Quali ETF Obbligazionari Scegliere? Con Cedola Mensile o Senza?

Quali sono i migliori ETF obbligazionari? Gli ETF obbligazionari sono una forma di investimento molto interessante, perché ti permettono di ottenere rendimenti discreti con rischi estremamente ridotti. Ovviamente prendi questa introduzione come un discorso generale: ci sono alcune eccezioni che confermano la regola, ma le vedremo meglio in un paragrafo successivo.

Quello che conta, in primo luogo, sono due cose:

  • Gli ETF, per loro natura, fanno un’intermediazione dei tagli che ti consente di investire su una molteplicità di strumenti finanziari anche se hai basse cifre a disposizione. Qui trovi una guida per approfondire questi strumenti;
  • Essendo costituiti da obbligazioni, ovvero dei titoli di credito, hanno un rischio intrinseco minore di quello dei fondi azionari.

Esistono centinaia di ETF obbligazionari, per cui diventa anche un po’difficile riuscire ad orientarsi in questo mercato se non hai mai avuto a che fare con dei fondi a gestione passiva.

Come saprai, io ho una particolare predilezione per questo tipo di strumento finanziario e di conseguenza ho voluto approfondire molto il discorso negli ultimi anni.

Continua la lettura: andremo alla ricerca del miglior ETF obbligazionario!

ETF obbligazionari: Come Funzionano?

Dividendo l’insieme degli ETF obbligazionari in categorie, vedrai che il discorso si farà da subito più semplice. Per suddividerli si usa solitamente questa classificazione:

  • Per tipologia di obbligazioni: possono essere fondi che acquistano obbligazioni governative, oppure obbligazioni corporate (emesse da aziende private). Inoltre possono essere stabiliti ulteriori criteri di selezione a livello geografico (solo Europa, solo USA), merceologico (solo aziende tech, solo aziende grandi) o macroeconomico (solo nazioni sviluppate, solo nazioni in via di sviluppo, ecc.). Qui trovi una guida sulle varie tipologie di obbligazioni, se necessitassi di schiarirti le idee;
  • Per rischio: ci sono fondi che acquistano solo obbligazioni AAA (rischio di insolvenza praticamente nullo), fondi che acquistano titoli investment grade (con un rischio bilanciato) e fondi che acquistano strumenti sotto il livello di investment grade (molto rischiosi, ma potenzialmente molto proficui);
  • Per scadenza: un ETF può essere composto di obbligazioni con scadenza a 5, 10, 15 anni ed anche più;
  • Per valuta: ci sono ETF che utilizzano l’euro come valuta per vendere le quote e comprare le obbligazioni, ed in questo caso non dovrai tener conto del rischio di cambio. Altri fondi usano altre valute, ed in questo caso devi tener conto del rischio di oscillazione del cambio oppure annullarlo con una strategia di hedging. In un’altra guida vedremo come puoi creare una protezione di questo genere usando un’operazione inversa alla prima che, in qualsiasi modo vadano le cose, ti garantisce una somma zero sul rischio di andamento dei cambi;
  • Per trattamento delle cedole: alcuni gestori decidono di distribuire le cedole dividendole tra i proprietari delle quote, altri le capitalizzano nel fondo facendo così aumentare il valore delle quote stesse.

Migliori ETF Obbligazionari del 2024

A differenza dei mercati azionari, sugli obbligazionari è molto più difficile stilare una classifica perché le variabili aumentano: non contano solo i rendimenti ma la scadenza delle obbligazioni, la tipologia ed altri aspetti essenziali.

In questa sede, quindi, ti indico qualche spunto riguardo gli indici più importanti su cui puoi individuare ETF migliori.


