Come Funziona la Borsa: Scopri le Leggi Fondamentali di Borsa che Devi Conoscere Prima di Investire

Nelle guide precedenti di questa sezione di Affari Miei, dedicata a chi vuole cominciare a giocare in Borsa, abbiamo parlato di molte cose. Tutte erano fondamentali per arrivare qui, perché è inutile conoscere le leggi dei mercati finanziari se non si ha idea di come accedervi o se non fanno al caso nostro.

Ma come funziona la borsa? Oggi finalmente passiamo alla pratica: vedremo insieme quelle leggi che dominano i mercati e che vanno necessariamente conosciute prima di provare ad investire il proprio capitale comprando azioni o valute senza cognizione di causa.

Una premessa necessaria da fare è che i migliori investitori hanno passato anni a studiare i mercati, magari specializzandosi in poche categorie di asset. Non basta una vita per diventare dei profeti della finanza, quindi la teoria che vedremo in questa guida è molto importante, ma non sufficiente per trasformarsi in uno squalo di Wall Street.

L’esperienza empirica ci insegna che i fondamentali sono quel che conta nel lungo termine; più guardiamo in là, più i concetti di questa guida sono in grado di formulare previsioni precise sull’andamento futuro dei prezzi. Al contrario, nel breve termine sono la speculazione e le notizie del giorno che determinano l’andamento di un grafico.

La teoria dei giochi

Tutte le leggi microeconomiche e macroeconomiche si basano sui postulati di base della teoria dei giochi, quindi è fondamentale riprenderne le basi minime prima di poter proseguire. Ci serve solo per comprendere il comportamento dei soggetti economici che nei paragrafi seguenti vedremo comportarsi in questo o quel modo.

  • Si considera che ogni investitore sia perfettamente informato sulle scelte che ha di fronte;
  • Si considera che ogni investitore prenda le sue decisioni esclusivamente sulla base dell’interesse personale, scegliendo ciò che è meglio per sé ed ottimizzando le risorse a sua disposizione;
  • Si considera che tutti gli investitori siano attirati dal profitto, mentre siano scoraggiati dal rischio. In altre parole, di fronte a due aziende che offrono obbligazioni ad uno stesso tasso si suppone che gli investitori preferiranno quella che ha meno probabilità di fallire prima di aver ripagato il prestito obbligazionario;
  • Si considera che il mercato sia costituito da singole entità o individui che non cooperano in modo illecito fra loro, ovvero creando cartelli di prezzo o cose simili. Si considera inoltre che le aziende operino in regime di concorrenza.

Queste premesse sono quelle di un “mercato perfetto”. La realtà dei fatti è sempre molto distante, perché le persone non sono perfettamente informate (nemmeno lontanamente) e non agiscono sempre su base razionale. Diciamo che non si potrebbe costruire una teoria su premesse diverse, ma che queste premesse siano solo in parte verificate dal comportamento quotidiano delle persone.

Il gioco dell’ultimatum

Voglio spiegarti meglio quanto sia diversa la teoria dalla pratica, quando si parla di razionalità degli investitori. In questo modo so che quando leggerai più in basso non cadrai nella tentazione di pensare che siano poche caratteristiche comuni a tutti gli strumenti finanziari a dominare le leggi del mercato.

Per questo devi conoscere il gioco dell’ultimatum, frutto di una delle rare occasioni in cui gli economisti si sono ritrovati a fare esperimenti sociali.

Nel gioco dell’ultimatum ci sono due giocatori:

  • Il primo riceve 100 euro e può dividerli come vuole tra sé e l’altro giocatore. Può tenere tutto per sé, fare a metà o cedere più denaro di quel che tiene;
  • Il secondo giocatore assiste alla scena, ma può decidere di accettare o rifiutare la proposta dell’altro. Se rifiuta l’offerta, nessuno dei due ottiene nulla.

La teoria dei giochi ci suggerisce che il primo giocatore deciderà di tenere per sé la maggior parte del denaro, ad esempio 98 euro, dandone soltanto 2 (o meno) all’altro giocatore. Il secondo giocatore, dal momento in cui si vede proporre due ore gratis se accetta o 0 euro se non accetta, deciderà di tenersi comunque i 2 euro per non uscire a mani vuote dal gioco.

Nella realtà, gli esperimenti hanno dimostrato che soltanto una cerchia molto ristretta di individui (una delle fonti è quella del prof PJ Hill, Wheaton College, Illinois) accetta la proposta. La maggioranza si sente “sfruttata” o “presa in giro” dal primo giocatore quando questo tiene per sé la maggior parte del denaro, quindi sono disposte a rifiutare dei soldi regalati pur di non farne regalare di più all’altro.

I mercati finanziari sono popolati per lo più da persone molto razionali, più di quelle che sono state scelte per il gioco dell’ultimatum del prof. Hill, ma sicuramente c’è molta imperfezione ancora oggi.

