Paesi Emergenti: Dove Conviene Investire?

Hai mai pensato di fare un investimento su un Mercato Emergente? I Mercati (o Paesi) Emergenti sono Stati che presentano un grande potenziale economico. Tuttavia presentano instabilità politica, valutaria e sono soggetti a molta volatilità.

Insomma, grandi promesse per grandi rischi: i Paesi Emergenti sono Nazioni di recente industrializzazione e in rapida crescita, caratterizzate da sistemi economico-finanziari non pienamente sviluppati o comunque in ritardo rispetto ai Paesi ricchi.

Sono mercati ancora giovani che hanno un certo peso nell’economia globale e fanno gola a molti investitori per il fatto che realizzano performance sopra la media.

Tuttavia, mancano di una vera e propria regolamentazione e sono più soggetti a squilibri economici e a crolli improvvisi, soprattutto perché nascono in contesti di instabilità politica, povertà, dittature, disuguaglianze sociali e corruzione.

Da un lato, i Mercati Emergenti rappresentano un’interessante opportunità di investimento, dall’altro, può essere molto rischioso investirci se non vengono inquadrati in una corretta strategia.

Insomma, riassumendo questi Mercati sono caratterizzati:

  • dalla trasformazione dei processi agricoli e dall’impulso all’industria e all’urbanizzazione;
  • da una evidente trasformazione sociale, la quale comporta una diminuzione del tasso di povertà e la nascita di una forte classe media con nuovi consumi;
  • dalla rapida crescita economica, basata sulle esportazioni;
  • dall’aumento dei capitali dall’estero con investimenti che puntano a risultati di lungo periodo in aree dove l’instabilità politica ha spesso un impatto sulla crescita economica e sociale.

Come sfruttare il potenziale delle economie in crescita

Una selezione di titoli azionari dei Paesi Emergenti può aumentare la redditività di un portafoglio, se ben bilanciato.

Sconsiglio di acquistare singole azioni e sconsiglio “il fai da te”; ma suggerisco di investire a partire da indici azionari noti, che replicano le performance di questi mercati.

Trovi diversi indici globali che incorporano la maggior parte dei Paesi non sviluppati, e trovi anche indici limitati a specifiche aree geografiche e singole Nazioni. Personalmente preferisco i panieri più diversificati perché mi permettono di ridurre i rischi intrinseci.

Per darti un’idea… di seguito ti propongo una selezione di indici della serie MSCI (Morgan Stanley Capital International) che fanno da benchmark a numerosi fondi comuni, ETF e portafogli individuali.


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Indice MSCI Emerging Markets 

Se vuoi investire nei Mercati Emergenti, su scala globale, non puoi non pensare all’indice MSCI Emerging Markets.

Include nel suo paniere le azioni di società ad alta e media capitalizzazione, rappresentative delle economie di 24 Nazioni: i titoli azionari cinesi rappresentano quelli con una ponderazione maggiore all’interno dell’indice MSCI Emerging Markets con un peso del 32,11%, seguiti dal Taiwan (15,26%) e dall’India (13,23%).

I principali settori all’interno dell’indice MSCI Emerging Markets sono il settore finanziario (21,65%), il settore IT (20,23%) ed il settore dei beni al consumo voluttuari (13,61%). Fonte: MSCI; al 28/02/2023

Con 1.383 titoli in paniere, l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante in ogni Paese. Non sorprenderti se le prime azioni in classifica sono di società asiatiche.

Insomma, se vuoi un investimento diversificato eccoti servito. Certo, devi tenere presente che investirai prevalentemente nei mercati asiatici, ma d’altronde è difficile che la Cina non abbia un peso rilevante all’interno di un indice globale.

Rispetto all’MSCI World Index (che rappresenta il blocco dei Paesi Occidentali), l’MSCI Emerging Markets è più performante e ha un price-earnings Ratio più basso. Però è anche molto più volatile sul breve periodo.

Se inserito all’interno di un portafoglio bilanciato può rappresentare quella marcia in più per i tuoi investimenti.

Indice MSCI Emerging Markets Asia

Se volessi fare un investimento focalizzato solo sul mercato asiatico, visto che qui hanno sede alcune delle aziende più grandi al mondo, dovresti puntare sull’indice MSCI Emerging Markets Asia.

Rappresenta titoli di società ad alta e media capitalizzazione distribuite su 9 mercati: Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Malesia, Pakistan, Filippine, Taiwan e Tailandia.

Nel paniere ci sono 1.119 componenti, quindi c’è una buona diversificazione. Il Paese più importante è ancora la Cina (33,94% del totale), seguita da Taiwan (19,34%), India (16,73%), Corea del Sud (14,91%).

I settori principali sono quello IT (24,61%), Finanziari (23,14%), dei consumi discrezionali (15,50%), comunicazione (10,39%).