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Obbligazionario Corporate

Per questa categoria ti segnalo:

  • iShares Euro Corporate Bond Financials UCITS ETF – L’indice Bloomberg Euro Aggregate Financial replica le obbligazioni societarie investment grade denominate in Euro di società finanziarie operanti solo nel settore bancario, assicurativo, finanziario, di brokeraggio e dei fondi comuni di investimento immobiliare. La scadenza media ponderata è di 4,27 anni, e la duration effettiva è di 3,89 anni;
  • Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate – L’indice rappresenta un aggregato delle principali obbligazioni societarie globali. La scadenza media dei titoli in portafoglio è di circa 10 anni e ci sono diversi ETF, disponibili anche su Borsa Italiana, che replicano questo indice;
  • iBoxx® EUR Liquid High Yield – Tale indice si differenzia dal primo perché verticale sull’High Yield, infatti i titoli sono definiti sub-investment grade in quanto considerati più rischiosi del paniere precedente.

Obbligazionario Statale

  • Bloomberg Barclays US Treasury 1-3 – Questo indice riguarda le obbligazioni governative degli Stati Uniti con scadenza breve compresa tra 1 e 3 anni;
  • iBoxx® USD Breakeven 10-Year Inflation – In questo caso abbiamo obbligazioni con una scadenza più lunga (10 anni) e indicizzate all’inflazione;
  • Bloomberg Barclays Global Inflation-Linked 1-10 – Questo indice è da ritenersi come globale e prevede i migliori bonds statali indicizzati all’inflazione;
  • FTSE Goldman Sachs Chinese Government Bond – Questo indice invece riguarda le obbligazioni governative cinesi.

Gli indici che misurano il mercato obbligazionario sono tanti e, di conseguenza, anche di ETF ce ne sono tantissimi perché le esigenze degli investitori sono varie.

Adesso vediamo qualche spunto pratico.

Rischio molto basso – Governativi Tripla A

Partiamo dagli ETF con il minore profilo di rischio, che acquistano obbligazioni del Tesoro delle economie già sviluppate. Ormai il nostro Paese non è più tra quelli con un rating di credito decente, ma basta guardare alla vicina Germania per trovare la famosa “tripla A”.

Tra questi ETF ti segnalo:

  • Xtrackers II Germany Government Bond UCITS ETF 1D: un fondo piuttosto piccolo, con soli 47 milioni di euro gestiti al momento della stesura di questa guida, ma che è sul mercato dal 2010.
    • Politica sulle cedole: distribuzione annuale;
    • Volatilità a un anno: 7,27%;
    • Commissioni di gestione: 0,15%.
  • Amundi Government Bond Highest Rated Euro Investment Grade UCITS: un fondo decisamente più grande, con 359 milioni di euro attualmente gestiti, lanciato nel mese di febbraio 2018. Grazie alla capitalizzazione composta delle cedole, questo è un ETF adatto a chi vuole conservare una parte del proprio patrimonio nel lungo termine con sicurezza, ma facendola crescere.
    • Politica sulle cedole: accumulo e reinvestimento;
    • Volatilità a un anno: 7,69%;
    • Commissioni di gestione: 0,14%.

Rischio medio-basso: Governativi Investment Grade

Proseguendo nella scala di rischio troviamo degli ETF obbligazionari che nuovamente acquistano dei buoni del Tesoro, ma questa volta non emessi da nazioni con una probabilità di insolvenza così bassa e quindi con un rendimento maggiore.

Siamo sempre in una fascia di rischio molto bassa: per intenderci, i BTP italiani sono tra i titoli più rischiosi che si possono far rientrare in questa categoria.

Se sei interessato a questo tipo di strumenti, ti consiglio di guardare:

  • iShares Emerging Asia Local Government Bond UCITS ETF: un ETF dalla capitalizzazione abbastanza media (165 milioni) ma che ad oggi vanta una performance del 2,27% negli ultimi tre anni senza regime di capitalizzazione composta, perché paga le cedole agli investitori addirittura due volte l’anno. Peccato per le commissioni un po’ alte, ma comunque in linea con i fondi simili.
    • Politica sulle cedole: distribuzione semestrale;
    • Volatilità a un anno: 6,16%;
    • Commissioni di gestione: 0,50%.
  • iShares USD Treasury Bond 1-3yr UCITS ETF (Dist): questa volta abbiamo un vero titano della categoria, con 3,5 miliardi di euro gestiti al momento della nostra stesura. Si tratta di un fondo che opera sulle obbligazioni del Tesoro americano, notoriamente molto solido, quindi con un profilo di rischio molto basso. Dopo anni di ribasso del valore dei Bond USA, ora la fine del ciclo economico sta di nuovo riportando l’attenzione su questi titoli che potrebbero ritrovare rendimenti interessanti.
    • Politica sulle cedole: distribuzione semestrale;
    • Volatilità a un anno: 7,75%;
    • Commissioni di gestione: 0,07%.

