Investire in Diamanti Conviene? Diamanti per Investimento Sicuro, Scopri la Guida

Investire in Diamanti  sembra essere la nuova moda di risparmio del momento, in un periodo particolarmente turbolento per l’economia mondiale e dove i beni rifugio sembrano essere sempre meno affidabili.

Così sono in molti a interrogarsi e ad informarsi sulla quotazione (diamanti e oro), sui diamanti da investimento sugli investimenti sicuri.

Insomma: investire in diamanti conviene? Si può davvero trattare di una valida alternativa agli investimenti classici e agli strumenti di risparmio ai quali siamo abituati a ricorrere?

Vediamolo insieme, analizzando quello che è un mercato nuovo, potenzialmente interessante ma comunque ricco di insidie per chi non ci si avvicina con la giusta preparazione.

Diamanti da investimento: cosa sono?

I diamanti da investimento non sono le classiche pietre che siamo abituati a trovare in gioielleria.

Si tratta di pietre in genere di qualità superiore e di caratura non eccessiva ma comunque interessante, che vengono commerciate dagli intermediari.

Si scelgono in genere in base a gradi di purezza e a grandezza in carati che permette di avere più mercato una volta che si vogliano vendere.

L’idea sarebbe quella di, durante un periodo di particolare turbolenza sui mercati, mettersi al riparo non ricorrendo all’oro, molto inflazionato e con i pezzi che sono al momento molto alti, ma piuttosto in pietre preziose e nello specifico nei diamanti, che sebbene non stiano correndo come i metalli preziosi (basta vedere le quotazioni dell’oro e anche quanto costa l’oro al grammo) potrebbero avere dei rendimenti comunque interessanti.

Come diamanti da investimento si utilizzano esclusivamente pietre che godano della certificazione delle principali agenzie europee e mondiali, che garantiscono sia il colore, sia il taglio nonché la dimensione della pietra stessa.

Quotazione diamanti: come si muove?

Prima di investire in diamanti dobbiamo inoltre cercare di comprendere come si muovono le quotazioni, ovvero cosa determina il prezzo di queste specifiche pietre preziose, magari informandosi seguendo Italpreziosi (quotazioni diamanti).

Al mondo ci sono pochissime aziende di estrazione e commercializzazione dei diamanti, con De Beers che continua ad essere lo snodo principale per la commercializzazione del prodotto, riuscendo anche a chiudere in modo efficace il mercato ad eventuali aziende concorrenti.

Questo vuol dire che, al meglio, il mercato dei preziosi di questo tipo è un oligopolio: ci sono pochissime aziende che li commercializzano e dunque per loro controllare il prezzo è relativamente facile.

Facendo un paragone con il petrolio, è come se a vertice dei diamanti ci fossero per l’appunto i membri dell’OPEC, che per tutelarsi dalle variazioni di prezzo e per adeguarli allo stato dell’industria estrattiva, per massimizzare i profitti ed evitare che ci siano problemi di sorta a livello di guadagni.

Il prezzo è dunque determinato in minima parte dalla domanda, in quanto l’offerta ha il potere di modificare i prezzi a seconda di quelle che sono le proprie esigenze, con chi compra diamanti, anche per investimento, che è costretto ad adeguarsi a quello che De Beers (e le altre aziende) impongono.

Non è necessariamente un male, in quanto nell’investimento basta orientarsi su quanto ci aspettiamo che De Beers faccia, piuttosto che cercare di analizzare le (generalmente più complesse) forze della domanda e dell’offerta.

Valore diamanti? Intrinsecamente non ce n’è

Per i diamanti vale inoltre lo stesso discorso che viene fatto per l’oro, per i preziosi e anche per l’alluminio, anch’esso quotato in borsa.

In realtà non c’è un valore intrinseco del materiale, anche se dovessimo tenere conto delle pur importanti applicazioni industriali che i diamanti hanno.

Il valore gli è attribuito da chi ha interesse a comprarli, e se fino a qualche anno fa si trattava principalmente di motivi, per così dire, di vezzo, oggi invece i diamanti sono diventati a tutti gli effetti dei beni rifugio, nei quali investire.

Questo non deve dunque necessariamente spaventare il risparmiatore più quanto sia effettivamente necessario.

Il discorso dei diamanti da investimento non è infatti molto più diverso di quello dell’oro o degli altri beni preziosi che non hanno valore se non nella coscienza comune che abbiano valore.

