Mettersi in Proprio è una Necessità: 5 Punti per Diventare un Imprenditore

Se stai valutando l’idea di metterti in proprio ed aprire una nuova attività sei nel posto giusto: Affari Miei è il blog dedicato a chi vuole prendere in mano la propria vita ed iniziare a pensare in grande.

Se, invece, sei da anni nel limbo e non hai ancora preso la decisione definitiva di lasciare il tuo lavoro per fare il grande salto, ho una buona notizia per te: sei ancora in tempo per farlo e, se cominci adesso, potrai avere un vantaggio rispetto agli altri.

Di seguito trovi 5 punti da cui partire per cambiare radicalmente la tua vita: non è una ricetta precompilata, non posso pensare di scrivere una road map che sia valida per tutti a prescindere, prendi questo articolo piuttosto come una lista di considerazioni utili per scrivere il tuo futuro.

Di idee ce ne sono tante, sul blog e alla fine di questo articolo te ne suggerirò molte. In questo post, però, mi interessa partire dalla parte più importante dell’azienda che stai per fondare: da te.


Mettersi in Proprio è una Necessità: Ascolta il Podcast!


#1 – Mettersi in proprio oggi è una necessità

Ci sono diversi motivi per mettersi in proprio, vedremo i principali tra poco, ma una ragione più di tutte deve assolutamente farti renderti conto che passare dall’altra parte della barricata è una necessità: la società attuale si sta evolvendo verso forme sempre più liquide di business, le aziende nascono e muoiono nel giro di poco tempo.

Siamo nell’era dell’incertezza, dell’accelerazione delle tecnologie e dei continui cambiamenti.

La conseguenza, per i lavoratori, è che la carriera di 40 anni che si faceva una volta sempre nello stesso posto è ormai impossibile, persino lo Stato ormai assume sempre di meno e la sicurezza del posto pubblico ha le ore contate.

Ti piaccia o no, il posto fisso non è più sicuro come un tempo e se ti stai preparando ad una carriera di dipendente o la stai già vivendo, sarai a conoscenza del fatto che dovrai cambiare lavoro spesso, formarti di continuo ed adeguarti ai cambiamenti: non possiamo combatterli, non possiamo fermarli ma possiamo seguirli.

Mettersi in proprio, in questo contesto, è una necessità per tre ragioni:

  • la percentuale di occupati sta diminuendo drasticamente, i posti di lavoro fissi sono un numero sempre più esiguo e le recenti riforme del mercato del lavoro hanno flessibilizzato sempre di più le assunzioni, adeguandosi alla domanda che viene soprattutto dalle aziende. Lo Stato ha bloccato le assunzioni in ogni singhiozzo, quindi difficilmente studiando per questo o quel concorso diventerai agevolmente un collega di Checco Zalone in Quo Vado;
  • sempre più aziende tendono ad esternalizzare tutte le attività che non fanno parte del loro core business, rivolgendosi ad altre aziende o professionisti con spiccate doti di problem solving. Recentemente, in una community Facebook di giornalisti, ho letto che un noto gruppo editoriale ha licenziato in tronco tutta la redazione per affidarsi ad un’azienda esterna pagata “a cottimo”. Questa prospettiva, se sei un dipendente, è sicuramente poco felice. Se, paradossalmente, la osservi da imprenditore, puoi cogliere una valanga di opportunità;
  • l’attività autonoma ti responsabilizza maggiormente e ti permette di avere maggiore controllo sulla tua vita: all’inizio sarà difficile ma alla lunga, credimi, la smetterai di accusare sempre gli altri delle cose che non vanno ed inizierai ad essere più severo con te stesso. Sottoporsi all’autocritica migliora, i critici di sé stessi sono solo un piccola nicchia all’interno della quale puoi entrare da subito per sfruttare la leva evolutiva che ti offre.

Il mondo sta andando in questa direzione e, non mi stancherò mai di ripeterlo, non possiamo fare altro che adeguarci.

#2 Hai Bisogno del Mindset Giusto

Imprenditori si nasce o si diventa? Ti dico la mia: il posto fisso non l’ho avuto mai, sono “nato e cresciuto” sul web iniziando da freelance (si, fa figo dire freelance, in realtà scrivevo articoli per pochi euro ed ero un precario a tutti gli effetti!) e mi sono trovato, strada facendo, ad avere un’azienda mia.

