Come Vivere di Rendita nel 2024: Guida Passo Passo per Te

Vivere di rendita è l’obiettivo o in certi casi il sogno di tante persone ed è probabilmente una delle domande più frequenti che un investitore comincia a farsi nel momento in cui sviluppa un minimo di familiarità con la finanza personale.

In questo articolo cercheremo di rispondere insieme ai quesiti più comuni che probabilmente ti hanno portato qui.

Capiremo quanti soldi servono, a che età si può realisticamente pensare di smettere di lavorare e vedremo inoltre come fare materialmente a realizzare il piano.

Cominciamo.

Cosa Significa vivere di rendita?

Per raggiungere la libertà finanziaria e vivere di rendita, è necessario avere entrate provenienti dalle rendite che superino tutte le tue uscite annuali. In questo modo, anche senza lavorare, le tue rendite ti permetteranno di mantenere il tenore di vita desiderato e affrontare tutte le spese, incluse quelle impreviste.

Il vivere di rendita è un progetto di vita in quanto richiede una modifica delle abitudini finanziarie e una pianificazione attenta per raggiungere l’obiettivo. Inoltre, è fondamentale avere la giusta mentalità poiché si tratta di un obiettivo a lungo termine e richiede costanza e perseveranza per essere raggiunto.

Se inizi a risparmiare e investire tra i 20 e i 30 anni, potrai raggiungere la libertà finanziaria e vivere di rendita già a 50 anni, ben prima dell’età pensionabile.

Tuttavia, anche se hai un buon capitale di partenza o la possibilità di accantonare periodicamente una parte delle tue entrate, si tratta comunque di una prospettiva a lungo termine.


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Quanto serve per vivere di rendita?

Ci sono varie teoria sul tema, la più accreditata è la 4% Rule  di Bill Bengen, un consulente finanziario californiano che ha analizzato il rendimento dei mercati tra il 1926 e il 1976.

La domanda era semplice: se investo i miei soldi su un portafoglio diversificato di azioni e obbligazioni, quanto posso prelevare di anno in anno per essere sicuro di vivere di rendita almeno 30 anni?

Come suggerisce il nome stesso della regola, la risposta di Bengen è il 4%. Questo significa che se investo 1.000.000€ e prelevo 40.000€ l’anno per pagare le mie spese, a distanza di 30 anni dovrei essere riuscito a non finire in rosso sul mio conto in banca.

Questa regola è diventata molto conosciuta nel mondo della finanza personale, ma la cifra è stata criticata persino dal suo stesso inventore

Ho dedicato molte energie allo studio e alla produzione di risorse sul vivere di rendita, per cui questo è un argomento che ho molto a cuore. Il problema più generale viene definito safe withdrawal rate, cioè “il tasso di prelievo annuale che permette di vivere di rendita senza dilapidare il patrimonio”.

La regola del 4% può essere una buona linea guida, ma ha alcuni limiti:

  • Nella gran parte delle simulazioni, ritirando il 4% all’anno si arriva alla fine dei 30 anni con un patrimonio molto più grande di quello di partenza. Il 4% si riferisce al peggior momento storico che i mercati hanno avuto nei 50 anni considerati da Bengen;
  • Se il mio obiettivo è tenere i soldi investiti per oltre 10 anni, ha senso che io voglia privilegiare le azioni e non ripartire al 50% il mio patrimonio in azioni e obbligazioni;
  • Anziché prelevare sempre 40.000€, potrei modulare le mie spese in base al rendimento dei mercati: evitare la vacanza alle Maldive durante una recessione e salvarla per un momento di espansione a doppia cifra delle Borse;
  • Tra il 1926 e il 1976 ci sono stati periodi di inflazione fuori controllo piuttosto lunghi, cosa che negli ultimi 30 anni si è fatta estremamente rara per via della maggior consapevolezza nella gestione delle banche centrali;
  • Se anziché prelevare il 4% da subito si alzasse gradualmente il tasso di prelievo (ad esempio partendo dal 3% e alzando dello 0,1% di anno in anno) le simulazioni diventerebbero molto più favorevoli.

