Vivere e Lavorare in Campagna: pro e contro di una scelta importante

L’idea di vivere in campagna, lavorare nei campi ed allontanarsi dallo stress e dall’inquinamento quotidiano delle nostre città viene sovente per la testa a tanti, sebbene siano pochi quelli che poi effettivamente si applichino per attuare nel concreto il piano di abbandono dei grandi agglomerati urbani.

Come ogni grossa decisione, abbiamo un insieme di pro e contro che analizzeremo nel corso di questo articolo all’interno del quale, come nostra abitudine, cercheremo di tracciare un’analisi ispirata alla serenità ed alla crescita economica del singolo.

Se questa è la prima volta su Affari Miei, vi invitiamo a leggere con calma i vari articoli della sezione Risparmio Casa del blog: troverete tanti consigli per risparmiare e per difendervi dagli sprechi della vita quotidiana.

Nella sezione di crescita personale, invece, ci concentriamo maggiormente sugli aspetti motivazionali che determinano la nostra volontà di cambiare vita.

Cerchiamo adesso di concentrarci sul tema del nostro post, così da individuare nel concreto come andare a vivere in campagna.

Riflessioni preliminari

Chi scrive attualmente vive a Torino (qui il report delle spese) dopo 25 anni trascorsi in un piccolo centro della Costiera Amalfitana, in provincia di Salerno.

Le informazioni raccolte sono il frutto di ricerche effettuate in rete, piccolissime esperienze personali (la famiglia dell’autore ha una tradizione contadina) e, soprattutto, opinioni e valutazioni squisitamente private.

Vivere in campagna è una strategia che tutti dobbiamo attuare se crediamo nei valori della decrescita felice: considerando che non possiamo incidere più di tanto sull’economia italiana, né possiamo cambiare nell’immediato ed in maniera radicale l’organizzazione del capitalismo, l’unica arma che abbiamo a nostra disposizione è una scelta individuale.

La campagna, per il suo essere più distaccata dalle logiche capitalistiche ed oppressive della grande città, può prestarsi alla grande all’attuazione di un piano progressivo di separazione dalla frenesia quotidiana a cui siamo abituati nella misura in cui, però, il nostro trasferimento non sia solamente finalizzato ad un generico spostamento ma abbia come ragione principale un desiderio fondamentale di cambiare vita in maniera radicale.

I vantaggi della vita in campagna, infatti, sono in grado di superare gli svantaggi nel momento in cui il proprio piano personale sia ben definito e non raffazzonato.

Vantaggi della vita in campagna: tutti i pro

Vivere in campagna porta con sé una serie di inevitabili vantaggi che elenchiamo di seguito e che aggiorneremo di volta in volta, nella speranza in futuro di poter raccontare a tutti voi gli effetti di una vera e propria esperienza personale.

