Mediolanum Flessibile Futuro Italia: Analisi Portafoglio, Costi e Performance

Mediolanum Flessibile Futuro Italia è davvero l’investimento giusto per te?

Si tratta di un fondo comune a gestione attiva controllato da Mediolanum Gestione Fondi – la SGR del Gruppo Mediolanum. È un fondo flessibile, quindi segue una politica di investimento molto particolare.

Analizzando la strategia adottata dal fondo, il suo profilo di rischio/rendimento e i costi, potresti scoprire che non soddisfa le tue esigenze di investitore.

Prosegui con la lettura se vuoi saperne di più sulla convenienza di questo prodotto di investimento e se vuoi sapere qual è la mia opinione.

Buona lettura.

Caratteristiche salienti 

Mediolanum Flessibile Futuro Italia è un fondo prevalentemente azionario che ricerca le opportunità di crescita in tutti i segmenti del mercato italiano. Il gestore può diversificare l’investimento nelle aziende italiane – ed europee con stabile organizzazione in Italia -, incluse le piccole e medie imprese. Proprio per questo il fondo consente la costituzione di un PIR.

I Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono una forma di investimento introdotta con l’obiettivo di favorire la crescita dell’economia reale italiana, destinando una parte del risparmio degli investitori a beneficio delle PMI.

Ogni persona può sottoscrivere un solo PIR per un investimento massimo di 30.000 euro l’anno e fino al raggiungimento della soglia di 150.000 euro.

Altre caratteristiche salienti del fondo sono: lo stile di gestione “flessibile”, la politica di utilizzo dei proventi che segue il modello ad accumulazione, l’orizzonte temporale lungo e il profilo di rischio/rendimento alto.

Il portafoglio e lo stile di gestione

Per poter analizzare nel dettaglio la composizione del portafoglio bisogna leggere il KIID (Key Investor Information Document), cioè il documento che contiene tutte le informazioni chiave.

Dal KIID apprendiamo che Mediolanum Flessibile Futuro Italia non segue alcun benchmark di riferimento nella scelta delle attività finanziarie e del livello di rischio. Questo è il senso della gestione “flessibile”.

Quando un fondo segue uno stile flessibile, vuol dire che il gestore opera un’asset allocation strategica e dinamica. Sceglie di volta in volta in quali mercati investire e quali strumenti privilegiare,  al fine di ottimizzare i rendimenti e limitare le perdite.

Il fondo può investire in strumenti azionari, obbligazionari e monetari in misura principale in euro e in misura contenuta in altre valute. Può detenere titoli azionari anche stabilmente fino al 100% del portafoglio.

Per rientrare nella categoria PIR, il fondo deve investire, direttamente o indirettamente, almeno il 70% del suo valore complessivo in emittenti societari aventi sede in Italia o in Stati membri dell’Unione Europea, per almeno due terzi di ciascun anno solare.

Premesso questi vincoli, la SGR può effettuare una diversificazione degli investimenti in tutti i settori merceologici e in tutte le aree geografiche.

I fondi flessibili potrebbero sembrare molto vantaggiosi, purtroppo però hanno anche dei punti negativi: sono privi di una “guida”, ragion per cui il risparmiatore si affida ciecamente alle scelte del gestore.

Sottolineo che il fondo deve essere inteso come un investimento a lungo termine. Per raggiungere gli obiettivi preposti e per limitare le perdite occorre mantenere il capitale investito per diversi anni.

Modalità di adesione

Poiché il prodotto è un fondo aperto, gli investitori possono sottoscrivere delle quote di partecipazione in qualsiasi momento, e con la stessa libertà possono chiederne il rimborso alla SGR.

Puoi entrare nel fondo effettuando un versamento in unica soluzione: minimo 5.000€ per il versamento iniziale e 500€ per eventuali versamenti aggiuntivi.

Oppure puoi aprire un PAC (un piano di accumulo) ed entrare gradualmente nell’investimento. In questo caso la somma minima da investire inizialmente è pari a 1.800€, e ogni versamento aggiuntivo deve essere di almeno 150€.

Costi e commissioni

Ora analizziamo il prospetto dei costi, che ci serve per valutare la reale convenienza dell’investimento. Non dimenticare che le spese si mangiano parte del tuo capitale e del rendimento realizzato, anche quelle non direttamente a tuo carico ma addebitate sul patrimonio del fondo.

Le spese che devi sostenere per l’investimento si suddividono in:

  • Spese di sottoscrizione una tantum, da un minimo dello 0% ad un massimo del 3%;
  • Commissioni di gestione prelevata dal fondo ogni anno, pari all’1,81% del patrimonio collettivo;
  • Commissione legata al rendimento corrispondente al 20% del differenziale di rendimento del fondo rispetto all’obiettivo di rendimento indicato nel Regolamento, qualora la variazione percentuale del valore della quota risulti positiva e superiore.

Le spese correnti qui elencate si basano sulle spese dell’anno precedente e potrebbero variare in futuro.

Rendimenti passati

Infine diamo un’occhiata alle performance passate, tenendo presente che non sono indicative di quelle future. Siccome non c’è un benchmark con il quale confrontare le performance del fondo, ci basiamo solo sui rendimenti.

Bisogna notare che rispetto al budget di rischio dell’investimento – il fondo è classificato al livello 7, rischio massimo -, i rendimenti non sono stati così brillanti, e in certi anni le perdite sono risultate significative.

Non essendoci un benchmark come paragone è difficile capire se questo tipo di gestione è stata vantaggiosa rispetto al mercato. Sarebbe opportuno confrontare i rendimenti di questo fondo con quelli di un altro paniere che presenta lo stesso livello di rischio.

Opinioni: Mediolanum Flessibile Futuro Italia conviene?

Alla luce di quanto detto: conviene o no investire nel fondo Mediolanum Flessibile Futuro Italia?

La risposta è: dipende. Dipende da quanti rischi vuoi assumerti, dipende dai tuoi obiettivi e dall’orizzonte temporale, e dipende anche da quanto ne capisci di materia finanziaria.

Voglio dire, già non è semplice capire il portafoglio di un fondo convenzionale, immagina quanto può essere difficile comprendere le scelte di investimento di un fondo gestito flessibilmente. Non hai parametri di valutazione dalla tua parte, ti affidi ciecamente al gestore.

Se il gestore è competente, la politica dinamica può essere un valore aggiunto; ma visto che la certezza non c’è, il rischio che il gestore compia delle scelte sbagliate si va ad aggiungere a tutto il resto.

È un grosso errore sottoscrivere uno strumento complesso e costoso senza sapere a cosa vai in contro. Perciò rifletti bene prima di investire. Chiediti se, rispetto ad una politica di investimento meno libera e ad un prodotto meno costoso, c’è davvero una convenienza.

La strategia viene prima della scelta degli strumenti

Prima di investire, in presenza di dubbi e incertezze, sarebbe meglio incrementare la formazione finanziaria e ridefinire la strategia di investimento.

Un investitore informato, consapevole dei suoi obiettivi e con una strategia ben definita, difficilmente acquisterà strumenti inefficaci e potenzialmente dannosi. A tal proposito ti consiglio caldamente di guardare il video corso gratuito “Investi con Buon Senso”.

Su Affari Miei trovi anche dei percorsi guidati per investire, adatti alle diverse fasi del risparmio e della vita:

Non mi resta che augurarti un buon investimento e sperare che seguirai il mio consiglio di studiare e aumentare le tue competenze. Buon proseguimento.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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