A proposito dell’inasprimento dell’imposta di successione e dei giovani…

Ho ritenuto doveroso scrivere questo articolo alla luce delle ultime notizie di cronaca che hanno reso attuale il tema delle imposte su successioni e donazioni. Come al solito, stiamo facendo una gran confusione con gente che dice la propria senza sapere di cosa sta parlando e slogan ideologici di basso livello.

Proviamo a fare qualche ragionamento un po’ più articolato insieme per farci un’opinione seria, non da bar.

Prima spiego un attimo il funzionamento a livello pratico e poi esprimo le mie opinioni.

Come funziona

Oggi in Italia le imposte su successioni e donazioni sono relativamente basse rispetto ad altri Paesi europei.

Donare o tramandare qualcosa tipo un milione di euro ad un figlio è “quasi” esentasse così come trasferire un’azienda grazie alle agevolazioni previste sui patti di famiglia.

Nel caso dei trasferimenti tra persone fisiche (genitori che donano case o soldi ai figli, per capirci), il razionale è che una persona per accumulare un patrimonio ha già pagato le imposte sul reddito mentre costruiva la sua ricchezza e se ha guadagnato tanti soldi è già stato tassato, anche molto.

Nel caso del trasferimento dell’azienda c’è un tema di continuità: se Tizio si è fatto il mazzo per una vita, rischiando tantissimo, per costruire e gestire la sua attività, lo agevoliamo nel trasferirla.

Questo perché non è affatto scontato che gli eredi siano capaci di continuare a far prosperare l’azienda, anzi, statisticamente non ci riescono quasi mai con una dispersione enorme di ricchezza.

Sul punto, basta pensare che solo il 13% delle aziende italiane arriva alla terza generazione.

Questa è la realtà, poi ci sono le necessità e le opinioni.

Cosa ne penso

Le necessità della collettività vedono uno Stato bulimico di soldi che, per garantire il Welfare e spesso l’assistenzialismo parassitario a milioni di persone, ha bisogno di soldi.

Non è un caso che la pressione fiscale su imprese e privati sia tra le più elevate in Europa a fronte di servizi per i quali nessuno si dice mai contento (non a caso!).

Io sarei per ridurre la presenza dello Stato nell’economia e per lasciare agire le persone senza sussidiarle, ma la maggioranza che vota ed elegge la nostra classe politica, tra le peggiori in Occidente, vuole l’esatto contrario.

Dunque, la necessità è raccogliere soldi e da qualche parte questi soldi si devono prendere.

Da un punto di vista concettuale, dunque, l’attenzione ricade proprio sulle successioni perché è l’unico ambito nel quale lo Stato non ha ancora inasprito l’imposizione.

Le imprese sono già vessate, i privati peggio ancora…da qualche parte si devono prendere i soldi!

Ed è probabile che lo faranno, prima o poi, proprio inasprendo le imposte su successioni e donazioni o riducendo le franchigie.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa penso io.

In parte si è già capito, io sono contrario all’inasprimento delle imposte perché penso che quelli che hanno più soldi, in fondo, se li sono pure meritati e non devono essere “puniti” come vorrebbero i forcaioli.

Spesso la creazione della ricchezza comporta dei sacrifici, delle rinunce e l’esposizione a dei rischi che la maggioranza della popolazione non è disposta ad accettare. I risultati conseguiti sono la conseguenza, neanche sempre scontata e realizzabile, di tutto questo.

Nel “fare i soldi” una persona viene già tartassata tra imposte dirette ed indirette e se ciò non avviene a causa di fenomeni patologici come l’evasione fiscale è un problema dello Stato che non fa quel minimo che dovrebbe, non della persona.

Chi la pensa diversamente non sa come funzionano le cose (accade spessissimo) o, semplicemente, è invidioso.

Ditelo che siete invidiosi perché è così: anche io sono invidioso del fatto che non ho ereditato nulla mentre c’è gente che è nata e cresciuta in un benessere maggiore rispetto al mio senza “meritarlo”.

Però, al tempo stesso, ho un profondo rispetto per chi quella ricchezza l’ha costruita e, da imprenditore, ho piena cognizione di quanto sia faticoso e difficile.

Prendere quei soldi da chi ha già pagato per tutta la vita per darli genericamente “ai giovani” è pericoloso perché:

  • Per prima cosa, si continua a tartassare la parte che produce e mantiene l’Italia nel G20;
  • Per seconda cosa, si fa passare il solito messaggio parassitario della prebenda secondo cui ai giovani bisognerebbe dare dei soldi. Ai giovani, semmai, bisognerebbe dare delle opportunità professionali e ciò si realizza solo abbassando la pressione fiscale sul lavoro permettendo alle aziende di assumere. I soldi non si creano dal nulla, si producono solo ed esclusivamente con il lavoro.

C’è un problema enorme, però

La mia opinione è irrilevante, le persone benestanti sono la minoranza e, per ovviare alle “necessità”, prima o poi metteranno mano alle imposte successorie.

Anche per questo, se siamo nella condizione dei “vessati”, bisogna prendere in mano le proprie finanze iniziando a pianificare il futuro attivamente.

Come Affari Miei insegno e continuerò ad insegnare sempre di più a chi vorrà seguirmi tutto questo ponendo al centro di tutto l’autonomia privata e lo sviluppo della persona umana che sono i valori più alti in cui credo.

Chest’è…come amo dire!


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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