  • Ritmi più lenti: chi è abituato a svegliarsi la mattina e finire imbottigliato nel traffico della città, nel caos di una fermata del tram, della metropolitana o del bus, potrà sicuramente afferrare il concetto. Tuttavia questa situazione non può essere subito eliminata perché se vi trasferite mantenendo il vostro lavoro in città dovrete comunque raggiungerla;
  • Affitti mediamente più bassi: prendere casa in affitto è uno degli incubi di chi lavora in città molto inflazionate. In campagna i canoni di locazione tendono ad essere di solito più bassi oppure, a parità di importo, offrono la possibilità di accedere ad appartamenti dalla metratura più ampia o con più servizi come il parcheggio (spesso a pagamento in città), la cantina, la mansarda e così via;
  • I prezzi degli immobili sono più bassi: oggi è forse il momento giusto per comprare casa, come abbiamo osservato nell’apposito articolo dedicato al tema. Un po’ come per gli affitti, anche le case in vendita fuori città costano molto meno. Oltre ai vari servizi già elencati, poi, è facile che troviate degli immobili che abbiano terreni associati sui quali poter impostare un orto o, addirittura, sviluppare qualche micro – business legato all’agricoltura di cui dopo parleremo;
  • Efficienza energetica più facile da attuare: specie se comprate casa, ma non è da escludere che ci siano soluzioni da affittare già pronte sotto questo punto di vista, avete a disposizione maggiori opportunità per rendere la casa efficiente da un punto di vista energetico e, nel lungo periodo, risparmiare sulle bollette. Installare i pannelli fotovoltaici oppure dotarsi di un impianto solare termico per l’acqua calda è decisamente più semplice in campagna perché ci sono meno vicini che rompono le scatole e, soprattutto, c’è lo spazio che manca in città dove si vive ammassati in palazzi di più piani. Tante case, in alternativa alle soluzioni più tecnologiche, hanno un impianto a legna o a pellet e questo consente di risparmiare sensibilmente sul riscaldamento;
  • Possibilità di avere un orto: come accennato poc’anzi, spesso le case hanno dei terreni vicini nei quali è possibile mettere su un piccolo orto. Se volete dedicarvi al giardinaggio, oltre a trovare un beneficio da un punto di vista della salute che vi farà risparmiare il canone della palestra, potete cimentarvi in questo piacevole hobby che, alla lunga, può permettervi di ridurre la spesa alimentare abbattendo i costi di frutta e verdura;
  • Minori possibilità di sperperare soldi: chi vive in un grande centro sa benissimo che le principali strade pullulano di negozio, centri commerciali e diversivi di ogni tipo. Spesso non ce ne accorgiamo ma vagare per le vie del centro ci spilla annualmente tantissimi soldi. Vivendo lontano dalle città, poi, si ridurranno le possibilità di fare il giro dei tanti locali alternativi che, per quanto carini e non da accantonare del tutto, ci portano via tantissimo denaro nel lungo periodo. Comprando solo ciò che serve ed osservando sane abitudini di finanza personale, è possibile davvero vivere con pochi soldi senza farsi mancare le cose veramente essenziali;
  • Minor costo della vita: in generale, in campagna fare la spesa costa molto meno. E’ vero che in città i prezzi sono livellati dalla concorrenza, vista la presenza di tanti negozi e dei mercatini rionali, ma in generale la vita tende a costare di più a causa comunque degli alti costi (affitti alle stelle, apertura obbligata per tante ore, etc) che gravano sulle attività commerciali e che si abbattono inevitabilmente sui consumatori. Possiamo aggiungere, inoltre, che in campagna è più facile intercettare coltivatori diretti, mercatini a chilometri zero ed alimentare, in generale, un filone economico diverso e, per certi versi, più etico del capitalismo duro e puro che ha monopolizzato i centri più grandi;
  • Qualità della vita migliore: oltre agli aspetti economici, l’aria in campagna è meno irrespirabile che nelle grandi metropoli. Si vive con meno stress, si corre di meno ed è molto più semplice avere dei buoni rapporti con i vicini di casa perché si tende ad essere meno diffidenti, visto anche il minore ricambio di gente a cui i condomini delle grandi città sono abituati. Inoltre il livello di delinquenza e criminalità è più ridotto e ciò, per chi pensa di creare una famiglia, può rappresentare un buon punto di partenza. I ritmi più blandi, infatti, possono darvi maggiori possibilità di seguire i vostri figli nella loro crescita e nel loro percorso di studio.

Svantaggi della vita in campagna: tutti i contro

La vita in campagna non ha solo dei vantaggi, anzi, al contrario, tantissimi possono essere i contro per chi si approccia a fare una scelta del genere.

Proviamo, quindi, ad illustrare i contro in maniera schematica, promettendo anche qui di tornare in futuro nel caso di esperienze dirette o di suggerimenti da parte vostra:

