Causale Bonifico per Regalo, Donazione o Prestito Tra Parenti

Se hai bisogno di informarti circa la causale bonifico in caso di regalo ad un parente o nel caso di un prestito, sei nel posto giusto: in questo articolo ti illustro come comportarti in queste situazioni delicate, onde evitare smacchi da parte del Fisco.

Il Fisco Italiano, infatti, ha alzato di molto il livello di guardia anche su operazioni che, almeno superficialmente, non dovrebbero essere di suo interesse.

La caccia all’evasore è, quantomeno sulla carta, a tutto campo e ultimamente son finiti sotto i riflettori i bonifici di regalo tra parenti o comunque tra amici, ovvero spostamenti di denaro che, in linea di massima, non rappresentano un pagamento, ma una sorta di donazione in regime di liberalità.

La causale del bonifico per il regalo a parenti o amici gioca dunque, alla luce di questa risvegliata attenzione del legislatore e dei suoi organi di controllo, un ruolo di importanza fondamentale.

Vediamo insieme come preparare al meglio questa voce del nostro bonifico, anche per evitare di incappare in problemi che riguardano la fiscalità e il fisco.

Perché evitare il contante: è comodo ma…

Certo, il problema potrebbe essere eliminato alla radice semplicemente utilizzando del contante. Contante che però, per quanto comodo e fondamentalmente intracciabile, presenta delle problematiche tutte sue, che dovremmo necessariamente considerare prima di scartare il bonifico come opzione per il nostro regalo:

  1. è poco sicuro: perché può essere rubato, può essere perso, può deteriorarsi, non può essere inviato a distanza;
  2. è scomodo: soprattutto se i nostri parenti o i nostri amici sono a grande distanza da noi;
  3. dà nell’occhio, soprattutto in banca: richiedere grosse somme di contanti presso lo sportello è sempre difficile, per non dire impossibile, e scatena reazioni spesso stizzite della banca.

Occhio alle somme: se sono alte è necessario l’atto pubblico

Nel caso in cui si tratti di somme importanti, ti ricordiamo che è necessario procedere con atto pubblico. Il nostro codice civile richiama questo obbligo all’articolo 782, dove però non indica dei limiti oggettivi che facciano scattare l’obbligo di atto pubblico per la donazione.

Le condizioni indicate sono infatti soggettive:

  • si deve tenere conto della condizione economica del donante;
  • si deve tenere conto anche degli eventuali e successivi diritti degli eredi.

Il caso di scuola è quello della donazione di 10.000 euro, che per molti non costituisce somma sicuramente importante, effettuata però da un pensionato che vede quella cifra rappresentare i risparmi di una vita.

Secondo la giurisprudenza più consolidata, in questo caso sarà comunque necessario l’atto pubblico.

In altre circostanze, quando il donante è persona molto facoltosa, la stessa somma non innescherebbe l’obbligo di atto pubblico.

Quando usare il bonifico per una donazione

Il bonifico per una donazione è sempre la migliore scelta, anche quando si tratti di donazione che necessiterà di atto pubblico.

È un sistema di trasferimento di denaro praticamente immediato, ha costi molto bassi, è tracciabile ed è anche possibile apporvi una causale che sia in grado di placare la curiosità ossessiva del Fisco per i movimenti del nostro denaro.

Cosa scrivere nel bonifico per donazione con atto pubblico

Il caso dell’atto pubblico è il più facile: in causale sarà infatti sufficiente riferirsi a quello che è il numero di registro dell’atto pubblico. Basterà dunque inserire come causale “donazione in riferimento atto di donazione del [ ] n. [ ]

Non sono necessarie ulteriori formalità per quanto riguarda il bonifico nel caso di donazione con atto pubblico.

Cosa scrivere nel bonifico di donazione senza atto pubblico

E se non si è fatto ricorso all’atto pubblico, come appena affrontato nel paragrafo precedente? Anche in questo caso non ci sono eccessive complicazioni: basterà indicare una formula generica, come “Regalo Mamma”, o “Regalo Papà” per evitare che il fisco, a meno che non si tratti di un’operazione oggettivamente anomala, possa ficcarci il naso.