Indice MSCI Emerging Markets Eastern Europe

La Russia non era inclusa nel precedente indice perché è considerata parte della regione geografica dell’Europa Orientale e quindi rientra nell’indice MSCI Emerging Markets Eastern Europe.

L’indice non annovera molti Paesi Emergenti, ce ne sono solo 3, poiché la Russia, in seguito al conflitto, è stata rimossa.

Troviamo quindi la Polonia (65,89%), l’Ungheria (18,1%) e la Repubblica Ceca (16,01%).

I settori predominanti sono quello finanziario (40,77%), quello energetico (17,88%) e delle utilities (12,51%).

Personalmente questo indice non mi fa impazzire. È poco diversificato (su tutti i fronti), e rispetto all’MSCI globale ha performance decisamente poco interessanti.

Ciò non vuol dire che non possa trovare posto all’interno di in una strategia mirata.

Indice MSCI Emerging Markets Latin America

Per un investimento in America Latina, vi sono 2 indici e sono disponibili 5 ETF:

  • il primo comprende il Brasile (58.4%), Messico (30.58%), Cile (6.78%), Perù (3.09%) e Colombia (1.15%). I settori principali sono finanziari (23.83%) Materie prime per il 23.43%, beni di consumo per il 16.33%, il settore energetico per il 10.21%, quello industriale per l’8.65%, quello di comunicazione per il 6.94%, le Utilities per il 5.57%. Il resto si ripartisce tra beni discrezionali, settore della salute, immobiliare e tecnologia;
  • Il secondo comprende il Brasile al 56.91%, il Messico al 31.67%, il Cile al 7.02%, il Peru al 3.2% e la Colombia all’ 1,19%. I settori principali sono finanziari (24,68%), Materie prime per il 20.71%, beni di consumo per il 16.91%, il settore energetico per il 10.57%, quello industriale per l’8.96%, quello di comunicazione per il 7,18%, le Utilities per il 5.76%. Il resto si ripartisce tra beni discrezionali, settore della salute, immobiliare e tecnologia.

Indice MSCI South Africa

Per concludere, non si può non citare il Sudafrica. Insieme al Brasile, alla Russia, all’India e alla Cina, fa parte del blocco dei Paesi Emergenti più grandi per superficie, e che hanno il peso maggiore nello scenario economico globale – anche chiamati con l’acronimo BRICS.

Se vuoi includere anche il Sudafrica nel portafoglio devi investire seguendo la composizione dell’indice MSCI South Africa, L’indice MSCI South Africa Capped replica i titoli azionari sudafricani ad alta e media capitalizzazione. Il peso del gruppo delle entità più grandi è ristretto al 33% mentre quello di tutte le altre ad un massimo del 18%.

Il settore principale è quello finanziario al 33.11%, quindi segue quello dei beni discrezionali al  21.69% 21.28% quello delle comunicazioni al 9.21%.

È un indice meno volatile degli altri è non è così performante, ma soprattutto è poco differenziato. Anche in questo caso, se vuoi investire devi puntare sulla diversificazione del portafoglio e destinare solo una parte marginale del tuo capitale a questo mercato.


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Conviene investire?

I mercati emergenti possono rappresentare una delle migliori opportunità di investimento, tuttavia decidere di investire in questo mercato richiede una strategia.

Ecco tre motivi per pensare di diversificare il proprio portafoglio con questo mercato:

  • nell’indice azionario MSCI Emerging Markets sono inclusi paesi quali la Cina e la Corea del Sud e quindi vi troviamo giganti come Samsung;
  • l’indice EMBI+, rappresentativo dell’investimento emergente in valuta forte, conta per la metà su bond  investment grade. Siamo davanti ad un mercato maturo che non presenta particolari problemi di liquidità. Gli alti rendimenti attraggono investitori delusi dai bassi tassi di interesse nella zona euro;
  • I titoli obbligazionari in valuta locale hanno rendimenti interessanti, però le valute deboli tendono strutturalmente a deprezzarsi: quindi, da una parte bisogna preferire titoli in dollari, o con copertura dal rischio cambio. D’altra parte l’investitore deve  diversificare molto il portafoglio scegliendo ETF diversificati che abbiano al proprio interno più valute.

Rischi dei Paesi emergenti

I rischi sono piuttosto elevati, in quanto molti  Stati hanno dei sistemi contabili diversi da quelli occidentali e meno trasparenti, senza scordare i problemi sociali legati alla forte crescita e trasformazione economica in atto.

L’investimento conviene solo all’interno di un portafoglio ben diversificato e che miri al lungo periodo.

Perchè investire nei Mercati Emergenti?

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha accentuato le pressioni inflazionistiche, compromettendo le prospettive del quadro economico globale. Le conseguenze dello shock prodotto dalla guerra sulle forniture di materie prime si stanno già facendo sentire sulla domanda globale e sui margini aziendali.

Ciò non vuol dire che per le azioni dei Mercati Emergenti la situazione complessiva sia necessariamente negativa.