Mi rendo conto che se hai sempre lavorato come dipendente, devi fare un salto mentale per passare dall’altra parte della barricata: sai, un po’ ti invidio per la tredicesima, per le ferie e per i weekend in cui magari riesci a pensare ad altro, però ti assicuro che l’imprenditoria ha dei vantaggi straordinari e ti auguro di vivere l’ebbrezza di veder nascere e crescere progetti da te ideati e realizzati. E’ sicuramente più stimolante e piacevole del capo che ti rompe le scatole perché non rispetti le scadenze.

Sia chiaro, non ti devo convincere a fare l’imprenditore, però se sei finito qui è perché probabilmente ci stai pensando.

Mettersi in proprio è soprattutto un processo mentale, l’avrai sentito dire tantissime volte. Fin da piccoli ci formano con la mentalità del dipendente: la scuola, la famiglia, gli amici e tutte le persone a cui diamo retta nel corso della nostra vita ci spingono sempre verso la direzione. Il lavoro sicuro e ben pagato, la casa di proprietà acquistata col mutuo e i figli che studiano in un’università prestigiosa sono una delle ambizioni tipiche un po’ di tutti ed in questo processo la parola RISCHIO trova decisamente poco spazio.

Il processo di cambiamento della nostra società è in corso da anni ma la crisi economica, iniziata ormai dieci anni fa, ha radicalmente accelerato il tutto: posti di lavoro bruciati, crollo dei redditi e blocco del mercato immobiliare sono solo sintomi di un terremoto che ha toccato un po’ tutti.

Di fronte a questi cambiamenti, possiamo avere due atteggiamenti:

  • Rimpiangere il passato: su Facebook è pieno di gruppi dove ci si lamenta che “Si stava meglio quando si stava peggio”, puoi insultare i politici sulle pagine dei giornali e diventare un hater professionista;
  • Rimboccarsi le maniche: prendendo cognizione che siamo appena all’inizio di un cambiamento sociale, puoi iniziare a lavorare ai tuoi progetti smettendo di delegare la tua vita agli altri.

Se stai frignando sui social scaricando la colpa di tutti i mali del mondo agli altri, posa quel cacchio di telefono e rimboccati le maniche!

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#3 La vita è tua: scegli da che parte stare

Quando il film Matrix sbancava i botteghini mondiali io avevo appena 9 anni: ho visto il film almeno 10 anni dopo, quando ero decisamente più maturo rispetto al 1999.

Una delle scene più famose è quella che vede il protagonista di fronte ad una scelta: prendere la pillola azzurra e credere a quello che gli pare oppure quella rossa e continuare il percorso appena intrapreso.

Se hai visto il film hai intuito di cosa sto parlando: puoi decidere di affidare la tua vita agli altri, in maniera del tutto legittima, oppure puoi prenderla in mano e agire in prima persona. La seconda situazione è senza dubbio più difficile ma è qui che si celano le opportunità di cambiare la tua posizione.

L’ingrediente necessario è soltanto uno: la tua volontà. Si, perché nei prossimi paragrafi e su questo blog potrai leggere tutte le idee del mondo, puoi comprare libri, seguire corsi, guardare video e cercare per anni l’ispirazione ma, in realtà, puoi pensare seriamente di metterti in proprio soltanto se sei tu a volerlo.

#4 La zona di comfort ti uccide: liberati dalla sua oppressione

Quando andavo a scuola ero il più bravo della classe: i miei voti oscillavano tra l’8 e il 9 a fine anno e molti professori stravedevano per me. Gran parte dei miei compagni di classe non era minimamente interessata allo studio ed a primeggiare, sia chiaro, ma c’erano alcuni studenti che si impegnavano più di me ma non raggiungevano i medesimi risultati.

Sarei un megalomane se ti dicessi che ero più intelligente degli altri, probabilmente avevo inconsapevolmente acquisito un metodo di studio che mi permetteva di avere risultati migliori con uno sforzo inferiore.

Questa situazione, protratta per i 5 anni delle superiori, mi ha fatto precipitare interamente nella cosiddetta zona di comfort: cullandomi sugli allori, pensavo di essere un genio e mi impegnavo sempre meno, convinto che mi sarei laureato agevolmente ed avrei avuto una brillante carriera.

La mia vita, tuttavia, non è stata assolutamente un successo dopo la scuola. Una volta iscrittomi alla facoltà di Giurisprudenza, infatti, ho dovuto misurarmi con dei libri di 1000 pagine che non riuscivo a memorizzare ed altri studenti abituati ad avere un metodo più strutturato del mio. Io avevo frequentato un tecnico, chi aveva studiato al liceo non solo aveva ricevuto insegnamenti migliori ma si era misurato, con ogni probabilità, con una competizione più serrata all’interno del suo ambiente che aveva alzato l’asticella e l’aveva costretto a studiare meglio.

