Alifond, Opinioni sul Fondo Pensione per l’Industria del Settore Alimentare: Cos’è e Come Funziona?

Cos’è Alifond? Oggi ti spiego cos’è e come funziona il fondo pensione nazionale riservato alla categoria dei lavoratori dell’industria alimentare.

Si tratta di uno strumento di risparmio e di investimento che permette, a chi vi aderisce, di costruire una rendita con la quale integrare la pensione pubblica.

In futuro, sarà sempre più difficile raggiungere i requisiti per il pensionamento, e le prestazioni dell’INPS saranno sempre più basse. Solo grazie a un’attività programmata di risparmio, condotta nel tempo, sarà possibile ovviare a questo problema.

Se sei un lavoratore del settore alimentare, dovresti considerare i vantaggi che l’investimento dei risparmi nel fondo pensione della tua categoria può offrirti rispetto ad altre forme di risparmio gestito.

Mi riferisco naturalmente ai vantaggi fiscali – grande privilegio della previdenza complementare –, ma non solo a quelli.

Cerchiamo, quindi, di capire come funziona il fondo, chi può aderirvi, quanto costa farlo, come avviene la contribuzione e la liquidazione della pensione.

Buona lettura.

Che cos’è Alifond

Probabilmente, già conosci Alifond. In tal caso, puoi saltare questa breve introduzione. Invece, per chi non sa di cosa si tratta, occorre chiarire alcuni aspetti.

Anzitutto, Alifond è un fondo pensione negoziale, destinato ai lavoratori e alle aziende dell’industria alimentare. Che cosa significa?

In genere, i fondi pensione che analizzo su Affari Miei sono dei “fondi aperti”, la cui adesione è libera e rivolta a qualsiasi categoria di lavoratori. Sono i fondi più comuni e più numerosi.

I fondi negoziali sono, invece, dei fondi chiusi. Ovvero, sono riservati a specifiche categorie di lavoratori. La loro creazione è frutto della contrattazione dei sindacati o delle associazioni di categoria, in base al contratto collettivo nazionale di lavoro.

Solitamente, si tratta di associazioni senza fini di lucro. Chi vi aderisce diventa associato e partecipa attivamente alla vita del fondo, eleggendo i rappresentanti dell’assemblea dei delegati che, a loro volta, scelgono i membri del consiglio di amministrazione.

Lo scopo delle associazioni è di garantire ai lavoratori associati la costruzione di una pensione complementare, aggiuntiva alla pensione di base, attraverso dei versamenti che si rivalutano nel tempo.

Alifond è sottoposto alla vigilanza della COVIP (la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione); ha l’obbligo di fornire periodicamente informazioni dettagliate e trasparenti sulle sue attività e sulle performance realizzate.

Si tratta, quindi, di un vero e proprio strumento di risparmio e di investimento, gestito e regolamentato. Le differenze rispetto alle altre forme di previdenza complementare sono minime, a parte la tipologia di destinatari a cui si rivolge.

Essendo, Alifond, il fondo pensione nazionale dell’industria alimentare e dei settori affini, possono aderirvi solo i lavoratori che appartengono a queste categorie.

Chi può aderire

L’adesione ad Alifond è volontaria ed è rivolta, nello specifico, a:

  • Tutti i lavoratori dipendenti dell’industria alimentare, appartenenti ai settori il cui rapporto di lavoro è disciplinato dagli accordi collettivi di istituzione del fondo;
  • Ai lavoratori dei “settori affini”, a seguito di appositi accordi stipulati dalle relative associazioni sindacali e datoriali. Con settori affini si intendono: l’industria olearia e margariniera, l’industria dei sottoprodotti della macellazione, l’industria lattiero-casearia, l’industria della panificazione, la produzione alimentare artigianale, l’industria della lavorazione della foglia del tabacco e il contoterzismo in agricoltura;

Possono aderire i lavoratori a tempo indeterminato, part-time, con contratto di formazione e lavoro, in apprendistato e con contratto a tempo determinato (purché di durata pari o superiore a 6 mesi nell’arco di un anno).

