Investire in BTP nel 2024 Conviene? La Guida di Affari Miei

I rendimenti delle obbligazioni del Tesoro sono da sempre un argomento molto dibattuto e che interessa tutti, soprattutto perchè si tratta di un investimento che può essere interessante sotto molti punti di vista, ma investire in BTP, i titoli di Stato con cedola semestrale e a lungo termine, ha ancora senso nel 2024?

Per rispondere a questa domanda bisogna tener conto di tante cose, per cui ho deciso di scrivere una guida all’investimento in Buoni del Tesoro Pluriennali che si concentri in particolar modo sulla situazione attuale del mercato.

Se sei entrato in questa guida in qualità di potenziale investitore, voglio premettere alcune cose:

  • Per me il termine di confronto più importante sono tutti i possibili investimenti che, a parità di rischio, mi consentono di ottenere rendimenti maggiori; in alternativa, posso valutare anche quelli che a parità di rendimento mi prospettano rischi minori;
  • Non ho nessun interesse politico o economico nell’influenzare la tua scelta, per cui i miei ragionamenti sono basati solo sulla competenza che ho acquisito in tanti anni di studio e di investimenti fatti in prima persona;
  • Non ho mai fatto politica su Affari Miei e non incomincerò a farla oggi, ma mi sembra evidente che per parlare di obbligazioni governative italiane sia necessario fare un punto della situazione su come i mercati stanno interpretando il nostro quadro macroeconomico (politici inclusi).

Detto questo, possiamo cominciare.

I rendimenti dei BTP sono sulle montagne russe

Come ti dicevo prima, qualsiasi sia la tua fazione politica limitati a prendere queste indicazioni come uno studio dei mercati finanziari e nient’altro.

Per tutto il 2018 i rendimenti dei BTP sono stati spinti ad un livello molto alto; per quanto non sia un amante della speculazione, io stesso ho piazzato degli ordini di acquisto al fine di rivendere i titoli una volta scesi i rendimenti.

Ricorda la regola generale: più un Paese è in difficoltà, più i mercati si tengono lontani dai suoi titoli di Stato; per attrarre investitori, il Paese deve offrire rendimenti più alti che bilancino questo maggiore rischio.

Questo è esattamente quello che è successo, specialmente quando non si capiva a chi dovesse essere assegnato l’incarico di governo; un altro momento molto delicato è stato quello della manovra finanziaria.

Una manovra che tra l’altro sembra essere destinata alla correzione, dal momento in cui è stata costruita pensando ad un livello di crescita del PIL che non sta trovando riscontro nelle rilevazioni Istat mensili e trimestrali. In questi momenti il rendimento dei titoli di Stato è aumentato notevolmente.

Quando non ci sono particolari criticità nell’agenda politica, i BTP rendono comunque molto più delle obbligazioni degli altri Paesi UE con un’economia avanzata come la nostra.

Questo implica un continuo movimento verso l’alto e verso il basso dei rendimenti, per cui non è facile dire se sia o meno il caso di acquistarli; diciamo che l’econometria tradizionale ci insegna a vedere le “montagne russe” dei prezzi come un simbolo di incertezza, quindi il vessillo di un titolo da non acquistare. Fino a che la situazione non si sarà stabilizzata diventa complicato fare delle analisi valide per un intero anno.

BTP TF: Come funziona?

Voglio aprire una parentesi circa  le cedole TF. Si tratta di  titoli di debito, in particolar modo obbligazioni, a tasso fisso (TF sta proprio per tasso fisso) che presentano delle cedole, ovvero una parte di interessi lordi annuali a favore di chi investe.

Gli interessi vengono conferiti trimestralmente, semestralmente oppure annualmente.

Per capire come funzionano, sappi che prima di sottoscrivere un contratto devi leggere con attenzione le condizioni di rischio del titolo.

Il contratto comporta un prestito a un’emittente debitrice: sul contratto è riconosciuto il valore nominale del denaro prestato all’emittente e vi si trovano gli obblighi che la società debitrice dovrà rispettare.

Come ho detto, di solito si tratta di obbligazioni, ma anche i BTP rientrano nella categoria: parliamo di titoli a rendimento reale con cedola fissa e con una parte variabile in base all’inflazione del mercato italiano.

