Come Recuperare le Minusvalenze sugli Investimenti?

Molti miei lettori non sanno cosa fare con le minusvalenze originate dalle attività di investimento; sovente mi interpellano per avere dei suggerimenti:

“Davide, devo dichiarare le minusvalenze? È possibile recuperarle? Come devo fare?”

In genere rispondo che: sì, in certi casi le minusvalenze sono recuperabili ma non sempre, in base ai casi la faccenda è più o meno semplice ma, prima di tutto, devi chiederti se ti conviene.

Siccome questo argomento può interessare tutti i risparmiatori che hanno dei titoli sul conto o che vogliono cominciare a investire, ho deciso di scrivere una breve guida sul tema: come comportarsi in caso di minusvalenze per non commettere errori inutili.

Buona lettura.

Minusvalenze: cosa sono?

Una veloce spiegazione può far comodo a chi non è ferrato in fatto di investimenti e non sa cosa sono le minusvalenze.

Le minusvalenze, esattamente come le plusvalenze, sono un possibile risultato dell’investimento in strumenti finanziari. Infatti quando acquisti e poi vendi un titolo o un prodotto finanziario puoi ottenere due cose:

  • un guadagno, ossia una plusvalenza;
  • oppure una perdita, detta minusvalenza.

Mentre le plusvalenze rappresentano il capital gain, cioè la differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, le minusvalenze rappresentano le perdite realizzate a seguito della liquidazione del titolo – il capital loss dato dalla differenza negativa tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita.

Quando si hanno delle minusvalenze è spontaneo cercare di compensarle con delle plusvalenze ottenute da altri investimenti, ad esempio vendendo delle azioni in utile, oppure comprando e rivendendo appositamente dei titolo per realizzare un guadagno in tempi brevi.

Ma soprattutto, con una pianificazione efficace della fiscalità è possibile ridurre l’impatto delle minusvalenze e colmare il gap che si è creato.


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Cosa stabilisce il fisco italiano 

È risaputo che sul capital gain si pagano naturalmente delle imposte, il guadagno è infatti tassato con aliquota del26%in fase di dichiarazione dei redditi.

Ma quando si realizza una perdita la situazione è diversa, una minusvalenza genera infatti un credito fiscale della durata di 4 anni che può essere sfruttato a tuo favore (poi ti spiego come).

Se investi tramite il tuo conto bancario sarà la banca stessa a comportarsi da sostituto d’imposta, a calcolare e registrare le tue minusvalenze (proprio come fa con le plusvalenze) – quindi con il regime di risparmio amministrato non devi fare nulla.

Diversamente, in caso di regime dichiarativo, ti devi occupare tu stesso di registrare i tuoi guadagni, e dovrai anche tenere conto delle eventuali perdite se vuoi sfruttare il credito fiscale.

Come compensare le minusvalenze

Il fisco dà la possibilità di compensare le minusvalenze con le plusvalenze realizzate nell’arco dello stesso anno, in pratica si riduce la parte di guadagno tassabile in proporzione al credito fiscale accumulato sulle minusvalenze.

In mancanza di utili immediati il credito viene accantonato, e nei 4 anni successivi potrà essere colmato da eventuali guadagni realizzati; oltre i 4 anni si perde il beneficio fiscale.

Il problema è che il regime fiscalefunziona in modo diverso a seconda dello strumento finanziario.

Quali strumenti finanziari consentono di recuperare le minusvalenze

Ora seguimi con attenzione perché la faccenda è un po’ intricata. Le minusvalenze non sono sempre recuperabili, dipende se le rendite finanziarie rientrano nella categoria dei redditi di capitale o dei redditi diversi. Analizziamo caso per caso…

La situazione più semplice è quando si hanno delle minusvalenze e delle plusvalenze che rientrano nella categoria dei redditi diversi, quelli derivanti dalla negoziazione, cessione o rimborso di strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, certificates e altri derivati.

Le minusvalenze originate da queste attività possono essere compensate con le plusvalenze generate da attività simili; se liquidi un titolo in perdita e poi ne vendi un altro in utile paghi solo le imposte sulla differenza di guadagno.

La compensazione delle minusvalenze NON può avvenire con i redditi di capitale, cioè le rendite generate da: interessi su conti correnti e di deposito, cedole periodiche su Titoli di Stato e obbligazioni, distribuzione dei dividendi, investimenti in fondi comuni ed ETF.

Per, quando si tratta di fondi comuni di investimento e di ETF la faccenda si complica ulteriormente: le plusvalenze ottenute sono considerate redditi di capitale, quindi non adatte alla compensazione, mentre le minusvalenze sono considerate redditi diversi.

