Imposta di Successione: Calcolo e Modalità di Pagamento

Cos’è l’imposta di successione? Come si calcola? Dal 3 ottobre 2006 tutte le successioni sono soggette al pagamento delle imposte. In altre parole, quando viene a mancare un famigliare e si apre la successione, nonché tutte le pratiche relative alla divisione dell’eredità, bisogna tenere presente che ci sono dei costi a cui far fronte.

In sostanza, chi riceve in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari ha l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e, quindi, di pagare la relativa imposta. Quest’ultima si presenta nel momento in cui avviene il trasferimento della proprietà (ma anche di altri diritti) su beni mobili e immobili dopo il decesso del titolare.

Ad ogni modo, i dettagli da sapere a riguardo sono veramente molti. Ecco perché nella guida di oggi approfondiremo l’argomento in ogni sua sfaccettatura, così che tu possa avere una panoramica chiara e precisa di tutto ciò che concerne l’imposta di successione.

Cos’è l’imposta di successione e come funziona

Come prima cosa è opportuno capire che cosa sia l’imposta di successione, anche se poco fa abbiamo comunque potuto anticiparlo. In pratica, parliamo di un’imposta indiretta che gli eredi e i legatari del parente deceduto devono versare allo Stato.

Il suo calcolo avviene sul valore dell’eredità totale (somma del valore dei beni mobili, dei beni immobili, diritti reali sui beni immobili, titoli, crediti e qualsiasi altra proprietà del de cuius) al quale dovranno poi essere sottratte le passività che il defunto aveva contratto in vita, nonché i debiti.

Il risultato sarà il patrimonio sul quale verranno poi calcolate le imposte da versare allo Stato. L’aspetto importante che ci teniamo ad anticipare è che ogni bene viene valutato attraverso un metodo specifico.

Chi paga le imposte di successione?

Come anticipato, sono gli eredi e i legatari che devono far fronte alle imposte relative alla successione. Tuttavia, le aliquote e le franchigie cambiano in base al grado di parentela. Vediamo quindi le differenze che intercorrono tra i trasferimenti in favore dei diversi famigliari.

In favore del coniuge o dei parenti in linea retta, come figli, nipoti e genitori, l’aliquota è pari al 4%, anche se bisogna sottolineare che ogni beneficiario ha diritto a una franchigia di un milione di euro. Questo, quindi, significa che se il valore dell’eredità ricevuta è inferiore a tale cifra, l’erede non dovrà pagare alcuna imposta.

Quando la quota dell’eredità interessa il trasferimento verso i fratelli o le sorelle, invece, l’aliquota è pari al 6% con una franchigia di 100.000€ per ciascun beneficiario. Per i parenti fino al quarto grado, invece, l’aliquota è del 6% ma, in questo caso, non viene applicata nessuna franchigia.

Per tutti gli altri parenti, invece, l’aliquota è pari all’8% e non vi sono franchigie. Infine, per gli eredi portatori di handicap, con l’intervento della Legge n. 104/92, le aliquote variano tra il 4%, 6% e 8% in base al grado di parentela, e la franchigia è di 1.500.000€ per ciascun parente portatore di handicap.


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Imposta di successione: Beni inclusi ed esclusi

Poco fa abbiamo visto a quanto ammontano le franchigie e le aliquote in base al grado di parentela degli eredi. Adesso, invece, vediamo quali sono i beni che ricadono nel valore complessivo dell’eredità e quali, invece, no. Prima però, è sempre bene conoscere anche chi sono i soggetti esenti da imposta:

  • Lo Stato;
  • I soggetti residenti all’estero;
  • Enti (associazioni, fondazioni, enti pubblici).

Ciò detto, adesso possiamo concentrarci sui beni esclusi dall’imposta di successione e che, quindi, non rientrano nel valore complessivo dell’eredità:

  • I titoli di Stato italiano e di altri paesi dell’Unione Europea;
  • I titoli di debito pubblico;
  • I crediti verso lo Stato e gli enti pubblici;
  • Le quote di controllo in società di capitali, le aziende familiari e i rami dell’azienda se i parenti in linea retta (o anche solo il coniuge) continuano l’attività lavorativa per almeno 5 anni dalla data del trasferimento;
  • Il TRF, le polizze a vita e le altre indennità che spettano di diritto agli eredi;
  • I beni culturali;
  • I veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico (sottoposti ad una tassazione separata).

Avendo visto i beni esenti da imposta adesso è abbastanza facile comprendere che, qualsiasi bene che non presenti nell’elenco riportato qui sopra, è soggetto all’imposta (beni mobili, immobili, diritti reali o denaro).

Come si calcola l’imposta di successione?

