Polizze Vita Ramo 1 o Gestione Separata: Come Funzionano e Quali Sono le Migliori

Le polizze a gestione separata, le cosiddette polizze vita Ramo I, sono una modalità di investimento e risparmio molto amata dagli italiani, e i motivi non sono difficili da comprendere.

Siamo davanti ad uno strumento di risparmio che possiede delle caratteristiche peculiari, come la parziale garanzia del capitale versato, il basso profilo di rischio e la mancanza di oscillazioni improvvise nel valore, che lo rende molto interessante per i piccoli risparmiatori poco avvezzi ai rischi dei mercati finanziari.

Come amo però ripetere, con cognizione di causa, spesso dietro gli strumenti finanziari più popolari si nascondono insidie e inefficienze che sono a detrimento di noi clienti finali.

Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulle polizze ramo I, le famose polizze a gestione separata, quali sono le particolarità di questa forma di risparmio, quando possono convenire, quali sono le sconvenienze, cosa dobbiamo sapere prima di scegliere questo tipo di investimento.

Cosa sono le gestioni separate?

Le gestioni separate sono una forma di risparmio comune e gestito, del quale si occupano tradizionalmente le compagnie assicurative. Al loro interno vengono fatti confluire i premi che arrivano da contratti di assicurazioni tipo vita, che sono rivalutabili.

Chi ha già dimestichezza con questo tipo di investimento, sa che vengono conferiti alla gestione dei premi, mensili, trimestrali, semestrali o annuali, che vengono aggiunti al capitale già versato e che vanno ad integrare il patrimonio del fondo e le quote del cliente finale.

I fondi così raccolti vengono poi investiti principalmente in strumenti a basso rischio, come possono essere le obbligazioni statali con un buon rating, e in parte davvero minima, in azioni, prodotti che presentano in genere profili di rischio maggiori rispetto ai titoli di stato.

Le gestioni separate non sono altro dunque che dei fondi comuni di investimento con regole particolari (vedremo anche il fatto che non sono quotate giorno per giorno, mantenendo il valore storico di acquisto che si rivaluta su base mensile o annuale), che sono pensate per chi vuole far fruttare i propri risparmi nel modo più tranquillo possibile.


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Prima nota dolente: le gestioni separate hanno dei costi di gestione

Così come avviene per ogni tipo di risparmio gestito, anche nel caso delle gestioni separate ci troveremo a dover pagare dei costi di gestione all’azienda che si preoccupa di investire e raccogliere i capitali.

La misura è più o meno identica a quella dei normali fondi gestiti, ovvero di commissioni che oscillano intorno all’1,5% del capitale gestito.

Il vantaggio che si può avere ricorrendo a questo tipo di strumenti non è dunque a livello di risparmio delle commissioni.

Ci sono altri vantaggi, tra i quali quelli di poter intervenire con premi fissi e periodici, andando ad aumentare la propria quota investita in modo programmato e prevedibile, nonché il fatto che il controllo svolto su questo tipo di strumenti è doppio, perché oltre ai controlli della CONSOB e delle altre autorità finanziarie, le assicurazioni sono soggette anche ai controlli di categoria.

Polizze ramo primo come “investimenti sicuri”

Le gestioni separate rappresentano una scelta abbastanza diffusa tra coloro che stanno cercando degli investimenti sicuri e affidabili.

Esse vengono classificate come investimenti sicuri dal momento che esse possono offrire agli investitori una copertura assicurativa e un’opportunità d’investimento, e soprattutto sono in grado di offrire una via per proteggere e per far crescere il proprio patrimonio nel tempo.

Uno dei vantaggi di queste polizze è quello di offrire una stabilità nei rendimenti: queste polizze non sono soggette a grandi fluttuazioni sul mercato, e offrono una protezione contro le perdite. Questo rende le polizze attrattive per coloro che stanno cerando una sicurezza finanziaria.

A tal proposito ti invito a continuare nella lettura per avere maggiori informazioni.

Com’è possibile? La mia polizza garantisce il capitale

Anche in questo caso è necessario fare un po’ di matematica di base per capire quello che potrebbe succedere al settore.

Se la polizza a gestione separata che hai scelto offre garanzia del capitale, dovrà fare i conti necessariamente con uno scenario economico assolutamente cambiato, e per riuscire a garantire i capitali senza andare in perdita dovrà necessariamente adeguare il proprio portafoglio, alla ricerca di rendimenti più alti.

Questo vuol dire da un lato rischi più alti, dall’altro la possibilità che alcune delle società di gestione falliscano, con capitali versati sì tutelati, ma che verranno riversati nelle nostre tasche e che potrebbero perdere i vantaggi accumulati nel tempo.

Ci sono Rischi?

I rischi della gestione separata sono molteplici:

  • i rendimenti saranno sempre più bassi, almeno fino ad un radicale cambiamento delle condizioni economiche generali, in Europa come altrove;
  • rischi sul rendimento minimo garantito: fino a quando le obbligazioni avevano una rendita apprezzabile, questo non è stato un problema; oggi, con tassi bassi e talvolta negativi, il rendimento offerto è molto minore; sulla possibilità delle società assicurative di poter continuare ad offrire formule a capitale garantito più di qualcuno, noi inclusi, nutre dei dubbi;
  • Solvency II: un nuovo sistema di vigilanza sulle assicurazioni e sugli investimenti come la gestione separata, che costringe le assicurazioni ad accantonare capitale per coprire perdite future; questo vuol dire ulteriore stress per le compagnie, meno capitali da investire e difficoltà imponderabili per molti operatori del settore;
  • il rischio dei titoli: se per cercare nuovi rendimenti dovranno orientare i propri capitali verso strumenti più rischiosi, cosa succederà al nostro capitale nel caso di insolvenza degli emittenti dei titoli? Immaginiamo uno spostamento dei portafogli verso prodotti come le obbligazioni portoghesi, che ne sarà del nostro risparmio nel caso di fallimento del Portogallo (ipotesi remota ma non impossibile)?

