Pensione Integrativa Generali: Conviene Valore Pensione? Opinioni, Costi e riscatto
Il problema della previdenza è molto sentito nel nostro Paese: abbiamo detto più volte dei dati choc delle pensioni per i prossimi anni. Oggi parleremo della pensione integrativa “Valore pensione” di Generali, un piano individuale pensionistico di tipo assicurativo.
Conviene farlo? Andiamo a riportare un po’ di opinioni, a valutare i costi, i rischi, i vantaggi e gli svantaggi, le modalità di riscatto e tutte le caratteristiche tipiche di questo fondo pensione.
L’articolo non è da intendersi come promozionale e i dati che si riportano non devono mai essere sostitutivi di una lettura della nota informativa preliminare alla sottoscrizione del contratto. Se però siete in giro sul web, in special modo su forum e blog di settore, le nostre riflessioni potrebbero tornarvi utili.
In Questo Articolo Si Parla di:
Proposte d’Investimento e Costi del Servizio
Valore Pensione è una forma pensionistica individuale attuata mediante contratto di assicurazione sulla vita.
I versamenti sono liberi, si può decidere di devolvere il TFR (se non lo si lascia in azienda) e/o destinare una quota annua.
Esistono quattro proposte di investimento:
- Gesav Global: investimento prevalente in obbligazioni, con garanzia (la spieghiamo di seguito);
- A. G. Europea Equity: investimento prevalente in azioni, per profilo di rischio medio-alto;
- moderata europea e bilanciata europea: sono due linee di investimento che combinano le prime due opzioni.
Passiamo ora ai costi diretti nella fase di accumulo che riportiamo in figura: non ci sono spese di adesione ma costi sui versamenti in percentuale: dalla nota informativa si legge 4,75% del contributo, prelevato all’atto di ciascun versamento.
Per i nuovi aderenti a forme pensionistiche complementari individuali di Generali, con età al massimo di 40 anni compiuti all’atto dell’adesione e che scelgono la modalità di pagamento addebito diretto SEPA Direct Debit (SSD), i versamenti effettuati nei primi due anni a partire non sono gravati dal costo in esame.
Oltre a questi ci sono costi indiretti evidenziati sempre nella tabella che riportiamo. Per fare lo switch, cioè cambiare fondo durante gli anni, si paga 60 euro tranne per la prima operazione che è gratuita.
I costi sono presenti in tutti i prodotti: come abbiamo detto in altre occasioni, la comparazione va fatta riguardo ai costi applicati e non soltanto sul rendimento promesso o ipotizzato.
Può tornare utile, poi, dare uno sguardo all’indicatore sintetico dei costi: l’indicatore sintetico dei costi rappresenta l’incidenza percentuale annua dei costi sulla posizione individuale maturata, stimata facendo riferimento ad un aderente tipo che versa un contributo annuo di 2.500,00 euro ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%.
Chiaramente se il rendimento è inferiore, il costo aumenta: tenete presente che alla lunga i rendimenti dovrebbero sempre andare in attivo, ma non è un fatto matematico e scontato.
L’indicatore sintetico è una stima a cui bisogna aggiungere tutti gli altri costi per capire effettivamente a quanto ammonta il premio netto: per fare prima, conviene chiedere per iscritto all’assicurazione un prospetto, dato che sulla nota informativa sono tenuti ad indicare solo la stima.
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Come Funziona la Pensione Integrativa di Generali
Elencati i costi, andiamo a capire precisamente come funziona il prodotto. Raggiunta l’età pensionabile, è possibile ricevere una rendita vitalizia erogabile mensilmente, semestralmente o annualmente.
È prevista la facoltà per l’aderente di richiedere in forma di capitale un importo fino al 50% del montante, cioè dei soldi versati negli anni.
Di conseguenza si riduce la rata di rendita relativa alla pensione complementare.
Per gli aderenti “vecchi iscritti” (ovvero di prima adesione alla previdenza complementare anteriore al 28 aprile 1993 e che non abbiano mai riscattato la posizione), tale facoltà è ampliata fino al 100%.
Durante gli anni, in caso di premorienza la posizione individuale che viene eventualmente erogata agli eredi dell’aderente o ai diversi beneficiari indicati dallo stesso è maggiorata di una quota pari allo 0,5%. Tale copertura assicurativa è obbligatoria e si attiva automaticamente al momento dell’adesione.