Rischio medio: Corporate Investment Grade

Passando ad un profilo di rischio superiore, abbandoniamo la categoria delle obbligazioni governative per entrare nel campo di quelle emesse dalle aziende.

Ci soffermiamo, però, su aziende di mercati solidi e con grandi dimensioni; qui si trovano rendimenti molto interessanti, specie nel lungo termine, con fondi dalle dimensioni di svariati miliardi di euro.

  • Vanguard USD Corporate 1-3 Bond UCITS ETF: comincio con un fondo che contiene obbligazioni con valuta dollari USA emesse nei mercati di tutto il mondo con scadenza 1-3 anni e con rating investment grade. Il rendimento dell’ultimo anno è del +4,00% e, se ci concentriamo sul grafico, possiamo notare che questo ETF se l’è cavata bene anche durante il 2022: la performance a 3 anni infatti è del +12,57%, a fronte di altri ETF obbligazionari che invece hanno portato a casa quasi sempre risultati negativi. Il fondo è abbastanza recente perchè è stato quotato nel 2018.
    • Politica sulle cedole: distribuzione ogni mese;
    • Volatilità a un anno: 7,37%;
    • Commissioni di gestione: 0,09%.
  • iShares Global Corporate Bond UCITS ETF: un fondo a gestione passiva che si concentra sulle obbligazioni emesse dalle aziende di tutto il mondo, particolarmente quelle più grandi e rigorosamente considerate Investment Grade. Il rendimento nell’ultimo anno ha portato a casa un +3,84%, che è un buon risultato dopo il 2022 che è andato abbastanza male per tutto il comparto. Il fondo è stato lanciato nel 2003.
    • Politica sulle cedole: accumulazione;
    • Volatilità a un anno: 8,53%;
    • Commissioni di gestione: 0,20%.
  • iShares Core Euro Corporate Bond UCITS ETF: un fondo denominato in euro che acquista obbligazioni corporate europee, dunque che non ci espone al rischio di cambio. Si tratta di uno degli ETF più grandi a trattare questo tipo di strumento.
    • Politica sulle cedole: accumulazione;
    • Volatilità a un anno: 6,10%;
    • Commissioni di gestione: 0,20%.

Rischio alto: ETF obbligazionari High-Yield

In questa categoria rientrano quei fondi, più rischiosi e di conseguenza potenzialmente più redditizi, che acquistano titoli al di sotto dell’Investment Grade. Ne esistono anche di governativi, ma fondamentalmente sono quasi tutti incentrati sulle aziende.

Sinceramente trovo che per aumentare il rendimento sia più interessante guardare ai fondi azionari che non a quelli obbligazionari, magari trovando qualcosa che a parità di ritorno sia un pochino più sicuro. Ci sono comunque un paio di fondi che voglio presentarti:

  • iShares USD High Yield Corporate Bond UCITS ETF USD: un fondo denominato in dollari americani, ancora una volta un iShares. Tra luglio 2022 e dicembre 2022 è stato uno dei pochi fondi obbligazionari a rimanere in positivo, passando quasi indenne il panino che ha dovuto affrontare il mercato obbligazionario. Negli ultimi 3 anni infatti la sua performance è stata del 15,66%.
    • Politica sulle cedole: distribuzione semestrale;
    • Volatilità a un anno: 7,71%;
    • Commissioni di gestione: 0,50%.
  • SPDR Bloomberg Euro High Yield Bond UCITS ETF: questo ETF investe e replica il debito senior bullet, opzionale a vendere e ad acquistare a tasso fisso emesso nel mercato degli Eurobond e nei mercati domestici dei componenti dell’indice. Questo significa evitare il rischio di cambio. La dimensione è di 462 milioni di euro e da inizio anno sta ottenendo il +0,54%.
    • Politica sulle cedole: distribuzione semestrale;
    • Volatilità a un anno: 3,27%;
    • Commissioni di gestione: 0,40%.

