BTP Valore Ottobre 2023: TRAPPOLONE GIGANTESCO in arrivo per i risparmiatori italiani?
La seconda emissione del BTP Valore 2023 è prevista per la settimana dal 2 al 6 ottobre 2023. Con una durata di cinque anni e una serie di caratteristiche anche innovative rispetto ad altre emissioni, questo nuovo strumento sta già attirando molta attenzione. Ma quali sono le sue caratteristiche e, soprattutto, vale la pena investire?
In questo articolo proveremo a rispondere a questa domanda e ci concentreremo su uno degli aspetti più controversi legati al nostro debito pubblico che spesso viene completamente ignorato dai risparmiatori. Siamo di fronte ad un trappolone? Se si, di che dimensioni?
Continua a leggere per scoprire questo e tanto altro.
In Questo Articolo Si Parla di:
Caratteristiche Principali del BTp Valore
Su questa pagina seguiremo in tempo reale tutti i passaggi relativi all’emissione, qui di seguito riportiamo sinteticamente le caratteristiche principali del BTP Valore in collocamento ad ottobre.
Cedole Trimestrali e Rendimento
Una delle novità più significative è l’introduzione delle cedole trimestrali con un meccanismo di tassi crescenti (step-up). Il rendimento effettivo è appena stato comunicato: i tassi minimi garantiti dal Mef sono così ripartiti del 4,10% per il 1°, 2° e 3° anno e del 4,50% per il 4° e 5° anno.
Inoltre il MEF ha fatto sapere che chi terrà il titolo fino alla scadenza riceverà un premio fedeltà dello 0,5%, in linea con il trattamento riservato anche in altre occasioni agli investitori retail.
Se consideriamo il premio fedeltà il rendimento totale a scadenza è del 4,36% lordo, corrispondente al 3,81% netto, non è molto diverso da quanto previsto nella precedente emissione di giugno.
Investimento Minimo e Modalità di Acquisto
L’investimento minimo è fissato a 1.000 euro. Il titolo può essere acquistato senza commissioni attraverso l’home banking e sarà negoziato sulla piattaforma Mot (mercato telematico delle obbligazioni).
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Tassazione e Durata
La tassazione è agevolata al 12,5%, in linea con tutte le obbligazioni governative italiane ed europee. La durata del titolo è di cinque anni.
I Rischi del BTp Valore
Generalmente si ritiene che i BTp facciano parte dei c.d. investimenti sicuri sebbene qui su Affari Miei tendiamo a respingere tale convinzione.
Come per ogni investimento, infatti, ci sono sempre dei rischi da considerare ed il BTp Valore non è esente.
Volatilità e Tassi di Interesse
La volatilità è un fattore da valutare, soprattutto se i tassi di interesse cambiano nel tempo come sta accadendo negli ultimi anni.
Un aumento dei tassi ridurrà il valore del titolo sul mercato secondario e viceversa: a onor del vero, al momento attuale sembra più plausibile lo scenario inverso, cioè una riduzione dei tassi a medio termine che dovrebbe, sempre in linea teorica, favorire le obbligazioni a tasso fisso emesse in questa fase.
Rischio Emittente
Sebbene remoto, il rischio di default o ristrutturazione del debito da parte dell’Italia non può essere trascurato, anzi, ci deve far ragionare sulla successiva riflessione che vado a sviluppare nel prossimo paragrafo.
E se il BTp Valore fosse un TRAPPOLONE GIGANTESCO per i risparmiatori italiani?
Il governo in carica sta promuovendo l’acquisto di BTP come strategia di “sovranità del debito“, sostenendo che ciò proteggerebbe l’Italia dalla speculazione finanziaria internazionale. In molti ricorderanno la crisi del debito di un decennio fa quando, l’esplosione dello spread, mandò i rendimenti dei BTp alle stelle e rischiò di sfasciare i conti pubblici.
Da lì nacquero il governo Monti, la legge Fornero e, in generale, anni difficili per il nostro Paese per i quali, giustamente, non conserviamo un bel ricordo.
Cosa è cambiato da allora? Praticamente nulla, purtroppo.
