Come investire in BTP con un portafoglio di almeno 150.000€

Ogni giorno migliaia di Italiani si chiedono se investire in BTP o, comunque, acquistare titoli di stato del nostro Paese possa essere una scelta saggia per la gestione dei propri investimenti.

Se hai un portafoglio di almeno 150.000€ – nel calcolo inserisci anche gli investimenti già attivi, non solo quello che desideri investire magari sul singolo BTP – la questione diventa interessante perché molte operazioni che non hanno assolutamente senso per chi dispone di patrimoni più bassi comincia a diventare interessante.

Con questo articolo mi rivolgo, quindi, direttamente a chi ha almeno un patrimonio mobiliare di 150.000€: se non disponi di una somma simile non ti conviene continuare a leggere perché i consigli che troverai non riflettono la tua situazione.

Parlo di 150.000€ non a caso: per acquistare un singolo titolo di stato italiano occorre ragionare per multipli da 1000€.

Considerata la saggia diversificazione che ritengo sia opportuna quando si tratta di acquistare direttamente singoli strumenti (siano essi azioni o obbligazioni), è consigliato cominciare a valutare acquisti di questo tipo solo quando il singolo strumento valga meno dell’1% del totale.

Fatte le dovute premesse, possiamo cominciare.

La prima parte di questa guida si concentrerà sulla teoria: ripasseremo le basi generali sui BTP e su tutte le soluzioni disponibili per acquistare titoli di stato italiani.

La seconda parte, invece, spazierà maggiormente su quelle che sono le considerazioni che devi fare se desideri diversificare al meglio il tuo patrimonio.

Cominciamo.

Cosa sono i BTP

Tutti i Paesi hanno delle spese da affrontare, come stipendi pubblici, infrastrutture e welfare.

Una parte di queste spese è coperta dalle entrate fiscali, cioè dalle tasse pagate dai cittadini; la parte restante viene finanziata attraverso le obbligazioni, ovvero i Titoli di Stato, che possono essere acquistati dai risparmiatori come forma di investimento.

  • In Italia, esistono tre categorie principali di obbligazioni governative:
    I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli zero-coupon bond a breve termine, il che significa che non “staccano” cedole e l’unico guadagno per l’investitore deriva dal fatto che, alla scadenza, il Tesoro rimborsa un importo superiore a quello pagato inizialmente per il titolo. Qui ti spiego se vale la pena investire in BOT;
  • I CTZ (Certificati del Tesoro Zero-coupon) funzionano in modo simile ai BOT, ma con una durata fissa di due anni. Anche per questi strumenti, ho scritto una guida dettagliata;
  • I BTP, invece, prevedono una cedola semestrale il cui valore è noto fin dall’inizio della sottoscrizione; tuttavia, spesso l’investitore viene ulteriormente ricompensato dal fatto che l’importo rimborsato alla scadenza è maggiore di quello pagato per l’emissione del titolo. La scadenza dei BTP può variare tra 3 e 30 anni.

Rendita: come calcolare il rendimento netto dei BTP?

Per semplificare, possiamo identificare tre meccanismi attraverso i quali un BTP può generare guadagni per il suo detentore. Non tutte e tre le modalità si verificano sempre e, in alcuni casi, si potrebbe anche perdere denaro. L’essenziale è conoscere tutte e tre le opzioni e valutarle attentamente prima di investire.


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Tasso cedolare

Innanzitutto, c’è il tasso cedolare, ossia un tasso di interesse semestrale che determina l’importo delle cedole. Immagina di aver acquistato un BTP a 100 euro con un tasso cedolare dell’1,20%: riceverai 0,60€ ogni sei mesi sotto forma di cedola, al netto della tassazione del 12,50%.

Scarto di emissione

Un BTP viene acquistato a un prezzo detto valore di emissione; tuttavia, alla scadenza, l’importo rimborsato può essere diverso.

Di conseguenza, esiste un valore di rimborso che può essere inferiore, uguale o superiore al valore di emissione. I tre scenari si distinguono come segue:

  • Emissione sopra la pari: si verifica quando il valore di rimborso è inferiore a quello di emissione, quindi le cedole rappresentano un guadagno, mentre il rimborso una perdita;
  • Emissione alla pari: si verifica quando il valore di rimborso è uguale al valore di emissione;
  • Emissione sotto la pari: si verifica quando il BTP viene emesso a un prezzo inferiore a quello di rimborso, quindi sia il rimborso che le cedole generano un guadagno. Il valore di emissione dipende dall’asta dei BTP, un evento complesso a cui partecipano gli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, ecc.).