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Come scegliere su quali ETF obbligazionari sicuri investire

Adesso ti spiego il mio metodo logico e matematico per capire se e quali ETF obbligazionari possono fare al caso mio. Puoi benissimo adattarlo, se vuoi, al tuo caso.

Cominciamo con il dire che, in generale, qualsiasi piano di accumulo del capitale o di semplice preservazione del patrimonio prevede una certa percentuale di capitale investito in obbligazioni; piuttosto che acquistarle singolarmente, per dividere meglio il rischio, scegliere di comprarle in forma di quote di ETF è una buona idea.

Solo chi ha capitali veramente molto alti (>800.000 euro) può ipoteticamente riuscire a ricostruire la stessa distribuzione del capitale di un ETF obbligazionario ben bilanciato e bilanciare da sé il rischio (e non è sempre detto, specie di questi tempi).

Anche in questo caso, però, il risparmio sarebbe davvero minimo rispetto all’acquisto delle quote di un fondo perché i costi di gestione di questi strumenti sono molto bassi.

Quali ETF conviene comprare?

1° Passo: Delinea il tuo profilo di rischio

A seconda di quanto sei pronto a rischiare per ottenere un rendimento più alto, puoi fare delle considerazioni che da subito orienteranno la tua scelta facendoti scartare gran parte delle ipotesi non adatte.

Per semplicità, diciamo che tu possa attribuirti un valore da 1 a 10 in cui 1 è il desiderio di totale sicurezza e 10 è il desiderio di rischiare il più possibile per guadagnare il più possibile.

  • Rischio 8, 9, 10: il tuo profilo di rischio è molto alto, quindi non ha molto senso che gli ETF obbligazionari trovino spazio nel tuo portafoglio. Probabilmente ti interessano di più investimenti come l’equity crowdfunding, le azioni, i derivati e gli ETF azionari. Tuttavia potresti comunque tentare un rischio minore, a fronte di una potenziale redditività molto elevata, con gli ETF obbligazionari sub-investment grade. Buona fortuna!
  • Rischio 6-7: se rientri in questa categoria, molto probabilmente il 70% o più del tuo capitale non è investito sotto forma di obbligazioni ma di azioni. Di conseguenza è probabile che tu voglia aggiungere questi strumenti al portafoglio per mettere una parte di soldi “al sicuro”; ti potrebbero interessare gli ETF governativi investment grade (magari quelli delle nazioni in via di sviluppo, che offrono un rendimento maggiore) o quelli corporate emessi da grandi aziende (più redditizi di quelli emessi dai governi, ma comunque sicuri);
  • Rischio 5: dal momento in cui hai un profilo di rischio esattamente a metà tra gli estremi, dovresti investire circa il 60% dei tuoi fondi in obbligazioni. Puoi dividerli ulteriormente in un 40% da usare per comprare ETF governativi investment grade, un 10% per comprare ETF corporate investment grade ed un 10% per comprare ETF governativi AAA;
  • Rischio 4: in questo caso almeno il 70% del tuo patrimonio mobiliare dovrebbe essere investito in obbligazioni, scegliendone di sicure. Puoi puntare per il 25% su ETF governativi AAA, per il 35% su ETF governativi investment grade (mischiando nazioni in via di sviluppo e economie già sviluppate) e per il 10% su obbligazioni corporate investment grade;
  • Rischio 3: a questo punto ci troviamo nella parte molto bassa della classificazione, in cui probabilmente i tuoi investimenti sui mercati finanziari sono per l’80% o più costituiti da obbligazioni o da strumenti da “italiano protettivo” (Buoni Fruttiferi Postali, conti deposito e via dicendo). In questo caso ti interesseranno quasi sicuramente gli ETF obbligazionari governativi, per la buona parte con un profilo di rischio AAA e per la restante parte investment grade su nazioni sviluppate;
  • Rischio 1-2: gli unici ETF obbligazionari che ti possono interessare sono quelli governativi tripla A che acquistano titoli di economie già sviluppate.

