BTp Italia Marzo 2023: un’occasione imperdibile per i risparmiatori?

Con l’inizio della nuova emissione di BTP Italia a partire dal 6 marzo, molti si stanno chiedendo se questa rappresenti un’opportunità interessante per gli investitori italiani.

Da parte del governo, sembra esserci un incoraggiamento all’acquisto di questi strumenti finanziari da parte dei cittadini, con l’obiettivo di rendere l’Italia meno dipendente dalla speculazione internazionale. Ma ci sono dei rischi da considerare e, soprattutto, è importante valutare attentamente se questa sia la scelta giusta per i propri investimenti.

Un’opportunità interessante o una trappola per gli investitori?

Sembra proprio che gli investitori propendano per il si, dato che sta proseguendo a ritmi molto sostenuti il collocamento dei BTp.

Il primo giorno di collocamento del nuovo BTP Italia con scadenza a marzo 2028 infatti si è chiuso con un controvalore di raccolta di circa 3,64 miliardi di euro. Sono stati oltre 132mila i contratti siglati. Nella precedente emissione di novembre 2022 gli ordini raccolti nel primo giorno di collocamento furono pari a circa 3,18 miliardi di euro, sulla base di 103mila contratti.

Nella seconda giornata di offerta gli ordini sono stati pari a un controvalore di oltre 2,93 miliardi di euro sulla base di 114.870 contratti (furono 81mila nel collocamento di novembre 2022).

La terza giornata: il titolo ha ottenuto richieste per oltre 1,99 miliardi di euro, con 80.119 contratti siglati. Le richieste totali sono state pari a 8,56 miliardi di euro.

Il 9 marzo alle ore 10 partirà la fase di collocamento del BTp Italia riservata agli investitori istituzionali.

L’idea di poter ottenere una cedola attraente con zero rischio infatti sembra allettante per molti risparmiatori, e per certi versi lo è, ma è importante considerare anche il lato oscuro di questi strumenti finanziari.

Come tutti gli investimenti, anche i Buoni del Tesoro Poliennale Italia presentano dei rischi che possono causare perdite di denaro.

In primo luogo, lo scrivo per i meno esperti, il mercato secondario di questi titoli può essere soggetto a oscillazioni e variazioni che influiscono sul loro valore: quello che oggi sembra conveniente, potrebbe perdere di valore domani e bisogna essere pronti a queste oscillazioni soprattutto se andiamo incontro ad una riduzione dell’inflazione, vero parametro discriminante del valore sul mercato delle obbligazioni.

Vantaggi dei BTP Italia in emissione a marzo 2023

Tra i vantaggi di investire in BTP Italia adesso vi è sicuramente la possibilità di ottenere una cedola interessante e la copertura dall’inflazione, che rappresenta una preoccupazione per molti investitori.

Inoltre, questi strumenti finanziari offrono la possibilità di investire nel debito pubblico italiano, aiutando così il Paese a finanziare le proprie attività.

La cedola

Il 3 marzo il MEF ha comunicato la cedola reale annua minima della diciannovesima emissione del BTP Italia: essa è stata fissata al 2,00%.

La cedola definitiva verrà invece stabilita con una prossima comunicazione all’apertura della quarta giornata di emissione, ovvero nella mattinata di giovedì 9 marzo e quindi potrà essere confermata oppure rivista al rialzo rispetto a quella oggi comunicata.


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Quali rischi considerare?

Il primo rischio è la volatilità del prezzo del titolo, che dipende dal mercato e può aumentare o diminuire in relazione alla durata del periodo di investimento.

In linea del tutto generale e a titolo di esempio, se i tassi di interesse aumentano, il prezzo dei BTP emessi precedentemente diminuisce, mentre se i tassi di interesse diminuiscono, il prezzo dei BTP emessi precedentemente aumenta. Questo vale soprattutto per i bond la cui cedola è fissa mentre è da considerarsi in misura minore quando c’è l’indicizzazione è legata all’inflazione o ad un altro parametro variabile (es: il PIL).

Il secondo rischio è il rischio emittente, ovvero il rischio che l’Italia vada incontro al default o ad una ristrutturazione del debito, con la conseguente perdita parziale o totale del capitale investito.

In particolare, l’emittente potrebbe chiedere agli obbligazionisti di accettare il taglio del valore nominale del titolo, la riduzione delle cedole o l’allungamento delle scadenze attraverso le clausole collettive (CACs).

Le CACs, introdotte progressivamente dal 1° gennaio 2013, prevedono la possibilità di una modifica delle condizioni degli obblighi in capo all’emittente del titolo di stato.

Gli investitori nei BTP potrebbero quindi trovarsi nella posizione di partecipare a un’operazione di ristrutturazione del debito del paese, non propriamente quello che stai cercando se stai valutando di effettuare investimenti che nella tua testa dovrebbero essere sicuri.

