Come Investire a 70-80 Anni: Ha Ancora Senso?
In un mondo in cui la finanza personale è spesso raccontata in modo frenetico, legato al breve termine, la storia di “nonno Carlo” rappresenta un raro esempio di lucidità, consapevolezza e visione intergenerazionale.
Ottant’anni suonati, una vita da informatico nel settore bancario, una famiglia numerosa e un obiettivo ben chiaro: non lasciare problemi ma soluzioni ai suoi figli e nipoti.
La sua testimonianza non è solo una riflessione sul denaro, ma un vero insegnamento di vita.
L’Illusione del Breve Termine a 80 Anni
La prima domanda che sorge spontanea è: “Chi ha 80 anni può davvero investire nel lungo periodo?”
Secondo il pensiero comune, una persona in età avanzata dovrebbe puntare su strumenti ultra-conservativi, evitando ogni rischio, quali ad esempio BTP, polizze a gestione separata, fondi obbligazionari: sono questi i prodotti che vengono proposti in automatico a chi supera una certa età.
Ma nonno Carlo sovverte questa narrazione.
Perché — parole sue — “non sono io a decidere quando il Signore Gesù mi vorrà con sé”.
E quindi, per tutto il patrimonio che non serve a coprire le sue spese immediate, l’orizzonte temporale non è il suo, ma quello dei suoi nipoti.
È una prospettiva rara, evoluta, profondamente responsabile.
Il Debito Pubblico e la Scelta Etica
Uno dei passaggi più toccanti della mail di nonno Carlo riguarda i BTP. Pur sapendo che investire in titoli di Stato potrebbe garantire cedole e una certa tranquillità, lui rifiuta l’idea.
Perché?
“Penso che questo debito prima o poi qualcuno lo dovrà pagare e saranno i miei nipoti”.
Una presa di posizione etica, che sposta il focus dalla sicurezza personale all’impatto collettivo. Investire in titoli di Stato non è solo una scelta finanziaria, ma anche politica e morale. Nonno Carlo ci invita a chiederci: siamo davvero disposti a scaricare sulle future generazioni il peso delle nostre rendite?
Quante volte, a una certa età, ci si sente dire: “Alla sua età deve essere prudente”? E magari arriva la proposta della polizza unit linked, presentata come panacea per evitare l’imposta di successione.
Ma è davvero così?
La risposta, dati alla mano, è no. L’imposta di successione in Italia è tra le più basse d’Europa.
Le franchigie sono alte (1 milione di euro per ciascun figlio e coniuge) e le aliquote contenute (4% per figli e coniugi, 6-8% per altri parenti o estranei).
Nella maggior parte dei casi, non si paga nulla. E anche quando si paga, è una tantum. Le polizze, invece, prevedono costi annuali spesso superiori a quel 4% teoricamente “risparmiato”.
L’Alternativa: ETF e Portafogli Bilanciati
Nonno Carlo ha le idee chiare. Non vuole polizze né fondi obbligazionari.
Vuole costruire un portafoglio semplice, autonomo, trasparente, magari composto da ETF, strumenti efficienti, economici e facili da trasferire. Non punta a massimizzare i rendimenti per sé, ma a lasciare una situazione chiara e già organizzata ai propri figli e ai propri nipoti.
Un approccio che unisce visione finanziaria e cura affettiva. Perché costruire un portafoglio bilanciato oggi, anche a 80 anni, significa dare un’eredità solida — non solo in termini economici, ma anche di metodo, di educazione e di esempio.
Tempo e Valori: Il Vero Capitale
Oltre ai numeri, c’è un altro aspetto che emerge potente dalla storia di nonno Carlo: il valore del tempo. Ciò che resta davvero nella memoria non sono i soldi ereditati, ma i momenti condivisi, gli insegnamenti e la presenza.
Per questo, il consiglio più importante che viene dato a nonno Carlo — e a tutti quelli come lui — è di viversi il tempo con figli e nipoti. Non rinunciare a una visita, a una cena, a un racconto, per risparmiare qualche euro in più.
I soldi sono importanti, certo, ma il tempo lo è decisamente di più.
La Pianificazione Come Atto d’Amore
Spesso si pensa alla pianificazione finanziaria come a un esercizio freddo, tecnico, da foglio di calcolo.
Ma la verità è che pianificare è un atto d’amore. Nonno Carlo lo dimostra in pieno: pianifica per non pesare sui figli, per semplificare la vita ai nipoti, per essere ricordato come un buon nonno.
E lo fa con consapevolezza, rifiutando scorciatoie e soluzioni preconfezionate. Vuole strumenti efficienti, trasparenti, comprensibili. Vuole che il suo patrimonio sia un aiuto, non un problema.
Quella di Nonno Carlo è davvero una bellissima storia.
Ecco alcune risorse per approfondire il tema:
- Investire a 70-80 Anni: È Davvero Troppo Tardi?
- Portafoglio ETF Consigliato 2025: Dove Investire Diversificando? Regole Fondamentali e Idee per Portafogli Modello
Ti auguro un buon proseguimento qui su Affari Miei!
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