Vale la pena di ricordare che è assolutamente sconsigliato indicare una prestazione sulla causale, come ad esempio “regalo per aver pitturato la casa”: in questo caso, ed è purtroppo accaduto a qualcuno, il Fisco potrebbe chiedere ulteriori delucidazioni in quanto potrebbe sospettare che si tratti di un corrispettivo per una prestazione lavorativa in nero.

Altra attenzione da prestare è quella ai gradi di parentela: quando sono troppo labili, il fisco potrebbe contestare l’operazione, soprattutto però nel caso in cui si tratti di somme importanti.

In tutti gli altri casi si possono dormire sonni più che tranquilli, anche in presenza di un Fisco, quello italiano, che spesso si preoccupa eccessivamente di controllare le transazioni di denaro di piccola entità tra soggetti che, palesemente, non hanno un rapporto di tipo lavorativo, ma semplicemente un legame di parentela.

Il caso specifico del prestito infruttifero tra parenti

Anche il prestito infruttifero può essere considerato come una sorta di donazione. Può avvenire secondo le stesse modalità, ovvero con il bonifico, e anche in questo caso la causale può giocare un ruolo fondamentale nella definizione del tutto.

In questo caso sarà indicato andare a scrivere nella causale del bonifico: “prestito infruttifero del [ ]“, facendo riferimento al contratto o alla scrittura privata tra le parti.

Sia per motivi fiscali, sia per evitare che il prestito si trasformi in una donazione, è sempre indicato andare a registrare il contratto, anche nel caso in cui si tratti di un prestito di piccola entità.

A chi rivolgersi per assistenza?

Nel caso in cui si tratti di somme cospicue che potrebbero far sollevare il proverbiale sopracciglio agli agenti del Fisco, è opportuno rivolgersi ad un notaio per cercare di stabilire se la donazione, ai figli, parenti o amici, abbia necessità di atto pubblico.

Anche se il Fisco italiano terrorizza i più dei nostri lettori, è il caso di ricordare che difficilmente si creeranno problemi per prestiti o donazioni di piccola entità, anche se fatti a mezzo bonifico, e che questo mezzo deve essere ritenuto quello preferibile per chi vuole donare somme piccole o grandi ai propri familiari e amici.

Sconsigliabile sempre, per le motivazioni che abbiamo citato in apertura, ricorrere alle donazioni in denaro contante, pur tanto popolari in Italia e anche nel caso ad esempio di matrimoni, dove almeno in Italia vige ancora l’usanza della donazione in busta, non tracciabile sì, ma foriera di altri tipi di problemi.

Occhio alle donazioni dall’estero

Le donazioni da conti esteri vengono sempre viste di cattivo occhio dal fisco. Ci sono stati diversi casi di bonifici bloccati e di accertamenti per donazioni, cospicue e non, che arrivavano dall’estero.

In quel caso, quando possibile, sempre meglio spostare la somma su un conto al medesimo intestatario del donante, per poi effettuare l’operazione dall’Italia.

Lo stesso vale anche per i bonifici postali

Tutto quanto abbiamo riportato nella guida di oggi vale anche nel caso in cui si dovesse optare invece per un bonifico postale, strumento che può essere assimilato a livello legislativo in tutto e per tutto al bonifico bancario.

Lo stesso vaglia postale è un prodotto che consente di inserire causali, che possiamo utilizzare nel modo sopracitato, dunque indicando o l’atto pubblico di riferimento, oppure la tipologia di regalo.

Valgono inoltre le stesse identiche attenzioni che dobbiamo prestare nel caso di normale bonifico bancario.

Evitare quando possibile le ricariche su carte prepagate

In conclusione, sebbene in molti lo ritengano un mezzo affine al bonifico, è meglio evitare la ricarica di carta prepagata, a meno che non si possa fare a mezzo bonifico e dunque indicare contestualmente la causale.

Questo non vale ovviamente nel caso di rapporti figliali, dove è più che giustificata la necessità da parte del genitore di conferire somme periodiche al figlio studente, oppure al figlio che comunque ha bisogno di integrazioni di reddito.

Ulteriori risorse utili

Prima di salutarti vorrei proporti la lettura di alcuni altri articoli collegati a questo tema: chissà che non trovi risposta ad altri tuoi eventuali domande!

Buona lettura!

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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