In generale, gli investitori nei BTP devono essere consapevoli di questi rischi e prendere decisioni di investimento informate, tenendo in considerazione la durata del periodo di investimento, il livello di volatilità dei titoli e la situazione finanziaria del paese emittente.

Ma conviene investire in BTp Italia o no?

Probabilmente sei giunto su Affari Miei per questo motivo. In generale, è difficile esprimersi senza conoscere la cedola minima garantita: il MEF la annuncerà il 3 marzo ma le indiscrezioni trapelate sulla stampa lasciano immaginare una cedola minima vicina al 2% o comunque più alta all’1,6% garantito a novembre 2022.

Se le condizioni fossero simili a novembre 2022, non vedo una particolare convenienza nell’esporsi sul singolo Btp nella misura in cui disponi già di un portafoglio ben diversificato che abbia al suo interno una componente obbligazionaria indicizzata all’inflazione.

La mia non è una condanna tout court allo strumento: se investi in maniera diversificata hai già in portafoglio la giusta quota di bond statali indicizzati all’inflazione, non te ne servono altri.

Se possiedi già fondi o ETF di questo tipo, infatti, hai già una copertura adeguata e questi BTP sono solo una variante delle tante obbligazioni che vengono quotidianamente collocate sul mercato.

Se non ne possiedi e pensi di “riempire” il vuoto solo con questi strumenti, a mio parere potrebbe essere un po’ troppo rischioso perché ci sarebbe un’eccessiva esposizione su un solo titolo e su un solo Paese.

Peggio ancora, se stai pensando di fare “all in” allocando la gran parte del tuo patrimonio con una strategia fai da te, magari perché vieni da un anno negativo e non ti fidi dei precedenti consulenti che a tuo parere ti hanno fatto perdere soldi nel 2022, il rischio mi sembra ancora più alto.

Per approfondire, qui trovi una serie di altre risorse scritte sul tema:

Se stai iniziando adesso il tuo percorso da investitore autonomo, inoltre, ti consiglio di continuare con queste risorse:

Buon proseguimento su Affari Miei.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

6 Commenti

Carlo · 26 Febbraio 2023 alle 16:10

se non erro il nuovo BTPItalia partirà con un tasso inflazione base vicino al 10%. siccome viene ricalcolato ogni sei mesi sarebbe vantaggioso solo se l’inflazione andasse oltre al 10%. Altrimenti si avrebbe solo la cedola fissa.

    carlo · 9 Marzo 2023 alle 12:42

    Ciao Carlo,
    non è esattamente cosi:
    Devi tenere in considerazione l’indice di riferimento iniziale che nel caso del BTP Italia mz 28 è 118,24194 ed è quello che varia in base all’inflazione , questo indice rivalutato all’inflazione ( anche se fosse meno dell’inflazione data all’emissione) determinerà il coefficiente di indicizzazione per calcolare la rivalutazione del capitale e cedola. In sostanza è solo in presenza di deflazione verrà pagata la cedola fissa.
    ciao

Luigi · 23 Febbraio 2023 alle 8:24

ne vorrei sapere di piu

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    Davide Marciano · 23 Febbraio 2023 alle 8:55

    Ciao Luigi, continua a seguire Affari Miei perché aggiorneremo l’articolo quando si conosceranno maggiori dettagli.

    A presto!

Enrico · 21 Febbraio 2023 alle 22:01

Una situazione come quella di oggi è inconcepibile per i risparmiatori italiani , sia che diate credito ai BTP normali sia a quelli Italia poiché quando finirà questa maledetta inflazione la cedola crollerà, ma poi non vi accorgete che i prezzi stano scendendo giorno dopo giorno di tutti i bond italiani, quindi c’è anche una perdita del controvalore rispetto al nominale, siamo uno dei peggiori paesi per chi detiene questi titoli, io ad esempio in due anni ho perso quasi il 50% su BTP trentennali, ma se andiamo avanti cosi non crediate che i nuovi andranno meglio, ci sono troppe variabili negative, ho scritto più volte che il MEF dovrebbe trovare compratori prima possibile, altrimenti le pubblicità per l’acquisto dei nuovi BTP sono ingannevoli e non ci saranno alternative di grandi guadagni, gli italiani hanno dato una. mano al debito ora lo stato faccia altrettanto, io mi sono pentito amaramente di aver venduto bond stranieri!!! Grazie

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    Davide Marciano · 23 Febbraio 2023 alle 8:56

    Ciao Enrico,

    grazie per la tua testimonianza.

    Questo è uno dei rischi, troppo spesso ignorati, dagli Italiani.

    Noi lo abbiamo sottolineato in più occasioni perché riteniamo sia necessario dire che questi strumenti, di base, non sono validi e adatti per tutti.

    Un caro saluto,
    Davide

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