Aderire è semplice, basta chiedere il “modulo di adesione” al proprio datore di lavoro o al sindacato, oppure scaricarlo dal sito di Alifond. Dopo averlo compilato, bisogna consegnarlo alla propria impresa che lo compilerà a sua volta e lo invierà all’Associazione.

Come funziona

L’adesione ad Alifond comporta l’apertura di un conto pensionistico individuale, distinto da quello degli altri aderenti, nel quale sono raccolti i contributi versati periodicamente dall’aderente e dal suo datore di lavoro.

Durante la fase di accumulo del capitale, il fondo investe le somme versate periodicamente in strumenti finanziari, ricorrendo alla gestione di società di specializzate, selezionate con gara pubblica.

Nel momento in cui l’aderente matura i requisiti per il pensionamento – stabiliti nel regime obbligatorio di appartenenza, e con almeno 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari –, egli riceve una prestazione pensionistica personalizzata, frutto di quanto effettivamente versato sul proprio conto, e di tutti i rendimenti ottenuti nel corso degli anni.

La prestazione pensionistica: ammontare e liquidazione

L’ammontare della prestazione finale può dipendere da molti fattori:

  • L’importo dei versamenti;
  • Gli anni di adesione ad Alifond;
  • I rendimenti realizzati;
  • L’aspettativa di vita in funzione di età e sesso.

Chiaramente, maggiore è il tempo di permanenza nel fondo, maggiore è la probabilità di maturare una posizione più alta.

Indipendentemente dalla posizione maturata, l’aderente può chiedere che la prestazione gli sia pagata sotto forma di:

  1. Rendita vitalizia (fino all’esaurimento della posizione previdenziale maturata), che può essere rimpiazzata da altre forme di rendita elencate nella documentazione;
  2. Una parte in forma di capitale (massimo il 50%) e l’altra in forma di rendita;
  3. 100% sotto forma di capitale, ma solo se sussistono le condizioni indicate nella Nota informativa (da leggere!).

Come vedi, Alifond si comporta esattamente come un qualunque fondo pensione.


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I versamenti

I versamenti sono un aspetto fondamentale nella previdenza complementare. Più versi e più ottieni in ritorno. È possibile alimentare il fondo pensione in 3 modi:

  • Con il contributo mensile a carico dell’azienda, cioè del datore di lavoro;
  • Con un contributo a tuo carico, di importo e frequenza a scelta;
  • Con il flusso di TFR (il trattamento di fine rapporto).

Volendo, puoi aderire versando anche solo il TFR, senza il contributo a tuo carico. In tal caso, dovrai rinunciare al contributo datoriale, perdendo così un notevole vantaggio.

Se ti interessa questo aspetto del contratto, sappi che ho scritto un approfondimento per chiarire se sia meglio versare il TFR nella pensione integrativa oppure lasciarlo in azienda: “Dov’è meglio destinare il TFR?

Vincoli temporali

La permanenza nel fondo è naturalmente regolata dal contratto. Il vincolo più importante è quello che stabilisce, come requisito necessario, il raggiungimento dell’età pensionabile. Prima di quel momento non è possibile ritirare la prestazione pensionistica.

Tuttavia, il regolamento del fondo ammette la liquidazione anticipata in condizioni eccezionali:

  • In qualsiasi momento è possibile richiedere un anticipo di capitale fino al 75% della posizione maturata, solo per sostenere spese sanitarie particolarmente importanti.
  • Dopo 8 anni si può chiedere un’anticipazione fino al 75% per acquistare o ristrutturare una casa.
  • Sempre dopo 8 anni si può chiedere un anticipo (massimo del 30%) per ulteriori esigenze non specificate.
  • Nel momento in cui l’aderente muore prima del pensionamento, diventa permanentemente invalido o perde il lavoro a causa di licenziamento, dimissioni, mobilità e fallimento, allora è possibile chiedere il riscatto totale o parziale del capitale investito.
  • Si ottiene la liquidazione del capitale anche chiedendo il trasferimento ad altro fondo o ad altra forma pensionistica complementare. Il trasferimento è totalmente gratuito e consente al lavoratore di conservare l’anzianità e la posizione maturata.
  • In ultimo, se si è prossimi al pensionamento, esiste la possibilità di ricevere la prestazione sotto forma di rendita temporanea anticipata (RITA).

