Tasse sulla Seconda Casa: Come non Pagare Tasi e Imu e Abbattere il carico fiscale

Conosciamo tutti una delle problematiche più ostiche da affrontare quando si possiede una seconda casa: tasse.

Proprio a tal riguardo, in una regione italiana sono avvenuti (e stanno ancora avvenendo) una serie di mosse molto strane.

Ci riferiamo alla Sicilia, luogo in cui alcuni proprietari di seconde o terze case della zona di Caltanissetta, hanno deciso di regalare o svendere le loro proprietà così da non dover più pagare le tasse previste sulle seconde case: Tasi e Imu. 

In tal modo, quindi, i compratori spendono solo i soldi del passaggio di proprietà e dell’imposta di registro o poco più e si aggiudicano a tutti gli effetti un’immobile.

Ma è davvero necessario arrivare a questo punto per non pagare le spese previste? Effettivamente no, esistono metodi e trucchi alternativi perfettamente regolari che possono portare al non saldo di questi tributi e quindi al mantenimento dell’abitazione in questione.

L’articolo di oggi è centrato completamente su questa tema e quindi siamo pronti a svelarvi i trucchi necessari per non pagare le tasse sulle seconde o terze case e così via.

Imu seconda casa e Tasi seconda casa: qualche informazione

Questo portale non è assolutamente favorevole al fenomeno dell’evasione fiscale che, come ricordato recentemente anche dal Presidente della Repubblica, è a tutti gli effetti una piaga.

Tuttavia riteniamo che in Italia la tassazione sovente raggiunge livelli eccessivi e, quindi, costringa quasi le persone a studiare stratagemmi per pagare meno tasse.

Noi ci limitiamo a fare soltanto informazione, concentrandoci in questa sede sulle tasse sulla seconda casa: non ci assumiamo la responsabilità dell’uso distorto di quanto scriviamo che, chi legge, potrebbe eventualmente fare.


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Scadenza Tasi e Trucchi per Pagare Meno Tasse sulla Casa

Prima possibilità è quella di accatastare le case come unità collabenti. Ovvero? Rendendo gli immobili collabenti essi non hanno più rendita catastale, dunque si azzera totalmente il conto delle tasse.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, questa tipologia di edifici è cresciuta esponenzialmente, precisamente del 12,4% dopo l’avvento dell’Imu prima casa.

I proprietari di ex capannoni ad esempio, hanno rimosso la copertura così da accatastare l’unità in F/2 ed evitare di pagare oltre 80 mila euro l’anno di imposte. D’altronde si tratta di quei posti davvero impossibili da affittare.

Attenzione però, perché questo trucco funziona solo in alcune zone e in altre no. In certi comuni infatti si paga la tassa sull’area edificabile anche se con un’aliquota ridotta rispetto alle prime case.

Inoltre non è ovviamente così certo che l’Agenzia delle Entrate accetti il riaccatastamento dell’edificio.

Per far in modo che questo avvenga, infatti, devono esserci delle prove fisiche e concrete del degrado e delle condizioni reali della struttura. Non è sufficiente togliere porte e finestre, anzi.


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A mali estremi…estremi rimedi!

Seconda soluzione prevista per non essere più soggetti alle spese è abbattere la casa.

Si, è una soluzione drastica e a questo punto forse conviene ancora regalarla, tuttavia ci sentiamo in dovere di esporla.

D’altronde alcuni edifici sono così irrecuperabili che potrebbero addirittura non essere accettati anche in regalo e quindi l’unica soluzione prevista è proprio l’abbattimento, che ricordiamo non è gratuito.

Demolire una casa comporta comunque delle spese, pensateci quindi bene!

Inagibilità

Terza soluzione è quella di rendere l’abitazione inagibile: rendendo la struttura non più agibile le imposte calano vertiginosamente.

In questo caso bisogna però dare un’occhiata ai regolamenti che cambiano da zona a zona riguardo la dichiarazione di inagibilità.

Per essere dichiarato inagibile l’edificio deve avere delle grosse mancanze o essere in uno stato avanzato di degrado, non basta anche in questo caso eliminare alcuni beni di prima necessità, come i sanitari.

