Investire tutto in BTP: Conviene Anche nel 2025?

Quando si parla di investimenti in Italia, due parole emergono sempre con prepotenza: immobili e BTP.

La casa e i titoli di Stato sembrano rappresentare l’unica via sicura, la scelta naturale di chi ha messo da parte un gruzzolo e vuole “dormire tranquillo”.

Ma è davvero così?

La storia di Michela, 65 anni, vedova da poco e alle prese con la gestione dei suoi risparmi, ci offre uno spunto prezioso per riflettere sul senso (e i limiti) di questa convinzione diffusa.

La Storia di Michela: Un Passato da Risparmiatrice, un Futuro da Investitrice?

Michela e suo marito hanno sempre vissuto con sobrietà: una casa acquistata, figli sistemati, nessun investimento rischioso.

Hanno comprato buoni fruttiferi, qualche BTP, e venduto una seconda casa ereditata a Maratea. Tutto nel solco della tradizione.

Ma ora che Michela si trova con un gruzzolo importante da gestire, si chiede: “Ha senso investire ancora in BTP nel 2025?”

Domanda lecita, soprattutto dopo l’esperienza poco entusiasmante con i BTP Futura del 2021, oggi in perdita.

Michela si sente “anziana” e teme di aver perso l’occasione giusta, lasciandosi scappare le emissioni successive. Ma la verità è ben diversa.

BTP: Una Grande Illusione?

Facciamo subito chiarezza: i BTP non sono un biglietto della lotteria. Sono obbligazioni statali, strumenti semplici che offrono cedole periodiche e la restituzione del capitale a scadenza. Non arricchiscono nessuno. Non duplicano il valore del tuo capitale. Non servono per fare “il colpaccio”.

Chi ha comprato i BTP Futura nel 2021 ha visto il loro valore calare sul mercato secondario, perché sono cambiati i tassi d’interesse. Ma attenzione: se li si tiene fino a scadenza, si ottiene la restituzione del capitale nominale più le cedole previste. Il problema, semmai, è l’inflazione, che nel frattempo ha eroso il potere d’acquisto dei risparmi.

L’Errore dell’Orizzonte Temporale

Un errore molto comune è questo: dire “sono anziana, ho un orizzonte temporale breve” e poi investire in BTP che scadono nel 2040 o addirittura nel 2050.

È una contraddizione enorme.

Un’obbligazione che dura 20 o 30 anni è adatta a chi ha un orizzonte lungo, non a chi pensa di vivere pochi anni ancora. E poi, diciamocelo: a 65 anni non si è anziani. L’aspettativa di vita è di almeno altri 20 anni. Perché, allora, pensare in termini di “ultimo miglio”?

Un altro errore è investire tutto in BTP, pensando che siano sicuri: questo non è assolutamente così, dato che ogni investimento ha un rischio.

I titoli di Stato italiani sono legati al debito pubblico di un Paese che oggi ha un rapporto debito/PIL oltre il 140%. Sono strumenti “sicuri” solo se lo Stato continua a onorare i propri impegni. Ma se l’Italia dovesse affrontare una crisi seria, chi paga il conto?

Proprio i risparmiatori italiani, i primi a essere colpiti.

E poi c’è il tema della diversificazione: se abbiamo già casa in Italia, pensione dall’INPS, interessi economici e sociali tutti concentrati nel nostro Paese, ha davvero senso puntare tutto anche sugli investimenti italiani?

Molti sono affascinati dalle cedole dei BTP. “Mi danno un reddito!” si dice, ma non si considera che se l’inflazione sale e tu hai un rendimento fisso, stai perdendo soldi in termini reali. E oggi l’inflazione ha già rosicchiato una bella fetta dei risparmi fermi.

Ipotizziamo un’inflazione media annua del 3%: in 20 anni, 100.000 euro valgono circa 55.000 euro in termini reali. Cosa ci hai fatto con le cedole nel frattempo?

Le Nuove Emissioni: Ci Cascheremo Ancora?

Probabilmente sì: lo Stato ha bisogno di soldi, quindi lancerà ancora emissioni di BTP “dedicati ai risparmiatori”, con toni trionfalistici e pubblicità ovunque. E tanti correranno. Ma bisogna capire che non c’è nessuna offerta imperdibile. Il rendimento lo decide il mercato, e oggi — rispetto agli anni scorsi — i tassi sono destinati a scendere. Le nuove emissioni, quindi, avranno cedole meno generose e rischi simili.

Se vivi in Italia, già paghi tasse, hai casa qui, lavori o ricevi una pensione dallo Stato. Sei già esposto. Dare anche tutti i tuoi risparmi allo Stato è davvero un’idea saggia? Sei sicuro che lo Stato saprà usarli bene, restituirteli puntualmente e, soprattutto, non tassarti ulteriormente in futuro?

La storia recente dimostra che lo Stato non è sempre un partner affidabile. E quando si parla di patrimoniali, prelievi forzosi o crisi sistemiche, i soldi investiti nei BTP sono tra i primi a essere toccati.

Cosa Dovrebbe Fare Michela (e Chi Si Riconosce in Lei)

Michela ha ancora tempo, risorse e lucidità per fare un piano serio.

I suoi redditi da pensione le bastano? Bene, allora può investire con un orizzonte più lungo, diversificando, usando strumenti come gli ETF o portafogli bilanciati, pensati anche per i figli o per il futuro della famiglia.

Il consiglio è semplice:

  • Non pensare di essere “vecchia”: 65 anni non sono 90;
  • Non investire tutto in Italia: hai già abbastanza legami qui;
  • Non inseguire i titoli delle notizie: i BTP non sono la gallina dalle uova d’oro;
  • Preoccupati prima della tua serenità e autosufficienza;
  • Pensa a una strategia, non a un singolo prodotto.

Quella di Michela è un episodio di vita che riflette un comportamento molto comune, serve soltanto studio e consapevolezza per capire che non sempre la strada che sembra più facile e lineare è quella corretta.

Ecco qui alcune guide per approfondire l’argomento:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
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