Diamond Private Investment: (Dpi) per l’investimento adamantino

Diamond Private Investment è uno dei broker di diamanti più attivi in Italia e l’azienda che si è fatta effettivamente promotrice di questa modalità di investimento, che ha raccolto tra le altre cose il consenso di diverse banche, che ora vendono certificati basati sui diamanti ai propri correntisti.

Diamond Private Investment consiglia, non senza averne interesse diretto, sia chiaro, di investire su pietre di taglio medio-piccolo, che sono facilmente commerciabili e che consentono di mantenere il valore abbastanza liquido: se la pietra è facile da vendere, vuol dire che mantenerla in cassaforte non costituisce problema, in quanto potremo liberarcene, almeno a grandi linee, quasi immediatamente.

Diamanti certificati: gli unici in cui vale la pena investire

Inoltre sarebbe bene ricordare che conviene investire soltanto in diamanti certificati, ovvero che sono accompagnati da valutazione per tipo, colore, brillantezza e taglio da uno degli enti che sono riconosciuti dai mercati.

Questo perché nessuno è disposto a comprare a prezzi alti un diamante che sia privo della vidimazione da parte di una delle agenzie che gestiscono il mercato.

Per quanto riguarda colore e brillantezza queste sono sono valutate secondo una scala relativamente complicata. Per brevità si parla di quattro “C”, che in inglese stanno a significare:

  • Carati, indicano il peso del diamante
  • Colore, più il diamante è vicino al bianco, più è di qualità
  • Clarity, ovvero la purezza
  • Cut, ovvero il taglio

Per quanto riguarda il colore, questo viene espresso con una scala che va da D a Z (le classi A, B e C sono riservate a diamanti di estremo pregio che difficilmente si trovano in commercio e che comunque solo raramente possono davvero interessare l’investitore), con la D che è molto più vicina al bianco di quanto possa esserlo la Z.

Per quanto riguarda invece la purezza, abbiamo una scala altrettanto complicata:

  • IF: ovvero internally flawless, vuol dire che il diamante non presenta alcun tipo di impurità al suo interno
  • VVSI1/VVSI2: presenta delle piccolissime impurità, che sono molto difficili da individuare, anche al microscopio
  • VIS1/VSI2: presenta delle impurità qualificate come piccole e comunque difficili da vedere
  • SI1/SI2: ha delle inclusioni piccole, che sono però facili da individuare
  • P1/P2/P3: ha delle inclusioni che sono invece facili da individuare ad occhio nudo

Entrambe le sigle sono incluse nel certificato, che è il vero passaporto, la vera carta di identità del diamante da investimento che abbiamo acquistato.

Oro e diamanti: su cosa conviene investire?

L’investimento sui diamanti è stato avvicinato, anche se sul merito è stata svolta un’operazione non esattamente corretta almeno a nostro modo di intendere la cosa, all’oro.

Entrambi sono preziosi, entrambi sono beni rifugio, entrambi possono essere mantenuti senza grossi problemi per lunghissimi periodi, dato che alla fin fine sono merce che non può in alcun modo degradare.

Ad ogni modo esistono però delle differenze importanti che andrebbero prese in considerazione, che rendono i due tipi di investimento particolarmente diversi tra loro:

  • l’oro non ha tutte queste qualità: intendiamo dire che fatta eccezione per i carati (che come vedremo più avanti però per l’oro indicano la purezza e non il peso); questo rende i diamanti molto più difficili da commerciare e meno liquidi; il compratore dovrà essere interessato infatti al diamante nella purezza, nel colore e nel taglio del nostro, prima di comprarlo;
  • l’oro è molto più commerciato, soprattutto a livello finanziario. Questo vuol dire prezzi certi, sempre consultabili. Piazzare diamanti e soprattutto individuarne il prezzo, quando questi sono particolari, non è purtroppo sempre facile;
  • l’oro è un bene rifugio praticamente da sempre, i diamanti da molto meno. I secondi hanno dunque una sorta di rischio aggiuntivo: cosa ci garantisce che tra 10, 20 o 30 anni i diamanti avranno ancora lo status di oggi, ovvero come espressione di bellezza e di ricchezza?

Investire in diamanti conviene?