Vendita anticipata

Se decidi di non mantenere i BTP fino alla scadenza, puoi rivenderli sul mercato in qualsiasi momento, senza limitazioni temporali o penalità. Trovare un acquirente è solitamente un’operazione semplice e poco costosa, mediata dalla tua banca.

In questo caso, il valore di vendita sostituisce quello di rimborso, poiché non si attende la scadenza. Anche qui, l’operazione potrebbe generare una perdita, un guadagno o nessuno dei due.

Una regola generale per comprendere meglio questo aspetto è la seguente:

  • Se il tuo BTP aveva un tasso di interesse superiore a quello attuale, molti vorranno acquistarlo e saranno disposti a pagare un prezzo più alto rispetto ai titoli delle nuove emissioni;
  • Se il tuo BTP aveva un tasso di interesse inferiore a quello attuale, pochi saranno interessati all’acquisto e dovrai venderlo a un prezzo inferiore. In questo caso, la differenza tra il valore di acquisto e quello di rimborso compenserà l’acquirente per l’importo minore che percepirebbe con le cedole delle nuove emissioni.

Come comprare BTP: quali sono le opzioni disponibili?

In questa sezione, ci concentreremo sull’aspetto pratico dell’investimento in BTP.

Per acquistare BTP, puoi utilizzare il tuo home banking o recarti direttamente presso la tua banca. Nonostante le transazioni online siano in aumento, molti risparmiatori scelgono ancora di rivolgersi alla propria banca fisicamente.

In entrambi i casi, il requisito fondamentale è avere un dossier titoli, ossia una piattaforma che ti consente di operare sui mercati finanziari e detenere gli strumenti che acquisti.

Il dossier titoli può essere associato al tuo conto corrente o essere una piattaforma separata dove depositare i fondi. Per saperne di più, consulta la mia guida sui migliori dossier titoli.

Una volta chiarito questo aspetto preliminare, i BTP si acquistano sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni), il segmento di Borsa Italiana dove è possibile comprare e vendere obbligazioni, inclusi i BTP, che sono obbligazioni statali.

Ogni BTP ha un codice ISIN, un codice alfanumerico che lo identifica univocamente.

Nel dettaglio, esistono due momenti per acquistare BTP:

  • Durante l’emissione: quando senti parlare di collocamenti in TV o sui media, significa che siamo nella fase iniziale in cui il BTP viene venduto per la prima volta direttamente ai risparmiatori;
  • Sul mercato secondario: una volta terminata la fase di collocamento, i BTP vengono scambiati come qualsiasi altro strumento finanziario. In questo caso, acquisti il BTP emesso, anche anni prima, da altri investitori privati che decidono di metterlo in vendita sul MOT.

Il BTP rimane sul mercato fino alla scadenza, momento in cui il detentore ha diritto al rimborso del capitale. Nel frattempo, chi possiede il BTP riceve le cedole periodiche.

Quando investire in Titoli di Stato Italiani?

Potresti chiederti qual è il momento migliore per investire in BTP: durante l’emissione o in un secondo momento?

La risposta varia, poiché non esiste una soluzione unica e valida per tutti. Anche se il BTP è uno strumento di base non rischiosissimo, ci possono essere situazioni in cui potrebbe essere vantaggioso acquistare sul mercato secondario.

Ad esempio, se si verificano eventi che preoccupano alcuni risparmiatori e causano un aumento delle vendite, il prezzo dei BTP potrebbe diminuire, creando un’opportunità interessante per entrare nel mercato.

In altri casi, potrebbe essere vantaggioso acquistare BTP durante la fase di sottoscrizione se le condizioni offerte risultano interessanti rispetto alla situazione del mercato in quel momento.

È importante comprendere che non esiste una risposta definitiva perché il BTP che stai valutando deve essere confrontato con il mercato obbligazionario nel suo insieme e con ciò che il mercato offre nel momento in cui stai prendendo in considerazione l’investimento.

È conveniente acquistare titoli di stato italiani?

È vero che negli ultimi tempi i tassi sui BTP sono aumentati dopo un lungo periodo di stallo.

Tuttavia, prima di decidere se investire in BTP, è importante considerare diversi fattori, specialmente le prospettive economiche e finanziarie future.

