La Guerra in Ucraina fa Volare il Settore Difesa?

Il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, l’idea che la fine non sarà imminente e il sostegno sempre più consistente dell’occidente al Paese guidato da Zelensky, hanno spinto in alto le quotazioni delle azioni del settore dell’industria della difesa. Si è infatti registrato un rally settore difesa da ottobre 2022 ad oggi, del 30%!

L’indice mondiale della difesa e aerospaziale batte l’indice azionario mondiale

In autunno ci si è resi conto che la guerra avrebbe richiesto più tempo e che sarebbero state necessarie più munizioni e strumentazioni da guerra. Ciò si sarebbe tradotto necessariamente in una maggiore produzione di arsenale e quindi un aumento della produzione da parte delle società del settore, con presunti aumenti degli utili futuri.

Le ripercussioni positive sulle quotazioni delle società del settore della difesa ed aerospaziale sono state, quindi, inevitabili.

L’indice MSCI World Aerospace and defense è aumentato di quasi il 30% in dollari da inizio ottobre fino al termine del primo trimestre del 2023, 15 punti percentuali in più rispetto al più ampio indice MSCI World.

Anche l’indice europeo Stoxx Aerospazio e Difesa, a seguito di uno schieramento sempre più incisivo dell’Europa a favore dell’Ucraina, è aumentato di poco più di un terzo nello stesso periodo.

Sulla base di questi dati è emerso che il quarto trimestre 2022 sia stato uno dei trimestri migliori per i titoli della difesa degli ultimi 40 anni!

Da guerra lampo a guerra senza fine: il tutto spiegato in un grafico del Financial Times!

Come si può notare dall’analisi dell’indice mondiale del settore della difesa e aerospaziale, il comparto ha subito un primo significativo rialzo nella fase pre-conflitto, alimentato quindi dalle sole aspettative di una potenziale guerra tra Russia e Ucraina.

Subito dopo che il conflitto è diventato realtà, anche sulla base della velocità con la quale la Russia stava avanzando nei territori ucraini e quindi sulla possibilità concreta che la guerra si risolvesse rapidamente con l’assedio di Kiev da parte della Russia, le quotazioni del settore hanno iniziato a registrare un lento declino, alternando ai ribassi massimi relativi via via decrescenti. Il tutto in un tipico trend ribassista.

In corrispondenza dell’autunno, le quotazioni avevano raggiunto livelli più bassi rispetto al periodo pre-conflitto.

Nel quarto trimestre è poi partito il rally, sulla scorta del fatto che il conflitto non sarà affatto una guerra lampo e nemmeno una guerra di facile soluzione diplomatica, ma probabilmente sarà una lunga guerra di posizione.

Agli Europei non piace guadagnare dalla guerra?

Da un’analisi è emerso che i maggiori investitori nei titoli della difesa europei con esposizione agli eventi in Ucraina sono per lo più società statunitensi.

Otto dei primi 10 azionisti di Rheinmetall AG (società tedesca di produzione di armi) hanno sede negli Stati Uniti, così come sette del gruppo di difesa italiano Leonardo e otto di BAE system (società britannica coinvolta nel settore aerospaziale e della difesa).

Gli investitori europei dimostrano quindi una maggiore attenzione alle questioni ambientali, sociali e di governance e sembrano preferire investimenti etici, anche se questo dovesse implicare la perdita di qualche occasione di guadagno.

Questo almeno per quanto riguarda i grandi investitori. Più difficile è analizzare i comportamenti del comparto retail.

Settore difesa e aerospaziale ancora in crescita nel 2023?

Sembra essere abbastanza condivisa l’idea tra gli analisti che sia improbabile che la forte performance del settore della difesa nell’ultimo trimestre del 2022 si protragga per tutto il 2023.

Per alcuni analisti, non solo i prossimi 12 mesi non saranno di forte crescita per il settore della difesa ma addirittura potrebbe sottoperformare l’indice azionario mondiale in quanto oramai gran parte delle “buone notizie” sono già incorporate nelle quotazioni dei titoli.

Se le prospettive economiche globali più ampie migliorassero, gli investitori potrebbero rivolgere la loro attenzione a settori meglio posizionati per beneficiare della ripresa.

Byron Callan, amministratore delegato del gruppo di ricerca Capital Alpha Partners, ha dichiarato di aspettarsi che quest’anno il settore debba affrontare venti contrari, compresi i continui vincoli alla apacità di reperire lavoratori abbastanza qualificati e materie prime.

Molte aziende hanno avvertito che i problemi della catena di approvvigionamento stanno ostacolando gli sforzi per aumentare la produzione.

Inoltre, negli Stati Uniti, come del resto in Europa, si è riaperta la questione del tetto del debito nazionale che potrebbe minare la spesa per la difesa.

Certo, però, se la guerra continuasse in prospettiva per diversi anni, gli ordinativi continuerebbero. Senza considerare che questa situazione ha generato in tutti i Paesi europei una nuova attenzione al settore difesa che per anni aveva spesso subito tagli di budget e contingentamento degli investimenti.

Senza dubbio, quindi, si tratta di un settore da tenere sotto controllo.

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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