Per mantenermi gli studi ho tentato varie strade lavorative, spinto dalla convinzione che, essendo più intelligente degli altri (ma dove?) avrei avuto agevolmente le porte aperte. Nessuno di questi miei tentativi, lo confesso pubblicamente, ha avuto successo e solo la mia tenacia, probabilmente derivante anche da una serie di battute di arresto, mi ha permesso di recuperare gli esami arretrati e concludere gli studi nei 5 anni previsti.

Vedi, quando ti parlo di mindset giusto faccio riferimento soprattutto alla zona di comfort in cui vivevo ed in cui magari ti trovi tu. Lavori in un’azienda stabile, lo stipendio arriva, hai una famiglia e degli amici, una bella macchina e tutto sommato, confrontandoti con chi sta peggio, non te la passi male.

La zona di comfort non è necessariamente la stanza di un hotel a 5 stelle. Ho conosciuto anche persone con uno stipendio molto basso o disoccupate che, nonostante si trovassero in una condizione non idilliaca, non trovavano il guizzo per risollevarsi.

Il perché è la ragione stessa della zona di comfort: è più facile restare nelle nostre certezze, anche se sono poche, che mettersi in discussione, confrontarsi con il giudizio degli altri, con quello del mercato (che può anche bocciarti) e con tutto ciò che ne consegue.

Siamo conservatori nelle scelte probabilmente per un fatto biologico: il nuovo spaventa e gli innovatori non hanno mai l’approvazione degli altri.

Se non vuoi restare schiacciato dalla tua zona di comfort devi liberarti dell’influenza del parere degli altri e devi assumerti la responsabilità, anche traumatica, di cambiare le tue abitudini.

#5 L’Idea non vale niente

Da quando mi occupo professionalmente di web ricevo periodicamente messaggi di conoscenti o lettori del blog che più o meno seguono questo canovaccio. “Ciao, ti volevo chiedere un parere: ho avuto questa idea che non ha ancora realizzato nessuno, pensi che possa funzionare?”.

Molto spesso non ho neanche tempo di rispondere o, volutamente, mi limito a dire che non lo so. Qualcuno si offende, mi chiede un parere più articolato o si domanda perché liquidi la faccenda così vicendevolmente.

Da oggi risponderò incollando direttamente il link di questo articolo.

Puoi avere l’idea più strafiga del mondo ma se non sei in grado di realizzarla vale esattamente quanto te che ti approcci ad un settore che non conosci: zero.

Non dobbiamo essere tutti dei tecnici della materia, non fraintendermi, ma se stai pensando di diventare imprenditore ti consiglio seriamente di farlo in un settore che conosci perfettamente.

Questa affermazioni non è da intendersi paritetica al “guadagna con le tue passioni” che è di moda e ti spiego perché: una passione, per permetterti di guadagnare, deve essere economicamente redditizia.

Se ti piace smontare e rimontare la tua auto, magari puoi pensare di aprire un’officina. Se la tua passione è andare a pesca, dubito che possa diventare un business, ammesso che tu non identifichi un problema che attanaglia i tuoi colleghi a cui puoi dare una soluzione.

Le aziende risolvono problemi reali, non sono idee tirate giù al tavolino di un bar.

E’ molto più probabile che possa risolvere problemi in un settore che conosci, nel quale ti imbatti quotidianamente e per il quale hai sviluppato delle competenze che ti permettono di fornire la soluzione.

I milionari delle idee sono già tanti, lasciali perdere e concentrati sui fatti!


Come Aprire un'Attività Redditizia e Lasciare il Posto Fisso - Ascolta il Podcast!


Un mare di risorse

Come scritto in apertura, questo articolo è soprattutto ispirazionale. Se vuoi continuare il tuo percorso, ho scritto tantissimi altri articoli che ti consiglio di leggere:

In bocca al lupo!

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
Categorie: Business

2 Commenti

Alessandro · 23 Ottobre 2018 alle 17:09

Credo personalmente che l’elemento più importante da considerare nel fare attività imprenditoriale è quello di liberarsi della mentalità da dipendente, che predilige la sicurezza di un posto fisso, inculcataci in primo luogo dal contesto familiare in cui cresciamo.

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    Davide Marciano · 23 Ottobre 2018 alle 19:19

    Esattamente, è un processo graduale ma necessario per raggiungere l’obiettivo 😉

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