Eurizon Azioni Strategia Flessibile R: Caratteristiche, Rischi, Costi e Scenari di Performance – Recensione Completa

Oggi ti parlo di un prodotto di investimento che potresti voler sottoscrivere: il fondo Eurizon Azioni Strategia Flessibile R (ISIN: LU0497415702)

Cos’è Eurizon Azioni Strategia Flessibile? È un fondo comune di investimento di diritto lussemburghese a comparti multipli, distribuito da Eurizon Capital, la Società di Gestione del Risparmio del gruppo Intesa San Paolo.

In questa sede analizzerò il fondo e vedremo insieme dove e come investe, quali sono le modalità di sottoscrizione, gli oneri che gravano sull’investimento, i rischi e le performance.

Se il fondo ti interessa allora continua a leggere, troverai tutte le informazioni che cerchi.

Due parole su Eurizon

Eurizon è una società con sede in Lussemburgo che fa parte dell’ampio gruppo bancario di Intesa Sanpaolo. Eurizon, nello specifico, è la divisione che si occupa di gestire fondi e altri prodotti d’investimento come piani d’accumulo (PAC) e servizi di gestione patrimoniale a vario titolo. L’acronimo SGR (Società di Gestione del Risparmio) parla da sé: il compito di Eurizon è gestire i risparmi che i clienti del gruppo Intesa vogliono investire, e i fondi d’investimento sono il prodotto più tipico che le banche offrono ai loro clienti.

Anche se la sede di Eurizon è in Lussemburgo, l’ufficio principale per la decisione delle  strategie è quello di Milano. Oltre all’Italia, Eurizon ha operazioni in 25 paesi che comprendono pressoché tutte le nazioni dell’Unione Europea oltre al Regno Unito e Hong Kong.

Con oltre €300 miliardi di strumenti in gestione, si tratta di un colosso “italiano” del risparmio gestito e di una società con un lungo storico alle spalle. Senza dubbio è una delle SGR più conosciute nel nostro paese ed è una delle poche società di gestione del risparmio italiane che riescono ad avere una presenza forte anche nel resto d’Europa.

Se può interessarti, abbiamo anche una guida su tutti i fondi di Eurizon.

Profilo del fondo Azioni Strategia Flessibile

Il fondo che andiamo ad analizzare è un fondo di diritto lussemburghese, ma cosa significa?

I fondi di diritto estero, anche detti fondi round-trip, sono fondi comuni di investimento le cui società di gestione hanno sede legale e amministrativa in un paese estero, in genere in Lussemburgo o in Irlanda.

Erizon Fund è distribuito in Italia da Eurizon Capital SGR, quindi gli investitori italiani possono tranquillamente sottoscrivere delle quote, ma è soggetto alla legislazione fiscale lussemburghese. Il patrimonio degli investitori è custodito in una banca depositaria del Lussemburgo e la società controllata che lo gestisce è Eurizon Capital S.A.

Perché la SGR dovrebbe collocare in Italia dei fondi di diritto estero? Per i vantaggi di tipo fiscale e per le maggiori opportunità di profitto, dovute alle differenti disposizioni sul calcolo delle commissioni di performance.

Mentre i fondi italiani devono sottostare alle disposizioni di Banca d’Italia, i fondi domiciliati all’estero devono seguire le disposizioni degli organi di vigilanza del paese nel quale risiedono. Tutto va a vantaggio della SGR, e non c’è evidenza che ci sia un beneficio anche per il risparmiatore.


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Analisi del fondo Eurizon Azioni Strategia Flessibile

Ho anticipato nell’introduzione che questo è un fondo a comparti multipli. Praticamente, il patrimonio dei sottoscrittori è incanalato in differenti categorie di attività finanziarie, caratterizzate da uno specifico obiettivo d’investimento e da una specifica strategia.

Gli investitori scelgono i loro comparto liberamente e possono, in genere, convertire interamente o parzialmente le quote possedute in quelle di un altro comparto.

Un comparto può anche contenere più classi di quote. Esse possono differire tra loro per le commissioni applicate, per le modalità di sottoscrizione e di distribuzione dei proventi, ma soprattutto per il target di clienti a cui si rivolgono.

Il comparto che ci interessa a noi è orientato principalmente sul mercato azionario e adotta una strategia di investimento flessibile. La classe di quote “R” indica che la sottoscrizione è aperta agli investitori retail.

Quindi, procediamo con l’analisi del comparto.

Obiettivo di investimento

L’obiettivo del comparto “Azioni Strategia Flessibile R” è conseguire, su un orizzonte temporale di almeno 7 anni, un rendimento in linea con quello storicamente registrato dagli indici azionari dei Paesi occidentali nel lungo termine.

Come obiettivo è molto vago e non c’è alcuna garanzia che il gestore riuscirà nell’intento, ma vediamo qual è la composizione del portafoglio…

Più della metà del patrimonio è investita direttamente (o tramite derivati) in strumenti finanziari di natura azionaria (o correlati ad azioni), scambiati in mercati regolamentati in Europa e/o negli Stati Uniti d’America.

Il resto del patrimonio è poi investito in strumenti di natura obbligazionaria o correlati, di alto e medio merito creditizio, emessi da autorità pubbliche o società private (sono esclusi strumenti obbligazionari altamente speculativi).

Il gestore assicura un’ampia ripartizione dei rischi sia a livello geografico e valutario, sia nelle tipologie di strumenti finanziari utilizzati. L’investimento è quindi pensato per chi ha un orizzonte temporale di almeno 7 anni e mira sia alla conservazione che all’incremento del capitale.

