Da Genova un Missile Green contro l’Inquinamento (Incredibile!)

Ci sono progetti che sembrano usciti da un libro di Harry Potter. Quei progetti che quando nascono e tu ne senti parlare, pensi solo “Pff, impossibile…”. Uno di quei progetti è stato realizzato a Genova e in questi giorni ha ricevuto l’inchino della comunità scientifica internazionale.

Lasciami chiarire una cosa: la percezione di chi fa innovazione è completamente sbagliata. Il pensiero comune è che l’innovazione sia fatta dalle start-up, perché sono giovani e folli e esagerate e raccolgono i soldini a destra e a manca. Ma le start-up fanno il 5-10% dell’innovazione mondiale, stando larghi. Il polo centrale della ricerca mondiale sono grandi aziende e Università, o ancora meglio partnership tra grandi aziende e Università.

L’Università di Genova, in particolare, è stata finanziata da Solvay (società belga) per creare la pietra filosofale dell’inquinamento: un oggetto altamente ingegnerizzato in grado di colorarsi in base agli inquinanti presenti in qualunque ambiente.

Oggi l’unico modo che abbiamo per identificare le sostanze inquinanti in un ambiente sono dei sensori stupidi. O meglio sono geniali, ma a confronto con quello che hanno fatto a Genova sono stupidi. Ogni sensore si deve legare con un particolare agente inquinante per rilevarlo. Tanti agenti inquinanti da testare? Ti serviranno tanti sensori!

Inutile sottolineare che usare tanti sensori significa moltiplicare i costi, le possibilità di errore, la manutenzione e gli imprevisti. Ma quando non c’è una soluzione migliore, si usa quella che c’è.

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Grazie a Rely Photonics, un gruppo di ricerca dell’Università di Genova, ora esiste una soluzione migliore. Un singolo sensore in grado di rilevare migliaia di agenti inquinanti, ispirato alle ali delle farfalle Morpho. Funziona come un setaccio uscito da Star Trek: è composto da migliaia di strati di plastica, ciascuno mille volte più sottile di un capello.

Quando un inquinante passa attraverso questo setaccio cyber-spaziale, si intrappola in uno degli strati plastici e ne cambia la nanostruttura. Cambiando la nanostruttura, cambia anche il colore del sensore. Dal colore si può dire esattamente quali inquinanti ci sono nell’ambiente in cui si trova il sensore. Parliamo di una sofisticazione incredibile, con tantissime applicazioni possibili in campo commerciale.

Immagina di aprire un pacchetto di patatine e di vedere che l’interno del sacchetto è viola. Alt: se è viola significa che c’è stata una contaminazione, meglio non mangiarle. Oppure immagina il soffitto di una fabbrica che improvvisamente si colora di rosso, indicando che c’è una fuga di monossido di carbonio e che tutti devono evacuare. E immagina quanto più semplice diventa mappare la presenza di sostanze inquinanti nelle nostre città.

Secondo i ricercatori, nelle applicazioni industriali il materiale potrebbe diventare così sottile da creare una pellicola con cui rivestire i vestiti.

Incredibile

Così incredibile che la ricerca è stata pubblicata sull’Advanced Optical Materials, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale del settore.

Forse saprai che l’interesse per una ricerca viene segnalato su tutti i principali aggregatori (PubMed, ResearchGate, ecc.) con un punteggio che va da zero a cento. Prendiamo i dati di ResearchGate, essendo il “LinkedIn dei ricercatori”: il punteggio di interesse per questa ricerca è 0.5 su 100.

Ti ricordi la storia di Energica? Stessa cosa. Se la ricerca l’avessero fatta negli Stati Uniti, magari due ragazzi in un garage, ora starebbero per lanciare l’IPO dell’anno. Ma è stato fatto in Italia, quindi passa sotto i radar. Come sempre.

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Ben 0 citazioni, 1 raccomandazione e udite udite: 4 letture. Dopo la mia penso siano diventate 5,  ma dopo averne parlato qui spero diventino molte di più.

La lotta all’inquinamento è una maratona fatta a staffetta, dove le generazioni si consegnano il testimone per progredire in questa grande missione dell’Umanità. E l’Università di Genova ha fatto un grande passo avanti per tutti noi.

Non vedo l’ora di vedere l’impatto positivo di questo setaccio fantascientifico su larga scala. E a quanto pare non vede l’ora anche BlackRock, che sta scalando la sua quota di proprietà di Solvay ininterrottamente da quando la ricerca è stata pubblicata.

Il genio italiano colpisce ancora.

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La ricerca

Megahd, Heba & Oldani, Claudio & Radice, Stefano & Lanfranchi, Andrea & Patrini, Maddalena & Lova, Paola & Comoretto, Davide. (2021). Aquivion–Poly(N‐vinylcarbazole) Holistic Flory–Huggins Photonic Vapor Sensors (Advanced Optical Materials 5/2021). Advanced Optical Materials. 9. 10.1002/adom.202170017.

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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