Complessivamente la maggior parte degli economisti, incluso Bengen, ritiene che quasi sempre un tasso di prelievo del 5% sia praticabile senza correre rischi eccessivi.

Rimane comunque una grande disparità tra le simulazioni: se nei primi 4-5 anni dopo aver cominciato a vivere di rendita i mercati salgono, a distanza di 30 anni il patrimonio risulta quasi sempre più che raddoppiato; se nei primi 4-5 anni i mercati scendono, alla fine dei 30 anni il conto rasenta lo zero.

Per cui, concretamente, non esiste un safe withdrawal rate scritto nella roccia. La regola del 4% può essere una base di partenza per orientarsi. Se non altro ci dice che chi pensa di vivere di rendita prelevando il 15% del suo capitale ogni anno è un visionario, mentre chi ritira soltanto il 2% potrebbe alzare il suo stile di vita in sicurezza.

Grossomodo, quindi, per vivere di rendita ci serve un patrimonio pari a 15-25 volte l’ammontare delle nostre spese annue. Nei migliori casi possono essere 15, nei casi peggiori 25, ma non possiamo sapere in partenza quale sarà il nostro.

Ma quindi per vivere di rendita servono tanti o pochi soldi?

La domanda più comune, alla fine, ruota sempre intorno ai soldi. La risposta è NI, cerco di spiegarti meglio.

Hai sicuramente bisogno di mettere da parte capitali importanti – e per questo ti serve un metodo e del tempo – ma, se ti organizzi in maniera strutturata e ponderata, puoi raggiungere l’obiettivo anche senza guadagnare 10 mila euro al mese e/o senza fare per forza l’imprenditore o il trader come tanti dicono sul web.

Le variabili da considerare sono le seguenti:

  • Capitale: è la base di partenza per capire che rendita ti può produrre. Il capitale comprende sia il denaro che hai a disposizione che i beni mobili (esempio: azioni, fondi, etf) che hai in portafoglio e i beni immobili che eventualmente hai già;
  • Tempo: su quest’ultimo tema possiamo farci poco nel senso che se sei prossimo all’età in cui vorresti smettere di lavorare devi avere già un capitale importante, se non hai il capitale puoi far lavorare il tempo per te mentre se non hai i soldi e il tempo a disposizione puoi fare molto poco;
  • Stile di vita attuale: non tutti sono uguali, ognuno di noi ha un suo stile di vita ben definito. Lo stile di vita deve avere un costo preciso che devi essere in grado di identificare;
  • Stile di vita potenziale: quanti soldi credi ti occorrano per vivere una volta che hai smesso di lavorare? Anche da quest’ultimo aspetto dipendono molte delle iniziative che dovrai intraprendere.


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Come vivere di rendita con investimenti o affitti

Da un punto di vista pratico, vivere di rendita significa percepire i proventi dei propri asset patrimoniali (beni mobili o immobili) senza lavorare attivamente.

Possiamo vivere di rendita sia totalmente che parzialmente: per esempio puoi lasciare completamente il tuo lavoro o la tua professione, se ricorrono i presupposti, oppure puoi utilizzare il tuo patrimonio per avere una rendita integrativa che ti consenta di decelerare leggermente con il lavoro.

La rendita, però, deve essere di un importo sensato: cerco di fare un esempio affinché possa capire.

Spesso mi scrivono lettori che vorrebbero percepire una rendita da capitali modesti come 30-40 mila euro. Non è impossibile, tecnicamente anche 1€ può produrti una rendita. Il punto è che quando hai un capitale basso la rendita che puoi percepire è talmente modesta che non vale la pena neanche pensarci.

Ipotizziamo di avere 30 mila euro che ci producono il 4% annuo: la tua rendita è di appena 1.200€ che è uno stipendio anche basso, in pratica il tuo patrimonio è in grado di produrti una “mini tredicesima”.

