi a gestione passiva siano migliori, ma con questo non voglio dire che non ci siano dei fondi a gestione attiva che valga la pena considerare. Ci sono fondi che riescono sistematicamente a battere il loro benchmark, bilanciando i maggiori costi di questa soluzione con dei rendimenti più alti.

Non so se sia il tuo caso, ma molte persone pensano che mettere i loro soldi in mano ad un gestore che li segue attivamente sia meglio; forse dà un’idea di maggiore controllo, forse l’attribuzione di responsabilità ad un soggetto con nome e cognome è tranquillizzante, ma di fatto li metto in fondo alla lista e li nomino soltanto per darti una terza opzione.

Io la penso diversamente, se ti interessa approfondire il mio parere puoi leggere la mia guida ai fondi comuni di investimento.

Conclusioni

Come sempre spero di avere chiarito i tuoi dubbi, di essere stato esaustivo e di poter continuare a mostrarti altri contenuti del blog. Se non lo hai già fatto, ti invito a scaricare il video report sui BTP qui, per ricevere ogni settimana tutte le ultime novità e ritagliarti uno spazio per aumentare la tua conoscenza della finanza personale.

Ulteriori risorse utili

Se stai pensando di investire e vuoi approfondire il mondo della finanza e degli investimenti, ho pensato per te un percorso tematico che potresti seguire per agire in modo consapevole e oculato, così da non mettere a rischio il tuo capitale.

Te lo propongo qui di seguito.

Buon proseguimento qui su Affari Miei!


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Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Obbligazioni

17 Commenti

massimo · 4 Marzo 2023 alle 9:03

salve,
complimenti per le risposte , ma allora il mattone resta una valida alternativa? e l’ oro fisico?
grazie e ancora complimenti

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    Davide Marciano · 5 Marzo 2023 alle 10:19

    Buongiorno Massimo,

    è difficile risponderti su due piedi perché nutriamo diverse riserve su entrambi gli investimenti da te esposti.

    Per esempio, sull’immobiliare ho scritto una super guida qui: https://www.affarimiei.biz/investimenti/guida-investimenti-immobiliari

    Per il resto, ti consiglio di seguire Affari Miei così da farti un’idea più chiara e più rilassata in generale sul mondo della gestione del patrimonio.

    Un caro saluto,
    Davide

FABRIZIO · 2 Gennaio 2023 alle 10:57

Buongiorno acquistando un btp italia già in essere (ipotesi il 11/23) al netto del bonus riservato ai sottoscrittori in emissione riceverò le cedole indicizzate corretto?
Il prezzo di acquisto è quello che vedo giornalmente? piu rateo corretto?

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    Davide Marciano · 3 Gennaio 2023 alle 11:35

    Buongiorno Fabrizio,

    l’acquisto sul mercato secondario dà diritto alla ricezione delle cedole.

    Il prezzo di acquisto non lo vedi giornalmente ma è quanto hai pagato e dovrebbe mostrartelo la piattaforma: si chiama tecnicamente prezzo medio di carico o valore di carico a seconda di come viene considerato dall’intermediario.

    Buona giornata,
    Davide

Francesco · 2 Gennaio 2023 alle 10:08

grazie, molto interessante e chiaro nelle risposte

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    Davide Marciano · 3 Gennaio 2023 alle 11:34

    Buongiorno Fabrizio,

    grazie a te per il commento.

    A presto,
    Davide

Stella · 2 Novembre 2022 alle 11:13

Risposte molto esaurienti, grazie

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    Davide Marciano · 10 Novembre 2022 alle 9:28

    Prego!

Stella · 2 Novembre 2022 alle 11:11

Ho comprato un btp a 94 adesso quota 56, posso incrementarlo per non perdere il 38%? Grazie

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    Davide Marciano · 10 Novembre 2022 alle 9:29

    Buongiorno Stella,

    è sempre molto difficile esprimersi senza conoscere la situazione personale del richiedente.

    Se non vuole perdere il 38% ha, come unica certezza, l’attesa: aspettando fino alla fine le sarà restituito il capitale nella sua interezza (100).

    Cordialmente,
    Davide Marciano

michele · 26 Settembre 2022 alle 12:20

Buongiorno Davide,
anch’io neofita in materia chiedo, laddove acquistassi un BTP al prezzo di 93, alla sua scadenza naturale mi verrebbe rimborsato 100? Grazie

    Avatar photo

    Davide Marciano · 26 Settembre 2022 alle 12:29

    Buongiorno Michele,

    se la situazione rappresentata è corretta, la risposta è si se alla scadenza il debitore (in questo caso l’Italia) esiste ancora o non ha dovuto ristrutturare il debito come qualcuno lascia intendere prima o poi accadrà.

    In questo caso, il valore di rimborso potrebbe essere sensibilmente più basso a seconda della gravità della situazione.

    Buona giornata,
    Davide

Riccardo · 29 Giugno 2022 alle 9:35

Ciao Davide, domanda da neofita totale (chiedo venia) … al netto di ogni considerazione legata all’inflazione, rendimento di altri strumenti più vantaggiosi, la diversificazione necessaria, … ma se io investo 1000 EURO su BTP di 8 anni (ad esempio), mi confermi che indipendentemente dal valore sul mercato secondario dello strumento, alla scadenza mi verrà restituito 1000 EURO (e non un euro meno)? Grazie tante. Riccardo

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    Davide Marciano · 29 Giugno 2022 alle 11:25

    Buongiorno Riccardo,

    se compri sull’emissione ed alla pari si, sempre che l’emittente non fallisca.

    In Italia si parla sempre di spread perché siamo molto indebitati, quindi il rischio che possa esserci una rinegoziazione (in parole povere, non pagamento integrale) o un default è lontano ma esistente.

    A presto,
    Davide

tony · 21 Settembre 2019 alle 10:59

Quale btp acquistare oggi?Consigli…..

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