Questa classificazione non è una legge universale, ma quello che per la mia personale esperienza farei nei panni di una persona a cui corrisponde ciascuno dei vari livelli di rischio.

2° Passo: Valuta i singoli ETF

Ecco che il discorso si fa un pochino più approfondito, perché dobbiamo iniziare ad introdurre le differenze tra gli ETF che appartengono alla stessa categoria. Anche in questo caso, però, possiamo aiutarci con valori numerici e suddivisioni per farci un’idea di quali quote ci possono interessare e quali no.

In primo luogo ti consiglio di farti questa domanda: vuoi una rendita semestrale/annuale, oppure vuoi un rendimento maggiore ma tutto liquidato quando vendi le tue quote?

  • Comprando le quote di un ETF che distribuisce le cedole, riceverai una rendita periodica sul tuo investimento;
  • Scegliendo invece un ETF che non distribuisce le cedole, queste verranno direttamente reinvestite dal fondo per comprare altre obbligazioni e di conseguenza si verificheranno i benefici della capitalizzazione composta degli interessi. Non avrai una rendita periodica, ma nel tempo costruirai un accumulo di valore sulla singola quota che ti garantirà di poterla vendere con un surplus maggiore alla somma delle singole cedole che avresti ricevuto nell’altra ipotesi.

In un secondo momento dovresti comprendere quali ETF obbligazionari, a parità di tutte le condizioni che abbiamo analizzato (tipo di strumenti acquistati, trattamento delle cedole, ecc.) sia più rischioso di un altro.

ETF di una categoria simile, tendenzialmente, hanno rendimenti simili. La differenza non è quasi mai così significativa da farci preferire un fondo ad un altro -ripeto, a parità di tutte le condizioni che abbiamo visto- ma nonostante ciò il rischio può variare. A questo punto, è ovvio che siano preferibili fondi che a parità di rendimento ci offrono un rischio più basso.

Per valutare questo rischio dovresti usare un dato disponibile per ogni ETF, ovvero la volatilità. Questo dato ci dice, in percentuale, qual è stato il range di oscillazione del valore dei fondi dell’ETF in un dato periodo di tempo. Per convenzione, di solito si fa riferimento alla volatilità annua.

Puoi usare questi riferimenti:

  • 0-5%: bassa volatilità;
  • 5-10%: volatilità media;
  • 10-15%: volatilità alta;
  • >15%: volatilità molto alta.

A parità di rendimento, dunque, favorisci ETF obbligazionari con una volatilità più bassa.

3° Passo: Controlla le spese

Una volta che hai fatto le tue scelte su tutto quanto, manca soltanto un aspetto da valutare: i costi di gestione.

Dal momento in cui gli ETF obbligazionari hanno caratteristiche simili, anche le spese sono simili ed in generale sono basse. Puoi aspettarti di pagare tra lo 0,1% e lo 0,25% del capitale investito, ogni anno, come commissione per remunerare i gestori del fondo. Se un ETF ha un profilo di rischio o di rendimento decisamente migliore di un altro, è evidente che abbia poco senso guardare questa piccola differenza.

Esiste anche, ma non per tutti gli ETF, una commissione che può essere pagata nel momento in cui si aderisce al fondo o quando ne si vendono le quote. Entrambe possono arrivare, in certi casi, fino al 3,5%.