Se ho bisogno di denaro, posso chiedere prima i soldi? Si, ma solo a determinate condizioni:
- in qualsiasi momento, per un importo non superiore al 75%, per spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni relative a sé, al coniuge e ai figli per terapie ed interventi straordinari;
- decorsi otto anni di iscrizione, per un importo non superiore al 75%, per l’acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile, oppure per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione, relativamente alla prima casa di abitazione;
- decorsi otto anni di iscrizione, per un importo non superiore al 30%, per ulteriori esigenze.
E’ sicuro questo prodotto?
La prima modalità di investimento, come abbiamo anticipato, presenta una garanzia: essa prevede che al momento dell’esercizio del diritto al pensionamento la posizione individuale non potrà essere inferiore ai contributi netti versati nella linea (al netto di eventuali anticipazioni non reintegrate o di importi riscattati) maggiorati di una misura pari all’1%.
Opera la stessa garanzia, poi, in alcune ipotesi particolari precedenti al pensionamento, in particolare in caso di:
- decesso;
- invalidità permanente che comporti la riduzione dell’attività lavorativa a meno 1/3;
- inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi.
Passiamo, infine, all’aspetto fiscale. I contributi versati nella previdenza complementare Valore Pensione di Generali sono deducibili, come tutti i prodotti di questo genere, dal reddito fino al valore di 5.164,57 euro.
Nel calcolo del limite non viene considerato il flusso del TFR conferito, mentre va incluso il contributo eventualmente versato dal datore di lavoro. In caso di iscrizione a più forme complementari, nel calcolo della deduzione si deve tener conto del totale delle somme che vengono annualmente accantonate.
Conviene sottoscrivere Valore Pensione?
Passiamo ora alla fase finale della nostra recensione: vale la pena oppure no versare denaro in un piano individuale pensionistico?
Alla luce dei costi che vengono applicati (considerate sempre i costi quando comparate più prodotti) e dei rendimenti non altissimi, non ci pare essere un investimento molto intelligente considerando la precarietà del lavoro e delle situazioni economiche delle famiglie.
Come abbiamo visto, infatti, si può prelevare parte del denaro e solo a determinate condizioni. Tuttavia va considerato il vantaggio fiscale che rende questo tipo di prodotto migliore rispetto ad una normale polizza vita destinata al risparmio, generalmente anche più costosa per chi versa.
Nel decidere, tenete presenti questi aspetti. Specie se avete la necessità di abbattere il reddito e pagare meno imposte (i lavoratori autonomi soprattutto hanno generalmente questa esigenza), la deduzione integrale è decisamente interessante.
Il consiglio è, se avete bisogno di un PIP, di confrontare tutti i costi dei vari prodotti e scegliere quello con meno caricamenti.
Il vostro parere è per noi molto importante: se avete trovato utile questo post condividetelo sui social network e/o lasciate un commento.
Ulteriori risorse utili
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2 Commenti
Fabio · 10 Giugno 2017 alle 18:26
Salve, ho 46 anni e da 17 anni sono amministratore di una srl con contratto co.co.co, so che alla fine della vita lavorativa la pensione che mi spetterà sarà molto bassa, aggiungo che non percepirò neanche il TFR, quindi alla luce di tutto ciò cosa mi consiglia per rendere la mia vita post-lavorativa almeno dignitosa?
Grazie.
Fabio
Valerio · 16 Gennaio 2017 alle 10:18
Salve, sono un ragazzo di 19 anni che si ritrova a lavorare per un’azienda con più di 50 dipendenti. Cosa mi consiglia e perché? Io, dopo aver letto un po’ di cose a riguardo, tenderei di più ad affidarmi ad una gestione privata, contando che fino a Febbraio 2019 sono con l’apprendistato professionalizzante e, a meno di improvvisi cambiamenti di direzione dell’azienda, poi il rapporto dovrebbe proseguire (sono il più giovane neo-diplomato assunto da tale azienda, quindi si suppone che non sia un rapporto di lavoro a breve termine). Quindi sarei tentato di affidarmi, maggiormente, ad una gestione privata. Ho contattato Generali, ma lei ha altro da propormi che ritiene valido? Ho notato che i costi di generali non sono molto bassi. Ho letto di Cometa, ma ho anche letto l’imposta del 23% che mette sulla riscossione del tfr.
Grazie in anticipo, Valerio