    Ottenere anticipatamente il capitale è davvero possibile, ma tutte le modalità elencate sono vincolate, in qualche modo. Non si tratta di un investimento completamente libero. Dovresti tenerne conto in fase di adesione.

    Cosa succede se il lavoratore cambia azienda o muore?

    Meglio chiarire quali sono gli scenari possibili in caso di cambiamento di lavoro e di decesso.

    Se il lavoratore si trasferisce in un’altra azienda del settore alimentare, può proseguire semplicemente il proprio accantonamento.

    Se si trasferisce presso un’azienda di un altro settore, può trasferire la sua posizione pensionistica presso il fondo pensione di quella categoria (se esistente), oppure presso un fondo pensione aperto.

    Altrimenti, può ricevere la liquidazione del capitale maturato fino a quel momento (contributi + rendimenti).

    In caso di decesso dell’aderente durante la fase di accumulo, il capitale maturato viene liquidato ai suoi familiari/eredi, quindi non va perso.

    L’investimento 

    Occupiamoci brevemente di chiarire come Alifond investe i soldi degli aderenti.

    Devi sapere che Alifond è diviso in 3 comparti di investimento. Ogni aderente può scegliere liberamente il comparto che preferisce, comprando delle quote di partecipazione.

    Il valore della quota è indicato mensilmente sul sito di Alifond, ed è calcolato dividendo il capitale del comparto per il numero totale delle quote del fondo.

    La scelta del comparto dovrebbe essere coerente con le proprie ambizioni di rendimento, la capacità di sopportazione delle perdite, l’età anagrafica al momento dell’adesione, l’orizzonte temporale di investimento e la propria situazione professionale.

    In genere, è opportuno scegliere il comparto con maggior rischio/rendimento all’inizio della propria carriera lavorativa, poiché c’è il tempo materiale per investire. All’opposto, andrebbe preferito il comparto che gode della garanzia sul capitale se si è prossimi al pensionamento.

    Conosciamo meglio i comparti:

    • Il Comparto Garantito investe principalmente in obbligazioni. Ha un basso profilo di rischio, un rendimento contenuto e la garanzia della restituzione del capitale versato. È adatto ai lavoratori prossimi al pensionamento, e a coloro che si accontentano di un rendimento moderato ma stabile nel tempo. L’orizzonte temporale è di breve periodo.
    • Il Comparto Bilanciato è la soluzione indicata per i lavoratori che hanno già molti anni di attività lavorativa alle spalle, ma che sono lontani dal pensionamento. Il rendimento atteso è più alto, ma garantisce comunque una certa continuità dei risultati. L’orizzonte temporale minimo è di 3-5 anni.
    • Il Comparto Dinamico è prevalentemente azionario. L’obiettivo è di incrementare notevolmente il valore del capitale nel lungo periodo (oltre 5 anni). Si adatta alle esigenze di chi cerca rendimenti più elevati, ammessa una maggiore fluttuazione dei risultati e una maggiore esposizione al rischio di perdite. Lo consiglierei solo a chi ha un’aspettativa di lunga permanenza nel fondo, quindi ai lavoratori molto giovani.

    La scelta del comparto può essere modificata più volte nel corso della fase di accumulo, purché si mantenga la medesima linea di investimento per almeno un anno.

    Costi di ingresso e spese di mantenimento

    Arriviamo alla parte più importante: i costi. Le spese che dovrai sostenere, per tutta la durata della tua permanenza nel fondo pensione, comporteranno inevitabilmente la diminuzione della tua rendita futura

    Le spese e i caricamenti consistono in:

    • Zero spese di adesione;
    • 24€ prelevati dal primo versamento di ciascun anno, e in mancanza di versamenti, dalla posizione individuale;
    • Una spesa di gestione annua in funzione del comparto di investimento scelto – 0,68% per il Comparto Garantito, 0,15% per il Comparto Bilanciato, 0,14% per il Comparto Dinamico;.