Praticamente tutti i fondi a gestione passiva, però, prevedono in realtà commissioni decisamente più basse (0,50%-1%). Di solito viene utilizzata questa leva per disincentivare le persone dall’investire somme irrisorie, nell’ordine delle decine o poche centinaia di euro, perché così facendo le pratiche da pagare ai dipendenti della banca che vende il fondo e a quelli della società che lo gestisce costano di più di quel che il fondo ottiene. Aumentando il capitale investito, diminuiscono la commissione d’entrata e di gestione.

Dal momento in cui ci sono centinaia di fondi a gestione passiva, tuttavia, anche una volta fatte tutte le dovute considerazioni potresti comunque ritrovarti con una decina di scelte possibili.

Questo è l’ultimo fattore discriminante che può aiutarti a diminuire il numero di strade percorribili, dopodiché se ci fossero ancora troppe scelte sul tavolo puoi dividere fra loro il tuo capitale o sceglierne solo alcune.


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Focus: il crollo del 2022

Dobbiamo dire che è doveroso riportare alcune informazioni circa il crollo subito nel 2022 dal mercato obbligazionario.

I mercati obbligazionari globali mondiali hanno registrato, purtroppo, delle perdite davvero senza precedenti nell’anno appena passato.

L’indice Bloomberg Global Aggregate Bond (senza copertura) ha registrato un calo di quasi il 15% dai massimi di gennaio 2021.

L’obbligazionario ha patito l’effetto delle banche centrali, che sono state spiazzate dall’impennata delle pressioni inflative, che si sono verificate a causa della disoccupazione, a causa del conflitto in Ucraina, dai lockdown in Cina e anche a causa dei prezzi delle materie prime che sono schizzati verso l’alto, senza dimenticare i problemi che si sono verificati nelle catene di approvvigionamento di fornitura mondiali.

Data la fortissima pressione al ribasso vissuta dal mercato obbligazionario in quest’ultimo anno, gli investitori obbligazionari si aspettano che ci sia il momento di trarne vantaggio.

Come andranno le obbligazioni nel 2024?

Visto che siamo all’inizio dell’anno, vedere quali sono le previsioni per il 2024 non può che essere un buon punto di partenza per poi cominciare con i ragionamenti di investimento.

Il 2024 sarà un anno positivo per il mercato obbligazionario: ci sarà l’inflazione in calo, un indebolimento del mercato del lavoro e un rallentamento dell’economia.

I tassi di interesse nelle grandi economie quali Stati Uniti, Europa e Regno Unito hanno raggiunto il picco. Per questo anno gli esperti consigliano di monitorare le obbligazioni governative e investment grade che dovrebbero ottenere delle performance particolarmente positive.

Conclusioni

Come sempre, spero che questa guida ti sia stata utile e che continuerai a seguire Affari Miei anche iscrivendoti alla newsletter con cui riceverai, di settimana in settimana, il meglio della finanza personale per continuare a costruire e mantenere la tua indipendenza finanziaria.

Infine, per approfondire, ecco la sezione dedicata agli ETF, agli indici e ai fondi: non perdertela se vuoi trovare nuovi spunti e nuove informazioni per gestire al meglio i tuoi soldi!

Se sei nuovo, inoltre, puoi cominciare dai seguenti percorsi tematici:

Buon proseguimento su Affari Miei.


Scopri che Investitore Sei

Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: ETF

2 Commenti

laura · 1 Novembre 2022 alle 18:27

Ciao, grazie per l’articolo. Dove posso comprare questi ETF senza ricorrere all’home banking? Ad esempio su eToro non li trovo.. sbaglio io a cercarli o bisogna usare altre piattaforme?

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    Davide Marciano · 2 Novembre 2022 alle 12:57

    Buongiorno Laura,

    eToro non ha un gran assortimento di ETF, è una piattaforma più adatta per altre asset class quali azioni o crypto.

    https://www.affarimiei.biz/miglior-deposito-titoli/31686

    Qui ci sono alcune delle migliori piattaforme disponibili in Italia. Per gli ETF sicuramente meglio Directa o Degiro se non desideri operare tramite home banking.

    Cordialmente,
    Davide Marciano

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