Migliori Obbligazioni da Comprare: Guida alle Obbligazioni a Tasso Fisso e Variabile 2024

Quali sono le migliori obbligazioni da comprare nel 2024? Le obbligazioni continuano ad essere, anche in un periodo durante il quale sono caratterizzate da rendimenti non entusiasmanti, uno degli strumenti preferiti di investimento sia per chi ha bassi profili di rischio, sia per chi invece vuole rischiare qualcosa in più.

Sì, perché il mondo delle obbligazioni è uno dei più variegati che la finanza e gli investimenti possono offrirci, e dunque qualunque patrimonio e qualunque investitore possono facilmente trovare cittadinanza all’interno di questo settore.

Scegliere però tra le migliori obbligazioni oggi da comprare non è sempre facile, perché sono presenti sul mercato prodotti molto diversi tra loro, che offrono prospettive di rendimento molto diverse e che possono inoltre presentare rischi che vanno dal nullo (pensiamo alle obbligazioni Bund tedesche) al molto rischioso (compreresti oggi un’obbligazione venezuelana?).

Andamento obbligazioni 2023

Iniziamo subito con una rapida panoramica sui mercati obbligazionari oggi. Si tratta di un settore da sempre molto attraente per gli investitori, perché considerato più sicuro.

I mercati obbligazionari mondiali hanno registrato perdite senza precedenti nel 2022 e questo è stato un anno davvero molto difficile per il mercato obbligazionario, proprio perché ci sono stati degli eventi che ne hanno determinato l’andamento negativo.

Ma cosa era successo nel 2022? Per introdurre il discorso mi avvalgo della lettura del team di JPMorgan: ogni trimestre, infatti, i gestori e gli specialisti di settore del team Global Fixed Income, Currency & Commodities di J.P. Morgan Asset Management si riuniscono per discutere del contesto macroeconomico e delle analisi settoriali.

Vediamo cosa è emerso in questi tempi. Sinteticamente, ecco cosa è emerso:

  • le banche centrali stanno mantenendo un atteggiamento aggressivo rispetto al controllo dell’inflazione e per questo la recessione è oggi il nostro scenario al 50%. Le probabilità di crisi sono aumentate al 15%, mentre si è ridotta del 30% la possibilità di crescita sotto tendenza al 30%, e quella di crescita sopra tendenza al 5%;
  • stando alle previsioni degli esperti, la Federal Reserve continuerà ad aumentare il tasso sui fondi federali fino a quando i livelli di inflazione primaria e strutturale non raggiungeranno livelli maggiormente contenuti. La previsione è che i tassi dovranno essere aumentati dall’attuale 2,375% ad almeno il 4,75%;
  • il rischio principale è quello di una grave stagflazione. Infatti, per tenere l’inflazione sotto controllo le banche centrali potrebbero  andare oltre le aspettative del mercato, e quindi la recessione finale potrebbe risultare più profonda e i prezzi delle attività potrebbero scendere ulteriormente;
  • i flussi di cassa a breve termine di alta qualità sono quelli preferiti dagli esperti JPMorgan: il posizionamento corto su cui abbiamo spingono maggiormente è la parte breve della curva del mercato obbligazionario tedesco.

L’anno appena passato invece, ovvero il 2023, ci ha offerto uno scenario maggiormente positivo: i flussi globali nel reddito fisso sono saldamente in territorio positivo, tanto che nei primi sei mesi dell’anno ci sono stati ben 152 miliardi di dollari di nuove masse.

Certo è che il passato ha condizionato non poco le scelte degli investitori, ma senza dubbio il 2023 è andato meglio del 2022: in Europa infatti nel 2023 da gennaio a settembre sono stati collocati il 20% di bond in più rispetto al 2022.

Il rialzo dei tassi d’interesse ha infatti riportato in vita l’obbligazionario sia sulle scadenze brevi che su quelle più lunghe, nella speranza di strappare un rendimento interessante anche nei prossimi anni.

Ma quali sono le previsioni per il 2024?

Il 2023 si è concluso, quindi ora non ci resta che cercare di capire cosa potrebbe accadere il prossimo anno.

Le previsioni, si sa, restano tali. Non è possibile avere la sfera di cristallo.

Si pensa comunque che il 2024 possa essere un anno positivo per il mercato obbligazionario, con un’inflazione che sarà in calo e un indebolimento del mercato del lavoro, con conseguente rallentamento dell’economia.