Per natura, i BTP sono maggiormente difensivi per l’investitore rispetto al tasso fisso puro, in quanto consentonodi recuperare le variazioni di tassi e costo della vita.

Il rendimento complessivo del BTP dato dalla parte variabile (che dipende dall’inflazione del mercato) alla componente fissa, comporta una cedola semestrale con il pagamento degli interessi due volte all’anno.

Qualora ci trovassimo davanti alla deflazione del mercato, viene comunque garantita la remunerazione della cedola fissa.

BTP Italia, il lungo termine è preferibile

Analizzando le varie scadenze e i vari rendimenti, sicuramente vedere che il rendimento dei BTP a 30 anni è intorno al 3,50% attira l’attenzione degli investitori. Ovviamente questo maggiore rendimento è legato al fatto che, dovendo rimanere attivi per più anni, questi BTP rappresentano un rischio maggiore; il concetto è intuitivo: ci sono molte più probabilità che una realtà fallisca nei prossimi 50 anni, rispetto ai prossimi 5.

Per quanto io non possa guardare il futuro in una sfera di cristallo, trovo molto improbabile che l’Italia vada in default nei prossimi trent’anni. Parliamo di una nazione con una grande tradizione imprenditoriale ed eccellenze uniche al mondo, che spesso viene ritratta come un gigante sull’orlo del declino.

Sicuramente non sono i tempi migliori che la nostra economia abbia vissuto, ma la nostra situazione non è comunque neanche lontanamente paragonabile a quella della Grecia di qualche anno fa. L’Italia rimane un Paese con dei centri economici molto importanti, primo fra tutti Milano, che non possono essere cancellati con un colpo di spugna.

Confrontando rischio e rendimento, trovo quindi che il lungo periodo sia l’orizzonte migliore verso cui guardare. Quantomeno se proprio devi acquistare dei BTP, cosa su cui comunque non sono d’accordo. Nel prossimo paragrafo ti spiegherò esattamente il motivo e le soluzioni che io stesso adotto per investire i miei risparmi in titoli di Stato.


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Investire in BTP, la convenienza e le alternative

Partiamo sempre dal presupposto che investire in BTP significa rinunciare alla possibilità di investire quegli stessi soldi in altri strumenti finanziari.

Se mi regalassero dei Buoni del Tesoro li accetterei molto volentieri, ma quando parliamo di investire i nostri risparmi dobbiamo sempre fare riferimento al quadro completo della situazione. Scegliendo di acquistare le obbligazioni governative italiane:

  • Non stai diversificando il tuo portafoglio, dunque automaticamente stai aumentando il rischio del tuo investimento. Le grandi istituzioni come banche e assicurazioni comprano BTP per delle logiche diverse da quelle dei privati; il singolo risparmiatore deve ragionare di più sull’acquisto di quote di uno o più fondi, in modo da poter costruire un portafoglio di titoli molto ampio anche con degli investimenti minimi;
  • Stai accettando che il rischio dei titoli governativi italiani ti venga ricompensato tra lo 0,25% ed il 2,5% l’anno, a seconda della scadenza del titolo e al netto della presumibile inflazione dei prossimi anni. Ritengo che l’Italia sia un Paese solido che non si troverà insolvente nei prossimi anni, questo è vero; dall’altra parte non è una certezza matematica, ed il rischio implicito mi sembra più alto del rendimento che viene offerto;
  • Stai accettando la possibilità che il titolo valga meno in futuro. Su questo devo essere sincero: penso che il momento peggiore per il rating creditizio del nostro Paese non sia ancora arrivato. Molto probabilmente in futuro vedremo aumentare i rendimenti, cosa che farà scendere il valore di mercato dei titoli emessi in precedenza. Questo significa che comprando oggi, in futuro potresti dover accettare un compromesso: tenerli fino a scadenza per recuperare il valore di rimborso, oppure venderli sul mercato con una minusvalenza. Questo è un rischio soprattutto inerente ai periodi più lunghi, come il BTP a 30 anni che citavo prima; meglio comprare soltanto se si è sicuri di poter tenere l’obbligazione fino alla scadenza.