Le assicurazioni a gestione separata sono tutto fuorché un prodotto perfetto e di questi rischi si dovrà tenere comunque conto prima di affidarvi il proprio capitale.


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Quali sono le migliori polizze per investire

Per scegliere la migliore polizza a gestione separata dovrai preoccuparti principalmente di tre fattori:

  • rendite degli anni precedenti: non sono assolutamente garanzia del fatto che la gestione separata in questione continuerà a rendere bene, ma un buon rendimento degli anni passati è comunque segnale di una gestione oculata;
  • solidità della compagnia che gestisce: a parità di condizioni è sempre meglio affidarsi a compagnie di chiara fama e che abbiano i conti a posto;
  • condizioni: se il capitale è garantito, possiamo relativamente fidarci; se le condizioni per liquidare le posizioni sono vantaggiose, a parità di condizioni meglio scegliere chi ci garantisce migliore libertà.

Dirti su due piedi cosa è meglio e cosa è peggio è molto difficile, puoi però leggere le recensioni dei prodotti più noti (l’ordine che trovi è casuale) che ho pubblicato sul blog per farti un’idea (dopo esserti adeguatamente informato su questa pagina):

Puoi approfondire ulteriormente consultando tutte le recensioni nella sezione dedicata agli investimenti assicurativi.

Conviene investire in questo modo?

La mia opinione su questa tipologia di prodotti l’ho espressa qui e nel video che segue. Mi sembra onesto dire come la penso su questa tipologia di prodotti e sottolineare che, a mio parere, puoi ottenere dei risultati migliori a parità di rischi.

Va detto, però, che le critiche che rivolgo ai singoli prodotti non riguardano la compagnia ma, in generale, la categoria del risparmio gestito che reputo poco conveniente per gli investimenti.

Le assicurazioni svolgono un ruolo importantissimo nel campo della tutela come ho avuto modo di sottolineare nell’episodio 10 del Podcast che ti consiglio di ascoltare.

Conclusioni

Abbiamo visto, in breve, cosa sono le Polizze Ramo I, come funzionano le gestioni separate ed abbiamo accennato ad alcune criticità che riguardano questo settore.

Per approfondire, ti consiglio di continuare a leggere il blog partendo dalla sezione dedicata agli investimenti: troverai migliaia di contenuti straordinari che ti accompagneranno nella gestione del tuo patrimonio.

Buon proseguimento.


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Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

3 Commenti

Camillo · 15 Aprile 2021 alle 17:11

Indubbiamente il rendimento non è pari ad altri prodotti ma mi preme evidenziare alcuni aspetti, secondo la mia modesta opinione di risparmiatore che si sta solo documentando (mi occupo di cose completamente diverse):
1. ok che il rendimento è minore, ma si paga per un servizio erogato da persone che fanno questo lavoro. Quindi, sacrosanto quello che si dice in merito all’acquisizione delle competenza ma queste richiedono anni e una esperienza nel settore (tipica credo da chi svolge questo lavoro)
2. Posso anche avere “paura” ad affrontare il rischio: mettere 10k€ su una polizza non è come mettere 10k€ (per esempio) su un portafoglio di ETF “a rischio contenuto” dato che nel primo caso il capitalo è garantito nell’altro no.
3. La tassazione non è al 26% ma più favorevole
4. ed inoltre non prevede bolli (come nel caso di un conto deposito)

Mi preme evidenziare che non ho una polizza stipulata ma un conto deposito. Mi sto proprio documentando a tal proposito e sembra tutto essere a favore di una polizza. Nel caso dell’esempio dei 10k€, sembra essere un compresso tra un CD e un investimento su un portafoglio di ETF dove avrei un rendimento maggiore e, ovviamente, un rischio proporzionale.

Sarei felice di conoscere un parere in merito a quanto scritto. Grazie

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    Davide Marciano · 7 Settembre 2022 alle 8:54

    Buongiorno,

    in realtà il ragionamento difetta di una cosa: se devi investire per non portare a casa quasi niente, tanto vale non farlo.

    Il principio che su questo portale cerchiamo di portare avanti è che più le persone sono patrimonializzate e più diventa una loro responsabilità occuparsi dei propri soldi.

    Se “non se la sentono”, posso dirlo con ragionevole certezza dopo anni di esperienza, è principalmente perché non hanno idea di cosa siano i mercati.

    Ora è chiaro che se un investitore ha 10k e risparmia 50€ al mese, probabilmente le priorità nella sua vita sono altre.

    Se ha 150-200k di patrimonio e risparmia 4-5k annui, probabilmente dedicare del tempo a questo aspetto e investire del denaro per recuperare un gap informativo può essere una buona idea.

    Per chi volesse farlo, è possibile cominciare dal nostro percorso gratuito “Investi con buon senso” in cui questi aspetti vengono approfonditi: https://www.affarimiei.biz/video-corso-gratuito

    Cordialmente,
    Davide Marciano

Roberta · 16 Settembre 2020 alle 11:49

ottimo!

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