Se sei in una situazione di questo tipo, la rendita non ti serve a niente perché non impatta significativamente sulle tue finanze ed è più sensato invece farla fruttare diversamente, mediante il meccanismo dell’interesse composto che spiego qui.

Abbiamo già capito, quindi, che come amo dire “senza soldi non si cantano messe” e che un po’ di soldi, specie se non sei un ragazzino, li devi pur sempre avere se no ci stiamo limitando a sognare.

Aggiungendo uno zero all’esempio di prima, se invece di 30 mila euro ne avessimo 300 mila, allora il nostro 4% diventerebbe 12.000€: è ancora poca roba, sia chiaro, però potrebbe anche andarti bene per rallentare leggermente. Tutto dipende dalla variabile dello stile di vita attuale e potenziale di cui ho parlato prima.

Ciò detto, quindi, cerchiamo di capire quali sono le fonti materiali che possono darci una rendita.

Rendita da investimenti finanziari

Ci sono diversi strumenti finanziari che sono in grado di farti percepire una rendita, nello specifico ad oggi le possibilità più comuni si hanno con:

Per ogni strumento di questo tipo si apre un mondo.

In questo caso, da un punto di vista materiale bisogna costruire un portafoglio ben diversificato e strutturato per vivere di rendita che ci permetta di ricevere dei flussi annuali o mensili.

Si devono prediligere strumenti non troppo volatili e in grado di darci dei rendimenti stabili, quindi il profilo di rischio non può essere troppo aggressivo.

Di conseguenza, quindi, dobbiamo avere tanti soldi affinché l’entrata possa essere idonea a soddisfare il nostro stile di vita in tutto o in parte.

Vivere di rendita con gli affitti

Concettualmente è possibile vivere di rendita anche con entrate immobiliari, anzi spesso è la forma di rendita più nota che conosciamo e probabilmente ci hai pensato se possiedi degli immobili.

In linea generale, se hai acquistato o ereditato (qui parlo dettagliatamente delle prospettive che riguardano gli immobili ereditati) e non hai debiti, cioè mutui da estinguere, è una prospettiva che può essere valida e che forse conosci e pratichi già.

Per capirci: se i tuoi genitori ti hanno lasciato 3 appartamenti e ogni mese intaschi l’affitto senza dover rimborsare un mutuo stai già parzialmente vivendo di rendita.

A mio parere, però, l’immobiliare presenta un enorme rischio rispetto ai mercati finanziari: diversificare è difficile.

Di solito chi possiede tanti immobili li ha in uno spazio territoriale limitato, al massimo può averne in poche città ma non può distribuire il proprio rischio su interi continenti e su settori diversi.

Se hai degli immobili, infatti, è probabile che la rendita sia derivante da affitti residenziali, affitti turistici, uffici o locali commerciali.

Pensare di affidare la propria sopravvivenza solo a questi pochi settori, concentrando le proprie entrate in un solo luogo o in pochi luoghi è abbastanza rischioso ed è consigliabile valutare di costruirsi anche un portafoglio finanziario che vada a bilanciare il rischio.

Ha senso costruirsi un patrimonio immobiliare per vivere di rendita?

Se abbiamo ereditato gli immobili senza dover tirare fuori quattrini di tasca nostra non possiamo che esserne felici: ringraziamo i nostri antenati e portiamo a casa senza farci troppi problemi.

Molti, però, giustamente, si chiedono se oggi abbia senso iniziare a costruire un portafoglio di soli immobili per vivere di rendita ed in questo paragrafo mi occuperò di questo.

Come ho sottolineato più volte nella sezione di investimenti immobiliari, il mattone è a mio parere un business: la complessità della società attuale e la maturità del mercato mi impongono questa riflessione molto seria.