Probabilmente i tassi di interesse delle grandi economie come per esempio quella americana, europea o ancora del Regno Unito hanno raggiunto il picco, quindi attualmente, entro la seconda metà dell’anno, probabilmente le authority taglieranno i tassi di interesse, prima di poter assistere a un’accelerata dei rendimenti obbligazionari.

Come detto, però, cercare di prevedere quale sarà il punto massimo o quello minimo è sempre un gioco d’azzardo in ogni mercato.

Possiamo però sottolineare 3 punti che ci permettono di identificare al meglio la situazione macroeconomica:

  1. Banche centrali: le banche centrali probabilmente taglieranno i tassi, soprattutto la FED già a partire dal primo semestre del 2024, mentre la BCE potrebbe invece aspettare fino a luglio 2024 prima di invertire la rotta;
  2. Freno della crescita economica: come stavamo accennando prima la crescita globale è destinata a rallentare, soprattutto per la frenata delle economie sviluppate e per la recessione avvenuta negli Stati Uniti nella prima metà del 2024. Una cosa da segnalare è il differenziale di crescita tra i paesi sviluppati e i mercati emergenti, che continuerà a crescere e risulterà essere ancora più ampio dell’anno scorso;
  3. Rischio inflazione: questo resta, in quanto ci sono ancora tensioni geopolitiche che potrebbero portare a un nuovo ordine mondiale e di conseguenza far impennare i prezzi dell’energia e dei generi alimentari.

Questo è il quadro generale, ma ora vediamo di entrare nel dettaglio.

Obbligazioni statali e obbligazioni corporate

Nel nostro Paese (anche se si tratta di una norma comune in tutte le economie sviluppate), le obbligazioni che si possono immettere sul mercato sono fondamentalmente di due tipi:

  • le obbligazioni statali, che vengono emesse appunto dalle autorità statali come forma di finanziamento degli esercizi della spesa pubblica. Inutile forse anche ricordare che esistono autorità statali molto diverse tra loro e che soprattutto hanno uno stato dei conti che può andare dal molto in regola (pensiamo di nuovo ancora alla Germania) al caos totale (pensiamo agli stati che stanno affrontando guerre o che si trovano al centro di forti manovre di svalutazione della valuta locale). All’interno delle obbligazioni statali, al contrario di quanto spesso vorrebbero far credere le banche, si possono trovare anche strumenti molto rischiosi;
  • le obbligazioni corporate sono invece emesse da aziende di grandi dimensioni e che hanno una capacità finanziaria tale da poter raccogliere direttamente presso i risparmiatori capitali per finanziare attività correnti oppure future espansioni. Anche se mediamente le obbligazioni corporate sono più rischiose di quelle statali, non è detto che un’azienda in salute non possa presentare un profilo di rischio più basso rispetto a tante autorità statali.

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Le obbligazioni statali hanno vantaggi fiscali

Vale la pena ricordare inoltre che le obbligazioni statali godono di importanti vantaggi fiscali. Per tutti i paesi che non sono inseriti in blacklist.

Si paga soltanto il 12,5% sui rendimenti delle obbligazioni statali, contro il 26% dovuto invece per i rendimenti sulle obbligazioni corporate.

Si tratta di un vantaggio accordato dallo stato italiano per spingere i risparmiatori verso prodotti emessi da autorità statali.

Non è un mistero per nessuno che tramite questo tipo di vantaggio fiscale lo Stato Italiano punta ad aumentare la quantità di investimenti anche nei confronti dei suoi titoli di stato, operazione che ha sortito effetti sicuramente positivi ma che non potrà che distorcere le nostre intenzioni di investimento.

Quello che ci preme ricordare in relazione all’imposizione fiscale che grava sulle obbligazioni è che spesso il vantaggio a favore di quelle statali viene completamente scontato dal mercato e può essere comunque meno conveniente investire su obbligazioni statali, a dispetto del risparmio di tipo fiscale.

Le obbligazioni statali: come scegliere le migliori del 2024

Il mondo delle obbligazioni è stato letteralmente stravolto dalla crisi economica che ha colpito tutto il mondo sviluppato.

Da un lato le maggiori difficoltà di accesso agli strumenti finanziari più avanzati, data anche la paura che derivati e contratti scatenano nella testa e nel cuore di chi investe.