Il discorso dell’investimento in diamanti è lo stesso, grosso modo, che riguarda anche le altre pietre preziose:

  • è un investimento concepito per chi vuole fare cassetta, ovvero mantenerle per un periodo anche relativamente lungo, in attesa del momento giusto per venderli: i prezzi dei diamanti non oscillano rapidamente e questo vuol dire che funzionano più da riserva di valore che da strumento speculativo
  • è un investimento che può servire a differenziare i propri risparmi, e quindi non a cercare un guadagno netto in soluzione singola: tra i diversi strumenti ai quali si può ricorrere per portare a casa quantomeno il mantenimento del valore, sarebbe il caso di dedicare ai preziosi, diamanti inclusi, al massimo il 20% del proprio patrimonio
  • così come per tutti gli altri strumenti, non è detto che il valore del diamante salirà per il futuro prossimo venturo: potremmo anche perdere quello che abbiamo investito (anche se ovviamente non tutto, parliamo comunque di perdite percentuali, anche se potenzialmente importanti)
  • ci sono dei costi di gestione che sono sicuramente considerevoli, soprattutto se paragonati alle commissioni, oggi molto basse, per gli strumenti più puramente finanziari

Il problema delle commissioni

Il problema principale per chi sceglie i diamanti come investimento è quello delle commissioni: tra la vendita e l’acquisto ci sono spesso differenze nette che superano il 10%, il che vuol dire che una volta acquistato il diamante avremo già perso il 10%, da recuperare poi nel caso in cui il prezioso dovesse salire di valore.

Non sono commissioni basse, che sono ancora il maggiore ostacolo a chi vuole investire in questo specifico strumento.

Per intenderci sì, sono potenzialmente un buon investimento, ma il massimo dell’interesse è per chi poi vende questo tipo di pietre, che riesce a trattenere per sé una parte molto considerevole del capitale investito.

Il problema etico

C’è anche il problema, sicuramente non indifferente per moltissime persone, dell’etica. I diamanti sono estratti in buona parte in paesi dove non sono garantiti gli standard minimi di diritti e di benessere dei lavoratori.

Sulla questione sono partiti diversi movimenti dell’opinione pubblica, foraggiati anche da film e documentari che hanno mostrato un lato dei diamanti, quello decisamente meno brillante, che in pochissimi conoscevano già.

Per molti, e condividiamo la preoccupazione, questo può voler dire non ritenere i diamanti in alcun modo uno strumento valido per l’investimento, dato che si alimenta un mercato che moltissime volte ha peccato per mancanza di etica e di rispetto per i soggetti che ne sono coinvolti.

Investimenti sicuri: è proprio ai diamanti da investimento che dobbiamo guardare?

I diamanti da investimento possono essere, come abbiamo detto sopra, sicuramente un buono strumento di investimento, ma questo è lungi dal voler significare l’assoluta affidabilità dello strumento.

I prezzi sono comunque volatili (anche se tendenzialmente meno di quelli di altri preziosi, soprattutto le altre pietre), non vi è garanzia che De Beers (e gli altri grandi operatori) continui a mantenere una politica di prezzo stabile, non abbiamo garanzie che non si decida di mettere fine alla politica che vede i diamanti di nuova estrazione entrare nel mercato secondo politiche di riduzione, che hanno permesso di far innalzare il loro valore.

Quando ci affidiamo ad un investimento in diamanti stiamo in linea di massima scommettendo sulle politiche di De Beers e sulla sua volontà di mantenere alto il valore della pietra stessa: se domani, come ha effettivamente possibilità di fare, l’azienda dovesse decidere di inondare il mercato di diamanti, questi perderebbero buona parte del loro valore.

Nonostante infatti non ci siano state scoperte importanti per quanto riguarda le miniere e i giacimenti di diamanti, la potenziale offerta è ancora di molto superiore alla domanda, e un eventuale “apertura dei rubinetti” comporterebbe perdite molto nette di valore per chi li sta utilizzando come bene rifugio.

Non esistono al momento investimenti sicuri sulla piazza, se non obbligazioni e conti deposito garantiti, che rendono però interessi così bassi dall’aver allontanato anche il più diligente dei risparmiatori: i diamanti da investimento sicuramente non fanno parte di questa specifica categoria, in quanto legati a dinamiche che sono molto diverse da quelle del debito sovrano.

Questo non vuol dire che però non sia il caso di investire in questa specie di preziosi: un diamante, recitava una vecchia pubblicità, è per sempre, o almeno fino a quando De Beers deciderà di rimanere sul mercato con queste politiche.

Il risparmiatore alla ricerca di un prodotto finanziario sicuro e garantito, dovrebbe però preoccuparsi di guardare da qualche altra parte, escludendo anche, per un discorso che in parte coincide con quello fatto per le pietre, anche l’oro e gli altri metalli preziosi.

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Investimenti

1 Commento

A.Scarano · 22 Giugno 2017 alle 14:20

Condivido l’articolo preciso e ben fatto.
Anche noi cerchiamo di rafforzare l’aspetto rassicurante e sicuro di metter soldi da parte in diamanti…..scegliendo
quelli giusti.

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