Prima di investire, infatti, dovresti riflettere su:

  • Se sia realmente opportuno investire nei mercati finanziari. A volte, potresti ottenere maggiori guadagni investendo nella tua formazione professionale, nella tua attività, liberandoti dai debiti già contratti o in altre aree. I mercati finanziari dovrebbero essere considerati solo dopo aver valutato tutte le altre opzioni di investimento;
  • L’orizzonte temporale del tuo investimento. I BTP a lungo termine offrono rendimenti più elevati ma sono anche più rischiosi; quelli a 3 e 5 anni offrono rendimenti molto bassi, spesso insufficienti a compensare l’inflazione. Con i BTP a lungo termine, ti esponi maggiormente al rischio di voler vendere i titoli prima della scadenza, il che costituisce un ulteriore rischio;
  • Quali altri prodotti finanziari potresti acquistare. Dovresti valutare se esistono altre opzioni che offrono rendimenti maggiori a parità di rischio, o che riducono il rischio a parità di rendimento;
  • Quante regole di buon senso della finanza personale potresti trascurare, ad esempio:
    – Acquistando solo BTP, non stai diversificando il tuo investimento, il che aumenta il rischio rispetto all’acquisto di quote di un fondo obbligazionario;
    – Acquistando tutti i titoli in un’unica volta, non tieni conto della possibilità che i rendimenti possano migliorare nel breve termine. In alternativa, potresti considerare altri titoli se i rendimenti non migliorano;
    – Valutando i BTP prima di altri strumenti finanziari, stai dando priorità a ciò che ti è familiare, come un tedesco che valuta prima i Bund tedeschi. Quando investi, è importante farlo senza pregiudizi, poiché il patriottismo può portare a scelte sbagliate.

In generale, i BTP sono un investimento con un rischio non trascurabile e rendimenti relativamente bassi. Per questo motivo, è consigliabile valutare altre opzioni di investimento, che potrebbero offrire risultati migliori nel lungo termine.


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Rischi dell’investimento in BTP

In generale, le obbligazioni governative sono considerate tra gli investimenti più sicuri. Tuttavia, esiste una differenza tra obbligazioni emesse da paesi con maggiore probabilità di onorare il debito e quelle con minori garanzie.

Ad esempio, la Germania è nota per la sua solida situazione economica e i suoi titoli di stato offrono un rendimento basso ma sicuro. L’Italia, invece, non gode della stessa stabilità finanziaria, rendendo i BTP più rischiosi. Le agenzie di rating classificano i titoli in base al rischio, e l’Italia si colloca vicino alla zona junk, ovvero titoli ad alto rischio.

Tuttavia, è importante evitare allarmismi: l’Italia è un paese economicamente solido, con un tessuto imprenditoriale dinamico e un’economia basata su prodotti di eccellenza. Il rischio di default è praticamente nullo, almeno a breve termine.

CACs: cosa sono e come funzionano?

Le Clausole di Azione Collettiva (CACs) riguardano la possibilità che uno stato emittente possa chiedere ai detentori di obbligazioni di accettare riduzioni del valore nominale, diminuzioni delle cedole o estensioni delle scadenze. Le CACs possono anche prevedere un cambio di valuta e modifiche alle condizioni delle obbligazioni.

Queste clausole sono state introdotte gradualmente dal 2013 e, dal 2022, sono presenti in tutti i BTP con scadenza superiore a 12 mesi. Pertanto, i detentori di BTP potrebbero dover accettare riduzioni del valore nominale, rimborso inferiore al 100% predefinito, tagli alle cedole o posticipi delle scadenze.

L’applicazione delle CACs richiede l’approvazione attraverso votazioni degli obbligazionisti e delle assemblee interessate alla ristrutturazione del debito. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta una singola votazione. Ciò significa che lo stato potrebbe costringere i detentori di obbligazioni a partecipare al salvataggio dello stato stesso, un’operazione rischiosa con possibili conseguenze per i risparmiatori e le banche coinvolte.

Probabilità di attuazione delle CACs

Sebbene l’applicazione delle CACs sia un’eventualità piuttosto remota, è importante tenerla presente quando si investe in BTP. Anche i BTP Italia e i BTP Futura emessi negli ultimi anni sono soggetti a queste clausole.

Qual è il miglior BTP da comprare oggi?

Il mio parere generale su questa tipologia di investimento l’hai capito e, tra poco, ti mostrerò anche le alternative.

Se proprio vuoi comprare BTP nonostante le mie perplessità, ti consiglio di leggere questa guida in cui provo a dare qualche consiglio per l’acquisto.

Qui trovi i consigli per disinvestire quando i BTp sono in perdita… se conviene.

Come investire in BTP diversificando

Se hai seguito la prima parte hai compreso la mia perplessità generale riguardo l’investimento diretto in BTP.

Non sono contraria tout court a comprare singoli BTP quando può esserci la convenienza e, per esperienza, questo succede quasi sempre sul mercato secondario che, di tanto in tanto, può dare spiragli per effettuare operazioni tattiche.

