Testamento a Favore di un Figlio Solo: Si Può Nominare come Erede Universale un Solo Figlio?

Si può fare testamento a favore di un solo figlio? Cosa dice la legge a riguardo? Se stai pensando di devolvere il tuo patrimonio ad un figlio solo, escludendo il resto della prole, è importante che tu lo faccia in modo corretto ed evitando di violare quanto imposto dalla legge.

Difatti, per quanto possa sembrare strano, c’è la possibilità di fare testamento a favore di un figlio solo. Tuttavia, come vedremo, è necessario che ci siano le condizioni giuste per poter scrivere un documento simile e, soprattutto, affinché possa risultare valido ed evitare di creare problemi agli eredi esclusi.

Si tratta di un’operazione non semplice da portare avanti e che, se non effettuata nel migliore dei modi, porterà inevitabilmente a controversie o, nel peggiore dei casi, a danneggiare il figlio che si voleva favorire.

Quindi, prenditi del tempo per leggere con calma questo articolo in modo tale da capire meglio cosa fare.

Si può fare testamento a favore di un solo figlio?

La prima cosa che devi sapere è che, in presenza di più figli, la legge vuole che il patrimonio del genitore defunto venga spartita equamente tra gli eredi legittimari. Questi ultimi sono così chiamati proprio perché, per legge, spetta loro la famosa quota di legittima.

In sostanza, quindi, anche di fronte alla successione testamentaria, agli eredi legittimari spetta sempre la loro parte di eredità. I legittimari sono il coniuge, i figli, e solo in assenza di figli entrano in gioco i genitori. Pertanto, questi eredi sono tutelati dalla legge anche se le volontà espresse dal testatore all’interno del testamento siano diverse.

Tuttavia, c’è un aspetto essenziale da sottolineare, che forse è quello che ti interessa maggiormente: la quota di legittima non deve essere per forza di cose devoluta al momento del decesso attraverso il testamento. Difatti, gli eredi possono riceverla in qualsiasi momento, attraverso le donazioni.

Questo significa che, coloro che hanno già ricevuto la propria quota legittima quando il genitore era ancora in vita, non hanno la possibilità di impugnare il testamento perché esclusi. Il motivo, come forse potrai comprendere, è molto semplice: non vi è alcuna violazione della legge.


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Impugnazione del testamento: Lesione della legittima

Quello sopra riportato è l’unico modo in cui si ha la possibilità di fare testamento in favore di un figlio solo. Se gli altri eredi non hanno ricevuto la propria quota mentre il genitore era in vita, e quest’ultimo li ha esclusi dall’asse ereditario, i figli lesi hanno la possibilità di impugnare il testamento per lesione della legittima.

Dall’altra parte, però, se il genitore viene a mancare senza lasciare un testamento, si applicherà l’articolo 565 del Codice Civile, che impone divisioni imparziali tra gli eredi legittimi. Questo, in ogni caso, non è un argomento che ci interessa trattare oggi, dal momento che il tuo intento è quello di fare testamento in favore di un figlio solo.

In questa sede, infatti, deve soprattutto importarti sapere che, se le tue ultime volontà vanno a ledere i tuoi eredi (parliamo di coloro che vuoi escludere dal testamento), questi ultimi possono impugnarlo.

Questo è l’unico modo che hanno gli eredi per poter contrastare le tue volontà agendo in tribunale e dimostrando che la loro quota legittima è stata lesa. Al contrario, se gli eredi non agiscono in tribunale, il testamento verrà considerato valido.

In poche parole, non c’è un ente o un’autorità pubblica che verrà a contestare il testamento: questa azione può essere eseguita solo dagli eredi lesi. Pertanto, di fronte all’accettazione delle volontà iscritte nel testamento, quest’ultimo resta valido.

Testamento in favore di un figlio solo: attenzione alle quote di legittima

Dal momento che stiamo parlando di testamento a favore di un solo figlio, di validità dello stesso e di possibile impugnazione, ritengo importante che tu abbia un’idea di quali siano queste quote.

In ogni caso, sappi che, trattandosi di un tema molto delicato ed importante, è sempre bene tenere in considerazione l’idea di farsi aiutare nella stesura del testamento. In questo modo eviterai di commettere errori, di rendere felici tutti gli eredi e di evitare che le tue volontà possano essere messe in discussione.

Ad ogni modo, tornando a noi, quello che vorrei illustrarti senza entrare troppo nel merito del discorso è la divisione delle quote di legittima per i figli. Innanzitutto, bisogna considerare se, oltre ai figli, c’è anche il coniuge. Vediamo, quindi, le possibili situazioni:

  1. Coniuge con un solo figlio
  2. Coniuge con due o più figli
  3. Un solo figlio
  4. Più figli

Quindi, nel tuo caso, che vede la volontà di fare testamento a favore di un solo figlio, le situazioni che ti riguardano di più sono la 2 e la 4. Ma, in ogni caso, può sempre essere utile avere qualche conoscenza in più: ecco perché parleremo di tutti e quattro i casi.

Nel caso in cui si lasci il coniuge con un figlio solo, ad entrambi spetterà 1/3 del patrimonio ereditario, e l’altro terzo sarà la quota disponibile. Invece, quando oltre al coniuge si lascino due o più figli, al primo verrà devoluto 1/4 del patrimonio, e ai figli la metà, da dividersi equamente.

Nel caso di un figlio solo, a quest’ultimo spetterà metà del patrimonio ereditario. Per concludere, qualora si lasciassero due o più figli senza coniuge, a questi spetta 2/3 dell’eredità da dividersi in parti uguali. Inoltre, va sottolineato che, indipendentemente con chi concorra il coniuge, a quest’ultimo vengono sempre riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare.

Azione di lesione di legittima: le tempistiche

Poco fa abbiamo parlato di impugnazione del testamento, ma, in che cosa consiste? In sostanza, gli eredi lesi hanno la possibilità di agire tramite l’azione di riduzione. In questo modo potranno rientrare della propria quota e godere della tutela che offre loro la legge.

Ad ogni modo, è bene sottolineare che ci sono dei termini di prescrizione ben precisi da rispettare. Difatti, il legittimario leso potrà affidarsi all’azione di riduzione entro dieci anni dalla data di accettazione dell’eredità. Se questo termine di tempo viene superato, il legittimario non ha più la possibilità di far valere i propri diritti in tribunale.


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Consulente Finanziario Indipendente e Co-Fondatrice di Affari Miei
Si è avvicinata al mondo della finanza per passione co-fondando Affari Miei nel 2014. Oltre all'abilitazione per l'esercizio della professione ha approfondito i suoi studi seguendo seminari e master formativi in Wealth Management e Protezione Patrimoniale. Nel 2023 ha pubblicato il libro "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" scritto a quattro mani con Davide Marciano.
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