JPM Global Bond Opportunities Sustainable Fund: Opinioni e Caratteristiche, Conviene?

Conviene investire nel fondo JPM Global Bond Opportunities Sustainable Fund? Quali sono i costi, le performance, i vantaggi e gli svantaggi?

Prima di compiere una scelta devi appurare se l’investimento è adeguato alla tua situazione finanziaria, se è coerente con il tuo profilo di rischio e con la tua strategia di investimento.

Continua a leggere per saperne di più.

I documenti informativi

Fortunatamente, ogni fondo è dotato di una documentazione informativa, i cui punti chiave sono riassunti nel KIID, il Key Investor Information Document, cioè la carta d’identità di un fondo, uno strumento essenziale per ogni investitore.

Purtroppo, molte persone non leggono attentamente la documentazione prima di investire. Spesso non sono neanche in grado di comprendere correttamente quello che c’è scritto.

Ecco perché in questo articolo analizzeremo insieme il KIID del fondo Global Bond Opportunities Sustainable Fund gestito da J.P. Morgan Asset Management, una delle maggiori società al mondo di gestione degli investimenti.

Nello specifico analizzeremo:

  • L’asset allocation del portafoglio;
  • I rischi dell’investimento;
  • I costi per l’investitore;
  • Le performance del fondo;
  • Le modalità di adesione.

Per scoprire se il fondo è davvero il prodotto migliore per valorizzare il tuo capitale non ti resta che proseguire con la lettura.

Cos’è un fondo multicomparto 

La prima cosa che apprendiamo leggendo la descrizione del fondo è che si tratta di un comparto di investimento della SICAV “JPMorgan Funds”.

Si tratta di una società di investimento a capitale variabile di diritto lussemburghese – ovvero domiciliata nel Granducato di Lussemburgo, come molti altri fondi, poiché esiste un’imposizione fiscale molto più leggera.

Le SICAV sono simili ai fondi comuni di investimento ma si differenziano rispetto ad essi per il fatto che l’investitore diventa azionista della società e acquisisce una serie di diritti patrimoniali e amministrativi.

Inoltre, JPMorgan Funds è un fondo a multicomparto. Significa che è suddiviso in più portafogli di investimento, dove ciascuno costituisce un patrimonio separato dagli altri e persegue obiettivi di investimento specifici.

I fondi a multicomparto sono molto diffusi ed esistono per offrire agli investitori una vasta gamma di portafogli con profili di rischio/rendimento differenti.

A sua volta, ciascun comparto emette una o più classi di azioni che differiscono per il regime commissionale, per le modalità di sottoscrizione e per i requisiti di idoneità degli investitori.

Ad esempio, del comparto Global Bond Opportunities Sustainable Fund analizzeremo solamente le azioni di categoria “A”, rivolte a tutti gli investitori. La valuta di base è l’Euro ed è possibile investire partendo da un versamento minimo di 5.000 euro.

In genere, è possibile per l’investitore trasferire la propria partecipazione da una classe di azioni all’atra (se sussistono i requisiti), e anche da un comparto all’altro della stessa SICAV.

Detto questo, le differenze tra un investimento in un fondo o nel comparto di una SICAV non sono poi molte, e difatti vedremo che il funzionamento è identico.


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Chi gestisce l’investimento e chi custodisce il patrimonio degli investitori

La società di gestione che si occupa dei vari comparti del fondo è JPMorgan Asset Management (Europe), con sede legale nel Granducato di Lussemburgo.

Ha l’incarico di svolgere le funzioni di gestione degli investimenti, amministrazione e commercializzazione, ma può anche delegare a terzi alcune mansioni – ti ricordo che ogni comparto è gestito come un investimento separato dagli altri.

Il patrimonio di ciascun comparto è invece custodito presso una banca depositaria, la J.P. Morgan Bank Luxembourg S.A., che assolve esclusivamente a questo compito per interesse degli azionisti.

Global Bond Opportunities Sustainable Fund: in cosa investe?

Global Bond Opportunities Sustainable Fund ha 4 caratteristiche rilevanti che devi focalizzare per capire se l’investimento è pertinente.