Il debito pubblico, infatti, è cresciuto ancora di più e nel momento in cui scrivo si aggira intorno al 143,5% se rapportato al PIL. Peggio di noi nell’Unione Europea fa solo la Grecia, in questo momento al 168% con una reputazione considerata persino migliore dagli investitori internazionali che, da un po’ di tempo, hanno iniziato a chiedere interessi inferiori ad Atene rispetto a quelli chiesti al nostro Paese.
Il debito pubblico italiano è in una posizione precaria a causa di vari fattori quali la spesa pensionistica eccessiva, la crisi demografica, l’elevata evasione fiscale e la crescita economica che, a parte gli anni post pandemici, si è rivelata piuttosto scarsa, motivo per il quale gli stipendi, tra l’altro, non aumentano da più di un decennio.
Un Paese molto indebitato come il nostro, in caso di una recessione economica prolungata, sarebbe uno dei primi indiziati ad andare in difficoltà e potrebbe essere “scaricato” dagli investitori che, a fronte di rischi evidenti, potrebbero chiedere un premio maggiore per il loro rischio che si traduce in maggiori interessi.
Maggiori interessi sul debito producono, brutalmente, ancora più spesa pubblica: una spirale tossica dalla quale si farebbe fatica ad uscire. In questo contesto, al momento solo eventuale, sottolineiamolo, una ristrutturazione del debito potrebbe diventare inevitabile.
Cosa ci sta invitando a fare il governo negli ultimi mesi? Da Palazzo Chigi e dal MEF fanno di tutto per invitare i risparmiatori a sottoscrivere i BTp con condizioni che paiono in certi casi essere anche abbastanza generose.
Lo scopo è, appunto, sottrarsi ad una eventuale speculazione internazionale aumentando la percentuale di debito pubblico detenuta da privati cittadini italiani e riducendo quella detenuta dai fondi d’investimento stranieri.
Per quale motivo? Appare evidente che con un debito detenuto principalmente da Italiani, il governo avrebbe più facilità nel ristrutturare il debito.
Ciò si tradurrebbe in: riduzione delle cedole, dilazione nei pagamenti, tagli rispetto alla restituzione del capitale. Tutte cose previste dalle cosiddette CACS, niente di non noto ai più attenti.
Questo è il – per ora ipotetico – trappolone potenziale dei BTp: “sostituire” i creditori internazionali con i privati cittadini, notoriamente molto ben patrimonializzati, al fine di poter più facilmente sanare il debito pubblico in caso di difficoltà.
Come vogliamo chiamare questa cosa? Chiamala come ti pare: patrimoniale, ristrutturazione, prelievo forzoso…la sostanza è che con più debito nelle mani dei cittadini il governo, di qualunque colore politico, avrebbe meno grattacapi con la finanza internazionale e potrebbe intervenire in maniera decisa.
Una exit strategy se vogliamo intelligente per chi governa ma che si traduce in un rischio per chi investe.
Sono ipotesi queste, sia chiaro, e difficilmente sentirai un ragionamento del genere dai media mainstream o da tutti quei soggetti come le banche che grazie al collocamento dei BTp intascano delle provvigioni e, in qualche modo, ottengono un ritorno immediato.
Questo vuol dire che non dobbiamo investire in titoli di stato italiani o di un altro Paese europeo? Certo che no, però dobbiamo conoscere veramente i rischi a cui ci esponiamo, rischi che diventano enormi se decidi di allocare la gran parte dei tuoi soldi, come sciaguratamente molti fanno, solo sui BTp.
Questo è quanto per adesso, non ci resta che attendere: questo articolo sarà aggiornato nei prossimi giorni man mano che avremo più informazioni.
Concludo dicendo che se stai cercando delle risorse sul tema, qui trovi alcuni articoli che potrebbero interessarti:
- Guida generale per investire in BTP;
- BTp in perdita: Che Fare?;
- Adesso è veramente il momento di comprare BTp a piene mani?
- Come Investire in BTp se hai almeno 150.000€;
- Guida generale per investire in obbligazioni.
Se invece stai cercando di cominciare il tuo percorso di investimento in maniera consapevole da investitore autonomo, allora ti consiglio di approfondire qui:
Buon proseguimento!
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21 Commenti
Fabio · 1 Ottobre 2023 alle 18:53
Ciao Davide, non ho ben capito una cosa. Il controvalore di un btp se non ho capito male è il valore del titolo con aumenti/diminuzione dovuti ai tassi d’interesse giusto?