    Altre spese per l’esercizio di prerogative personali…

    • Le richieste di anticipazioni di capitale costano 25€;
    • Il riscatto costa 15€;
    • Il trasferimento e il cambio comparto sono gratuiti;
    • Il costo per ricevere una rendita anticipata è di 15€ una tantum, più 5€ al momento dell’erogazione di ogni rata.

    L’Indicatore sintetico dei costi ci dà un’indicazione più chiara, sebbene approssimativa, dell’onerosità dei comparti di Alifond, facendo riferimento a un aderente-tipo che versa un contributo annuo di 2.500 euro, e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%:

    [Tabella pag 8 della nota informativa, la trovi sul sito di alifond]

    I vantaggi della pensione complementare

    Adesso che abbiamo capito come funziona Alifond, possiamo riassumere tutti i vantaggi di questo investimento. Non è un caso se molti lavoratori hanno scelto di destinare i loro risparmi ai fondi pensionistici.

    Anzitutto, potrai costruirti una pensione aggiuntiva a quella pubblica, che ti aiuterà a mantenere, da pensionato, il tuo tenore di vita attuale. Versando il contributo a tuo carico riceverai anche il versamento da parte del datore di lavoro, e ciò andrà a tuo vantaggio.

    Da un punto di vista fiscale, l’investimento conviene davvero. Inoltre, per alcuni lavoratori un po’ pigri, è un vantaggio il potersi avvalere della gestione finanziaria di società specializzate – anche se, così facendo, devono pagare commissioni di gestione più alte.

    Sicuramente, con l’investimento nei comparti di Alifond, è possibile realizzare dei rendimenti maggiori rispetto ad altre forme di risparmio gestito, ma non ti aspettare somme da capogiro.

    Altro pregio del fondo pensione è la maggiore flessibilità rispetto alle polizze vita, che invece sono piene di vincoli e penali. Se ne hai davvero bisogno, e se soddisfi alcuni requisiti, puoi ottenere delle prestazioni anticipate.

    In ultimo, trattandosi di un fondo in forma di associazione dei lavoratori, non stai passando per banche e per società di investimento, che sono note per avere doppi fini. Una maggiore trasparenza è sempre apprezzata.

    Il trattamento fiscale 

    Ebbene, in cosa consiste il vantaggio fiscale? Questo aspetto merita un discorso a parte poiché le agevolazioni sono reali e riguardano sia i contributi versati, sia i rendimenti conseguiti, sia le prestazioni percepite.

    Nel dettaglio:

    • Il contributo del lavoratore e del datore di lavoro è deducibile dal reddito del lavoratore per un importo non superiore a 5.164,57€ in funzione della propria aliquota marginale;
    • Le prestazioni della previdenza complementare sono tassate secondo un regime di tassazione sostitutiva: da un massimo del 15% fino ad un minimo del 9% in funzione degli anni di permanenza nel fondo;
    • I rendimenti maturati sono tassati con un’aliquota calcolata a seconda della composizione del portafoglio: 12,50% con riferimento ai titoli di stato e 26% sugli altri investimenti.

    Per molte persone, queste agevolazioni possono essere davvero convenienti, soprattutto se consideriamo che, in altre forme di investimento, le tasse hanno un peso non indifferente.

    Gli svantaggi della pensione complementare

    Abbiamo visto i punti forti della previdenza complementare. Ma Alifond è pur sempre uno strumento imperfetto, e come tutti i fondi di investimento non è privo di difetti.

    Cerchiamo di rispondere a questa domanda: conviene davvero crearsi una pensione integrativa? 

    La risposta, in linea teorica, è affermativa. La crisi del sistema pensionistico italiano è sotto gli occhi di tutti. Si stima che nei prossimi anni le pensioni saranno poco superiori al 50% delle retribuzioni percepite nel corso della vita lavorativa.

    Per queste ragioni, è sempre più necessario costituirsi una rendita ulteriore, con una pensione privata oppure investendo i risparmi progressivamente, al fine di crearsi un cuscinetto a cui attingere una volta cessata l’attività professionale.