Dall’altro la sempre maggiore necessità di investimenti sicuri e dal rendimento certo hanno spostato un’enorme quantità di capitali verso questa tipologia di investimenti.

Per scegliere le obbligazioni più interessanti dovremo necessariamente passare ogni titolo al vaglio di un semplice schema, che organizzerò come segue:

  • rating: è un indice che deve accompagnare per legge ogni tipo di titolo, comprese le obbligazioni. I rating che accompagnano le obbligazioni sono relativamente precisi, nel senso che analizzano tutto quanto riguarda il titolo, passando principalmente dalla capacità dell’emittente di rimborsare il prestito che ha ottenuto. Ad un rating più alto corrisponde una maggiore capacità finanziaria presente e futura dell’emittente: per capirci quelle con rating più alto sono debitrici più solide;
  • interesse: ad ogni obbligazione è accompagnato un tasso di interesse che nella stragrande maggioranza dei casi è stabilito ex-ante, ovvero prima di sottoscrivere un’obbligazione. Il funzionamento di questi tassi di interesse è identico a quello degli altri tipi di investimento – al salire del rischio salgono anche in genere le ricompense. Non farti attrarre dunque dalle obbligazioni che offrono rendimenti molto alti; celano (e neanche troppo bene in genere) rischi altrettanto alti;
  • durata: ci sono obbligazioni a breve, medio e lungo termine. Negli ultimi anni gli stati che hanno avuto la necessità di ristrutturare il loro debito hanno addirittura cominciato a emettere titoli a 40 e 50 anni. Come regola generale, più un’obbligazione ha durata lunga, più è rischiosa.

Prima di scegliere inoltre una qualunque obbligazione statale, bisognerà passare al setaccio le autorità emittenti, ovvero analizzare per quanto possibile stato debitorio presente e futuro, informarsi sulla capacità di restituire debito in futuro e, cosa più importante, sulla solidità politica ed economica del paese che ha emesso il titolo.

Le migliori obbligazioni statali 2024: quali sono le più sicure?

Di seguito analizzeremo comparto per comparto quelle che sono le migliori obbligazioni che possiamo trovare attualmente sul mercato, partendo da quelle più sicure e finendo su quelle invece che presentano rischi maggiori:

  • obbligazioni statali sicure 2024: il settore continua ad essere dominato dalla Germania, che pur offre attraverso le sue obbligazioni rendimenti molto bassi (fino a quelle a 7 anni, i rendimenti sono addirittura negativi). I titoli di stato tedeschi sono la scelta perfetta per chi vuole semplicemente parcheggiare i propri capitali e dormire sonni estremamente tranquilli. Interessanti anche quelle giapponesi, nonostante l’enorme debito pubblico che grava sul paese in questione. I rendimenti sono anche in questo caso molto bassi, ma almeno per le obbligazioni inferiori ai 10 anni, si può stare estremamente tranquilli. Nel secondo caso è necessario però tenere conto di quelli che sono i rischi di cambio: il grosso del debito giapponese è denominato in Yen e nel caso la moneta dovesse crollare, porteremmo a casa delle perdite nette molto importanti;
  • obbligazioni statali a medio rischio 2024: passiamo al settore del medio rischio, sebbene in parte io non condivida quelle che sono le determinazioni che i mercati hanno fatto per questo settore. All’interno delle obbligazioni di medio rischio rientrerebbero infatti quelle italiane, che pagano interessi molto più importanti di quelli pagati dal grosso degli altri stati europei. Interessi sì più alti, ma che forse non sono ancora in grado di inquadrare la situazione di estrema difficoltà per i conti pubblici italiani, cosa che se accompagnata alla cronica difficoltà del nostro Paese di crescere, rende l’outlook sul futuro molto negativo. Chi ha fiducia nel nostro Paese (e a guardare la quantità di investitori che continuano a investire in Italia e in obbligazioni italiane ci troveremmo in ottima compagnia) può però portare a casa una quantità di interessi corposa, pur rischiando molto meno delle obbligazioni emesse dagli stati in via di sviluppo;
  • obbligazioni statali ad alto rischio: quello dell’alto rischio è un settore che mal si sposa con il pre-concetto che tutti abbiamo per quanto riguarda le obbligazioni. Siamo infatti davanti ad un comparto che ospita il grosso dei paesi in via di sviluppo, che sono costretti a finanziarsi ricorrendo a titoli con tassi di interesse stratosferici. Le cose però, per questa tipologia di economie, possono degradare molto rapidamente. Meglio, anche nel caso in cui si avessero interessi nelle obbligazioni turche, brasiliane e indiane, orientarsi verso prodotti con scadenze brevi.