  1. Il comparto ha un portafoglio obbligazionario globale – investe in titoli a reddito fisso diversificando su scala globale fra 15 settori e oltre 50 Paesi.
  2. È gestito in modo attivo e dinamico, senza vincoli rispetto al benchmark scelto;
  3. Ha un profilo di rischio/rendimento medio, nel senso che permette rendimenti più alti rispetto ad un classico paniere obbligazionario ma è meno volatile di uno azionario;
  4. Tiene conto dei requisiti ESG nella selezione degli emittenti dei titoli (sostenibilità ambientale, sociale e di governance). Chi investe in questo comparto è evidentemente sensibile all’aspetto etico dell’investimento.

Queste caratteristiche principali ci dicono quali sono gli obiettivi del comparto e come si comporta per realizzarli.

Si tratta indubbiamente di un comparto con obiettivi di rendimento e diversificazione prioritari; ce lo dice il fatto che lo stile di gestione è dinamico e non è vincolato al benchmark (utilizzato più che altro come metro di raffronto delle performance). L’asset class può spaziare fra varie tipologie di emittenti, settori, Paesi e valute, utilizzando anche derivati ove appropriato.

L’assenza di vincoli e la gestione attiva particolarmente dinamica causano alcuni problemi: di fatto, il portafoglio può variare la sua composizione in qualsiasi momento per scelta del gestore, a seconda delle condizioni che si presentano sul mercato, ne consegue che anche i rendimenti e il profilo di rischio possono cambiare nel tempo

Cerchiamo di capire meglio cosa contiene il portafoglio.

Un investimento molto diversificato

Il comparto investe quasi totalmente in titoli di debito, direttamente o tramite strumenti derivati con leva.

L’obiettivo è il profitto ma viene data una certa priorità alla scelta dei titoli considerati sostenibili, poiché emessi da società e Paesi che danno prova di una governance efficace e di una gestione ottimale delle questioni sociali e ambientali. Più o meno, gli investimenti sostenibili riguardano il 90% del portafoglio.

Tra il 10% e il 30% del portafoglio è costituita da titoli di debito garantiti da ipoteche su immobili (MBS) o garantiti da altre tipologie di attivi (ABS), con qualsiasi merito creditizio. Gli emittenti possono avere sede ovunque nel mondo, inclusi i mercati emergenti

Il comparto è piuttosto esposto a titoli di debito con rating inferiore all’ investment grade o sprovvisti di rating, quindi ad alto rendimento, ma il gestore assicura che non saranno presi in considerazioni titoli già in sofferenza.

L’utilizzo di strumenti derivati e azionari ha finalità di copertura e gestione efficiente del portafoglio, si tratta di una componente marginale.

Rischi, rendimenti  e commissioni del portafoglio

Il comparto è naturalmente soggetto a rischi di investimento, e ad altri rischi associati dalle tecniche di gestione e ai titoli utilizzati al fine di perseguire l’obiettivo di rendimento.

Abbiamo visto, infatti, che il portafoglio è decisamente più rischioso di un classico paniere obbligazionario fatto di titoli di Stato dei Paesi sviluppati. Questo perché include anche classi di attivo più rischiose:

  • titoli societari di emittenti con vario rating;
  • titoli di debito sprovvisti di rating e high yield;
  • titoli di debito emessi nei mercati emergenti;
  • azioni e derivati con leva;
  • Mortgage Backed Securities e Asset Backed-Securities.

La rischiosità del comparto è sicuramente maggiore, si colloca infatti al livello intermedio (il quarto) della scala di rischio – precisando che questa valutazione potrebbe cambiare nel tempo vista la dinamicità con la quale è gestito il portafoglio.

Sottolineo che, per la sua natura, l’investimento nel comparto è da considerarsi come un’aggiunta al proprio portafoglio di attività finanziarie, ma non può costituire un piano di investimento completo.

È importante chiarire questo punto perché vuol dire che il fondo non può essere il cuore della tua strategia ma solo una parte marginale del portafoglio.