Le imperfezioni del mercato provocano opportunità speculative: il tuo obiettivo è quello di sfruttare i concetti che ora andremo a spiegare per investire più razionalmente degli altri e guadagnare dalle decisioni irrazionali che rendono un asset sottovalutato o sopravvalutato.

Legge di domanda e offerta

Questa è la prima cosa da conoscere quando si investe su un qualsiasi strumento. Ogni economista sa bene che il prezzo è il frutto tra la domanda e l’offerta di mercato per un determinato bene o servizio.

  • La domanda è composta da tutte quelle persone che sono desiderose di acquistare un certo bene o servizio;
  • L’offerta è composta da tutte quelle persone che vengono il medesimo bene o servizio.

La legge dice questo: il prezzo cresce quando cresce la domanda o diminuisce l’offerta; al contrario, il prezzo diminuisce quando diminuisce la domanda o aumenta l’offerta. Puoi comprendere questa legge facilmente con un esempio. Supponiamo che nella tua città ci siano 10.000 abitanti ed una sola palestra che può accogliere, al massimo, 300 iscritti.

In un primo momento la palestra decide di offrire i suoi abbonamenti a 25 euro al mese, raccogliendo così 300 domande di iscrizione in appena cinque giorni. I proprietari della palestra dovrebbero realizzare che, avendo esaurito così facilmente i posti disponibili, c’è una notevole quantità di persone disposte ad acquistarli per 25 euro (la domanda).

Man mano che questi iscritti cancelleranno la loro iscrizione, magari perché non più interessati ad andare in palestra o magari perché si sono trasferiti altrove, i posti vacanti potranno essere offerti ad un prezzo superiore. Probabilmente, raddoppiando i prezzi la palestra riuscirà comunque a far iscrivere tutte le persone di cui ha bisogno.

Ora immaginiamo che nello stesso comune aprano altre tre palestre, perché tre aspiranti imprenditori hanno notato il successo della precedente e vogliono partecipare a questo florido mercato. Supponiamo che anche queste abbiano 300 posti ciascuna. Ora l’offerta di posti in palestra è 1.200 abbonamenti a fronte di 10.000 abitanti, un numero decisamente elevato.

Quel che succederà è che le palestre, se praticassero tutte un prezzo di 50 euro, difficilmente riuscirebbero a vendere una quantità importante di abbonamenti che le faccia prosperare o persino sopravvivere. Nell’arco di alcuni mesi, chi non riesce a trovare iscritti incomincerà ad abbassare i prezzi per sottrarre iscritti ai concorrenti, che presto risponderanno facendo la stessa cosa. In questo modo, l’aumento di offerta ha comportato un ribasso dei prezzi.

Per capire meglio questa dinamica dobbiamo studiare meglio la domanda e l’offerta e capire che cosa desidera ognuna delle due parti:

  • L’offerta desidera vendere 1.200 abbonamenti al prezzo più alto possibile;
  • La domanda di abbonamenti in palestra, per un comune di 10.000 abitanti, potrebbe aggirarsi sulle 500 unità. Di queste, possiamo supporre che tutte e 500 siano disponibili ad iscriversi quando il prezzo è 25 euro al mese; ad un prezzo di 35 euro, rimangono soltanto 380 persone disponibili ad acquistare un abbonamento; a 40 euro ne rimangono 300, a 50 euro soltanto 100.

Grazie a questo studio di domanda e offerta, quantomeno nell’esempio, siamo riusciti a comprendere il motivo per cui a 25 euro al mese la prima palestra sia stata in grado di vendere rapidamente tutti gli abbonamenti a disposizione, nonché il motivo per cui quando sono subentrate altre tre palestra è diventato impossibile continuare a mantenere gli stessi prezzi.

Adesso dobbiamo capire in che modo questo discorso sia legato al giocare in Borsa. Sostanzialmente, per le azioni, le valute, le materie prime e qualsiasi altro asset vale esattamente lo stesso discorso che abbiamo fatto per gli abbonamenti in palestra.

Il valore di un’azione non aumenta perché l’azienda che l’ha emessa cresce; il valore di un’azione aumenta perché quando l’azienda va bene, aumentano quelli che vogliono comprarne le azioni e diminuiscono quelli che le vogliono vendere.

Ecco perché certe aziende molto discutibili (un tipico esempio è Tesla) sono riuscite a volare in Borsa: basta che siano gli investitori a voler comprare le azioni, dopodiché quel che succede è dettato dalla successiva evoluzione di domanda e offerta.

Con le valute il discorso è un po’più complicato, mentre per le materie prime possiamo fare nuovamente lo stesso discorso. Se il prezzo del petrolio aumenta è perché ne viene estratto meno -si riduce l’offerta- o perché il mercato ne domanda di più -aumenta la domanda.

Il premio per il rischio

La legge del rischio discende direttamente, come un primogenito, da quella di domanda e offerta. Tuttavia si applica nello specifico ad altri strumenti finanziari e viene quasi sempre spiegata distintamente. Questa legge ci dice che il rendimento è sempre proporzionale al rischio. Perché? Perché il rischio riduce la domanda, mentre il rendimento la aumenta. É una semplice questione di equilibri, ma spieghiamolo meglio.