Ne consegue che possono essere recuperate con le plusvalenze derivanti dalla negoziazione di azioni, obbligazioni e certificates (redditi diversi), ma non dai guadagni ottenuti con gli stessi fondi ed ETF (redditi di capitale).

Due strategie per recuperare le minusvalenze

Alla fine, per recuperare le eventuali perdite dal punto di vista fiscale puoi adottare due strategie:

  • puoi diversificare il tuo portafoglio scegliendo strumenti finanziari di diverse categorie in modo da avere redditi diversi che possano compensarsi a vicenda – per dire, se investi esclusivamente nel risparmio gestito diventa impossibile recuperare le minusvalenze;
  • puoi acquistare certificates appositamente per recuperare le minusvalenze pregresse; si tratta di strumenti ad alto rischio, perciò ne sconsiglio l’utilizzo, soprattutto se sei un principiante.

Minusvalenze: conviene sempre recuperarle?

Ho affrontato il tema nel corso di un episodio di SoSoldi!, trovi la registrazione qui:

Finora ho trattato l’argomento minusvalenze partendo dal presupposto che devono essere recuperate per forza. In realtà non è un’azione prioritaria e trovo ci siano obiettivi ben più importanti da perseguire.

Mi spiego meglio, molti investitori si fissano su questa cosa perdendo di vista ciò che conta davvero – recuperare le minusvalenze è una possibilità che hai ma non deve diventare un’ossessione; se ci riesci prima che il credito vada in scadenza hai fatto un affare, altrimenti pazienza, concentrati sui tuoi investimenti futuri e non su quello che è andato perso.

Il rischio è di impostare la strategiadi investimento sul recupero del credito fiscale: anziché selezionare gli strumenti più indicati a far crescere il capitale, si sottoscrivono strumenti che hanno l’obiettivo di produrre un guadagno immediato per colmare le minusvalenze.

Questa operazione può essere molto rischiosa perché necessita di mettere in portafoglio strumenti e titoli anche pericolosi, che devono rendere in breve tempo. Secondo me, generare capital gain per colmare le minusvalenze, anziché per crescere, è una strategia discutibile.

Oltretutto, con un investimento ben pianificato, di diversi anni, riduci il rischio di avere delle perdite: finché non chiudi l’investimento in negativo non possono esserci minusvalenze. Con un orizzonte temporale ampio è più facile che si creino le condizioni giuste per disinvestire.

In base alla mia esperienza, per capirci, 9 volte su 10 (e se sei arrivato qui cercando una risposta sei esattamente in questa situazione) chi cerca di recuperare le minusvalenze sta sostanzialmente cercando di “raddrizzare” investimenti sbagliati fatti in passato.

Investimenti, spesso, dettati dalla foga di voler guadagnare a tutti i costi o, cosa ancora più grave, dalla non conoscenza degli strumenti finanziari.

Negli anni ho visto sfilare decine di persone che hanno provato a fare trading senza successo o hanno venduto fondi in perdita, spaventati dalle oscillazioni dei mercati.

Se ti trovi in questa situazione non devi perdere il tempo a recuperare le minusvalenze (magari comprando qualche bel certificato “impacchettato” ad arte dalla stessa banca che ti ha venduto i fondi 3 anni fa ed ora ti deve far “recuperare”) ma, piuttosto, è la volta buona che ti formi per costruirti una solida cultura finanziaria (qui c’è un ottimo punto di partenza).


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In conclusione…

Recuperare le minusvalenze può essere opportuno se ci sono le condizioni per farlo, ma non deve diventare il focus della tua strategia. Il tuo obiettivo finanziario è crescere, eventuali perdite vanno messe in conto perché fanno parte del sistema.

Ho insistito tante volte sulla necessità di mettere a rischio solocapitali che puoi permetterti di perdere. Se sei così suscettibile ai risultati negativi allora devi rivedere la tua strategia di partenza. La pianificazione viene prima di tutto, altro che pensare alle minusvalenze!

Ti consiglio caldamente di approfondire il tema tramite il video-corso gratuito “Investi con Buon Senso”.

Se invece vuoi imparare un metodo professionale per pianificare i tuoi investimenti, allora leggi la recensione di “Fast Investments Planner”, il nuovo servizio di informazione finanziaria avanzata di Affari Miei.

Il miglior modo per iniziare a gestire i tuoi soldi è formarti, non perdere troppo tempo con le minusvalenze, crea subito una vera strategia per crescere finanziariamente:

Alla prossima!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Investimenti

1 Commento

ALBERTO SASSAROLI · 24 Ottobre 2023 alle 19:16

Ho trovato molto interessante la spiegazione sulla gestione delle minusvalenze

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