Eurizon Progetto Italia 40 Classe PIR: Portafoglio, Costi e Performance

La tua banca ti ha proposto di investire nel fondo Eurizon Progetto Italia 40 Classe PIR oppure sei orientato verso questo prodotto per tua scelta, in ogni caso, prima di sottoscrivere delle quote ti conviene leggere la mia recensione.

I fondi comuni di investimento hanno molti vantaggi ma possono farti perdere soldi e tempo se li scegli male. Il mio obiettivo è analizzare il KIID (Key Investor Information Document) del prodotto per aiutarti a comprendere se è adatto alle tue necessità.

Nell’articolo troverai informazioni su: la politica di investimento, la composizione del portafoglio, lo storico delle performance, i costi diretti e indiretti, le modalità di sottoscrizione, disinvestimento e di utilizzo di proventi.

In più, ti darò qualche ottimo consiglio.

Buona lettura.

Profilo del fondo

Eurizon Progetto Italia 40 Classe PIR è un fondo a gestione attiva controllato da Eurizon Capital, nota SGR facente parte del Gruppo Intesa San Paolo. Cominciamo inquadrando le sue caratteristiche principali.

Prima di tutto, la “Classe PIR” indica che il fondo è riservato ai risparmiatori che sono interessati a costruire un Piano individuale di risparmio (PIR) a lungo termine, ossia una forma di investimento incentivata fiscalmente.

Infatti si può beneficiare dell’esenzione dalla tassazione dei redditi finanziari se il PIR è mantenuto per almeno 5 anni. Ma in cosa consiste l’investimento? 

L’obiettivo della gestione è far crescere il capitale raccolto investendo principalmente in azioni e obbligazioni di imprese italiane. Quando il portafoglio include sia strumenti azionari che obbligazionari, in proporzioni più o meno equilibrate, significa che il fondo è di tipo “bilanciato”.

Portafoglio e benchmark di riferimento

Il fondo è gestito in maniera attiva rispetto ad un benchmark, cioè un mix di indici che fanno da punto di riferimento nella composizione del portafoglio e nella misurazione delle performance raggiunte.

Fanno parte del benchmark:  

  • ICE BofAML Italy Corporate 1-5 yr Custom Index (50%), indice rappresentativo delle obbligazioni corporate italiane;
  • FTSE MIB (10%), l’indice azionario che include le prime 40 società italiane per capitalizzazione; 
  • FTSE Italia Mid Cap (20%);
  • JP Morgan GBI Global in euro (10%);
  • MSCI World in euro (10%), importante paniere di azioni rappresentative dei paesi più industrializzati.

Il portafoglio è così strutturato: la fetta più importante è composta da titoli obbligazionari di emittenti italiani con scadenze comprese tra 1 e 5 anni. Sono anche previsti dei titoli governativi internazionali per migliorare il profilo di rischio/rendimento.

Il 30-50% del patrimonio è investito in titoli azionari di società italiane, soprattutto a media capitalizzazione. È inoltre prevista una diversificazione sui mercati azionari internazionali.

Il fondo NON replicare fedelmente la composizione del benchmark e può fare scelte anche significativamente diverse – questo è il senso della gestione attiva.

Profilo di rischio/rendimento

Diamo un’occhiata all’indicatore di rischio/rendimento che riporta il livello di redditività, ma anche di pericolosità, dell’investimento. Il fondo è valutato su una scala da 1 a 7, rispettivamente il rischio più basso e quello più alto. 

Eurizon Progetto Italia 40 si colloca al valore 4, esattamente a metà dell’indicatore. 

Il fondo è sufficientemente rischioso e i rendimenti attesi saranno maggiori rispetto a quelli raggiunti da un fondo interamente obbligazionario. Chi cerca una via di mezzo tra un investimento piatto e uno stroppo volatile, sicuramente apprezzerà questo portafoglio più bilanciato. 

Modalità di sottoscrizione, uscita e utilizzo dei proventi

Il fondo è di tipo “aperto”, perciò si può entrare ed uscire dall’investimento in qualsiasi momento. Ne consegue che il patrimonio complessivo del fondo e il valore delle quote varia continuamente. 

La partecipazione avviene con un investimento minimo di 500 euro, sottoscrivendo un tot di quote corrispondenti alla cifra totale investita. Il PIR è l’unica modalità di sottoscrizione per questa classe di quote.  

La politica di distribuzione dei proventi è ad accumulazione, ciò vuol dire che gli utili maturati ogni anno non sono distribuiti ma reinvestiti nel fondo stesso.

I costi 

Analizziamo finalmente il prospetto dei costi, forse la parte più importante del KIID perché ci serve per valutare la reale convenienza dell’investimento, infatti le spese hanno lo svantaggio di mangiarsi parte del capitale e del rendimento realizzato. 

Le spese che devi sostenere per l’investimento si suddividono in:

  • Spese di sottoscrizione una tantum pari all’1,50%;
  • Spese di rimborso per uscire dal fondo, non previste;
  • Spesa corrente prelevata dal fondo ogni anno pari all’1,49%, di cui lo 1,40% per pagare il gestore;
  • Commissione annua legata al rendimento, pari al 10% della differenza tra l’incremento del valore delle quote del fondo e l’incremento del benchmark. 