Investire in obbligazioni corporate: cosa, come e quando scegliere

Il mondo delle obbligazioni corporate è altrettanto, se non addirittura più variegato. Siamo infatti davanti ad un mondo costituito da migliaia di aziende che scelgono di finanziare le proprie operazioni presenti e future ricorrendo proprio a questo tipo di strumento finanziario.

Il risultato è che è possibile scegliere tra obbligazioni molto diverse, che dovremo cercare di scremare ricorrendo sempre allo schema che ti ho presentato prima per le obbligazioni statali:

  • rating: per quanto sintetico è un indice che presenta un quadro relativamente preciso degli andamenti di mercato, dello stato di indebitamento e delle prospettive future che riguardano l’azienda che ha emesso l’obbligazione. Come sempre capita anche nel caso delle obbligazioni statali, ad un rating più basso corrispondono dei rendimenti più alti, e viceversa;
  • mercato di riferimento: il cosiddetto comparto; tipicamente le aziende della new economy, tanto per fare un esempio, hanno dei rendimenti e degli andamenti molto più altalenanti delle aziende del settore energetico; le banche di contro erano sempre state istituzioni molto solide e invece, soprattutto negli ultimi tempi, hanno mostrato criticità importanti che hanno finito per trasformarsi anche in fallimenti che hanno lasciato gli obbligazionisti a bocca asciutta;
  • durata dell’obbligazione: il discorso che ho fatto sulla durata delle obbligazioni statali è ancora più importante quando parliamo di obbligazioni corporate; in questo caso infatti anche una durata di soli 10 anni può esporre a rischi enormi; si sono già verificati casi di aziende molto solide che nel giro di qualche esercizio hanno peggiorato enormemente le loro posizioni; immaginate Yahoo, tanto per citare uno dei casi più eclatanti;
  • prospettive future: se ne devono calcolare principalmente di due tipi, ovvero sia per quanto riguarda la singola azienda, sia invece per quanto riguarda il settore di riferimento. Siamo pur sempre in un’economia instabile e che può variare nel giro di poche trimestrali; bisogna cercare di valutare nel modo più freddo possibile le chance di crescita o comunque di mantenimento della posizione acquisita.

Di seguito, per chi è interessato ad investire nelle migliori obbligazioni corporate, proporrò una lista per quanto possibile dettagliata di quelli che sembrano i migliori prospetti attualmente disponibili sul mercato.

Le migliori obbligazioni corporate del 2024

Dividerò la lista delle migliori obbligazioni corporate sul mercato per comparto, sia perché all’interno degli stessi le aziende sono esposte in via generale allo stesso tipo di rischi, sia perché aiutano a distribuire le proprie scelte lungo assi di rischio calcolato.

Il settore automobilistico e i green bond

Apro con uno dei settori che continuano ad offrire garanzie adeguate, nonostante le Cassandre ne abbiano dichiarato la morte a più riprese.

Nel settore delle obbligazioni corporate del segmento automobilistico siamo di fronte a prospetti di prima fascia per quelle aziende che sembrano dover guidare il presente e il futuro del mercato delle vetture.

Basta vedere che molte case automobilistiche puntano sui Green bond per promuovere la mobilità sostenibile.

Ad esempio, la casa automobilistica Volvo ha emesso un green bond di 500 milioni di euro con l’obiettivo di elettrificarsi al 100%. Il titolo è stato sottoscritto per tre volte il suo valore nominale, ciò indica che gli investitori sono interessati. I proventi raccolti sono destinati a finanziare il piano aziendale, in base a cui entro l’anno 2030  la società svedese venderà soltanto auto elettriche ed entro il 2040 avrà emissioni nette zero di CO2.

Anche Honda vuole accelerare l’elettrificazione della sua gamma di veicoli, raccogliendo una somma pari a 2,53 miliardi di euro grazie all’emissione di obbligazioni verdi  in dollari statunitensi.

I green bond, comunque, fanno parlare. Qui puoi leggere una guida dedicata.

Il settore bancario: occhio ai pesci troppo piccoli, e anche a quelli grandi

Negli ultimi 10 anni è successo praticamente di tutto nel settore bancario. Sono morti e sepolti mostri sacri che nessuno, fino a qualche anno fa, avrebbe potuto immaginare nelle condizioni in cui si trovano attualmente.