Sbarazzarsi della casa…gli italiani non badano alla forma!

Non siete ancora soddisfatti? Allora iniziate a prendere in considerazione la possibilità di effettuare una cessione o una permuta o, infine, una fusione.

Molti italiani infatti, sempre per non pagare Imu e Tasi, decidono di concedere gli immobili in uso a parenti. Diminuendo così la tassazione.

Il classico esempio è quello dei genitori che intestano la seconda casa al figlio e che quindi diventa la sua abitazione principale, in tal modo paga il figlio ma risparmiano i genitori.

Questioni di cuore…

Strategia alquanto strana è quella che riguarda invece la finta separazione coniugale.

Ebbene si, vi è anche chi, pur di non pagare le tasse sulla seconda casa fa credere di essere separato dal coniuge così da rendere due abitazioni le case principali di ognuno e risparmiare.

Ovviamente non è sufficiente spostarsi di casa, bensì deve avvenire la separazione legale vera e propria.

A voi la scelta!

Come pagare Tasi seconda casa in affitto: chi paga? Agevolazioni prima casa

Ecco un paragrafo su un caso particolare, ossia quello in cui la seconda casa è data in locazione a degli inquilini. Come gestire le tasse sulla seconda casa in affitto?

A partire dal primo gennaio 2016 la Legge di Stabilità ha cancellato la quota inquilino a carico dell’inquilino affittuario stesso, qualora l’abitazione sia destinata ad abitazione principale.

La stessa novità è stata estesa anche al comodatario che usa l’immobile con la medesima destinazione.

Invece la quota a carico del proprietario resta invariata, e dunque non abbiamo assistito ad una ridistribuzione del prelievo, ma soltanto una diminuzione delle tasse sull’abitazione principale.

In sostanza il proprietario ha l’obbligo di continuare a pagare la suo quota, la quale varia dal 70% al 90% a seconda delle delibera comunale.

Dunque, dal 2016, la quota dell’inquilino è stata azzerata nei casi in cui l’unità immobiliare viene destinata ad abitazione principale dall’utilizzatore e dal suo nucleo familiare. Invece non è cambiato nulla per il possessore dell’immobile, che paga la tassa ed eventualmente la Tasi.

Tasse seconda casa: scadenze Tasi e altre scadenze fiscali. Si può risparmiare?

Cosa preferite quindi fare? Le scelte a disposizione sono molte: regalare la casa, abbatterla, cederla, addirittura separarsi.

Se invece non trovate alcuna soluzione tra quelle proposte perché non riescono a soddisfare le vostre esigenze, allora potete sempre pensare di iniziare a risparmiare su altro, così da aver la possibilità di pagare tali imposte.

I trucchi per spendere il meno possibile in casa sono tanti quanti quelli per non pagare i tributi, forse anche di più.

Certe volte siamo spaventati di pagare le tasse che in realtà sono assai più basse di imposte che ci vengono prelevate direttamente dallo stipendio come l’IRPEF oppure ci autotassiamo con vizi di cui potremmo tranquillamente fare a meno: chi legge abitualmente Affari Miei conosce la sezione dedicata al risparmio in cui più volte parliamo dell’argomento.

Ultima soluzione per risparmiare sulle tasse relative alla seconda casa? Se non lo sapete, è previsto uno sconto del 25% a coloro che concedono l’immobile in locazione con canone concordato. La guida indicata vi spiegherà al meglio tutto.

Tasse sulla Seconda Casa: informazioni utili e novità

Con la nuova Legge di Stabilità sono tante le novità introdotte e alcune di queste riguardano proprio la tassazione sulle seconde case.

Innanzitutto teniamo a ricordarvi che la prima abitazione principale non è più sottoposta al pagamento di tali tributi, a meno che essa non faccia parte delle cosiddette “categorie di lusso” o non sia un castello. Di conseguenza sono ben 19 milioni gli italiani che potranno tirare un sospiro di sollievo.

