Acquistare Azioni Spotify: 2 Cose Da Sapere!

Potrebbe essere interessante in questo momento per gli investitori acquistare azioni Spotify?

Forse il gigante dello streaming audio potrebbe al momento non essere uno dei preferiti dagli investitori, anche se forse nel lungo termine potrebbe essere un vincitore.

Il 2022 è stato un anno difficile, soprattutto per le società tecnologiche ad alta crescita, dal momento che gli investitori si sono adattati al mutevole contesto macroeconomico, compresi i tassi di interesse più elevati.

Spotify, come peraltro successo a molti altri titoli in crescita sul mercato, ha fatto registrare un enorme calo del prezzo delle sue azioni (pari a circa il 66% dal suo massimo di 52 settimane fissato nell’ottobre 2021).

Il prezzo delle azioni più basso ha senza dubbio attirato l’attenzione di potenziali acquirenti d’occasione.

Due cose da sapere

Ci sono principalmente due cose da sapere sulla società, due cose importanti che potrebbero aiutare gli investitori a comprendere al meglio il titolo e le sue prospettive di crescita futura.

Vediamo quali sono.

Il business model di Spotify

Spotify ha sede in Svezia ed è stata fondata nel 2006. Ha saputo creare una piattaforma per consentire agli utenti di trovare e ascoltare musica, ma anche podcast e audiolibri sia nella versione gratuita, che nella versione in abbonamento, senza la pubblicità.

Si tratta di uno dei maggiori fornitori di streaming musicale al mondo, e conta al giorno d’oggi 406 milioni di utenti attivi mensili e 180 milioni di abbonati a pagamento in ben 184 mercati.

Si tratta nello specifico di un mercato bilaterale, visto che connette artisti e creatori di contenuti agli utenti. 

Gli utenti possono accedere facilmente alla piattaforma tramite smartphone, tablet e computer, e possono rintracciare in modo semplice e veloce tutti i contenuti che cercano. 

I creatori di contenuti invece utilizzano Spotify per distribuire e monetizzare le loro creazioni sfruttando i 406 milioni di utenti attivi mensili di Spotify. Possono anche costruire una relazione diretta con i fan, e analizzare i loro comportamenti utilizzando software e dati, e anche gestire la propria attività, come per esempio i servizi in abbonamento.

Con l’aumento del numero di utenti e di artisti sulla sua piattaforma, Spotify monetizza il suo servizio attraverso due strade principali.

La maggior parte delle sue entrate proviene da servizi di abbonamento premium in cui gli utenti pagano una tariffa per l’accesso alla musica senza pubblicità: questo è l’86% delle entrate nel 2021.

Il resto delle entrate invece proviene dal suo servizio supportato da pubblicità in cui gli utenti devono ascoltare annunci pubblicitari in cambio dell’accesso gratuito a un numero limitato di tracce. Sebbene più piccola, questa parte dell’attività si è espansa rapidamente nel 2021, con un aumento del 62% su base annua. In confronto, il business degli abbonamenti è cresciuto “solo” del 19%.

Il futuro pieno di opportunità e sfide

Negli ultimi cinque anni le entrate sono più che triplicate, passando dai 3 miliardi di euro a 9,7 miliardi di euro, visto che gli utenti attivi mensili sono più che raddoppiati da 123 milioni a 406 milioni.

A cosa è dovuta la sua crescita?

In prima alla base di utenti e contenuti in continua crescita che servono a migliorare il coinvolgimento degli utenti. 

Nuovi contenuti attirano ovviamente vecchi e nuovi utenti, ed ecco perchè Spotify tocca milioni di utenti.

Il fatto che ci siano più utenti permette ai creatori di contenuti di raggiungere un pubblico più ampio e di generare più entrate. 

Spotify ha il potenziale per aumentare le entrate per molti anni, visto che può convertire le sue centinaia di milioni di utenti non paganti in utenti premium, monetizzare la sua attività di podcast tramite pubblicità ed espandersi in servizi più recenti, come i servizi di audiolibri.

I problemi 

Come abbiamo appena visto Spotify ha un modello davvero collaudato di crescita di contenuti e di utenti nel tempo, però non è esente da problemi.

Partiamo dai competitor: servizi concorrenti come Apple Music di Apple e YouTube Music di Alphabet sono dei colossi in grado di generare miliardi di dollari di entrate, mentre Spotify non è ancora così redditizio. 

Per fortuna può contare sulla possibilità di effettuare degli investimenti ingenti, dal momento che dispone di liquidità per investimenti a breve termine.

Il problema principale riguarda gli artisti più piccoli e indipendenti: dal momento che gli artisti guadagnano in base al numero di volte in cui gli utenti riproducono le loro canzoni, quelli meno conosciuti potrebbero avere delle difficoltà a farsi trovare e quindi a sopravvivere alla piattaforma.

Si tratta sicuramente di un problema non nuovo nell’industria musicale, che però la società deve cercare di risolvere, compensando gli artisti più piccoli in qualche modo, oppure rischia di perderli. 

Spotify deve però anche trovare il modo di trattenere gli artisti migliori altrimenti potrebbe perdere abbonati.

Gli obiettivi 

Nel rapporto sugli utili del primo trimestre, Spotify ha spiegato come il suo obiettivo a lungo termine sia quello di raggiungere 1 miliardo di utenti, aumentare i ricavi del 20% in più su base annuale e raggiungere un margine lordo dal 30% al 40%.

Se l’azienda può continuare ad aggiungere contenuti di alta qualità, gli utenti arriveranno naturalmente. Man mano che più utenti si uniscono, Spotify può sostenere la sua traiettoria di crescita dei ricavi.

E quindi?

Si tratta sicuramente di un titoli interessante con possibilità di crescita, che però gli investitori dovrebbero tenere d’occhio dal momento che i rischi appena menzionati possono comunque avere un impatto negativo sulle ambizioni della società nel lungo termine.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
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