Questi limiti non sono certo da poco, ed è questo il motivo per cui non ho intenzione di comprare BTP nel 2024. Nonostante ciò investo comunque in obbligazioni governative, con un rischio inferiore dovuto alla diversificazione e dei rendimenti maggiori.

L’alternativa: gli ETF obbligazionari governativi

Gli ETF obbligazionari governativi sono dei fondi a gestione passiva; in poche parole, sono dei fondi che acquistano grandi quantità di titoli di Stato di varie nazioni. Questi titoli rappresentano il patrimonio del fondo, che poi viene diviso in singole quote rivendute agli investitori.

Ogni quota, dunque, è come se rappresentasse una minima parte di proprietà di tante obbligazioni diverse.

Al contrario dei fondi a gestione attiva, gli ETF si limitano a replicare l’andamento del mercato. Hanno dei costi molto bassi, che quindi non vanno ad intaccare i rendimenti in modo pesante, ed offrono grande flessibilità; essendo quotati in Borsa, infatti, le loro quote possono essere comprate e vendute in ogni momento.

Questo elimina tutti i vincoli del risparmio gestito, insieme ai suoi costi: più volte ho fatto vedere -con tanto di numeri- come i classici investimenti degli italiani siano tutto fuorché ottimizzati per ridurre il rischio ed aumentare il rendimento.

I fondi a gestione passiva sono migliaia, per cui al loro interno si dividono in diverse categorie. Una delle tante è proprio quella degli ETF obbligazionari governativi, che trattano soltanto titoli di Stato.

Si possono poi dividere ulteriormente per il rischio delle obbligazioni che hanno in portafoglio, per l’area geografica dei governi di cui comprano i titoli ed in base al fatto che distribuiscano le cedole o le reinvestano nel fondo.

Tramite questi strumenti, ad esempio, potresti acquistare delle quote di un fondo che includa anche dei BTP; ad esempio potresti puntare su un fondo bilanciato dell’Eurozona, che mischi questi ad altri titoli meno rischiosi (come i Bund tedeschi) ed altri più rischiosi (come quelli delle nazioni emergenti europee). In questo modo bilancerai il rischio grazie alla diversificazione, ottenendo rendimenti analoghi.

Se anziché mantenere fisso il rendimento diminuendo il rischio, preferisci mantenere il rischio aumentando il rendimento, allora puoi muoverti in un altro modo.

La maggior parte dei fondi obbligazionari governativi che investono sulle obbligazioni dei mercati emergenti ha anche in portafoglio una parte di titoli di stato americani; questi servono per bilanciare il rischio ed offrono stabilità nel lungo termine. I mercati emergenti come Cina, India, Vietnam e Malesia rappresentano una grande opportunità nel lungo termine.

Le loro economie crescono di anno in anno, quindi gli alti rendimenti di oggi e l’alta inflazione contestuale lasceranno spazio, in futuro, a rendimenti minori e tassi di inflazione altrettanto più bassi.

Riassunto finale

Mi rendo conto di averti dato molte informazioni, non sempre facili da comprendere. Per questo voglio fare un riassunto finale con cui tirare le somme di tutto il mio pensiero sui BTP nel 2024:

  • I rendimenti sono destinati a salire e scendere molto rapidamente, per cui se vuoi investire dovresti attendere i giusti sviluppi politici che facciano aumentare i tassi cedolari;
  • L’Italia è un Paese solido ma i suoi titoli governativi non sono una garanzia: fai le tue valutazioni sul rapporto tra rischio e rendimento, ma personalmente trovo troppo poco remunerato il rischio pur basso di questo investimento;
  • Investire in titoli di Stato italiani senza aver valutato altre possibilità e senza aver pensato a come diversificare il tuo portafoglio è un errore;
  • Sono sicuro che metterò una parte dei miei risparmi in obbligazioni governative, ma lo farò utilizzando degli ETF obbligazionari per ripartire il rischio tra vari bond nazionali.

Spero di averti chiarito il quadro generale sugli investimenti in Buoni del Tesoro per l’anno in corso.

Da ultimo, eccoti alcune risorse sui BTP che possono aiutarti ad approfondire il discorso:

Buona lettura!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Obbligazioni

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