Chi invece non ha altra scelta che quella di continuare a pagare Imu e Tasi, deve come ogni anno pagare l’acconto a giugno e il saldo finale a dicembre.

I codici tributo Imu da indicare sul modello F24 da presentare presso la propria banca o in posta sono 3912 per le abitazioni principali e le pertinenze; 3914 per i terreni; 3916 per le aree fabbricabili; 3918 per gli altri fabbricati; 3925 per edifici a scopo produttivo. Diversi sono quelli della Tasi: 3958 su abitazione principale e pertinenze; 3959 su fabbricati rurali e  infine 3960 sulle aree fabbricabili.

Per quanto riguarda l’Imu immobili invenduti delle imprese costruttrici, essi continuano a pagare l’Imu, ma con un’aliquota agevola dell’1 per mille. L’Imu e Tasi case inagibili e le dimore storiche sono soggette al diritto di una riduzione del 50% della base imponibile di Imu e Tasi.

Coloro che riesierono all’estero, invece, devono anch’essi pagare l’Imu e la Tasi, ad eccezione dei cittadini che percepiscono una pensione nel Paese di residenza, a condizione che l’immobile posseduto in Italia non sia locato o dato in comodato d’uso.

E l’Imu agricola? I terreni agricoli 2016 e imbullonati sono esenti per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali (IAP): la legge di Stabilitàha cancellato infatti la classificazione dell’Istat tra terreni montani, parzialmente montani o di pianura e ha reintrodotto la precedente classificazione dei terreni agricoli.

Come pagare Imu e le tasse sulla casa?

Per il pagamento del saldo dell’Imu e della Tasi, i contribuenti possono usare il modello F24, che si può trovare presso gli sportelli bancari e degli uffici postali, oppure possono pagare anche online, o, ancora, tramite gli intermediari fiscali abilitati (commercialisti e consulenti fiscali).

Nel modello f24, la sezione da compilare è quella relativa a “sezione Imu e altri tributi locali”,  dove è facilemnte individuabile la voce “importi a debito versati”

Il versamento può essere effettuato anche a mezzo di un bollettino postale: il numero di conto corrente  è 1008857615, uguale per tutti i comuni italiani, ma esso e anche l’intestazione sono già prestampate.

Chiunque si dovesse dimenticare di pagare i tributi entro la data di scadenza può, attraverso il ravvedimento operoso, provvedere a pagare con l’aggiunta ovviamente di una mora.

A questo punto avete quindi tutto il tempo per decidere cosa fare con il vostro edificio non utilizzato come abitazione principale e sui cui verte quindi la Tasi e l’Imu.

Ricordate che nel caso in cui sceglieste una delle opzioni elencate nel paragrafo precedente, è comunque necessario avere a propria disposizione un po’ di tempo per ottenere eventuali approvazioni o rinvii da parte dell’Agenzia delle Entrate o di altri enti.

Non prendete questo articolo alla lettera e, nel caso in cui vorreste effettivamente agire, abbiate la premura di contattare un professionista specializzato.


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

1 Commento

Francesco · 8 Febbraio 2018 alle 18:19

Gentilissimo Davide, ho trovato per caso il tuo sito e lo trovo molto interessante. Io a giorni vado a vivere in Romania ,mia moglie rumena è già là con i bambini e io adesso ho il problema della casa di proprietà qui in Italia. Diventando cittadino AIRE la casa diventa come seconda casa con tasse maggiorate. Io mi sono informato che con Servizio Elettrico Nazionale paghero €45 ogni bimestre a 0 consumo + canone rai . Oppure posso chiudere con €23 e non pago più il canone , per rialacciare €88,54 . Con Hera €3 x acqua e €17/18 x gas il tutto a 0 consumo in più pagare la TARI rifiuti circa €180/anno. Oppure chiudere i contatori €36 x gas e €60 x acqua e la TARI non si paga più. Per riaprire € 140 entrambi. IMU e TASI si pagheranno sempre e come seconda casa. Adesso il dilemma di prendere una decisione .Ciao sono Francesco di Ravenna grazie .

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