Supponiamo che il rendimento dei titoli italiani e quello dei titoli di Stato tedeschi sia uguale, per assurdo. Diciamo che in entrambi i casi, un’obbligazione a 10 anni ci venga

pagata ad un tasso cedolare dello 0,5% (tasso annuo dell’1%). Gli investitori interessati a mettere il loro capitale in titoli di Stato valuteranno queste due proposte, dopodiché razionalmente faranno questo ragionamento: “Dal momento in cui il Tesoro tedesco è più solido, avendo meno debiti e più gettito fiscale, preferisco investire in titoli di stato tedeschi in quanto sono più sicuro che tra dieci anni il governo sarà ancora solubile e mi pagherà il suo debito”.

A questo punto è evidente che l’Italia rimarrebbe in una situazione molto difficile, perché grazie alle obbligazioni statali si finanzia tutto quel che serve ad un Paese per mandare avanti la sanità, l’istruzione e qualsiasi altro servizio pubblico.

L’Italia deve quindi offrire un rendimento maggiore sui propri titoli, in modo tale che il ragionamento degli investitori sia: “É vero che la Germania mi restituirà i soldi con il doppio della probabilità con cui me li restituirebbe l’Italia, ma è anche vero che l’Italia mi offre il doppio del rendimento”.

Ecco che gli investitori hanno due scelte: investire su uno strumento più sicuro ma con un rendimento più basso, oppure investire su uno strumento più rischioso ma con un rendimento più alto. Dal momento in cui sia il rischio che il rendimento sono doppi per l’Italia, c’è una situazione di equilibrio e gli investitori, teoricamente, sceglieranno solo in base al loro profilo personale di rischio.

Crescita perpetua

L’ultima legge non scritta che ci interessa è quella della crescita perpetua. Sappiamo tutti che ci sono anni di recessione (ah, la crisi!) in cui l’economia si contrae ed il PIL diminuisce.

Anche il valore delle azioni diminuisce, le valute si svalutano nei confronti dell’oro e grossomodo succede che i nostri portafogli si svalutano. Al contrario, ci sono anni in cui il mercato cresce, il PIL aumenta e le valute si rivalutano, tendenzialmente creando un effetto positivo anche sui nostri portafogli di titoli.

La legge della crescita perpetua ci dice che, anche se l’economia è fatta di cicli che si susseguono, nel tempo i listini azionari crescono. L’effetto delle fasi di espansione è maggiore di quello delle fasi di recessione, specialmente nei paesi emergenti ma anche in quelli già sviluppati.

Questo significa che, investendo in un ETF in cui siano rappresentate tutte le economie del mondo, nel lungo termine guadagneresti (presumibilmente il 5-6% l’anno). Ecco perché i cassettisti, solitamente, riescono nel loro intento di mantenere il valore del proprio capitale ed ottenere una rendita superiore alla crescita dell’inflazione. Questa legge invece interessa poco a chi fa trading online, perché nel breve periodo è possibile tanto una crescita quanto un collasso dei mercati.

Per correttezza dobbiamo ricordare che questa legge, per quanto rappresentativa di quel che è successo fino ad oggi, è additata da molti economisti come relativa ad un modello passato di crescita che oggi non esiste più.

I mercati sono più saturi e se dovessero saturarsi anche quelli che oggi chiamiamo “emergenti” potremmo ritrovarci a dover mettere in discussione centinaia di anni di dati sull’economia. Stiamo comunque parlando di prospettive che si possono avverare nell’arco di uno o due secoli e non di eventi imminenti, per cui avremo sicuramente modo di correggere il tiro prima che l’Uganda diventi la nuova Germania.

Spero di aver chiarito nel migliore dei modi tutto quello che ho detto in questa guida, ma ti ricordo che puoi trovare ancora molte altre risorse sugli investimenti e sul giocare in Borsa all’interno di Affari Miei.

Ti invito anche a fare un salto sul mio gruppo Facebook, dove troverai molte altre persone che come te si stanno impegnando a costruire la loro libertà finanziaria anche investendo sui mercati.

Ulteriori risorse utili

Riporto, al termine di questa guida, l’elenco ordinato delle risorse da consultare per completare il percorso completo per imparare a giocare in borsa:

  1. Giocare in Borsa: Comincia da Qui
  2. Cos’è la Borsa Valori
  3. Intermediari Finanziari: Chi Sono e di Cosa Si occupano
  4. Cassettista o Speculatore? Tutte le Differenze
  5. Cosa Si Compra e Cosa si Vende in Borsa: Guida agli Strumenti Finanziari
  6. Le Leggi Fondamentali di Borsa: Tutto Quello che Devi Sapere prima di investire

Ti saluto, inoltre, con alcuni articoli fondamentali da leggere se stai iniziando a muovere i tuoi passi in questo mondo:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Borsa

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