 

 

Posso dirti, avendo analizzato molti fondi, che questo ha dei costi decisamente alti.

Rendimenti storici

All’interno del KIID è sempre presente almeno un grafico che illustra le performance passate. Questi dati non possono darti garanzie riguardo i rendimenti futuri, tuttavia è opportuno buttare sempre un occhio.  

Nel nostro caso dobbiamo scontrarci col fatto che Eurizon Progetto Italia 40 è operativo solo dal 2017, perciò non è possibile avere uno storico delle performance su un arco temporale significativo. Fare delle considerazioni adesso può essere fuorviante.

Ci tengo però a sottolineare che la gestione attiva non è sempre garanzia di “risultati migliori”, spesso e volentieri i fondi registrano performance mediocri rispetto al mercato di riferimento.

Opinioni di Affari Miei su Eurizon Progetto Italia 40 Classe PIR

Abbiamo finito di analizzare il fondo Eurizon, cosa possiamo concludere? Conviene investire? 

Non posso darti una risposta categorica perché ci sono molte valutazioni da fare in base a qual è la tua strategia di investimento, il tuo profilo di rischio/rendimento e quali strumenti hai già in portafoglio.

Un investimento che non è coerente con i tuoi obiettivi e le tue possibilità difficilmente potrà essere fruttuoso, viceversa, ogni strumento, se ben utilizzato e compreso, è potenzialmente utile.

Quando è una scelta coerente e quando non lo è

Un fondo misto, in parte obbligazionario e in parte azionario, è pensato per i risparmiatori con un profilo di rischio medio, e con aspettative di crescita non elevate ma neppure troppo modeste. Sta al gestore la capacità di bilanciare le varie componenti del portafoglio senza rischiare di eccedere da un lato piuttosto che dall’altro.

Se la tua propensione al rischio è molto bassa ti consiglio di lasciar perdere questo fondo perché la percentuale in paniere di strumenti più volatili potrebbe sempre aumentare – considera che la dicitura “fondo bilanciato” è ampiamente interpretabile.

Un altro fattore da considerare attentamente è la modalità di sottoscrizione. In questo caso hai una sola alternativa: aprire un piano individuale di risparmio a lungo termine

Se ciò corrisponde alle tue esigenze, è tutto ok. Potrai investire nel panorama italiano e sostenere le nostre aziende, e potrai anche beneficiare di un vantaggio fiscale.

Diversamente, se l’investimento PIR di lungo periodo non è contemplato dal tuo programma, allora è presto detto, devi puntare su altri fondi.

Ma prima dello strumento definisci la tua strategia 

Il panorama degli strumenti di investimento è molto ampio, non necessariamente i fondi comuni a gestione attiva sono la soluzione migliore, visti i costi generalmente alti e i molti dubbi in merito alle scelte operate dal gestore (più o meno alla luce del sole).

Ti consiglio intanto di leggere la guida che ho scritto su ciò che devi sapere prima di investire nei Fondi Comuni.

 

Ad esempio, io ho scelto di occuparmi direttamente delle mie finanze. Mi piace sapere con esattezza dove e come sono investiti i miei capitali; a parità di condizioni mi piace spendere il meno possibile in commissioni di gestione. 

Non voglio dire che i fondi comuni sono strumenti da evitare, però capita a volte che non siano coerenti con le esigenze del risparmiatore, ecco perché bisognerebbe prima definire gli obiettivi e la propria strategia di investimento.

Iniziando a informarti e a studiare otterrai dei vantaggi importanti. Anzitutto sarai più autonomo nelle tue scelte e poi non ti farai fregare da chi vuole venderti soluzioni preconfezionate.

Puoi cominciare a formarti con il video corso gratuito “Investi con Buon Senso”, in cui ti mostro i rischi a cui sei esposto come investitore e le opportunità che puoi cogliere avendo le conoscenze giuste.

Se ti interessa invece una formazione avanzata allora dai uno sguardo alla recensione di “Fast Investments Planner”, il nuovo servizio di informazione finanziaria di Affari Miei.

Grazie alle informazioni elaborate dal Centro Studi di Affari Miei, potrai avere accesso a report, webinair e portafogli modello da imitare per mettere a punto investimenti tarati sul tuo profilo di rischio e sui tuoi obiettivi, ma in autonomia.

Conclusioni

La strategia viene prima della scelta degli strumenti per investire, ma senza una corretta informazione non è possibile definire in modo efficace gli obiettivi e il percorso per realizzarli.

Ecco perché creo continuamente contenuti altamente formativi, ma poiché mi piace fare informazione gratuita cerco soprattutto di arricchire le tematiche del mio blog. 

Per quelli come te che stanno muovendo i primi passi nel mondo degli investimenti ho realizzato dei percorsi guidati di investimento, specifici per le varie fasi della vita:

Spero che darai un’occhiata ai contenuti che ti ho linkato, io ti saluto e ti auguro buoni investimenti!


Scopri che Investitore Sei

Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei Società di Consulenza Finanziaria Indipendente
Ha iniziato il suo percorso nel 2014 scrivendo i primi articoli su Affari Miei. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente.

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