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Politica di utilizzo dei proventi

Ecco un’altra informazione molto importante che può riguardarti da vicino: la classe di azioni A non distribuisce dividendi, ma il reddito maturato viene trattenuto nel patrimonio del comparto.

Per alcuni investitori potrà sembrare un dettaglio irrilevante, per molti altri è invece un aspetto cruciale.

Molti di noi preferiscono infatti accumulare le plusvalenze che creano a loro volta altro valore per le proprie quote, invece altri investitori preferiscono ricevere una cedola con cadenza prestabilita.

Modalità di sottoscrizione e rimborso

Abbiamo visto gli aspetti generali del comparto, ma come funziona la sottoscrizione delle azioni?

Per effettuare la sottoscrizione delle azioni di classe A occorre procurarsi e compilare il modulo apposito, disponibile sul sito internet della società di gestione o tramite un soggetto collocatore.

Le azioni vengono emesse dopo che l’investitore ha effettuato il pagamento, entro una data prestabilita dal regolamento. È richiesto per questa classe di azioni un investimento iniziale di minimo 5.000 euro. Fino alla ricezione del pagamento, le azioni rimangono in pegno a favore del fondo.

Le azioni del comparto possono essere rimborsate su richiesta in qualsiasi momento con transazioni effettuate su base giornaliera. Gli investitori possono anche convertire le proprie azioni di classe A in qualsiasi altra classe o comparto se sussistono i requisiti.

Commissioni

Il prospetto dei costi è molto importante perché ti aiuta a capire che impatto avranno le spese sul rendimento.

Inoltre, il prospetto dei costi è il miglior metro di paragone tra due e più fondi simili. A parità di obiettivi e di profilo di rischio, il fondo che costa meno è tendenzialmente quello che ti fa guadagnare di più.

Le spese che dovrai sostenere si articolano in questo modo:

  • Commissione di sottoscrizione trattenute dal capitale prima che venga investito per un massimo del 3,00% del totale;
  • Commissione di rimborso trattenute all’uscita dal fondo, corrispondenti allo 0,50% massimo;
  • Commissioni correnti (di gestione e oneri amministrativi) prelevate dal fondo nell’arco di ogni anno, pari all’1,20%;
  • Nessuna commissione di performance.

Anche se si tratta di una percentuale massima, e quindi il caricamento potrebbe essere inferiore, il 3% è comunque alto – rappresenta una percentuale significativa che ti viene tolta dal capitale ancor prima di investirlo.

Rendimenti passati

Il grafico con i rendimenti passati è sempre presente all’interno del KIID. Indica lo storico delle performance di un fondo, in genere in un arco temporale di 10 anni, e lo confronta con le performance realizzate dal benchmark.

Guardare ai rendimenti passati è un’azione utile nella misura in cui i dati non sono presi come garanzia di risultati futuri ma sono utilizzati come mezzo di valutazione dell’operato del gestore, giusto per capire se gli obiettivi sono stati effettivamente raggiunti.

Tuttavia, non abbiamo a disposizione questo strumento di valutazione se il fondo che stiamo guardando è stata lanciato da poco più di un anno.

Il nostro comparto è molto giovane, esiste dal dicembre 2019, per cui non ci sono elementi sufficienti per fare considerazioni sul suo operato – può essere fuorviante prendere da esempio un solo anno di vita.

Ad ogni modo, devi sempre rammentare che, per quanto la gestione attiva di un investimento abbia i suoi vantaggi, non c’è alcuna garanzia che il fondo in cui hai investito riesca a battere il benchmark.

Intanto è molto difficile perché sul valore del fondo gravano i caricamenti. Perché in un anno un fondo faccia meglio del suo benchmark, deve realizzare una sovraperformance pari almeno alla commissione di gestione.

Inoltre, è sì possibile prevedere i cicli economici con una certa precisione ma non le variabili di breve termine; nessuno ha la sfera di cristallo, quindi anche il gestore può fare valutazioni errate.

Insomma, le performance passate possono trarre in inganno quindi è bene prenderle con le pinze; è molto più importante guardare alla costanza dei risultati nel tempo (quando presenti) e alla coerenza del benchmark con la politica di gestione (per quanto possibile visto che il gestore stesso ha la libertà di variare il portafoglio in base alle esigenze del momento).


