Devi Lavorare Anche Nei Festivi: le Liberalizzazioni hanno abolito il Riposo!

Scrivo questo articolo anziché pubblicare uno stato su Facebook perché ritengo l’argomento abbastanza complesso per sintetizzarlo in pochi caratteri e vorrei conservare la mia opinione sul tema per più tempo, sottraendola all’invecchiamento precoce voluto dai social.

Se sei un lettore abituale di Affari Miei, sei sicuramente al corrente che non sempre trovi solo guide pratiche e liste di idee ma anche opinioni: queste sono le mie, non pretendo di avere ragione ma rivendico il diritto di argomentare.

Ferie vs Lavoro: una polemica eterna

Ho osservato, nel corso del weekend di Pasqua, le solite polemiche sulle pagine social più famose e nei gruppi più seguiti.  Come al solito, da un lato c’è chi si lamenta che non vuole lavorare nei festivi ed accusa i datori di lavoro di sfruttamento, dall’altro chi afferma che il “tutto chiuso” è inconcepibile.

La verità, chiacchiere a parte, è che da qualunque punto di vista la si vuole vedere, il problema resta in ogni caso.

Qual è la soluzione? Chi sostiene che è un diritto di tutti riposarsi è spesso il primo ad andare al bar o a mettersi in macchina per godersi il riposo,  in molti casi servito da altri che lavorano con gli stessi contratti precari o non adeguatamente retribuiti che lui rifiuta.

Chi, di contro, la pensa in maniera opposta fa leva giustamente sul fatto che la competizione è globale, che chi viene in vacanza in Italia e necessita di determinati servizi non può trovare le serrande abbassate e che le festività italiane non sempre corrispondono a quelle asiatiche, americane o dell’Est Europa.

Il mondo è cambiato

L’introduzione serve per dire questo. Non so te, io mi sono rotto le scatole di quelli che vogliono fare tutto con lo smartphone, ordinano su Just Eat e prenotano le vacanze su Booking salvo poi scoprirsi sindacalisti a targhe alterne.

Dobbiamo accettare i cambiamenti che arrivano, nel bene e nel male, e al tempo stesso cercare di porre i giusti freni agli eccessi.

“Si stava meglio quando si stava peggio” non è una soluzione: smettiamola di lamentarci del passato che non tornerà più o di rimpiangere nostalgicamente cose o processi che sono stati messi da parte dalla storia.

Chi come me si occupa di web o di commercio elettronico, per esempio, sa benissimo che spesso nei festivi le vendite sono di gran lunga superiori, in termini percentuali (vendite rispetto alle visite, per i non addetti) rispetto agli altri giorni.

Hai capito bene: a Ferragosto, a Natale, a Pasqua ed ogni volta che il calendario è rosso c’è una fetta di popolazione che approfitta del tempo libero per fare acquisti.

Chiudere i negozi, bloccare le autostrade per non far aprire gli outlet o i centri commerciali oppure abbassare la serranda e andare in gita sono attività completamente inutili: non fanno che dare un ulteriore aiuto ai colossi come Amazon e simili che, in un’ottica “piccoli contro grandi” non sono poi tanto diversi dai “cattivi” che gestiscono GDO e Centri Commerciali.

Basta questo per dire che sindacati e lavoratori che protestano hanno torto? Assolutamente no!

Servono regole chiare per tutti

Spezziamo una lancia a favore di un lavoratore normale e smettiamola, per una volta, di parlare sempre dei Bardolla, dei Montemagno e di tutti quelli che, per un motivo o per un altro, praticano la religione del “devi essere il migliore” e incitano chi vuole avere successo a tutti i costi.

Cerchiamo di capire, per una volta, anche chi ha famiglia, chi non vuole fare l’imprenditore di sé stesso e aspira a condurre una vita normale, senza particolari patemi.

Costringere una persona a lavorare durante una festività, anche con retribuzione più elevata, non sempre basta: un riposo compensativo, per esempio, non ha lo stesso “sapore”.

Che senso ha andare al parco quando tutti lavorano? Cosa fare un martedì sera al bar fino a tardi se tutti sono a letto perché devono lavorare?

La fruizione dei riposi in periodi diversi da quelli della massa rischia di produrre ulteriore insoddisfazione.

Lavorare sempre, lavorare tutti, lavorare meno

Provo a dire la mia. Premetto che ho quasi sempre lavorato in proprio, quindi conosco poco le dinamiche da ufficio e ancor meno quelle del commercio o dell’industria.

Essendo, tuttavia, anche cliente di diverse aziende, noto per esempio che spesso le festività rallentano in maniera eccessiva i processi: il lunedì, per esempio, se ne vola spesso via solo per gestire le richieste avanzate dai clienti nel fine settimana; il venerdì la produttività si abbassa perché tante cose non vengono fatte in previsione dei due giorni di stop.

Quando si ritorna da un ponte è ancora peggio: gli arretrati aumentano, perché nella nostra economia avanzata i problemi non conoscono festivi, e la ripresa è lenta e farraginosa.

E se tutti accettassimo di darci un pizzico sulla pancia? Nel mio intimo sono convinto che molte aziende gioverebbero dai cicli continui, cosa che tra l’altro avviene già nell’industria, specie quella altamente robotizzata che si appresta a diventare maggioritaria.

Distribuendo equamente il lavoro su 7 giorni invece che su 5 molte aziende non si troverebbero a lavorare in condizioni di stress e di fretta (i clienti, al lunedì, non vogliono scuse anche perché spesso loro stessi necessitano di quei servizi messi in stand by dal venerdì per fare altre attività a loro volta ferme) e, soprattutto, il riposo infrasettimanale assumerebbe un sapore diverso in quanto condiviso con molte più persone.

Obiezione legittima: “Ma così stai dicendo che tutti dobbiamo lavorare potenzialmente tutto l’anno, niente ferie e weekend!”.

Risposta: “Prova a chiedere al bagnino della spiaggia dove vai a mare, al cameriere dell’agriturismo dove vai a pranzo di domenica, alla commessa del negozio di elettronica del centro commerciale”.

In una società sempre più pervasa dall’egoismo, quella illustrata potrebbe essere una soluzione ragionevole. Vuoi vedere, poi, che organizzando la giostra in questo modo riusciamo anche a lavorare meno?

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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).

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