Vivere Nei Paradisi Turistici Fa Schifo… Ecco Perchè

Oggi voglio parlare di turismo e finanza: come forse sai, amo creare connessioni tra tutti gli argomenti possibili e immaginabili!  Una delle mie passioni è l’avventura on the road: zaino in spalla, auto a noleggio e centinaia di chilometri alla scoperta della natura, di borghi e di comunità in giro per l’Europa.

Sui social mi chiedevano cosa pensassi dell’idea di vivere in uno dei posti fotografati e, secco, ho risposto che i vivere nei paradisi turistici è il peggio in assoluto per le proprie finanze.

Lo dico con cognizione di causa, se hai letto il mio libro e mi segui da un po’ ormai lo sai, perché sono nato e cresciuto in uno delle località turistiche più belle e care del mondo.

Perché finanziariamente è una sciocchezza vivere in questi luoghi? Seguimi per qualche minuto.

Ecco cosa comporta vivere nelle località turistiche

Nelle località turistiche l’economia gira, per prima cosa, intorno al business dell’ospitalità.

Ormai con il web anche il più cretino del villaggio può mettere una bettola online ed affittarla a prezzi migliori rispetto a quelli che gli pagherebbe un residente.

Ciò, inevitabilmente, fa aumentare gli affitti ed il valore degli immobili.

Per un singolo, dunque, è molto costoso “contendere” una casa ad un turista – è il mercato, bellezza! – ed è ancor più difficile acquistare per sé, specie se percepisce uno stipendio normale e non ha l’aiutino di mamma e papà.

La casa è una spesa essenziale che ogni famiglia deve sostenere: pagare un affitto alto è un grosso handicap a livello finanziario.

Per effetto di tutto questo, anche i prezzi dei beni di consumo subiscono il caro immobili.

Ogni pezzo di terra o cemento costa tanto, di conseguenza le attività commerciali che operano sul territorio hanno prezzi alti per compensare le elevate spese di canone di locazione.

Fare la spesa, dunque, costa di più. Anche qui, se non sei miliardario e stai progettando la tua crescita partendo da zero, mi sembra un altro ostacolo importante.

Lavorare in questi luoghi

Capitolo mercato del lavoro. Tutto quello che viene pagato tanto ha a che fare con la ristorazione e con il turismo in generale.

Se fai un lavoro di questo tipo e sei qualificato, il problema per te si riduce anche se, probabilmente, potresti trovare un impiego simile in una città che non vive soltanto di turismo tagliando comunque molte spese.

Se non hai a che fare con il turismo ed hai aspirazioni diverse, per te la condanna è la disoccupazione o la povertà perché l’economia è focalizzata su altro e perché, lavorando in un settore non “vitale”, tendenzialmente guadagni meno senza sfruttare i vantaggi del turismo ma ne paghi il prezzo.

“Vabbè, mi metto in proprio”

Anche qui, sono caxxi amari perché le attività nel settore della ristorazione sono quelle più care in assoluto da avviare partendo da zero mentre l’idea di aprire l’ennesimo B&B potrebbe rivelarsi un bagno di sangue se ti tocca comprare gli immobili (che costano un occhio e che nessuno vuole vendere).

Certo, potresti avviare attività in settori che non c’entrano nulla col turismo e con i quali puoi operare in tutta Italia o in tutto il mondo – a tal proposito, se stai pensando ad una cosa simile, guarda il mio video corso Business con Metodo che trovi al fondo della pagina- ma torneremmo al punto di partenza: perché non farlo da un’altra parte, senza pagare il “prezzo” del turismo?

La ricchezza non si misura solo sul reddito in assoluto, ma è un fatto relativo.

Tu stai bene nel momento in cui col denaro che hai a disposizione puoi comprare più beni o servizi, non stai bene per il solo fatto che stai guadagnando dei soldi.

Si ma allora come se ne esce?

A livello collettivo non c’è alternativa perché è un cane che si morde la coda.

Se la Costiera Amalfitana, tanto per prendere una meta a caso, avesse prezzi più bassi per aiutare i locali (come se potessimo controllare noi i prezzi come in URSS!), significherebbe che la qualità del turismo sarebbe calata.

Di conseguenza, meno vacanzieri, meno soldi spesi, meno ricchezza e più miseria.

Amalfi diventerebbe un paesino della Calabria depresso che vive 15 giorni l’anno e gli abitanti del posto fuggirebbero in massa perché disperati.

Ora, se non ti piace l’esempio con Amalfi, sostituiscilo con Venezia, Lago di Como, Liguria, Courmayeur o cose simili che piacciono di più a te…cambia poco.

La soluzione, come sempre, è individuale

Tu devi vivere dove ti conviene, non dove ti piace.

I ricchi vivono dove vogliono, quelli svegli vivono dove gli conviene, i poveri lo prendono in quel posto indipendentemente da se gli piace il luogo in cui vivono.

Sei ricco? Scegli il posto che ti piace di più al mondo e trasferisciti subito.

Non sei ricco ma vuoi almeno provare a diventarlo? Spostati dove ti conviene, non hai tempo da perdere perché la vita è una.

Non ci sono alternative a meno che…non sei nato ereditando nella culla 3 appartamenti, un albergo, un ristorante o qualcosa del genere che ti inchiodi in una località di mare, montagna o città d’arte.

In tutti gli altri casi, i luoghi da sogno che visiti quando vai in vacanza devono restare appunto un’esperienza da vivere per poco tempo, da turisti.

Mi auguro che questa riflessione ti sia stata di aiuto.

Ulteriori Risorse Utili

Se stai facendo queste riflessioni, forse potrebbe interessarti approfondire il tema del business (sia in un luogo turistico dove sei nato, sia altrove).

T lascio qualche guida da leggere:

In bocca al lupo!

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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