Ma se io per esempio acquistassi un titolo di 1000 euro anche se i tassi d’interesse aumentassero (quindi il valore del titolo diminuirebbe), al termine lo stato mi darebbe sempre 1000 euro o meno? Cioè questo controvalore servirebbe solo se volessi vendere il titolo prima del termine oppure no?
Davide Marciano · 1 Ottobre 2023 alle 20:33
Esattamente, lo spiego pure nel video 😉
Enrico Pugliese · 1 Ottobre 2023 alle 15:44
Buongiorno a tutti e grazie Davide per i tuoi preziosi articoli e consigli. Visto che è venuto fuori nei commenti il discorso sui BOT (non se me parla più recentemente), sarebbe interessante avere una breve trattazione comparativa con i blasonati BTP
Davide Marciano · 1 Ottobre 2023 alle 18:22
Buongiorno,
grazie per lo spunto, ci ragioneremo per futuri contenuti.
A presto!
silvio · 22 Settembre 2023 alle 14:38
Una sola considerazione per immotivato allarmismo da trappolone. Il nostro debito è di 2800 miliardi. Con il primo BTP Valore hanno raccolto circa 18 miliardi. Che cosa si potrebbe mai ristrutturare rispetto al totale? Parliamo di briciole! E’ il solito catastrofismo nei confronti dei titoli di stato. Mi raccomando comprate azioni e titoli solo sulla base del rating come quello della fallimentare Lehman Brothers data poco prima del fallimento a rating “A”
Davide Marciano · 22 Settembre 2023 alle 16:13
Ciao Silvio,
prendo atto del solito commento del cavolo scritto da una persona che naviga il web alla ricerca di conferme rispetto alle sue convinzioni e non per apprendere realmente nuove informazioni.
La mente umana funziona così, io ci posso fare poco.
Tuttavia, per chi leggerà con la voglia di imparare qualcosa di nuovo e non per la mera ricerca delle proprie (sovente fuorvianti) idee:
– I valori scritti da Silvio sono presi a caso. Se Silvio avesse letto e compreso il testo, cosa che ormai non dò più per scontata, avrebbe capito che il ragionamento esposto non riguarda le emissioni di BTp ma il totale dello stock del debito;
– Il condizionale è usato ovunque, se non avessimo scritto un titolo accattivante Silvio sarebbe mai venuto qui a commentare? Oh Silvio, cosa stava facendo con lo smartphone in mano? Non stava mica scrollando annoiato, nell’attesa di qualcosa di interessante da cliccare e leggere? 😉
– Silvio, come tanti fanboy dei BTp, non capisce niente ed è pure presuntuoso: cosa c’entrano le azioni singole? E “titoli sulla base del rating”…ma di cosa parla? Lehman Brothers è un’eccezione di un sistema che sui grandi numeri funziona, o gli operatori sono tutti degli imbecilli perché valutano i rendimenti anche in base al rating?
– Sui titoli di stato italiani si sta creando la stessa situazione del tacchino induttivista: nonostante le enormi evidenze che a lungo termine ci saranno dei problemi, si fa finta di niente pensando che il giro sulla giostra sia sempre e comunque gratis. Non è così, la situazione è più complicata di come sembra e se uno non vuole accettare la complessità è libero di farlo purché non pretenda di imporre con arroganza le sue convinzioni basate sul nulla.
Tutto qua.
Un caro saluto a Silvio e, soprattutto, a tutte quelle persone educate e meno presuntuose che leggeranno questo contenuto per il solo scopo di imparare qualcosa di diverso da aggiungere alle proprie riflessioni di lungo termine 🙂
Gian · 21 Settembre 2023 alle 8:09
Vedo con piacere che il mio articolato commento è stato cancellato, molto bene!
Quindi non è possibile, con argomenti – a cui evidentemente non si ha da replicare- esercitare una critica legittima a un taglio di articolo, evidentemente e sospettamente allarmistico ??
Rinnovo la mia delusione…
Davide Marciano · 21 Settembre 2023 alle 9:27
Buongiorno,
i commenti sono moderati e alle una di notte, orario del primo commento, il nostro team dorme come uno stile di vita sano e corretto prescrive.
