Conto Deposito: Bail In e Fallimento della Banca, Quali Conseguenze ci Sono?

Oggi ho scelto un argomento al centro dell’interesse soprattutto da quando è entrato in atto, nel gennaio 2016, il provvedimento dell’UE circa il conto deposito: bail in, una parola che spaventa molto i risparmiatori.

Vediamo perché e di cosa si tratta.

Che cos’è il Bail In?

Bail In è un’espressione inglese, la cui traduzione è “cauzione interna”, con la quale ci si riferisce a un meccanismo voluto dall’Unione europea, ovvero un sistema di risoluzione di un’eventuale crisi bancaria e fallimento banche che prevede il coinvolgimento diretto di azionisti, obbligazionisti e correntisti della banca stessa.

Caratteristiche del Bail In

In caso di crisi bancarie o fallimento bancario, prima del gennaio 2016, c’era un intervento anche da parte dello Stato con denaro pubblico.

Ma con la direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie, in vigore dal gennaio 2016, non è più così: nel caso in cui una banca sia in difficoltà non interverrà più lo Stato, ma dovranno farsi carico delle perdite anche i privati: azionisti, obbligazionisti delle subordinate, obbligazionisti senior e correntisti con depositi superiori a 100mila euro.

Se tutto questo non fosse ancora sufficiente a coprire le perdite interverrà un fondo finanziato dalle banche. Mentre, i depositi fino a 100mila euro per depositante, continuano a essere tutelati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Il principio base di questa nuova gestione del Bail In è che nessun azionista, correntista o creditore debba sopportare perdite superiori a quelle che avrebbe in caso di liquidazione coatta amministrativa, in gergo tecnico “no creditor worse off”.

La direttiva prevede, inoltre, che le responsabilità gravi ricadano solo sui soggetti che hanno un rapporto diretto con l’ente, in questo modo non vengono più coinvolti i contribuenti.

Infine, lo Stato interverrà solo come estrema ratio e solo nel caso in cui venga messo in pericolo il pubblico interesse, ma mai più con finanziamenti a fondo perduto.

Lo Stato può intervenire solo in casi estremi, cioè se la stabilità finanziaria o l’interesse pubblico vengono messi in discussione.

Comunque, non lo farà a fondo perduto: in questi casi, lo Stato partecipa al capitale sociale e la banca diventa temporaneamente di proprietà pubblica.

Ma visto che l’oggetto del mio articolo è il rapporto tra conto deposito e bal in, è necessario che io faccia un’ulteriore precisazione che riguarda il bail in in conto cointestato, caso che merita un chiarimento.

Bankitalia ha spiegato che anche con il conto cointestato il limite resta sempre quello di 100 mila euro per ciascun depositante.

Per rendere il concetto più immediato ti faccio un esempio: se due coniugi hanno un conto cointestato con un deposito di 200 mila euro, la somma sarà tutta al sicuro, perché è da intendersi divisa al 50% fra moglie e marito (100 mila euro a testa) e ognuno dei due depositanti godrà della garanzia del Fondo di Tutela dei Depositi.

Proprio perché si prende in considerazione il depositante e non il deposito, nel conteggio rientrano anche eventuali altri conti correnti aperti, sempre nella stessa banca, da uno dei due coniugi, o da entrambi in cointestazione.

Se invece un depositante ha più conti aperti in banche diverse, il limite di 100 mila euro vale per ognuno dei conti che si posseggono.

Quindi se due coniugi hanno, poniamo, due conti aperti in due banche diverse, e ogni conto ha un deposito di 200 mila euro, tutti i 400 mila euro sono protetti anche nel caso di bail-in di entrambe le banche. Infine nel limite si conteggia la quota del depositante sul deposito cointestato che, secondo le norme, si presume paritaria tra i cointestatari.

Conto Deposito e Bail In: fallimento della banca cosa succede ai risparmiatori?