Anzi, ecco 4 elementi  che nei mesi a venire potrebbero sostenere la performance di questa asset class.

#1 L’andamento dei tassi di interesse

Il balzo registrato dai prezzi del petrolio e di altre materie prime in seguito alla guerra in Ucraina ha causato un aumento repentino di un’inflazione che già non era bassissima. Per questo, la Federal Reserve sta cercando di frenare la corsa dei prezzi, attuando le prime strette monetarie previste.

In passato queste stesse condizioni si sono rivelate sfavorevoli, per i Paesi emergenti, ma oggi le banche di diversi Paesi hanno adottato un orientamento resiliente, tramite rialzi dei tassi ben prima della Fed.

Questo potrebbe far sì che per tali Paesi in via di sviluppo l’esigenza di tenere il passo con la Fed possa essere minore.

#2 Politica monetaria espansiva della Cina

Attualmente la situazione interna della Cina non sembra non avere grandi prospettive di crescita interna, a causa della crisi del settore immobiliare e della rigida politica zero-covid.

Nonostante questo, poiché, diversamente da quanto avviene nella maggior parte delle altre regioni, l’inflazione si attesta all’1% circa, Pechino vanta un ampio margine di manovra per fornire sostegno all’economia con misure monetarie e fiscali.

Basta vedere come, a dicembre 2022, la banca centrale cinese abbia già tagliato due volte il tasso sui prestiti a un anno.

Dunque, le azioni cinesi, le quali rappresentano quasi il 32% dell’indice MSCI EM, registreranno un andamento discreto nei prossimi anni.

#3 Aumento dei prezzi delle materie prime

La portata dello shock causato dai prezzi delle materie prime e dall’inflazione è stata ovviamente negativa per l’economia globale complessiva.

Ciononostante, bisogna mettere a fuoco il fatto che rappresenta un trasferimento di ricchezza dai Paesi consumatori a quelli produttori: l’aumento dei prezzi delle commodities tende a favorire molte economie dell’America Latina, ma ha un impatto negativo sulla maggior parte dei Paesi asiatici, che sono per lo più consumatori.

Questa condizione potrebbe essere una buona occasione per sovraperformance rispetto agli indici, così come anche la crescente domanda di energia pulita, un’area in cui molte aziende dei Mercati Emergenti hanno già posizioni dominanti.

#4 Quale valuta da scegliere?

Gli investimenti in titoli di Stato emergenti hanno reso bene nel recente passato, in quanto questi hanno (per dirla in poche parole) raccolto il denaro proveniente dagli investitori europei e USA alla ricerca di guadagni maggiori rispetto a quelli offerti dai bond nelle rispettive valute.

Un’alternativa sono gli ETF i fondi comuni di investimento, che presentano come principale vantaggio quello di acquistare un prodotto più diversificato.

Conviene investire nei mercati emergenti?

Oggi le azioni emergenti sono più convenienti di quelle della maggior parte degli altri mercati azionari globali.

Uno dei fattori che maggiormente ha inciso sul ribasso delle azioni dei Paesi emergenti nell’ultimo anno è stata la marcata debolezza delle azioni cinesi causata anche dal timore di una loro esclusione dai listini USA.

Nonostante questo, pur restando indispensabile un’accurata selezione dei titoli, il contesto di stimolo proattivo delle autorità cinesi, la prospettiva di minori interventi da parte degli enti regolamentari e la stabilizzazione del mercato immobiliare portano a pensare che le azioni emergenti possano sperare in buone probabilità di riprendere quota.

In conclusione, dopo un periodo di evidente sottoperformance, oggi le azioni dell’MSCI Emerging Markets sembrano convenienti rispetto a quelle della maggior parte degli altri mercati.

Inoltre, la prospettiva di nuovi stimoli monetari, minori interventi sul fronte regolamentare e la stabilizzazione del mercato immobiliare potrebbero favorire una ripresa netta

Certo è che nei momenti di maggior volatilità, come quello attuale, è bene adottare un approccio cauto, per far fronte ai molteplici rischi che si prospettano all’orizzonte.

Il modo migliore per sfruttare le opportunità dei Mercati Emergenti, senza correre rischi inutili, è di sfruttare un indice ben diversificato investendo magari con un ETF che lo replica.

Ti raccomando di impiegare solo una parte marginale delle tue risorse, e di puntare il grosso delle tue attività finanziarie su titoli più stabili.

In particolare, il mio parere è che bisogna investire in titoli rischiosi solo dopo aver sistemato attentamente la propria situazione finanziaria, e dopo aver effettuato le prime operazioni su aree geografiche che danno maggiori garanzie. Invertire l’ordine delle cose può risultare pericoloso.

Ricordati che se vuoi investire consapevolmente devi investire sulla formazione e sapere sempre ciò che stai facendo.

Puoi iniziare leggendo queste guide, se ti senti particolarmente digiuno di economia e finanza:

A presto!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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