L’imposta di successione si calcola sulla base imponibile, nonché la differenza tra il valore complessivo dei beni e dei diritti che compongono l’attivo ereditario alla data di apertura della successione e il valore complessivo delle passività e degli oneri deducibili.

Pertanto, come prima cosa, bisognerà calcolare e definire il valore dell’asse ereditario così che, successivamente, si possa calcolare il valore di ogni singola quota degli eredi interessati. Vediamo insieme quindi quali sono i beni che possono far parte dell’attivo ereditario e quali sono invece le possibili passività da dover sottrarre.

I beni:

  • Beni immobili e i diritti reali immobiliari;
  • Quote di società, titoli, azioni e obbligazioni;
  • Rendite;
  • Pensioni;
  • Crediti;
  • Aziende;
  • Navi e aeromobili;
  • Gioielli, mobili e denaro per un importo pari al 10% del valore complessivo netto imponibile dell’asse ereditario.

Nel caso specifico dei beni immobili e dei diritti reali immobiliari bisognerà versare le imposte ipotecarie e quelle catastali, relativamente pari al 2% e all’1% del valore degli immobili. Tuttavia, entrambe le imposte possono ammontare a 200€ (in misura fissa) laddove il beneficiario goda dei requisiti che gli consentono di godere delle agevolazioni prima casa.

Le passività:

  • Debiti del defunto (esistenti alla data di apertura della successione);
  • Spese mediche e funerarie.

Per queste ultime, la soglia massima di detrazione fiscale fruibile è pari a 1.032,91€, cifra che non può essere quindi superata.

Come pagare le imposte di successione

A questo punto non ci resta che vedere come poter procedere per il pagamento di queste imposte. Come specificato all’inizio, chi riceve l’eredità è tenuto a presentare la dichiarazione di successione. Se quest’ultima è presentata all’Agenzia delle Entrate, il pagamento può avvenire in posta, in banca o tramite il modello F24 all’agente della riscossione.

Se, invece, il pagamento avviene con addebito sul conto corrente, bisognerà compilare il relativo modulo (Modello per la richiesta di addebito su conto corrente bancario o postale delle imposte connesse alla registrazione del contratto di locazione e alla presentazione della dichiarazione di successione telematica) da consegnare all’ufficio.

Una volta che l’ufficio territoriale competente dell’Agenzia delle Entrate abbia ricevuto la dichiarazione di successione, allora provvederà ad inoltrare all’erede un avviso di liquidazione con l’indicazione dell’imposta da versare. Il pagamento va poi emesso tramite il modello F24 entro 60 giorni dalla data in cui è stato rilasciato l’avviso di liquidazione.

Nel caso in cui il pagamento non venga effettuato, si potranno applicare delle sanzioni e gli interessi di mora. Tuttavia, è anche bene sapere che è anche possibile rateizzare il pagamento delle imposte per importi superiori ai 1.000€.

Il 20% dell’importo, però, deve comunque essere versato entro i primi 60 giorni, mentre la parte restante può essere pagata attraverso 8 rate trimestrali (o in 12 rate a fronte di importi che superino i 20.000€) sulle quali verranno calcolati gli interessi.

Come abbassare i costi della successione?

Solitamente, quando si parla di successione si tende a pensare solamente alle imposte che bisognerà versare allo Stato. In realtà, però, ci sono altri costi e variabili che entrano in gioco: il commercialista, il notaio, di che tipo di successione si tratta, qual è il rapporto che intercorreva tra l’erede e il defunto, il valore complessivo del patrimonio e molto altro ancora.

Pertanto, sono diversi i costi a cui bisogna far fronte, per non parlare del tempo che richiede tutta questa procedura burocratica. Come fare, quindi, per abbassare i costi della successione? L’opzione più efficace ed intelligente è quella di pensare alla suddivisione della propria eredità finché se ne ha occasione.

In altre parole, sarebbe molto saggio effettuare una pianificazione successoria, nonché il percorso attraverso il quale si stabilisce il modo migliore per effettuare la trasmissione del proprio patrimonio ai relativi eredi prima dell’evento morte.

In questo caso, quindi, si verrà a conoscenza delle mosse giuste da fare, a chi intestare cosa e come evitare di innalzare i costi della successione. Tutto ciò che bisogna fare è mettersi nelle mani di personale competente e professionale che possa fornire le migliori indicazioni e soluzioni.


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Consulente Finanziario Indipendente e Co-Fondatrice di Affari Miei
Si è avvicinata al mondo della finanza per passione co-fondando Affari Miei nel 2014. Oltre all'abilitazione per l'esercizio della professione ha approfondito i suoi studi seguendo seminari e master formativi in Wealth Management e Protezione Patrimoniale. Nel 2023 ha pubblicato il libro "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" scritto a quattro mani con Davide Marciano.
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