Cordialità.
Gian · 21 Settembre 2023 alle 1:09
Un taglio dell’ articolo decisamente tra l’allarmistico e il pessimistico, guarda caso allineato con quello che si legge su altri siti o testate giornalistiche on line. Semplicemente il Btp non ha quei grandi rendimenti che può offrire l’ azionario (ma con rischi molto ma molto maggiori)
Nel 2011 ci fu un attacco che definire vergognoso è eufemistico!!lo spread alto fece crollare le quotazioni ( una manna per chi ha potuto comperare titoli sul mercato secondario con quotazioni molto sotto 100…chi conosceva il meccanismo ha potuto guadagnarci molto bene! Ma guadagnare sulla pelle di chi? Non certo dello stato che emette il titolo a 100 e lo rimborsa alla pari. Se poi i rendimenti salgono è dovuto al mercato secondario che specula e in mezzo ci sono i normali risparmiatori e qualcuno avrà venduto rimettendoci. Se si comprano BTP vanno portati a scadenza! A meno che non salgano molto,magari a 140 o giù di lì come è già capitato.
Sulla convenienza del nuovo BTP valore staremo a vedere… intanto sul mercato secondario ci sono BTP già con cedola al 4% e quotati ben al di sotto di 100… Ecco al limite si potrebbe dire che ci sono già titoli più remunerativi…ma mettere in stampato maiuscolo trappolone è francamente esagerato!
Sappiamo più o meno tutti che il rischio emittente c’è ma mi fido più dell’ Italia che della Grecia e trovo assurdo che quest’ ultima abbia un “rating” migliore del nostro.
La verità è che banche, finanziarie e consulenti vedono questo Btp retail come un pericoloso concorrente e sono decisamente in allarme nell’ ottica di perdere altri 15-20 miliardi di euro!
Poi dopo la tassa sugli extra profitti bisogna rendere il favore! perciò con astute mosse di contro marketing bisogna cominciare a mettere in allarme i risparmiatori…rischio debito in aumento, trappolone in arrivo? e via discorrendo
Decisamente non mi siete piaciuti questa volta! Peccato!
Davide Marciano · 22 Settembre 2023 alle 16:20
Caro Gian,
hai scritto tante di quelle inesattezze che non so da dove cominciare a risponderti.
Tra l’altro noi non c’entriamo niente con le banche, se conoscessi la nostra attività non scriveresti le cose (che non definisco in maniera più offensiva sebbene di fatto questo sono) che leggo.
Vuoi comprare i BTP?
VAI, fallo.
Non sarò io a farti cambiare idea.
Non ho alcun interesse o piacere nel deluderti o nel darti risposte che non siano in linea con il contesto decisionale cha hai già creato e per il quale sei disposto solo ad accettare conferme.
Un caro saluto.
Davide Marciano
Alby · 26 Settembre 2023 alle 21:42
Ma se acquisto un btp e lo porto a scadenza l’unico aspetto negativo è che l’inflazione mi abbia diminuito il potere di acquisto del valore nominale restituito , giusto?
Luigi · 20 Settembre 2023 alle 13:35
tanto la palla di vetro sul futuro non ce l’ha nessuno, ringraziandola per l’articolo esplicativo e di indubbio interesse, resto del parere che ognuno ha una situazione finanziaria e psicologica differente, per cui non ci sono “regole” o “Indirizzi” validi per tutti, l’importante è conoscere bene i prodotti prima di decidere, cosa che lei con questo articolo ha fatto, grazie
Davide Marciano · 21 Settembre 2023 alle 9:27
Giusto!
Cordialità,
Davide Marciano
Natale · 24 Settembre 2023 alle 17:12
Il debito pubblico ormai è fuori controllo e la sua crescita ormai è fuori controllo.
La sua criticità nasce più di vent’anni fa quando si è iniziato ad aumentare la quota detenuta all’estero, all’appello oggi è circa 900 miliardi. Questo esternalizzazione e il dovere di rispettare i parametri Europei hanno fatto sì che la deriva sia ormai probabile.
Il problema invero non è più semplicemente il debito in sé, ma il male dei mali che potrebbe portare lo Stato Italiano in una situazione ahimè di non ritorno sono gli interessi sul debito perché a brevissimo non saremo più in grado di ripagarlo.