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Conviene investire nel comparto? Opinioni

Partiamo dal fatto che i fondi obbligazionari, in genere, rendono poco a fronte di rischi minori.

Il comparto Global Bond Opportunities Sustainable Fund risolve questo problema con un portafoglio di titoli che sfrutta al massimo le opportunità offerte a livello globale da questa asset class.

Per raggiungere rendimenti maggiori, il comparto deve assumersi rischi più alti e il gestore deve avere più libertà di manovra – per poter cogliere le migliori occasioni disponibili. Per queste ragioni, il portafoglio potrà avere un’esposizione significativa a classi di attivo più rischiose.

Se speri di completare un portafoglio preesistente di attività finanziarie, questo paniere di titoli permette di realizzare una strategia mirata, ma non va inteso come fulcro di un piano di investimento a lungo termine poiché ci vogliono basi più solide.

Ha senso investire se cerchi un investimento che sia una via di mezzo tra l’obbligazionario e l’azionario, se hai un orizzonte di alcuni anni per investire, se il capitale che vuoi impiegare rappresenta solo una parte del tuo patrimonio complessivo.

Tuttavia, devi fare attenzione ad alcuni aspetti:

  • le scelte che opera il gestore sono molto libere e non di immediata comprensione per i sottoscrittori. Esse possono riguardare l’investimento in strumenti alternativi, comportare un discostamento importante dal benchmark e aumentare l’esposizione al rischio;
  • il fondo include anche emittenti a basso o nullo rating, e appartenenti ai mercati emergenti. Ciò si traduce in più rischio e volatilità, forse superiori a quello che avevi preventivato;
  • tieni anche presente che il benchmark e la politica di investimento possono variare nel tempo. Potresti ritrovarti in un investimento che non ti rappresenta più;
  • il comparto è da poco sul mercato, non hai uno storico a cui guardare per valutare l’operato del gestore.

Non vuol dire che non ci devi investire, però sappi quello che fai.

Prima di fare passi falsi, informati!

Se stai pensando di investire nei fondi comuni mi aspetto che tu abbia un piano e una strategia coerenti con le tue disponibilità finanziarie e di tempo, e con i tuoi obiettivi.

Insomma, se non sai quello che stai facendo e in cosa stai investendo è molto meglio che lasci perdere e ti rivolgi a strumenti meno complessi.

Il panorama degli investimenti è molto ampio, non necessariamente i fondi comuni a gestione attiva sono la soluzione migliore. Leggi questo articolo: “Cose da Sapere Prima di Investire nei Fondi Comuni”.

Ammetto che io sono di parte, perché non investo nei fondi comuni – non mi piacciono e non mi interessano. Però non voglio convincerti a tutti i costi a pensarla come me.

I fondi sono strumenti più o meno utili, in base ai casi, però capita spesso che non siano coerenti con le esigenze del risparmiatore. Ecco perché bisognerebbe prima definire i propri obiettivi e la propria strategia di investimento, valutando anche altre strade.

Aumentare le proprie conoscenze finanziarie è necessario a questo punto. Ci sarà sempre tempo, dopo, di fare l’asset allocation e scegliere quali strumenti o prodotti comprare.

È quello che cerco di divulgare attraverso il video corso gratuito “Investi con Buon Senso”, in cui mostro i rischi a cui sei esposto come investitore e le opportunità che puoi cogliere acquisendo le conoscenze giuste.

Un investitore informato, consapevole dei suoi obiettivi, difficilmente acquisterà strumenti inefficaci e dannosi.

La strategia viene prima della scelta degli strumenti

A prescindere dallo strumento utilizzato, lo studio e la formazione sono il miglior investimento, l’unico che può garantirti dei vantaggi importanti.

A tal proposito, su Affari Miei trovi anche dei percorsi guidati per investire, adattati alle diverse fasi del risparmio e della vita, perfetti per i principianti:

Non mi resta che augurarti un buon investimento e sperare che seguirai il mio consiglio di studiare e aumentare le tue competenze.

A presto.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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