Patrimoniale e Prelievo Forzoso in Arrivo? Perché si e perché no

L’emergenza economica scatenata dal Covid-19 che ha portato al lockdown ha riportato in auge il dibattito su temi sempre molto ostici all’opinione pubblica come l’imposta patrimoniale ed il prelievo forzoso sul conto corrente dei cittadini.

Il tema è decisamente caldo e caratterizzerà la diretta di Affari Miei del prossimo 14 aprile in cui sarà analizzato l’impatto di tali iniziative sulle nostre finanze personali.

Perché si parla di patrimoniale e prelievo forzoso?

Il tema è tornato attuale perché sono tutti concordi nel ritenere che l’emergenza in atto necessiterà di interventi importanti da parte dello Stato e dell’Unione Europea.

Per fare tutto questo sarà necessario reperire risorse finanziarie che, in questo momento, non sono poi così tante viste le note vicende italiane che vedono il nostro Paese tra i più indebitati dell’area euro.

Vista la straordinarietà della situazione, si fa avanti nell’opinione pubblica l’idea di ricorrere a prelievi straordinari che, vista la loro natura, non possono che impattare sul patrimonio.

Gli Italiani sono tra i più ricchi d’Europa a livello patrimoniale e, per questo motivo, risulterebbe relativamente semplice aggredire beni come gli immobili, con un inasprimento della tassazione, oppure i depositi bancari che, secondo le ultime statistiche ISTAT e Banca d’Italia, ammonta a circa 1.371 miliardi di euro.

Ma è vero?

Al momento le principali forze politiche smentiscono o sono molto assai tiepide rispetto alla prospettiva perché l’argomento è sicuramente divisivo nell’opinione pubblica e non crea consenso per i partiti.

Vediamo, in sintesi, le ragioni delle varie fazioni per provare a farci un’idea.

Perché Si

Chi sostiene interventi di questo tipo parte dal presupposto che l’italiano medio sta relativamente bene rispetto agli altri suoi omologhi europei. Il debito privato rispetto ai Paesi del Nord è contenuto, l’80% delle famiglie ha una casa di proprietà ed i depositi bancari sono consistenti ed immediatamente utilizzabili.

Chi sostiene questa ipotesi, inoltre, afferma che l’imposta patrimoniale o un prelievo forzoso colpirebbero soprattutto i più ricchi e chi, in generale, ha di più. Secondo i fautori del si, quindi, tale impostazione avrebbe giustizia sociale perché chiederebbe di più a chi ha di più.

Perché No

I contrari argomentano in vario modo partendo dal presupposto che sia ingiusto tassare ciò che è spesso il prodotto dei sacrifici di una vita come per esempio la prima casa.

In più, i contrari affermano che la ricchezza non è distribuita equamente e che i valori che fanno apparire gli Italiani tra i più ricchi d’Europa sono in realtà la media tra chi sta benissimo e chi se la passa male.

Molti dei contrari, poi, ritengono sia più giusto tassare di più il lavoro (quindi IRPEF) piuttosto che il patrimonio anche perché chi dispone di beni di lusso o grandi patrimoni potrebbe agevolmente fuggire dall’inasprimento della tassazione portando i propri beni all’estero.

Cosa succederà nei prossimi mesi?

Tutto dipende da quanto durerà il lockdown perché maggiore sarà il periodo di chiusura e maggiori saranno i danni all’economia italiana e mondiale.

Con danni più consistenti, diventerà necessario trovare le risorse per finanziare la sanità e, soprattutto, il Welfare visto l’inevitabile aumento del numero di disoccupati.

Se dovessimo riprenderci velocemente, quindi, il ricorso all’imposta patrimoniale o al prelievo forzoso potrebbe tornare nel cassetto mentre se la situazione dovesse degenerare il tabù potrebbe cadere.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
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