Concludo chiedendo se qualcuno di voi ha aggiornamenti sul rating di Moody’s che doveva essere comunicato entro il 17 Settembre, l’ultimo era Baa3 cioè un gradino sopra il default.
Enzo · 20 Settembre 2023 alle 11:28
Le banche incassano laute provvigioni collocando Btp? A me onestamente li sconsigliano. Come al Sig. Giacomo, propongono la gestione separata per diversificare il rischio emittente. La mia banca è differente? Enzino
Giacomo Alessandro Morotti · 19 Settembre 2023 alle 20:16
Il termine trappolone basterebbe da solo a frenare gli entusiasmi per troppo tempo sopiti di migliaia di piccoli risparmiatori, tra cui il sottoscritto, a cui come piano B viene proposto in Posta, scusate il gioco di parole, un investimento o nella vecchia Gestione separata o in quella più recente, in pratica una tipologia di polizza, con la garanzia assoluta di riavere il capitale investito più un buon guadagno progressivo nell’ arco temporale dell’ investimento che può arrivare a un massimo di 10 anni. Vorrei un consiglio illuminato sulla bontà di questo piano B, rispetto anche a un eventuale default ovviamente. Grazie per il vostro tempo.
Giacomo Alessandro Morotti · 19 Settembre 2023 alle 16:31
Innanzitutto buongiorno, ho letto con particolare interess il suddetto articolo e confesso che il mio iniziale entusiasmo per i BTP valore si è un po’ raffreddato. Il termine trappolone mi ha dato da pensare e avendo in programma di investire 5-10 mila euro, ora mi trovo un po’ spiazzato. Il piano B sarebbe quello allora di investire in Buoni fruttiferi 3×2. Alternativa propostamoi in Posta, al di là del gioco di parole, stessa cifra nella loro nuova gestione separata, tipo polizza, per il periodo massimo di 10 anni, oppure 6, che mi garantirebbe comunque il capitale investito e a detta del promotore-consulente un rendimento più che buono netto intorno al 2 per cento. Gradirei un vostro illuminato parere, grazie.
Ferdinando · 24 Settembre 2023 alle 21:20
Giacomo, non sono idoneo ad esprimere pareri, ma voglio ugualmente comunicarti la mia opinione che tu ovviamente prenderai con le pinze. Lascerei perdere la gestione separata, mentre considererei il buono postale. Non ora però! Che senso ha sottoscrivere un buono che a 6 anni rende il 2,75% annuo quando il rendimento del bot è vicino al 4%. Acquista il bot e segui L andamento del mercato dei Btp a 5 anni. Se il rendimento del Btp quinquennale dovesse scendere al 3,3%, vendi il bot e spostati sul buono che dopo qualche tempo potrebbe non essere più in emissione.
Ferdinando · 19 Settembre 2023 alle 9:01
Ne’ trappolone ne’ oro colato. Chi cerca maggior sicurezza e minor rischio investa nei Titoli Tedeschi. Lo Lo Stato rinegozierà il debito applicando le cac? È possibile. Occhio in questo caso anche d’altre asset clas (bond corporate ed azioni) probabilmente subirebbero ripercussioni pesantissime. E chi può escludere che lo Stato risani le Casse pubbliche salvando i Btp? Nessuno. Ad esempio, potrebbe la spesa pubblica ed imporre una patrimoniale che colpisce tutti i beni mobili ed immobili, btp esclusi. Non dimentichiamoci che perdere la fiducia dei mercati sarebbe un disastro immane.
Antonio Iannetti · 18 Settembre 2023 alle 18:32
basta comprare bot che non sono compresi nelle Cacs o BTP con scadenza minore ai 12 mesi anche loro non compresi in caso di Cacs.
va detto!
Davide Marciano · 19 Settembre 2023 alle 8:16
No, non va detto perché io sono qui a commentare il BTp Valore, non a dire alle decine di migliaia di persone che leggeranno questo articolo come devono investire i soldi.
Non mi compete e non è questa la sede.
In più i BOT sono un’altra cosa, stiamo confrontando le pere con le mele.
Last but not least, il mondo è pieno di strumenti finanziari: non ci ha prescritto il medico di acquistare i titoli del governo italiano.
Un caro saluto!