AcomeA Paesi Emergenti: Quando Investire e Quando Lasciar Perdere

Vorresti sapere se conviene o no sottoscrivere il fondo AcomeA Paesi Emergenti? Per questo motivo stai cercando recensioni e opinioni sul web?

Benvenuto su Affari Miei, il blog di finanza personale #1 in Italia, dove puoi trovare recensioni aggiornate su tutti i principali strumenti di risparmio e investimento.

Oggi analizzo proprio questo fondo azionario commercializzato e gestito da AcomeA SGR. Con il KIID sottomano porto alla luce vantaggi e svantaggi del prodotto, toccando tutti i punti importanti che riguardano la politica di investimento, lo stile di gestione, le modalità di sottoscrizione delle quote, l’utilizzo dei proventi, e naturalmente i rischi e i costi. 

In fondo all’articolo trovi alcuni buoni consigli da parte mia su come fare una scelta consapevole, perché alla fine tu sei l’unico che può stabilire se AcomeA Paesi Emergenti è l’investimento adatto alle tue esigenze.

Cominciamo subito!

Portafoglio e politica d’investimento

Stiamo analizzando un fondo azionario con focus sui Paesi emergenti. Sai sicuramente che investire in azioni è rischioso, ma forse non sai che investire nelle economie emergenti lo è ancora di più.

I Paesi emergenti sono tutte quelle nazioni di recente industrializzazione caratterizzate da una crescita economica rapida (Asia, America Latina, Europa dell’Est, Medio Oriente e Africa). 

Il sistema polito-economico di questi paesi è però meno solido e strutturato di quello dei Paesi sviluppati. Se il guadagno potenziale è maggiore lo sono anche i rischi annessi, tra cui il rischio di cambio.

Il fondo ha però il vantaggio di poter diversificare l’investimento su più aree geografiche e settori dell’economia, riducendo così l’esposizione al rischio. 

La selezione dei titoli viene effettuata “sulla base di analisi economico-finanziarie per l’individuazione di società che presentano un potenziale di rialzo delle quotazioni nel medio/lungo periodo.

NON si tratta di un investimento breve!

Il benchmark utilizzato come riferimento per la definizione del profilo di rischio/rendimento è l’indice: FTSE All World All Emerging Total Return in Euro. 

Lo stile di gestione è chiaramente attivo, quindi il gestore può fare una asset allocation tattica per cogliere, di volta in volta, le migliori opportunità offerte dal mercato.

Composizione del portafoglio

Se guardiamo nel dettaglio cosa c’è dentro al paniere di attività finanziare troviamo i paesi con il peso maggiore: Cina (27,14%); Brasile (9,88%); Corea Del Sud (8,91%); Taiwan (7,75%).

I settori economici che hanno la fetta più grande sono: quello dei servizi (13,61%); finanziario (13,20%); industriale (12,19%); delle telecomunicazioni (12,14%); materie prime (10,61%); tecnologico (10,48%).

Le principali valute sono il dollaro di Hong Kong il dollaro USA.

Profilo di rischio/rendimento

Se investire nei Paesi emergenti è rischioso, significa che i titoli sono più volatili e i livelli di garanzia e protezione offerti dagli emittenti sono bassi. Aggiungi il rischio di cambio perché le azioni sono denominate in valute estere.

L’indicatore sintetico, che valuta il fondo in base al suo profilo di rischio/rendimento, ci dice che AcomeA Paesi Emergenti può realizzare rendimenti potenzialmente più alti a fronte di un rischio importante, valutato al grado 6.

Se la tua sopportazione della volatilità non è adeguata al livello 6 dovresti pensare di cambiare fondo.

Modalità di sottoscrizione delle quote

L’investimento si realizza sottoscrivendo delle quote corrispondenti alla cifra versata. A tua scelta puoi effettuare un versamento unico (un PIC) o aprire un piano di accumulo del capitale (il PAC). 

Nel primo caso devi rispettare la soglia minima di investimento di 100€. Se invece investi con il PAC puoi versare a rate, minimo 50€. 

Le quote del fondo non sono tutte uguali ma sono divise in classi. La Classe A1 è riservata a chi entra nel fondo in regime di “adeguatezza”, ovvero con la mediazione della SGR o della banca, che verificano l’adeguatezza del profilo del cliente rispetto allo strumento di investimento.

Le quote di Classe A2 sono invece riservate ai clienti che entrano nel fondo in modalità “execution only”, ovvero sempre tramite la SGR o gli intermediari, ma su libera iniziativa. La società o la banca si limitano alla semplice trasmissione degli ordini del cliente senza sottoporlo alla verifica di adeguatezza del suo profilo finanziario. 

Questa scelta può essere imprudente se non si hanno conoscenze finanziarie sufficienti, però ha il vantaggio di godere di un regime commissionale agevolato.

Disinvestimento e utilizzo dei proventi

Puoi chiedere il rimborso del valore delle tue quote in qualunque momento, basta inviare una richiesta scritta alla SGR.