  • Alla lunga la vita può diventare monotona: se siete nati e cresciuti in una grande città, l’impatto per voi potrebbe essere traumatico. Le persone tendono ad essere sempre le stesse perché non c’è un continuo via vai di studenti e lavoratori che si spostano per periodi medio-brevi. La sera le occasioni per uscire ed andare in giro fino al mattino sono relativamente poche, se adorate fare shopping per il solo gusto di spendere i soldi (mannaggia a voi!) avrete delle difficoltà se non siete in una zona vicina a grandi realtà. Chi scrive, pur non essendo nato in campagna, ha vissuto per 25 anni in un piccolo centro facente parte di un noto comprensorio turistico. La vita, pur essendo molto dinamica nel periodo estivo in cui tutti lavorano e sono presi dalla frenesia e dallo stress un po’ come accade in città, finite le vacanze tende a somigliare molto a quella della campagna per la lentezza, lo scarso ricambio di gente ed il fatto che, alla lunga, gli amici sono quelli che hanno fatto tutta la trafila scolastica con voi (al netto di quelli andati via per studiare all’Università o per lavoro), le cose da fare sono limitate e, se non ci si integra in un determinato modo di pensare e vivere, si finisce per subire non poco l’isolamento. Nei piccoli centri tutti sanno tutto di tutti e questo, in determinate fasi della vostra vita, può risultare fastidioso. Se svolgete un’attività lavorativa di tipo intellettuale (chi scrive da anni ha sposato l’esperienza per certi versi pionieristica di lavorare da casa) non inquadrata nel contesto socio economico del territorio oppure se siete desiderosi di partecipare ad eventi di tipo culturale o sociale simili al vostro modo di pensare, sappiate che le opportunità saranno ridotte al lumicino rispetto ad un grande centro in cui, per certi versi, si possono fare più scelte sotto questo punto di vista;
  • Acquisto dell’automobile: vivere in campagna molto probabilmente vi obbligherà ad avere un’automobile per gli spostamenti, vista l’oggettiva impossibilità di fruire sempre del trasporto pubblico. Spesso ogni attività postula un piccolo spostamento, per acquistare qualcosa di più particolare bisogna raggiungere un centro medio-grande vicino. Se, poi, continuate a mantenere il lavoro in città, potreste essere obbligati ad utilizzare l’automobile che, come è noto, ha dei costi non indifferenti di acquisto e di manutenzione. Se ne possedete già una non dovrebbe essere un problema ma se vi siete imposti di farne a meno per qualche anno, sarete costretti a comprarla. Chi scrive, ad esempio, vive senza automobile a Torino ma quando torna al paese di origine è letteralmente costretto ad usare quella di famiglia vista l’inefficienza del trasporto pubblico e l’impossibilità di fare tante cose senza un mezzo di proprietà;
  • Vivere in campagna è faticoso: tutto quanto abbiamo visto nei vantaggi può diventare svantaggioso nel momento in cui non siete abituati a farlo oppure semplicemente non vi piace. Passare dalla puzza di smog a quella di sterco di animali potrebbe essere per voi poco gradevole, così come passare dalla palestra che frequentate all’orto in cui bisogna zappare. Non avere il supermercato sotto casa o il centro commerciale a portata di mano può non piacervi, per questo abbiamo scritto fin dal principio che si tratta di una scelta di vita prima ancora che economica. Se, poi, dovreste decidere di vivere in campagna mantenendo il lavoro in città, per voi si avvierà una “doppia vita” che vi vedrà ogni giorno impegnati nel raggiungere la prigione da cui siete fuggiti oltre a convivere con una realtà diversa: questo può costarvi sia economicamente negli spostamenti che, soprattutto, mentalmente. Vero è che, però, tante realtà rurali si trovano in prossimità di grandi centri e la vicinanza, in qualche modo, può attutire l’impatto.

Lavorare in campagna: aprire un’azienda agricola o trovare un impiego

Fin qui abbiamo visto i pro ed i contro che derivano dalla scelta di vivere in campagna. Adesso, invece, ci tocca analizzare l’aspetto più pratico che dovete considerare se decidete di non mantenere il vostro impiego in città.

Ammesso che non abbiate imparato a guadagnare online e viviate, dunque, di attività completamente separate dal territorio, per andare avanti dovete trovare un lavoro o avviare un’attività: non potete pensare, infatti, di vivere senza lavorare.

In generale possiamo dire che la campagna offre la possibilità di sviluppare dei micro-business che, ad oggi, rappresentano delle vere e proprie nicchie di mercato inesplorate.

Negli ultimi anni, infatti, c’è la chiara tendenza ad una riscoperta della necessità di mangiare sano.

Al di là della truffa che molto spesso si nasconde dietro la pseudo alimentazione “bio”, molte persone hanno ripreso ad acquistare direttamente dai contadini, saltando così la filiera della grande distribuzione organizzata che pure sta correndo ai ripari.

Questo trend è molto positivo perché sta aumentando la consapevolezza della ricchezza culinaria presente nel nostro Paese e ciò può aiutare i piccoli territori a ripartire, esaltando le loro eccellenze.