In questa sede mi limito a dirti che:

  • L’immobiliare è un business: se vuoi vivere di rendita con gli affitti devi prima di tutto diventare un imprenditore nel campo degli immobili a reddito;
  • L’immobiliare non genera rendite automatiche: gestire decine di proprietà comporta tempo e costi, esattamente come ogni attività d’impresa. Chi ti racconta il contrario vuole riempire le aule dei suoi seminari di sognatori, su Affari Miei parliamo di cose concrete;
  • Puoi accumulare molti soldi con gli immobili per vivere di rendita: se fai bene le cose – te lo ripeto a costo di diventare monotono, diventando un imprenditore – puoi guadagnare cifre importanti che ti consentiranno, in futuro, di realizzare il tuo obiettivo di smettere di lavorare;
  • L’immobiliare non è l’unica strada: diventare investitore immobiliare è uno soltanto dei tantissimi business in cui puoi entrare, se non hai competenze in questo ambito o non ti interessa entrarci ti consiglio di guardare a settori dove ti senti più ferrato o che, semplicemente, ti piacciono di più.


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A che età si può vivere di rendita? 40 anni, 50 anni o 60 anni?

Altra domanda molto gettonata è quella che riguarda l’età.

Immagino che se stai leggendo questo articolo condivida con me il proposito di non attendere che sia lo stato italiano a dirci quando dovremo smettere di lavorare anche perché, nel momento in cui scrivo, le prospettive non sono così rosee.

Realisticamente, la risposta secca potrebbe essere: quando hai i soldi per fare quello che vuoi, cioè per sostenere il tuo stile di vita.

Concretamente, però, anche se sei nato ricco immagino tu voglia comunque provare ad impegnarti in una qualche forma di attività lavorativa quindi questo proposito non va attuato da giovanissimi ma dobbiamo cominciare a pensarci almeno dai 40 anni in su.

Da un punto di vista puramente finanziario, quindi, l’età centra poco: appena hai i soldi per sostenere il tuo progetto teoricamente puoi farlo.

L’età diventa importante se stai accumulando il capitale perché se, per esempio, hai 45 anni e disponi di 400 mila euro di capitale, 10 anni di interesse composto con un po’ di risparmio ulteriore possono far prendere il volo al tuo patrimonio ed assicurarti un ritiro dal lavoro agevole ad appena 55 anni.

Due parole sullo stile di vita

In apertura ho parlato di stile di vita attuale e potenziale ed è qui che si gioca la partita seria perché tutto può cambiare in base all’età ed a ciò che desideri fare.

Più il tuo stile di vita potenziale costa, più soldi devi avere. Più vuoi ritirarti prima e più, ovviamente, il tuo stile di vita può potenzialmente costare perché avere tanto tempo a disposizione da giovane può riaccendere in te delle passioni costose.

Ammesso che tu non voglia smettere di lavorare e startene a casa sul divano – ti sfido a farlo dopo una vita di lavoro – andrai incontro al “problema” di dover riempire in qualche modo le giornate per occupare il tempo prima dedicato alla tua occupazione e, si sa, viviamo in una società basata sui consumi.

Quello che voglio farti capire con queste parole è che il problema che devi risolvere non è tanto “quanti soldi servono” o “quali strumenti finanziari devo comprare” ma devi rispondere a delle domande più profonde che riguardano il futuro della tua vita e, successivamente, devi elaborare un piano finanziariamente sostenibile.

I singoli “pezzi” che abbiamo visto fanno parte del puzzle e vanno legati, non sono concetti a sé stanti.

Ulteriori ragionamenti pratici

Ho realizzato questo video che puoi guardare se desideri approfondire. Troverai una serie di ulteriori riflessioni tratte dalla nostra esperienza professionale:

Risorse utili per approfondire

Ecco altri articoli che potrebbero esserti utili se sei all’inizio delle tue ricerche:

Ti informo, tra l’altro, che sono autore del libro “Vivere di Rendita – Raggiungi l’Obiettivo con il Metodo RGGI” in cui parlo proprio di questi temi: lo puoi acquistare in versione digitale nell’offerta che riserviamo ai nuovi clienti di Affari Miei.

Se è al prima volta che visiti Affari Miei e desideri approfondire i temi che affrontiamo, puoi cominciare da queste guide pratiche che ho preparato per i nuovi visitatori:

Buon proseguimento e a presto!


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Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Investimenti

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