Il rimborso può essere totale o parziale a seconda delle tue esigenze. Occhio che la cifra rimborsata viene calcolata sulla base del valore unitario della quota in quel giorno, assicurati che sia il momento opportuno per disinvestire.

Entrambe le classi A1 e A2 sono ad accumulazione dei proventi, per cui gli utili maturati sono reinvestiti nel patrimonio del fondo.

Oneri

Quali spese devi sostenere per investire con AcomeA Paesi Emergenti? Guardiamo il prospetto dei costi, il miglior metro di paragone tra due e più fondi simili. 

A parità di obiettivi e profilo di rischio, il fondo che costa meno è tendenzialmente quello che ti fa guadagnare di più – molto semplice.

Ecco le spese del contratto:

  • Spese una tantum prelevate prima o dopo l’investimento, applicabili esclusivamente alle quote di Classe A1: spesa di sottoscrizione max 4%; spese di rimborso max 4%;
  • Spese correnti prelevate dal fondo annualmente. Classe A1: 2,13%;  Classe A2: 1,02%;
  • Spese di overperformance: il 20% della differenza positiva tra l’aumento di valore della quota e la variazione percentuale del benchmark nel medesimo periodo. 

Il profilo tariffario della Classe A1 è decisamente sconveniente. Il 4% di spese di sottoscrizione è altissimo, si mangia subito una grossa fetta del capitale versato, ancor prima che sia investito.

Rendimenti storici

Infine, diamo un’occhiata ai rendimenti realizzati dal fondo in passato. Ti ricordo che non sono indicativi di quelli futuri, ma ti servono semplicemente per capire se le politiche di investimento adottate sono state efficaci.

Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione riguardano un arco di 10 anni. Com’era prevedibile, i risultati sono stati molto altalenanti: il fondo ha realizzato rendimenti significativi, ma alternati ad anni in cui è andato in perdita.

Il grafico ci fa capire che l’andamento dell’investimento è un continuo sali e scendi, adatto solo a chi ha una propensione per tutto questo. 

I risultati registrati includono le spese correnti, l’eventuale commissione di performance e i costi di transazione, perciò il rendimento è diverso in base alla classe di quote. 

La Classe A1 ha reso di meno rispetto alla Classe A2 a causa delle commissioni più alte. Però non sono calcolate le spese di ingresso, quindi devi aggiungere il fatto che il capitale investito è ridotto di un eventuale 4% – fin dall’inizio avrai una cifra più bassa di quanto versato.

Opinioni di Affari Miei sul fondo AcomeA Paesi Emergenti

Alla fine della recensione hai finalmente chiaro cosa comporta un investimento nelle economie emergenti. Il vantaggio è tale solo se i tuoi obiettivi sono allineati con la politica di investimento del fondo e il profilo di rischio. 

Devi però approcciare questo paniere di strumenti finanziari nell’ottica di fare un investimento diversificato. Fondi del genere andrebbero affiancati ad altre attività più sicure che danno maggiori garanzie.

Meglio avere un portafoglio bilanciato insomma, anziché raccogliere tutte le risorse in un unico paniere.

Inoltre, ti serve un orizzonte temporale di diversi anni affinché questo investimento sia vincente, altrimenti è meglio puntare su altro.

Prima di investire confronta il fondo con la concorrenza

Prima di investire nel fondo AcomeA Paesi Emergenti dovresti anche valutare l’impatto dei costi. 

Io sono un po’ scettico, non perché nutro delle riserve riguardo alla SGR, anzi, ha dato spesso segnali di volersi rinnovare proponendo prodotti in linea con le nuove esigenze del mercato. Ma perché un 4% di spese di sottoscrizione è tantissimo

È vero che il profilo commissionale della Classe A2 è più conveniente, ma è anche vero che i risparmiatori che hanno poche conoscenze non dovrebbero investire senza la guida della banca o della SGR. 

Ecco il perché dico sempre: che la cosa più conveniente è investire sulla formazione.

La formazione ha precedenza su tutto

Prima della scelta dello strumento ci deve essere la definizione della strategia. Senza la definizione dei tuoi obiettivi, e senza un’adeguata pianificazione, non andrai molto lontano, anzi, rischierai di fare scelte sbagliate. 

Per poter investire in modo consapevole, senza dipendete dalle banche e dai consulenti, quello che ti occorre è un minimo di formazione finanziaria.

Vuoi conoscere il grande imbroglio che sta dietro all’industria del risparmio gestito e i pericoli che stai correndo senza saperlo? Cosa aspetti a investire con buon senso?

Conclusioni 

La formazione sta a monte. Studiare e informarti è un investimento che fai per te stesso, che ti renderà libero di gestire i tuoi soldi nella maniera più idonea, senza lasciarti ammaliare da soluzioni facili, senza che siano gli altri a decidere per te. 

Se non sai da dove iniziare puoi appoggiarti alle risorse che rendo disponibili su Affari Miei:

Io ti saluto e ti auguro di fare la scelta giusta per le tue tasche. A presto! 


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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