Lo stesso può essere detto senza paura di essere smentiti di gruppi piccoli, quelle banche locali che sembravano assolutamente al di sopra di ogni tipo di crisi di carattere sistemico, e che invece hanno cominciato a scricchiolare l’una dopo l’altra.

Ci sono diversi gruppi che continuano a offrire rendite importanti di fronte a rischi relativamente moderati.

Chi vuole però investire in questo settore dovrà fare i conti bene e dovrà valutare rischi che potrebbero essere addirittura invisibili nel momento in cui scriviamo.

Bisognerebbe al tempo stesso lasciare da parte quelle che erano le convinzioni di un tempo, ovvero che alcuni dei gruppi bancari possano essere too big to fail, ovvero troppo grandi per fallire. Si stanno trovando in difficoltà al momento anche gruppi che fino a qualche anno fa erano sanissimi.

Qui trovate un articolo di approfondimento sulle obbligazioni bancarie,mentre qui potete leggere maggiori informazioni sulle obbligazioni Intesa SanPaolo.


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La moda è un settore che continua ad offrire obbligazioni corporate molto interessanti

Per chi è deciso a rimanere sul mercato italiano vale la pena inoltre di ricordare che il caro vecchio comparto moda continua ad offrire, soprattutto nel settore del lusso, dei rendimenti molto, molto interessanti.

Pensiamo ad Armani, Cucinelli, Moncler e a tutti o quasi i marchi che appartengono allo stesso sub-segmento della moda. Sono aziende in salute e in forte espansione, con una percentuale di margini tale da far ragionevolmente sperare per il meglio anche per il futuro.

Anche in questo caso l’offerta è più che consistente e si dovrebbe e potrebbe scegliere con la massima tranquillità lo strumento più adatto ai nostri investimenti.

Per approfondire il tema delle obbligazioni corporale, qui c’è una guida completa.

Le obbligazioni sono sicure?

Obbligazione non vuol dire per forza basso profilo di rischio.

Chiudo la trattazione ricordandoti che per investire al meglio diventa necessario andare oltre le etichette. Per decenni hanno insistito sul voler farci credere che le obbligazioni sono strumenti sempre sicuri e che non presentano rischi particolari per l’investitore.

Le cose non stanno ovviamente così, perché anche all’interno di questo mondo si possono trovare strumenti ad alto profilo di rischio, che potremmo aver problemi a valutare in quanto tali solo perché messi nel grande calderone delle obbligazioni.

Calcolare il rischio è sempre relativamente facile: basta controllare i rendimenti offerti e ricordarsi che a rendimenti molto alti corrispondono sempre o quasi rischi altrettanto alti.

Meglio drizzare le antenne, piuttosto che credere alle molte leggende metropolitane che continuano ad affollare, purtroppo, il mondo della finanza.

Approfondimenti sulle obbligazioni: la classifica

Ho scritto moltissimi articoli sul tema, ecco i principali che puoi leggere per maggiori informazioni:

Qui trovi l’elenco dei BTP recensiti su Affari Miei:

Una parentesi dedicata agli ETF

Una delle possibilità che gli investitori hanno di investire in obbligazioni è quella di investire tramite gli ETF. Ti lascio qui qualche approfondimento sul tema:

Cosa fare le i BTP perdono?

Un’ultima precisazione, visto che siamo in tema: quando si decide di investire, potrebbe anche capitare (e devi metterlo da conto) che il tuo investimento perda. Ad esempio, sono in molti a preoccuparsi in questi ultimi mesi, visto gli eventi che stanno scombussolando l’economia.

Ma conviene disinvestire per salvarsi dalle perdite? La risposta è no, e te ne ho parlato qui.

Per approfondire l’argomento legato agli investimenti, ti invito a leggere la sezione apposita oppure di partire da uno dei seguenti percorsi tematici:

Buona lettura!


Scopri che Investitore Sei

Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Obbligazioni

1 Commento

Danilo · 19 Agosto 2018 alle 12:18

“rating: è un indice che deve accompagnare per legge ogni tipo di titolo, comprese le obbligazioni. ”
Intendi il rating delle agenzie di rating come SeP,Moody’s e Fitch? In quel caso sono gli stati e le aziende che devono addirittura pagare per una valutazione e non è imposta per legge

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