Sono tanti i posti dove vivere con pochi soldi adatti per un discorso del genere, atto ad intercettare questa piacevole novità sviluppatasi soprattutto negli anni della crisi economica che, oltre a tanti problemi, ci ha anche forse insegnato un po’ a tornare alle origini.

Avviare una propria attività, comunque, è molto difficile, specie se non si conosce bene l’agricoltura.

Per questo motivo, infatti, può tornare utile prima un periodo di lavoro dipendente: se pensate che aprire un’azienda agricola sia facile perché a vostro avviso l’imprenditore agricolo svolge attività elementari siete completamente fuori strada.

Se non avete le giuste competenze, i rischi di fare un buco nell’acqua sono esattamente identici agli altri settori.

Per lavorare in campagna la cosa ottimale è individuare un territorio ed offrirsi alle aziende agricole per dare una mano nei fine settimana, specie nei periodi di maggiore dinamicità legati al raccolto o alla trasformazione dei principali prodotti della terra.

Per essere accolti ed imparare i rudimenti, potreste cercare un contatto personale ed offrirvi di dare una mano gratuitamente, in cambio ovviamente di una buona compagnia e dell’insegnamento dei rudimenti del mestiere.

Altra alternativa può essere quella di iscriversi ai corsi organizzati dagli enti locali ed improntati proprio verso questo tipo di attività lavorative.

Se, infine, siete fortunati ed avete parenti o amici che vivono in campagna, non vi resta che andarli a trovare e chiedere loro ospitalità ed insegnamenti preziosi.

Conclusioni: si può davvero pensare di vivere in campagna da subito?

Abbiamo cercato, nel corso di questo articolo, di tracciare un’analisi sulla vita in campagna.

Prima di iniziare, però, ci permettiamo di dare un consiglio che poi, con ogni probabilità, sarà la strategia che seguirà nel medio periodo chi scrive.

Il nostro obiettivo è comprare casa senza mutuo, quindi ci toccherà lavorare ancora per moltissimi anni.

Se pensate veramente di vivere in campagna, prima di spostarvi definitivamente ed acquistare un appartamento, potreste pensare di trascorrere un periodo (anche un anno) vivendo in affitto, così da cercare di capire se questo genere di esistenza fa per voi: ciò vi permetterà di non perdere il contatto con il contesto da cui provenite, specie se manterrete il lavoro in città, e di assaggiare al tempo stesso il cambiamento prima di sposarlo del tutto.

L’ideale è trasferirsi in una località rurale non troppo isolata, abbastanza vicina a centri di media grandezza: va bene anche un comune di 20-30 mila abitanti e, se avete famiglia, la prossimità di una città universitaria, così da evitare in futuro ingenti spese per mantenere dei figli fuori sede.

In questo modo, infatti, potrete raccogliere l’utile ed il dilettevole, approfittando dei vantaggi della campagna e mantenendo un contatto residuale con ambienti urbani abbastanza popolati, contatto che vi permetterà comunque di usufruire di alcuni servizi importanti ai quali non volete giustamente rinunciare.

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

2 Commenti

Silvan · 16 Marzo 2021 alle 13:09

A giudicare da ciò che succede in campagna/montagna, con la libertà di movimento accordata ai nostri predatori naturali, in quello che sarebbe anche il nostro habitat naturale, bisogna, per le passeggiate nella natura, munirsi di un dogo argentino testato, come accompagnatore, a cui stare affiancati. Il Kangal testato non va bene, perché se avverte un animale qualsiasi come possibile pericolo, anche distante centinaia e centinaia di metri, si lancia, non lo fermi più e finisce che qualcuno deve morire. E siccome ha gambe lunghe, potenti ed agili, anche se si tratta di un lupo lo raggiunge. Non indietreggia anche se l’altro è più forte e morirà.
Invece il dogo argentino testato attacca ugualmente senza paura, ma è nato appunto per il combattimento, non per l’inseguimento, in generale, e se il lupo scappa non lo insegue.
Ed è inutile andare ad abbattere per forza chi se ne va, così è solo per salvaguardia personale ed è tutto più equilibrato.

piera · 23 Ottobre 2019 alle 18:22

ogni punto che ho letto mi trova in accordo ma voglio sperimentare e vorrei averne la possibilità ciao piera

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