    Detto questo, nella realtà, esistono alternative valide all’investimento nei fondi pensione. Ci sono molti modi per accantonare un capitale. Devi considerare che la previdenza complementare non conviene a tutti e presenta alcuni limiti:

    1. Anzitutto, quando investi in un fondo pensione stai comprando un “pacchetto” di investimenti standardizzato. Di fatto, stai delegando tutti i tuoi soldi al gestore, perdendo così ogni potere decisionale sul tuo investimento. Se non ti interessa occuparti direttamente dei tuoi soldi, potrà sembrarti quasi un vantaggio. Ma molte persone avrebbero tanto da guadagnare diventando più autonome.
    2. La stragrande maggioranza delle persone sceglie di investire in comparti a basso rischio per non compromettere l’integrità del proprio capitale. Operando questa scelta molto prudente, si limitano le opportunità di rendimento che, oltretutto, sono già compromesse dai caricamenti;
    3. Il costo dell’investimento è un fattore da tenere sempre presente perché erode il tuo capitale. Tutti i prodotti hanno delle spese, con la differenza che vi sono soluzioni che costano meno ma che non sono molto sponsorizzate;
    4. Aderendo al fondo, vincoli di fatto i tuoi soldi. Cioè ti impegni a pagare delle rate per molti anni. Non sei costretto a permanere nel fondo per sempre e hai diverse vie d’uscita, ma sono comunque regolate rigidamente. In condizioni normali puoi non rivedere i tuoi soldi per moltissimi anni. Considera che, se sei molto giovane, non puoi prevedere quando andrai in pensione. Ci saranno altre riforme del sistema pensionistico e l’età pensionabile verrà aumentata ulteriormente. Pertanto, ti stai impegnando in un investimento senza sapere quando finirà;
    5. l’ammontare della pensione dipenderà, inoltre, da molte variabili: gli anni di contribuzione, l’età e l’anno di pensionamento, l’andamento del PIL, il valore del reddito medio nel corso della vita lavorativa, eccetera. Anche in questo caso, non puoi prevedere con esattezza quanto riuscirai ad accumulare, mentre un’attività di investimento autonoma ti permetterebbe di raggiungere traguardi più chiari.

          Aderire alla previdenza complementare comporta minor controllo, minor libertà e più costi. Dicendo questo non voglio scoraggiarti dall’investire, ma è importante che tu sappia valutare sia i pro che i contro. Dopodiché, sei liberissimo di fare una scelta.

          In conclusione…

          La convenienza, come ho specificato più volte, è soggettiva. Ci sono persone a cui, secondo me, l’investimento nel fondo Alifond conviene davvero.

          Per esempio, se oggi hai 55 anni e disponi di un reddito medio-alto, hai altri investimenti attivi e quelli che vorresti versare per integrare la pensione non sono tutti i tuoi soldi, in un’ottica di diversificazione, potresti aderire alla pensione integrativa perché il vantaggio fiscale per te è evidente. Non siamo tutti poveri in Italia, c’è anche gente che guadagna bene e paga ogni anno un’aliquota fiscale altissima.

          Di contro, se fai fatica ad arrivare alla fine del mese, usa quei soldi per mangiare, inizia a risparmiare in maniera seria, cerca (se hai ancora forza e tempo per farlo) di crescere professionalmente e di aumentare le tue entrate. Solo dopo aver fatto queste cose potrai porti il problema degli investimenti.

          Attenzione: la scelta obbligata è quella di integrare la pensione o di garantirne una, il che non significa necessariamente aderire ai fondi pensione. Può benissimo bastare un’attività di investimento che fai tu stesso, con l’obiettivo di arrivare ad avere una rendita congrua al tuo tenore di vita.

          Ti saluto, dunque, lasciandoti come sempre degli approfondimenti che possono tornarti utili per pianificare al meglio i tuoi investimenti.

          Inoltre, metto a tua disposizione alcune guide per investire, molto utili se stai partendo da zero:

          Buon proseguimento!


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          Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
          Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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