Per questo in apertura parlavo della necessità di avere un certo capitale: dato che si investe a blocchi di 1000€, 5 mila euro su 150 mila complessivi possono essere un’operazione anche tattica da fare con la giusta ponderazione.

Gli stessi 5 mila euro su solo 50 mila euro, invece, rappresenterebbero il 10% totale del patrimonio e non ho mai consigliato nel corso della mia vita a nessuno di comprare un solo strumento con il 10% del patrimonio se non in presenza di ETF (nella maggior parte dei casi) o fondi (raramente) per la loro natura diversificata.

In questa parte della guida voglio parlarti di altre strade da percorrere rispetto ai Buoni del Tesoro Pluriennali, facendoti anche delle anticipazioni di ciò che spiego in maniera approfondita nel video report gratuito dedicato ai BTP che ti invito a scaricare.

Nello specifico voglio farti presente una serie di aspetti connessi alla rendita di questi strumenti ed al loro rischio, paragonandoli ad altri che ti offrono prospettive migliori.

ETF obbligazionari governativi: una soluzione preferibile per ridurre i rischi

La mia soluzione preferita per investire in titoli di Stato è quella degli ETF obbligazionari governativi.  Sono fondi passivi che acquistano obbligazioni di diverse nazioni, creando così una diversificazione geografica e di durata più interessante per il singolo investitore.

A differenza dei fondi gestiti attivamente, gli ETF non mirano a superare il rendimento del loro indice di riferimento. A lungo termine, risultano essere più sicuri e meno costosi, motivo per cui li preferisco.

Acquistando quote di un ETF obbligazionario governativo, si acquista implicitamente una piccola parte di tutte le obbligazioni detenute dal fondo. Esistono ETF che investono in obbligazioni più sicure, come quelle tedesche e americane, altri che investono in obbligazioni di paesi emergenti e altri che combinano entrambe le tipologie.

Ti consiglio di valutare attentamente questa soluzione, poiché permette di ridurre il rischio grazie alla diversificazione dell’investimento o di mantenerlo puntando a rendimenti più elevati. La diversificazione è sempre più vantaggiosa rispetto all’investimento in un singolo strumento.

ETF bilanciati

Oltre agli ETF obbligazionari, potresti considerare ETF bilanciati che includono una componente azionaria (anche se piccola) per aumentare il rendimento. La diversificazione contribuirà a bilanciare il rischio associato alle azioni nel portafoglio, che potrebbe offrire rendimenti più interessanti.

Molti investitori a lungo termine tendono ad essere eccessivamente timorosi riguardo ai titoli azionari, nonostante la crescita storica dei mercati azionari globali nel lungo periodo.

Un esempio di strumenti di questo tipo sono i Vanguard Lifestrategy.

Fondi obbligazionari a gestione attiva

Sebbene ritenga che i fondi a gestione passiva siano generalmente migliori, ci sono alcuni fondi obbligazionari a gestione attiva che potrebbero essere degni di considerazione. Alcuni di questi fondi riescono sistematicamente a superare il loro indice di riferimento, compensando i costi maggiori con rendimenti più elevati.

Mentre alcune persone preferiscono affidare i propri soldi a un gestore attivo, io personalmente li considero come un’opzione meno attraente. Se desideri approfondire il mio punto di vista, puoi leggere la mia guida sui fondi comuni di investimento.

Ulteriori approfondimenti utili

Come sempre spero di avere chiarito i tuoi dubbi, di essere stato esaustivo e di poter continuare a mostrarti altri contenuti del blog. Se non lo hai già fatto, ti invito a scaricare il video report sui BTP qui, per ricevere ogni settimana tutte le ultime novità e ritagliarti uno spazio per aumentare la tua conoscenza della finanza personale.

Ulteriori risorse utili

Se stai pensando di investire e vuoi approfondire il mondo della finanza e degli investimenti, ho pensato per te un percorso tematico che potresti seguire per agire in modo consapevole e oculato, così da non mettere a rischio il tuo capitale.

Te lo propongo qui di seguito:

Buon proseguimento su Affari Miei.


Scopri che Investitore Sei

Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Consulente Finanziario Indipendente e Co-Fondatrice di Affari Miei
Si è avvicinata al mondo della finanza per passione co-fondando Affari Miei nel 2014. Oltre all'abilitazione per l'esercizio della professione ha approfondito i suoi studi seguendo seminari e master formativi in Wealth Management e Protezione Patrimoniale. Nel 2023 ha pubblicato il libro "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" scritto a quattro mani con Davide Marciano.
Categorie: Obbligazioni

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