Come si evince da quello che ho spiegato fino ad ora, in caso di fallimento della banca, se i tuoi risparmi in Conto Deposito sono fino ai 100 mila euro puoi stare tranquillo perché, come ho più volte ripetuto c’è la garanzia del FITD e ogni banca che opera sul territorio italiano aderisce a questo fondo.

Ma fai attenzione perché questo fondo non ha disponibilità illimitata, quindi se la banca è piccola non ci sono difficoltà nel rimborsare i correntisti, ma se la banca è grande ci saranno sicuramente dei problemi.

Questo fondo non è nato per risolvere le crisi bancarie ma per assicurare i conti correnti e i conti deposito. Quindi se hai piccoli importi o comunque importi inferiori ai 100 mila euro non hai nulla da temere in caso di bail-in.

Tuttavia è giusto essere informati e affidarsi a gruppi bancari stabili. A tal proposito puoi trovare anche online elenchi di banche a rischio bail in.

Ma fa attenzione perché quelle che ad oggi risultano delle banche italiane a rischio, domani potrebbero non esserlo più. Oppure, all’elenco se ne può essere aggiunta qualche altra. Diversi istituti a rischio sono commissariati dalla Banca d’Italia per poi essere assorbiti da altre realtà.

Anche che il commissariamento non deve, per forza, far pensare a un fallimento certo. Tuttavia, rimane comunque un segnale di difficoltà dell’istituto bancario. C’è anche da dire che alcune di queste banche, dopo il commissariamento, hanno trovato un’occasione di rilancio dalla fusione con altri istituti.

Opinioni di Affari Miei su Conto Deposito e Bail In

Ora che hai soddisfatto tutte le tue curiosità su questo argomento spinoso, con questo articolo ti dico cosa ne penso. Come ho già precisato più volte, non corri rischi in caso di bail in se hai cifre inferiori ai 100mila euro sul conto deposito.

Ma, prima di scegliere il conto deposito, è sempre bene assicurarsi della solidità della banca, ancor più dopo l’emendamento del gennaio 2016. Puoi farlo controllando il Cet1 ratio che è il coefficiente indicante il rapporto tra il patrimonio di base di una banca e gli impieghi ponderati per il rischio.

Lo trovi pubblicato online nel bilancio e, se non sei un esperto, ti dico che la Bce ha posto una soglia minima che attualmente è del 10, 50%. Da questa soglia in poi hai un parametro che ti assicura la solidità della banca cui scegli di affidarti.

Oltre al cet1 ti consiglio di controllare anche il TER1 e il TCR%, dati che si possono trovare nei bilanci. Peccato che questi dati mostrino lo stato di saluto delle banche di sei mesi precedenti e la situazione può cambiare molto rapidamente.

A volte campanelli di allarme di crisi potrebbero essere tassi troppo sopra la media sui conti deposito per attirare la clientela. Se la banca non riesce a raccogliere capitali è costretta, quindi a offrire tassi estremamente vantaggiosi.

Se invece disponi di liquidità superiore ai limiti di garanzia il consiglio che posso darti è quello di dividere la la liquidità su più conti in banche diverse per ridurre il rischio. Questo comporta un aumento di costi e di bolli ma si è evita di rimanere incastrati nel bail-in in caso la banca vada in difficoltà.

Conclusioni

Arrivato a questo punto, avrai sicuramente le idee più chiare su questo argomento di cui avrai sentito parlare con particolare allarmismo.

Ma adesso, oltre a essere informato, sai anche quali sono le mie opinioni e i miei consigli. Seguili e affidati a banche con parametri che ti assicurano stabilità e starai più tranquillo!

Se non vuoi fermarti qui e ti piacerebbe continuare ad approfondire i conti deposito, in termini di offerte e rischi a cui sei sottoposto, leggi gli altri articoli dedicati a questi argomenti su Affari Miei e buon navigazione!

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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