Il benchmark

Un portafoglio flessibile è caratterizzato dal fatto che l’investimento è gestito attivamente senza riferimento ad un benchmark, cioè senza seguire un indice o un mix di indici, che servono come parametro di riferimento per misurate l’andamento del fondo e i rischi rispetto al mercato.

Siccome il comparto è privo di una “guida”, il risparmiatore si deve affidare ciecamente alla bravura del gestore. 

La selezione degli strumenti finanziari e la strategia di investimento devono però rispettare un budget di rischio stabilito dal regolamento del fondo. Si tratta del VaR (Value at Risk), che indica la perdita massima potenziale che il portafoglio può subire (-14,80%), con un dato livello di probabilità (99%), e su un determinato orizzonte temporale (un mese).

Profilo di rischio/rendimento

Il comparto ha uno specifico livello di rischio/rendimento che è valutato, in base all’Indicatore sintetico, alla categoria 6 – tenendo anche presente il livello di rischio massimo che il comparto può assumere.

Il grado 6 (su una scalda di 7 valori) indica un livello di rischio è di profitto alto, coerente con un portafoglio che ha una combinazione di investimenti ad alto e basso rischio, e che segue una politica dinamica e flessibile.

Modalità di sottoscrizione, rimborso e politica di utilizzo dei proventi

La sottoscrizione delle quote di classe R avviene tramite versamento unico oppure tramite piano di accumulo (PAC), altrimenti tramite trasferimento da quote di altri prodotti della società di gestione.

L’importo minimo da investire, se fai un unico versamento, è di 500 euro. Con il PAC la soglia minima scende a 100 euro per il primo versamento, e 50 euro per quelli successivi.

Per quanto riguarda l’uscita dal comparto non ci sono restrizioni, in qualsiasi momento è possibile chiedere il rimborso parziale o totale del valore delle quote possedute.

Questa classe di quote non distribuisce i dividendi, ma sono reinvestiti nel patrimonio del comparto.

I costi

Ecco quanto ti costa, direttamente e indirettamente, stare all’interno del comparto:

  • Spese di sottoscrizione non previste;
  • Spese di rimborso non previste;
  • Spese correnti annue prelevate dal fondo, pari al 2,03% (le provvigioni di gestione corrispondono all’1,80%);
  • Spese di performance pari al 20% del rendimento ottenuto dal comparto, solo quando esso supera un certo valore calcolato mettendo a confronto l’incremento delle quote con quello di alcuni indici.

Performance passate

Infine diamo un’occhiata alle performance passate, tenendo presente che non sono indicative di quelle future.

Le performance del fondo sono state in genere positive, ma non essendoci un benchmark di riferimento è difficile capire se questo tipo di gestione è stata in qualche modo vantaggiosa.

Sarebbe opportuno confrontare i rendimenti di questo fondo con quelli di un altro paniere che presenta lo stesso livello di rischio.


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Opinioni di Affari Miei sul fondo Eurizon Azioni Strategia Flessibile R

Siamo giunti alla conclusione di questa recensione, e ora veniamo al punto: conviene o no investire nel comparto flessibile?

Scegliere un fondo di diritto lussemburghese non ti dà nessun reale vantaggio, ma chiediti perché la SGR dovrebbe collocare un fondo di diritto estero, forse questa scelta le fa comodo a lei e non a te.

Valuta anche il tipo di gestione del comparto. La strategia flessibile indica, in parole spicce, che il gestore può fare un po’ quello che vuole senza grossi vincoli. Per un investitore, che ha conoscenze medie o molto scarse, significa dare carta bianca alla SGR.

Avere come parametro di confronto un benchmark è sicuramente utile, perché ti permette di giudicare, sull’arco di alcuni anni, qual è stato l’andamento del tuo fondo e se la gestione è stata efficace nel raggiungere i traguardi, non solo rispetto al mercato ma anche rispetto ad altri fondi con profili simili.

Nessun gestore ti darà mai delle garanzie sui risultati dell’investimento, e anzi, la SGR specifica che il portafoglio e il livello di rischio potrebbero cambiare nel tempo. Ma se non altro è possibile capire se il gestore sta facendo bene oppure no.

Con una gestione flessibile ciò non è possibile, soprattutto per una persona comune. Con delle conoscenze nella media o minime ti devi affidare ciecamente al gestore, se è competente allora ti va bene, ma se non dovesse esserlo… in pratica gli hai dato carta bianca.

L’errore è quello di sottoscrivendo uno strumento complesso senza sapere a cosa vai in contro. Perciò rifletti bene sulla scelta di questo fondo. Chiediti se, rispetto ad una politica di investimento meno libera, c’è davvero una convenienza.

Qui su Affari Miei abbiamo sempre guardato con occhio critico ai fondi comuni d’investimento, dal momento che questi prodotti offrono solitamente costi elevati, incertezza e conflitti d’interesse. Sono caratteristiche comuni a tutta la categoria, non solo legate a questo specifico prodotto.

Se non ti fossero chiari al 100% questi aspetti, ti invito a scaricare gratuitamente questo report in cui andiamo a fondo sulle problematiche intrinseche dei fondi comuni.

Piuttosto abbiamo sempre preferito i fondi a gestione passiva, i famosi ETF. Questi fondi offrono costi drasticamente più bassi, offrono la garanzia di uno strumento quotato in Borsa, eliminano i conflitti d’interesse tipici dei fondi comuni e non tentano di battere un indice -cosa che quasi mai riesce ai gestori- ma si limitano piuttosto a replicarlo.

La strategia viene prima della scelta degli strumenti

Prima di investire, in presenza di dubbi e incertezze, sarebbe meglio incrementare la tua formazione finanziaria e ridefinire la strategia di investimento.

Su Affari Miei trovi dei percorsi guidati per investire, adatti alle diverse fasi del risparmio e della vita:

Buon proseguimento!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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